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Ciao Gianca’!

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Così lo salutavo, ogni volta che lo incontravo e quando riprendevamo le nostre strade dopo un Incontro di Primavera o una cena tra amici.
Giancarlo era un persona per bene, non troppo espansivo di carattere ma si vedeva come fosse sempre pronto a partecipare allo scherzo, alla battuta e di quanto ne godesse. Il suo V65 TT rosso era unico, un po’ sgangherato e con qualche parte arruginita ma era il “suo” e ne andava giustamente fiero. Lo portava dappertutto e la sua immancabile presenza ci faceva sempre piacere. Senza Giancarlo un pezzetto di quell’Anima Guzzista se n’è andata.
Grande viaggiatore dall’andatura paciosa “er Berghella”, come lo chiamavamo affettuosamente noi romani, arrivava sempre. Noi smanettoni dalle andature veloci lo perdevamo subito dagli specchietti ma al primo punto di ritrovo, magari per il pranzo al ristorante, lui arrivava con una straordinaria capacità di sincronizzazione con l’arrivo del primo piatto. Lo prendevamo in giro ma con l’ammirazione ed il rispetto dovuto a chi aveva percorso tanti chilometri per esserci. Giancarlo c’era sempre.
Ricordo quando, lungo un percorso, lo incrociammo mentre veniva dal senso opposto. Risate e sfottimenti ma poi… come aveva fatto? Che strada aveva preso? Ma soprattutto, uno tranquillo come lui, a quanto era andato?
Giancarlo era così. Indipendente e innamorato della moto, del piacere di perdersi tra le mille strade dei nostri viaggi per poi ritrovarsi col suo sorriso che ti metteva sempre di buon umore.

Inarrestabile Giancarlo, stavolta ti sei dovuto fermare.
Amico mio, ti ricorderemo sempre e sempre ci mancherai.

 

Con affetto Vladimiro.

Sei partito troppo presto.

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Mi giunge stamattina la terribile notizia della scomparsa del nostro Paolo Bellentani, detto Badude.
Da tempo lottava contro un brutto male incurabile che ne aveva, pian piano, debilitato il fisico mai il morale. Paolo era uno tosto e non si è mai arrreso e rassegnato al suo destino infame.
Lo ricordo in sella alla sua Stevio la prima volta che lo incontrai. Eravamo in Garfagnana, ad un raduno Guzzi, sotto una pioggia battente che aveva contribuito non poco a decimare le presenze. Ma lui c’era. Sorridente ed istintivamente simpatico, si era presentato: Oh, ciao! Sei tu Vladimiro, il presidente di AG? Io sono Paolo.
E con un sorrisetto tra il malizioso e il monello, aggiunge “sono in missione per conto di Andrea (Ancarani-Anka) per ritirare la tessera Sport per fare le gare in pista. Ma non so mica se poi gliela do! Lo tengo in pugno!
Ho subito capito che stava dando il meglio di se. In moto sotto il diluvio, facendo un favore ad un amico ma godendosi la sua Steviona nonostante il tempo da lupi senza dimenticare il “gusto del ricatto”, goliardico e giocoso, dicendo di Anka, mentre forzava l’accento dialettale come si fa scherzando con gli amici: Mò lo tengo per i màroni!
Paolo era un grande macinatore di chilometri. Uno che amava la moto e voleva goderne il più possibile. Ma non era un fissato, anzi. Intelligente e simpatico è stato un grande piacere da frequentare. Ce ne fossero di più come lui…
Lo ricorderò sempre in sella alla Stevio, carico di bagagli, che si accinge alla partenza sotto il diluvio. Casco aperto e sorridente che mi fa: Oh, ciao presidente! Ci si vede alla prossima dai!
Caro Paolo, prima o poi ci rivedremo inevitabilmente tutti. Ma tu sei partito troppo presto.
Tanta buona strada e un grande abbraccio Pa’. Già mi manchi.

Porgo le mie condoglianze e tutta Anima Guzzista alla famiglia di Paolo.

Per chi volesse partecipare ai funerali: Mercoledì 27/02/2019 alle ore 10.00 presso la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe Artigiano in via Remesina 56 a Carpi. L’indirizzo di casa se qualcuno lo chiede è VIA DEL MELOGRANO 79 FAM. BELLENTANI BARIGAZZI.

Putroppo non potrò esserci. Se qualcuno ci và, lo faccia in moto. Paolo ne sarebbe contento.

 

Un abbraccio Paolo.

Vladimiro

BUONA STRADA MAURO

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da Vladimiro Corbari e lo Staff di Anima Guzzista

 

Mercoledì 30 Maggio ore 23.55:
scaldato il motore sono pronto a partire… a domani presidè !!!

Questo è stato l’ultimo messaggio che ho ricevuto da Mauro. Ci saremmo visti il giorno seguente al raduno di AG. Putroppo non è stato così.
Mauro era un entusiasta, brillante, pronto alla battuta e con una grande voglia di andare in moto. Ci siamo sentiti spesso, dallo scorso anno dove ci incontrammo a Viterbo per Aquile in Ammollo ed è lì che fu conquistato dalle persone di Anima Guzzista (parole sue) tanto da chiedermi spesso di organizzare delle uscite assieme, o a proporsi come organizzatore di un raduno lì da lui, a Soriano nel Cimino, per vivere la moto condividendone i contenuti e lo stile di vita.

Arrivato tutto! Così ci disse all’arrivo della spedizione di gadget e tessera.

Si, era un entusiasta. Da poco era andato in pensione e in una di quelle meravigliose, fantastiche, pazze decisioni venne colto da innamoramento istantaneo comprandosi una V7 carbon da affiancare al suo V65 SP rosso, compagno di una vita e tenuto che sembra nuovo…
Ci sentivamo per telefono e io lo prendevo in giro sul fatto che non avesse nemeno un capello bianco (mentre io…) mi rispondeva dandomi del “vecchiaccio canuto”. Con la Carbon, farai un figurone… un vero pischello, gli dicevo, lui rideva gongolando e pregustando il momento.
Gli avevo proposto anche di cantare qualche “pezzo” assieme durante il concerto di sabato sera a Conegliano e, ovviamente, non si era tirato indietro, anzi “voleva” fare, cantare, vivere e partecipare il più possibile.
Così lo ricordo.
Così rimarrà nei miei pensieri.
Un malore mentre è a pochi chilometri dall’appuntamento in sella alla sua V7. La caduta che già non vede e non sente.

Abbiamo vissuto l’Incontro di Conegliano con la tristezza nel cuore e non vi nascondo che tutti abbiamo dedicato a lui i tanti bei momenti immaginando a come sarebbe stato felice di esserci.
Mauro era uno di noi. Uno con l’Anima, vivo, allegro, pronto alla goliardata nonostante i suoi 66 anni.
Sono contento di averlo conosciuto.

Aveva fatto una scelta: quella di non invecchiare “aspettando” con il cuore gonfio di rimpianti e di cose non fatte. Così lo ricorderemo.

Anima Guzzista esprime il suo cordoglio alla famiglia di Mauro Baffo52 Mariani, orgogliosa di averlo avuto come socio ed amico.

Buona strada Mauro.

FINO IN FONDO

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Testo e foto di Vladimiro Corbari e Titti Palagi

La giornata promette bene con un bel cielo blu e temperatura mite. Inforchiamo la moto e partiamo in direzione Campagnano. L’autodromo di Vallelunga ci attende per le gare di moto Vintage e non vediamo l’ora di  ritrovare quelle splendide brutte facce di chi ancora si ostina a correre in pista con delle obsolete, vecchie, meravigliose Guzzi.

Ci accoglie la consueta distesa di gazebi e camper dei vari team. L’occhio si sofferma istintivamente sulle bandiere o striscioni dove campeggia l’aquila di Mandello, non sono molte ma vedere una Griso 4v o un “teste tonde” in versione gara fa sempre il suo effetto e in un attimo ci troviamo catapultati nel mondo delle preparazioni: per l’accensione ho messo… Devo trovare i carburatori Keihin… Il telaio, col motore nuovo, flette troppo. Ci devo saldare dei fazzoletti di rinforzo sul canotto…

Rumori molesti e fastidiosi coprono, d’un tratto, le conversazioni e sembra di essere tornati agli anni ’70 quando il due tempi dominava le gare. Incredibilmente piccole, fumose e rabbiose sono proprio loro: TZ, Rotax, BSR… velocissime in rettilineo e fulmini nelle curve. Mi stupisco sempre di come queste piccole 250/350 possano camminare così tanto e con tempi di tutto rispetto (il vincitore ha il suo giro veloce in 1’51!) tanto da essere in grado di dare la “paga” alle ben più potenti 1000 4t dell’epoca che gareggeranno più tardi nell’Endurance.

Il mattino si dipana tra caffè al bar e visite ai box per “toccare con mano” le moto dei nostri piloti. La mitica 27 di Beppe Braga, la 24 Anka Guzzi di Andrea Ancarani, la “66” di Francesco Alberini, la “70” di Andrea Taricco tutte moto praticamente normali mentre ad essere straordinari sono i loro rispettivi piloti. Animati da una grande passione, con tanta voglia di divertirsi e di misurarsi in pista, in fin dei conti, sono loro i veri protagonisti di questa storia. Magari con un piccolo van noleggiato da stipare fino all’inverosimile con le moto, gli attrezzi, qualche ricambio e i bagagli per poi cibarsi centinaia di chilometri pur di esserci, senza contare che dopo la gara si rimonta tutto e si guida fino a casa per arrivare a notte fonda. Passione allo stato puro.

Ma veniamo alle gare. La prima, dove si cimentano i bicilindrici di Mandello, è la Vintage 500 – Vintage Guzzi.

Qui, i nostri Andrea Freddi, col secondo tempo alla partenza, continua la tradizione di famiglia (è il figlio d Roberto della concessionaria Moretti) visto che il padre si è preso un anno “sabbatico” per rinnovare la concessionaria dopo la scomparsa della mamma Lidia Moretti indimenticabile figura del mondo guzzista.

Al quinto posto Andrea Ancarani con la sua Anka Guzzi e al sesto posto in griglia una vecchia conoscenza, Piero Gasgas Mombello, che continua a lamentarsi per qualche acciacco dovuto all’età ma è sempre lì a dare il… gas! Mentre nelle retrovie naviga (si può dire parlando di moto?) l’inossidabile Beppe Braga col suo v35 “più veloce del mondo” tra una selva di 1100 e mille, senza contare le honda four, ducati e yamaha. Ricordiamo che la  “Vintage” è una gara di regolarità e non vince chi arriva primo al traguardo, soddisfazione personale a parte, ma chi gira con tempi il più possibile uguali o con meno scarto.

All’arrivo, infatti, il v35 si classificherà quarto mentre Anka sarà appena alle sue spalle. Piero, meno costante, arriverà decimo. Purtroppo, per una scivolata, si deve ritirare Freddi mentre viaggiava nelle prime posizioni.

Arriviamo così alla Gentelman Cup (altra gara di regolarità) dove Francesco Alberini, nono in partenza e Andrea Taricco col quattordicesimo tempo si confrontano con una selva di di agguerritissime Guzzi, qualche Ducati e Triumph. La gara è concitata e i ritmi dei piloti, davvero eterogenei, rendono la gara davvero divertente con tantissimi sorpassi. Francesco, forse col pensiero alla gara di Endurance che avrebbe corso dopo, non forza il ritmo e mantiene la posizione fino alla fine mentre Andrea, regolarissimo, si guadagna un buon ottavo posto.

Alle 15.25 parte, finalmente l’endurance per i 500 chilometri previsti, che tradotti in giri fanno ben 122 tornate.

Le moto in gara sono le più disparate: da quella dell’appassionato preparata con gli amici a quella professionale e competitivissima cosa che si capisce “al volo” guardando i relativi mezzi di appoggio a disposizione. Si va da chi dorme in tenda, piccolo camper o furgone fino al motorhome e bilico con tanto di officina per il trasporto delle moto.

La partenza, stile LeMans, è sempre emozionante con i piloti che attraversano la pista correndo e in un attimo, il rombo assordante dei motori accompagna le moto che sfrecciano verso il curvone dei Cimini.

Questa si che è una gara di velocità ma anche di durata per arrivare fino in fondo con i piloti che si danno il turno (due o tre secondo i team) e rifornimenti volanti nelle soste ai box previste. Chi arriva primo, vince.

Già nelle prove si vede subito che due moto hanno un altro passo. I team Taurus, con una Suzuki veramente potente ed affidabile, guidata da Cantalupo-Caprara-Lenoci e Ari.Cas.Co, con un ducatone spettacolare, guidato da Arioni-Contiglioni-Arioni vanno come il vento. Oltre che bravi i piloti le moto sono veramente a punto e conquistano la prima e seconda piazza sulla griglia.

Al terzo posto la Guzzi di una vecchia conoscenza, Paolo Ruzza di Sora, che con il team Biker’s Island schiera tre piloti con una grande esperenza, Samuele Sardi-Oreste Zaccarelli-Claudio Petrassi (quest’ultimo con licenza Anima Guzzista), velocissimi e stratosferici quando la pista comincerà a bagnarsi verso fine gara.

Gareggia, inoltre il team Trottalemme con Mombello Piero-Forlati Fabio-Alberini Francesco (ancora loro! Quanta passione ragazzi!) in 21 posizione di griglia. Da sottolineare che Forlati e Alberini sono piloti con licenza AG.

Purtroppo si ritireranno al 65 giro.

Ma andiamo con ordine. La gara durerà circa 4 ore e più che guardare il singolo giro o “quel” sorpasso” quel che conta è girare costantemente e veloci. Sardi fa la partenza ma subito si capisce che sarà dura. I primi girano costantemente un paio di secondi in meno.

La classifica dopo due ore vede i “nostri” al quarto posto con 2 giri di ritardo, superati anche dalla suzuki di ADS 117 Racing e dalla Honda del team Segale CLA mentre, complice un problema alla moto, la Ducati precipita al 20mo posto.

Zaccarelli, Petrassi e Sardi si alternano alla guida ma rimontare è difficile per le tante moto da sorpassare che rendono il ritmo altalenante.

A circa 33 giri dalla fine il colpo di scena. Il sole che aveva inondato Vallelunga era stato coperto già da un po’ da nuovoloni neri che ora cominciano a far cadere le prime gocce di pioggia. Entra Zaccarelli e mentre tutti alzano il ritmo per evitare scivolate con la pista che si inumidisce Oreste tiene il gas spalancato! E sono tre quattro fino a quindici secondi a giro guadagnati! Che spettacolo! Nel frattempo la Honda Segale è rimasta attardata e viaggia in 13ma posizione mentre la Guzzona, che riesce a passare la suzuki ADS 117, si trova ora in seconda posizione con un solo giro di ritardo.

Viene esposta la bandiera di pista bagnata e qualche moto cade sull’asfalto ormai scivoloso di acqua e olio delle tante rotture e solo la moto del Biker’s Island mantiene un ritmo indiavolato come se fosse asciutto. Mi piace pensare che fossero gli unici in grado di fare dei tempi così ma, più verosimilmente, i piloti suzuki, in testa (dalla partenza!) hanno calato il ritmo per evitare sorprese, visto l’asfalto infido amministrando, con calma ed esperienza, il vantaggio acquisito.

E’ ora dell’ultimo cambio a 23 giri  dalla fine ed entra Petrassi (meglio noto come CP) che partendo dai box per il cambio viene bloccato dei commissari per l’entrata i pista della safety car a causa pioggia. Lo stop dura praticamente un giro fino al passaggio dell’auto quando gli viene permesso di rientrare. Tutto il tempo recuperato è perso! Ma non si demorde e nonostante qualche crampo all’avambraccio prosegue con gli stessi tempi di Zaccarelli con il divario che si riduce giro dopo giro.

Il secondo posto sembra ormai cosa fatta quando al giro N° 108, in pieno recupero (poco meno di un giro di distacco) alla curva del semaforo Claudio scivola (e dietro a lui, abbiamo saputo poi, altre due moto). Ma la scarica d’adrenalina e la voglia di arrivare in fondo sono grandi e rialzata subito la moto riparte… ma è proprio ora che viene esposta la bandiera rossa di fine gara (oltre il 75% di giri effettuati).

Una grande gara della Suzuki guidata da Cantalupo-Caprara-Lenoci del team Taurus in testa dall’inizio alla fine e splendida la Guzzi Biker’s Island di Paolo Ruzza guidata da tre veri manici giunta seconda alla sua prima uscita.

Chissà senza la safety car come sarebbe andata…

Assistiamo alle premiazioni e scattiamo le ultime foto di rito prima di ripartire lasciandoci alle spalle l’autodromo ormai vuoto.

Per strada, verso casa, qualche goccia di pioggia cade ancora e sorrido mentre alleggerisco un pochino il gas… l’importante è arrivare in fondo, no?

 

…1400, QUASI 1500!

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di Ettore&Ticcio

…no no, non siamo a Frittole e neanche nell’Anno Domini

Un noto rocchettaro nostrano, ‘mpò di tempo addietro cantava “…animeee in plexyglassss…” e ‘sto Cali infatti li aveva entrambi, un’ Anima (rocchettara pure Lei) e un plexyglass

il punto è che, all’Anima, del plexy, ‘ne poteva fregà de meno ed è proprio questa condizione la generatrice di tutto (all’anima del plexy!”)

Come al solito la coperta è corta, estetica e funzionalità sono fattori che stanno a se stessi con proporzionalità inversa e quando si tenta di soddisfarli entrambi si finisce coll’andare fuori tema…sommando poi la “personalità” che il Cali 1400 ha da vendere, si rischia di prendere pure un bel 2, dal momento che non copia altre cruiser e tantomeno ne scimmiotta qualcuna al punto che non si sà bene dove collocarla, neanche in garage

“ed allora diamoci un tagl…ehm no cioè, un tema!” esclamano i nostri eroi, “forse è la sola cosa che può farci uscire dalla palude” (almeno quella dei pensieri!)…”che sia un’Aquila!”

Qualche scambio di veduto tra “pennelli”, le setole più morbide e raffinate di Ettore si incrociano con le mie, più grosse e dure tipiche di un cignale maremmano ma non c’è mai scontro o competizione, prevaricazione od imposizione ed i bozzetti si affinano uno dietro l’altro

“le ali…il becco…il piumaggio…le narici…sono i somatismi dell’Animale e, nelle menti, il Volatile sembra gia librarsi in aria (e sulla strada) ma ci vorrano parecchi mesi prima di vederlo planare davvero, passati tra schiume viscidosamente poliuretaniche, fibre composite tenaci e ben poco malleabili, resine innaturalmente insature, mastici e stucchi geneticamente pastosi ma che diventano pietra in men che non si dica, smalti siralici, glitter fighettosi ed altre diavolerie degne di Cagliostro

Il lussurioso Galgano (versione 1.0 del Santo omonimo) lo tiene a battesimo al cospetto della omonima Abbazia Sconsacrata in un afoso pomeriggio d’Aprile e, persa anche la certezza di trovarsi a Frittole, una sola cosa ci appare chiara….il 1400, adesso, è quasi un 1500!

 

19° INCONTRO DI PRIMAVERA – AQUILE A CONEGLIANO 2018

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E’ tutto pronto. L’albergo è allertato, i ristoranti prenotati, le strade riasfaltate, la Protezione Civile è passata a codice giallo e la forestale promette tempo buono.
Manchiamo soltanto noi che piombando (come Aquile, ovvio!) su Conegliano verremo accolti da ali festanti di folla che stappano prosecco al nostro passaggio.
…e che nessuno osi mettere l’antipoggia… festeggiati come piloti sul podio da bottiglie schiumanti, avremo anche le “ombrelline” (il Tauato e Fange per l’occasione) che faranno da contorno sexy all’evento.
 
VENERDì 1 GIUGNO
 
Appuntamento a FARA VICENTINO ore 12.30
presso il RISTORANTE PIZZERIA ARGENTINA – VIA ORTIGARA, 15
 
 
Baci, abbracci, foto di rito con le ombrelline e poi si inizia con i piedi sotto al tavolo.
(il pranzo, extra quota, è di 20 Euro a persona)
 
Stappate le ultime bottiglie di prosecco si parte per il giro del pomeriggio.
 
 
L’arrivo sarà all’albergo, dove faremo sede per i giorni dell’Incontro, per prendere posto nelle camere (non sono previste singole, la promiscuità è d’obbligo …regolatevi!)
Quindi serata trendy con elezione di miss raduno. Due i candidati. Il Tatuato e Fange. …e chi non vota non beve!
 
SABATO 2 GIUGNO
 
Mattina:
Sveglia alle 5.00… forse un po’ troppo prestino, facciamo le 6.00?
Ok. Colazione alle 8.00 e alle 9.00 si parte. Se non siete pronti per le 9.00 vuol dire che non reggete il prosecco (pare che a Conegliano esca direttamente dai rubinetti dell’albergo, sia caldo che freddo!)  e Anima Guzzista offrirà, tramite le sue ombrelline, aspirine e Moment ai (fraciconi) bisognosi di supporto.
Quindi tutti in sella e partenza per un posto incantato nei monti. Ci attende una “malga” ai margini di un’incantevole radura a poca distanza da Cortina D’Ampezzo.
Si consigliano gomme a pressione non eccessiva, freno idraulico delle sospensioni almeno tre tacche e controllo delle pasticche dei freni. I peletti sulle gomme sono avvertiti… 
Il percorso curvoso, dove l’occhio indugierà tra contagiri e panorami bellissimi, si snoda tra il passo san Boldo fino al passo Giau, passando per Alleghe e Selva di Cadore, fino alla malga di Pezié de Parù.
 
 
Motodispersione permettendo, alle ore 13.30 ci si rifocilla con un pasto frugale (un pugno di semi di miglio e pane raffermo bagnato il tutto innaffiato con acqua di torrente) e, per chi vuole, un grande prato per un breve pisolino in vista del rientro.
 
Pomeriggio:
Alka Seltzer o Citrosodina per tutti (si sa’ che il miglio è pesante da digerire) e si parte per il rientro in vista della serata col concerto della Guzzisti Liberi Blues Band.
Due i percosi previsti: uno diretto, con belle strade ma più corto, per chi desidera farsi una doccia per pavoneggiarsi davanti alle ombrelline, e uno “tosto” per i piegatori assatanati, famelici di curve a gas spalancato.
In entrambi i casi è previsa una sosta, dovuta, al museo delle vittime del Vajont ‘ché un po’ di storia e di rinfresco della memoria per la tragedia di quella povera gente fa sempre bene (oltretutto il museo è fatto molto bene).
 
giro corto fino al Vajont:
 
 
giro lungo fino al Vajont:
 
 
Dal Vajont fino all’albergo:
 
Giro corto:
 
 
Giro lungo per chi ha ancora voglia di curve scovato dai nostri esperti scout:
 
 
 
Ad accogliere i partecipanti in albergo, le ombrelline saranno a disposizione per un body washing delle moto che, con l’occasione della miglior foto scattata per il Concorso Fotografico “Crashed Lenses”, vedrà assegnare dalla giuria di Anima Guzzista il primo ambitissimo premio: Un’infuocata Lambada con le Ombrelline durante il concerto della serata. 
Agli spettatori verrà offerto del bromuro, rigorosamente con le bollicine, per evitare esagitati che saltano sul palco e allungano le mani ‘ché poi scattano le gelosie…
 
Quindi, dopo la cena ristoratrice, inizierà l’attesissima serata dell’Amore Cosmico a ritmo rock e blues. A disposizione dei partecipanti l’usuale “open bar” che, in quest’occasione, fungerà da disintossicante alcoolico viste le precedenti assunzioni e i numerosi birrini/prosecchini defaticanti bevuti durante il rientro.
 
Nella scaletta della band ricordiamo “te vojio bene”, “tu scei amico mio” e “àòhfgghtcedlkj” il cui testo può essere capito solo dopo la seconda bottiglia.
 
Incluse nella quota di partecipazione l’immancabile patch dell’Incontro e la maglietta dell’Amore Cosmico (una chicca che solo le Anime convenute potranno esibire suscitando ammirazione ed invidia in ogni futura occasione).
 
 
DOMENICA 3 GIUGNO.
 
Sveglia e colazione (per chi ce la fa) e saluti, abbracci e “dai rifacciamolo”, “a quando il prossimmo?”, “ma io non mi ricordo che ho fatto”, “òhgjhfgultdyk. Coscia digeva la sceconda sctrofa?”
Si parte per tornare a casa alla spicciolata ancora gonfi di Amore Cosmico.
 
 
Ricorda i posti sono limitati per cui non esitare: Partecipa numeroso e…
 
SIICI ANCHE TU!
 
Il mitico Incontro di Primavera di AG, per le Guzzi che hanno l’Anima.

Il raduno è aperto a tutti.

Quote d’iscrizione:
  • 170 Euro (soci)
  • 190 Euro (non soci) 
La quota comprende:
  • albergo per due notti con cena e colazione.
  • Pranzo alla malga di Pezié de Parù
  • Patch
  • Maglietta dell’Incontro.

 

1. Iscriviti al raduno

Scegli la modalità d’iscrizione iscrizione, riceverai come conferma una email riepilogativa dei dati sull’indirizzo indicato in fase di registrazione.

2 – scaricate il modulo di scarico responsabilità

da consegnare obbligatoriamente il primo giorno di raduno, debitamente compilato. In cambio riceverete la favolosa, unica, intovabile tshirt del raduno!

3 – segui e partecipa alla discussione sul fourm! Incontra le Anime per strada.

Cuore ed Anima

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Alla fine uno deve ricredersi.

Non è più vero che il freddo acciaio non vive.

Non credo più che solo il sangue è vita ed il resto un inutile ammasso di molecole inorganiche atte a costruire montagne, strade, ponti ….. no, non venitemi a dire che in questa vita l’unica cosa “viva” sono gli animali che calpestano questo pianeta … che Dio mi sia testimone di quanto sto per raccontarvi che avrà dell’inverosimile, ma solo chi ha il dono della “Fede” può comprendere, il resto che viva e muoia nell’ignavia di una misera esistenza fatta di cose futili e di una “sopravvivenza” superficiale dove il materialismo prende il posto nell’anima.

Io da oggi non sarò più lo stesso, e lo inciderò sulla pelle affinché ogni giorno io possa ricordare questi eventi, chinare il capo al Supremo e ringraziarlo per questa vita, per queste esperienze che nonostante mi procurino un dolore così forte, così lancinante mi lasciano dentro al’anima una gioia per appartenere a quel popolo eletto ….

2007, marzo…

Nella decisione di prendere una seconda automobile, usata, per raggiungere nel fine settimana la famiglia su al paese, mi balza la malsana idea di soddisfare una vecchia passione che nacque in Germania vedendo i ragazzi di allora circolare sulle Zundapp, scarrozzando nei dintorni di casa e forse, anche da mio padre che involontariamente me l’ha trasmessa con i suoi racconti quella di comperare una motocicletta. Non ci fu alcuna scelta, le idee in quel senso erano già abbastanza chiare su quale marca scegliere solo che non conoscevo i vari modelli che in quel momento erano disponibili. Un altro stimolo venne da un regalo di uno dei miei fratelli, non ricordo chi, che mi regalò un modellino di quella tanto maltrattata marca, inoltre un caro amico di paese, ne possedeva una, non sua ma del fratello, e rimasi affascinato da quel motore, da quella livrea. Moto Guzzi … Semplicemente una Moto Guzzi.

Ne parlai con quella che allora era mia moglie che non mi sembrò, in quella circostanza, tanto contraria tranne per il fatto che io non avevo mai, dico mai guidato una motocicletta. Come un bambino in preda ad una emozione indescrivibile mi misi alla ricerca di un concessionario e dopo che due di loro non Guzzi mi offrirono vantaggiosissime offerte la trovai e l’emozione di leggere “Moto Guzzi” sull’insegna posta sulla strada è stata indescrivibile.

Era lì Grazia, titolare che con il marito gestiva l’unica concessionaria su Montesilvano e dintorni e mi accolse con il suo sorriso solare. Entrai nel salone e di fianco a sinistra erano posteggiate tre modelli: una Bellagio, una Nevada ed una California. Nere, tutte e tre. I miei occhi caddero subito sulla Nevada che mi guardò, mi rapì all’istante …. Grazia si fece avanti e chiese “Come posso aiutarti?” la mia risposta fu immediata e secca “voglio lei” indicando quella posta nel mezzo. Rimase sorpresa per la mia determinazione, forse per un attimo spiazzata, poi tornò il sorriso sul suo viso e mi fece accomodare alla scrivania ….. Mi fece un offerta che non mi aspettai offrendomi a meno del prezzo di listino tutta una serie di accessori che non erano montati e che mi servivano appunto per i miei piccoli viaggi da Montesilvano ad Ateleta. Portai la documentazione che occorreva dietro, preparò la richiesta per il finanziamento ed uscì con il cuore in gola restando in attesa della conferma… che arrivò la mattina dopo dalla voce gaudente di Grazia. Il cuore esplose. Tempo una settimana e l’allestimento sarebbe stato montato e la moto pronta per iniziare a percorrere i suoi primi chilometri.

19 marzo

Uscì dal cantiere un po’ prima della chiusura per indossare quel primo vestiario improvvisato da motociclista. Presi il pullman e mi diressi verso Grazia. La moto era pronta, lucida nel parcheggio dietro la concessionaria ed il meccanico mi diede le prime istruzioni: “si accende così, le marce si mettono così, la frizione si fa così” ecc ecc ecc ….

Prima falsa partenza, seconda falsa partenza, la terza fu quella buona, giretto nel parcheggio del concessionario e poi mi tuffai nell’ora di punta in quello stradone chiamata “Via Verrotti” nell’ora di massima circolazione. Un battesimo non indifferente ….. nel giorno dedicato alla festa del papà.

2008, primi di Giugno

Quando si dice che a volte sarebbe il caso di restare a casa per non combinare qualche guaio…

Uscì quel sabato mattina per farmi una passeggiata, andai inconsapevolmente a Sulmona così per perdere tempo e capitai da un concessionario plurimarche di moto. Entrai, tanto per vedere i vari modelli di moto, non avevo alcuna intenzione di acquistare neanche un fazzoletto … ma poi vidi quella ruota, quella cazzo di ruota che sbucava da dietro uno scaffale come la gamba di una bellissima donna che accavallata sbucava da dietro un angolo. Mi colpì, mi avvicinai rapito da qualcosa che mi chiamava a se, mi attirava, e superato il mobile apparve lei nella sua magnificenza e nella sua bellezza fatta di cromature e di metallo verniciato. La Signora California mi rapì come nessuna donna è stata capace di farlo. In breve permutai la Nevada solo dopo 14 mesi di convivenza, rinnovai nell’immediato un finanziamento e tempo una settimana la portai via da quella galera. Me ne fu grata da subito.

E’ stato amore, amore puro verso quel freddo acciaio che mi scaldava l’anima che mi dava una emozione mai provata prima, che neanche le braccia di quella che fu mia moglie è stata in grado di trasmettere in questi 17 anni di matrimonio. Passione pura, amore pure, gratitudine reciproca. Quella che fu mia moglie non è mai salita su di lei anche se lei, la moto, la presi per quei viaggi sognati in coppia e mai fatti. Mai con mia moglie. Sempre è solo con lei, Caliev.

L’ho custodita, lavata, ho messo le mani ovunque provando un’emozione talmente forte ed un godimento indescrivibile, quasi un orgasmo. I migliori meccanici, le migliore cose … fedele compagna di 10 anni di vita. Mai fredda.

Quasi 140.000 km percorsi in solitaria, rispetto reciproco, albe e tramonti uno di fianco all’altro, dormite sotto le stelle uno di fianco al altro, pioggia, vento, gelo, neve, sole …. sempre insieme … non mi ha mai abbandonato …. mai. Nella buona e cattiva sorte, in salute e in malattia ed in ricchezza e poi povertà….

2018, gennaio …

Questo inverno aveva qualcosa di insolito, non era il solito passaggio di una stagione che noi motociclisti amiamo ed odiamo, amiamo per il rombo tonfo che ci regala l’aria lo odiamo per le poche uscite che ci permette di fare. Ma quest’inverno si preannunciava più triste che mai e ne conoscevo l’origine, almeno per quello che stavo vivendo.

Intervallavo l’uso dell’una con l’altra ultima arrivata il V11, a seconda delle condizioni meteo o dell’umore, ma non l’ho mai trascurata salutandola affettuosamente ogni mattina ed ogni sera come si conviene verso ad una persona a cui si vuole bene, per la quale si nutre affetto e tra me e me ripetevo che in fondo era solo un freddo pezzo di ferro, null’altro…. dicevo, pensavo!

Il 29 dicembre del 2017 segna l’uscita dalle mura domestiche di mia moglie e di mio figlio “costretto” a seguirla e da lì in poi è stato un dramma un dolore che non sto qui a raccontarvi, ed ogni ora che passava mi faceva scivolare sempre più verso uno stato tra l’euforico e la depressione, tra il convincersi di una cosa buona e giusta e il ricadere verso il martirio della propria anima della propria solitudine.

La decurtazione di parte dello stipendio di gennaio da parte dello stato e la cessione di una cospicua  parte per il mantenimento mi lascia senza alcuna speranza per far fronte alle spese minime, con le finanziarie sul collo ad alitare aria gelida, l’affitto non pagato, le bollette e qualche spiccio da dare ai figli al di là del mantenimento, decido di metterla in vendita non avendo altra scelta e non trovando altra soluzione. Come se mi avesse letto nel pensiero la Caliev inizia a dare i primi segni di sofferenza, non parte come sempre al primo colpo, balbetta, strattona. Dio mio non ora, non adesso, comunque la uso per tenerla viva, inizio a sentire odore di benzina, dal tappo credevo ed invece sul lato destro del serbatoio noto dell’umido, tocco, annuso è benzina. Inizio a pensare di essere circondato dal maligno, le cose vanno sempre più per il verso sbagliato, non una ma tutto, mi aggrappo a Dio implorando perdono per qualsiasi peccato commesso e prego come un forsennato… mea culpa mea culpa mea grandissima culpa… rasento la pazzia.

Con le dita pesanti come macigni batto sulla tastiera la volontà di metterla in vendita prima l’una poi l’altra, insieme. Descrivo la moto, cerco di elencare i vari difetti quello che conosco, le riparazioni, le migliorie, scordo diverse cose, la mente non è limpida, riprendo correggo. Ripetevo che la vendita dell’una avrebbe salvato l’altra e speravo in cuor mio che non fosse lei… ma lei apparteneva ad una storia finita, per la quale feci quello sforzo per poter viaggiare con quella persona … bisogna essere duri nella vita per fare delle scelte e bisogna decidere se credere nel materialismo delle cose oppure credere nella spiritualità, da sempre sono stato per la seconda scivolando a volte nella prima vuoi per circostanza vuoi per necessità, ed ho pagato a duro prezzo di questa debolezza di questa mancanza di Fede. Ho indurito il cuore con grande sofferenza.

Venerdì 26 gennaio un messaggio mi chiede di poterla vedere e ci diamo appuntamento per l’indomani sabato. Quello che sarà il futuro proprietario viene da Roma, la vede, la guarda, la prova. Ne parliamo e ci accordiamo, stretta di mano …. Verrà lunedì, la posteggio, la copro allontanandola dagli occhi ed anche l’ultimo lavaggio l’ho evitato per non toccarla, per non sentire quell’ferro, quell’alluminio quella plastica. No!

Lunedì mattina la scopro per l’ultima volta, non la guardo più come un tempo, il mio sguardo è perso, la guardo ma non la vedo, la prendo ma non la tocco, c’è un distacco e la rabbia sale quando si accende al primo colpo e noto in quei pochi chilometri l’assenza di balbuzie, la mancanza di strattonamenti, fluida, liscia, scattante, non c’è odore di benzina…. “Puttana” le dico “mi stai uccidendo, peggio di quell’altra. Non puoi avere un’anima sei ferro cazzo, sei plastica! Non puoi uccidermi, sono già morto!” Niente, scivola nel traffico con leggerezza su quella strada che tante volte mi ha portato al lavoro ed a casa. Gli occhi diventano umidi ed in pochi chilometri vedo le strade percorse, i tramonti le albe, il ricordo delle notti passate assieme sotto le stelle del bivacco. Puttana, puttana questo destino, puttana il mondo. Puttana tutti voi……

Pochi minuti, due firme, soldi in contanti.

Consegno al nuovo proprietario tutto ciò che avevo da parte per lei, filo frizione nuovo, filo acceleratore, guarnizioni, faretti supplementari, ammortizzatori usati, tutto in regalo… Carica la moto, si prepara.. E’ lei, con uno scatto di rabbia, parte e scompare dalla mia vista, non so se mai la rivedrò … è il 29 gennaio 2018, giusto un mese da quando l’altra senza anima è andata via, giusto un mese, 30 giorni come i 30 danari di Giuda.

…..

Sono triste, cerco di evitare qualsiasi pensiero, è mezzogiorno penso di preparami il pranzo non voglio pensare, il cuore mi pulsa pesante, lo sento battere e far casino nel petto che vibra ad ogni colpo. Con lei finisce definitivamente una parte della mia vita, mi ripeto con un sorriso sardonico le parole dell’altra senza anima “non ti ho tradito”. Abbasso lo sguardo sulla pentola assaggio la pasta, squilla il telefono. Mi si gela il sangue. Il nuovo proprietario.

E’ fermo appena dopo Sulmona, la moto si è spenta di colpo dopo qualche strattonamento, esce benzina a flotti. Disperatamente provo a contattare un carissimo amico di Sulmona ma non risponde, cerco disperatamente il numero verde dell’assicurazione per chiamargli un carro attrezzi ma non lo trovo, decido preparo lo zainetto con gli attrezzi e mi preparo per soccorrerli li sull’autostrada appena dopo Sulmona. “Puttana perché mi fai questo?” mi ripeto, è nella più totale disperazione degli eventi mi butto in ginocchio ed invoco Dio “allontana da me il maligno Signore, allontana Satana, ti imploro perdono”. Nel frattempo la moto viene caricata dall’assistenza prende la strada verso il meccanico. “Fammi sapere tienimi informato” dico al proprietario. Il nodo in gola ed il mio cuore non batte più come prima. Scende un velo, la testa si svuota penso alle conseguenze.

E’ sera ed il pensiero è fisso sulla Caliev. Non riesco a pensare ad altro. Decido di chiamare l’agenzia di assicurazioni per avvisarli della vendita ed annullare la copertura assicurativa. In quello stesso momento mi chiama il nuovo proprietario è mi riferisce che la pompa della benzina ha ceduto, non funziona più.

La pompa della benzina …. il cuore.

Perdonami. Perdonami amore mio.

Il cuore della Cali si è fermato, lì appena dopo Sulmona, ed un silenzio assurdo è sceso sulla mia anima…. Non ha retto al distacco, al mio tradimento e con questo dolore nel petto considero conclusa anche l’esperienza matrimoniale.

E’ così all’improvviso una serenità non descrivibile avvolge il mio cuore, sento quell’anima rientrare in me a confortarmi è mi sussurra che non c’è tradimento, mi dice che ha capito che comprende la mia necessità “materiale” e che lei non mi avrebbe abbandonato per 30 danari, e stamattina 30 gennaio, il V11 che ogni volta stentava nella accensione, è partita al primo colpo.

……

 

Claudio Ranallo

 

 

Ricordando Beggio

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Di Goffredo Puccetti

Prese la maglietta e se la mise a bandiera sul petto, poi in posa per i fotografi.

Era arrivato da poco e c’era ovviamente quel misto di scetticismo e incertezza che potesse davvero far qualcosa di buono per la Guzzi, dopo averla tolta dalle mani di un fondo di investimento americano. Ivano Beggio si presentò così quindi: attaccandosi la scritta Anima Guzzista addosso. Fu amore a prima vista. Noi eravamo quelli difficili, quelli complicati, i “talebani” dicevano, appioppando ad Anima Guzzista uno dei soprannomi più idioti e fuorvianti che si siano mai visti. Beggiò però capì la passione, e l’amore per la Moto Guzzi e per Mandello che ci animava e ci cercò: in conferenza stampa, presentando quella che sarebbe stata la gamma completamente rinnovata, Brevona, Norge, etc.. Si raccomandò: “dove sono quelli di Anima Guzzista? Ecco, li vedete i modelli nuovi? Guardate che roba! Scrivetelo sul sito: ce la stiamo mettendo tutta!”

Amore a prima vista! Sì, finché durò fu vero amore. 

Chi c’era alle Giornate Mondiali Guzzi del 2002 sa di cosa parlo: orgoglio di possedere una Moto Guzzi, condivisione, passione e speranza. Speranza per un nuovo corso che avrebbe finalmente smosso le acque. Ci credevamo tutti, l’aquila sarebbe tornata a volare. Eravamo allibiti, senza parole. Ricordo uno scambio di email con Fange e Alberto, per scrivere i report per il sito: – non trovo le parole! Nemmeno io! Ma è successo davvero? Davvero Beggio ci ha premiati sul palco? Davvero si è messo a ridere leggendo il Corriere della Breva? 

Sì, tutto vero. Sì, finché durò fu vero amore.

Non durò molto. Bastarono le prima scelte di marketing poco attento alla storia del marchio per fare incrinare il cristallo delle nostre speranze. Ma davvero vuoi usare il nome Le Mans per la versione carenata della V11? E poi quell’abuso delle serie speciali, delle serie limitate di nome ma non di fatto, e le soluzioni d’ingegneria al risparmio coi telai che tornavano ad appesantirsi e ad allungarsi e poi le verniciature da scooter–si diceva decise dalla moglie, nientemeno!– e quelle da due soldi, fatte per emulare le mode di altri marchi, che si sgretolavano così come la fiducia nel cambiamento. 

E quando non erano delle scelte infelici ci si metteva il destino, infame, davvero infame, a darci una botta, portandosi via quel Carlo Talamo che Beggio aveva cercato e di cui si ventilava l’imminente arrivo in Moto Guzzi.

E poi la beffa finale, con la crisi di Aprilia, travolta dalla contrazione del mercato degli scooter, che arriva come una mazzata proprio mentre in Guzzi si affrancavano dai primi errori di gioventù e si preparava il lancio della gamma completamente rinnovata e si raccoglieva l’entusiasmo del pubblico mondiale dopo l’Intermot del 2002 con la Tecnocustom (che sarebbe poi diventata la Griso) e la MGS01 a farla da padrone. Non bastò: Moto Guzzi stava risollevandosi ma la crisi di Aprilia era ormai fuori controllo: nel 2004 l’intero gruppo Aprilia venne rilevato dalla Piaggio.

Non interessa qui far polemica sulle cause della crisi di Aprilia. Il Beggio che altri hanno descritto come distratto, poco partecipe ai destini di Noale, noi non lo abbiamo mai conosciuto Qui ricordiamo il capo d’impresa che si presenta al raduno in moto, che grida: datemi fiducia, ho l’Anima Guzzista. Ecco io ricorderò questo di Ivano Beggio: si innamorò della Moto Guzzi perché amava davvero le moto. Se ne innamorò come si innamorò delle corse, di Biaggi, di Rossi, di Capirossi e di tutti i grandi che Aprilia ha lanciato nel motociclismo. Addio Ivano Beggio, quella poca strada fatta insieme non la dimenticheremo.

UNA PIZZA PER AG!

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Immagina di avere un amica od un amico Guzzista come te. Guzzista di quelli tosti: di quelli che ti suggeriscono giri in moto tutto l’anno; di quelli che non si tirano indietro quando c’è da sporcarsi le mani e riparare un vecchio teste tonde o andare per mercatini a cercare quel ricambio introvabile.

Qualcuno che ti consiglia sulla manutenzione, sulla guida. E che magari ti accompagna pure in pista, sì, su una Guzzi!

Una persona davvero speciale che tra un raduno e consiglio, te ne presenta tanti altre di persone uniche, tutte accomunate dalla stessa passione per l’Aquila di Mandello e dalla voglia di condividerla

Insomma ad una persona così… ma non gliela offriresti una pizza e una birra? Non dico ogni giorno ma almeno una volta l’anno? 

Certo che sì, direte: ma a trovarle persone così!

 

Ma ci sono eccome queste persone: Questa è Anima Guzzista. Ed una pizza e una birra è quanto costa diventarne Socio. Quanta strada abbiamo fatto insieme è cosa nota: provate a mettere su google: “Anima Guzzista” e guardate quanti eventi, quante storie, quanta passione condivisa.

Quanta strada faremo ancora, dipende da voi! Per il 2018 abbiamo in calendario eventi straordinari che si potranno realizzare solo col contributo di tanti e tanti soci!

Se ancora non sei iscritto ad Anima Guzzista, questo è il momento di farlo!

http://www.animaguzzista.com/?page_id=8180

Buona strada insieme!

…E’ MERCOLEDI’!

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Cominciamo subito col dire che la nuova V85 ci piace. Certo l’occhio deve farci un po’ l’abitudine ma ci sono almeno due motivi per apprezzare questa nuova Moto Guzzi.
Il primo è che nel lungo silenzio che ha seguito la scomparsa dell’ultimo sviluppo della “vecchia” serie grossa (Norge, Griso, Breva e Stelvio) una nuova moto riporta la Guzzi all’attenzione del mercato e riapre un dibattito su qualcosa di “nuovo” tra gli appassionati.
Il secondo è che, seppur chiamata dalla casa un “concept”, sotto sotto alcuni particolari lasciano intravedere uno studio più che avanzato in vista della moto definitiva che vedremo dai concessionari nel 2018. Un nuovo telaio (molto bello soprattuto nella parte posteriore sotto la sella) e un’estetica che, specie nella parte anteriore, fa sfoggio di scelte gradevoli all’occhio con un faro da “urlo” (ma la luce a led a forma di aquila è già in vendita? Ne volglio almeno tre!).
L’evidente richiamo alla vecchia Ntx con un restiling gobale, il nuovo motore di provenienza V9 ed un’impostazione strada/offroad ne fanno un modello appetibile che, speriamo di cuore, trovi un riscontro nelle vendite pari a quello della v7lll.
Si capisce anche perchè presentare una moto “concept” e non un modello pronto per i concessionari. Magari una moto “preproduzione” da poter distribuire in prova alla stampa, se non addirittura a degli utenti selezionati tramite i punti vendita, sarebbe stata una mossa molto più convincente. Ma il v85 sembra in uno stadio di sviluppo già molto avanzato e forse, in un eccesso di prudenza, lasciarsi spazio per qualche aggiustamento prima della produzione rassicura il managment Piaggio.

Però, da colloqui interni al reparto Ricerca e Sviluppo, siamo riusciti a capire come si sia arrivati a certe scelte. Un’intercettazione che, grazie alle nostre spie, mette luce sul lungo e colpevole ritardo tra l’uscita di scena di metà delle moto in listino e l’uscita della v85… mentre gli “altri” vendono, vendono, vendono…

…poco più di un anno fa…

– Buongiorno ragazzi, come va?
– Bene, grazie. Hai visto che bella giornata? Guarda che spettacolo il lago. Viene proprio voglia di sdaiarsi al sole a non far nulla.
– Eh si, hai proprio ragione… Oh, piuttosto, hai sentito di questa storia dell’inquinamento?
– No, quale?
– Ma si, dai… del fatto che vogliono mettere un aggeggio sullo scarico… un catacoso… accidenti, non mi viene il nome…
– Un catalizzatore?
– Ecco, si! Il catalizzatore! E pensa che così si ridurranno le emissioni nocive del motore!
– Ma noi lo montiamo sulle nostre?
– Si.. no aspe’… forse… ma si dai che lo montiamo già. Che paura, pensa se ce l’eravamo dimenticato!
– Ah, vabbe. Tutto a posto allora.
– Oddio, forse no. Mi sembra di ricordare che forse c’erano altre novità a riguardo…
– Non mi dire che se ne sono usciti con altre norme da rispettare eh!
– Forse… credo… vuoi vedere che Euro 6 non era il costo del coso lì… del catalizzatore?
– Euro 6? Ma che…
– Cazzo, oggi è mercoledì!
– Si, e allora?
– Entra in vigore oggi!
– Ma che?
– La normativa!
– Oddio, no! Oggi no! Devo andare all’Eurospin che domani sono chiusi!
– Che facciamo? Eh, che facciamo! Dobbiamo trovare un rimedio! Forza! Spermetevi le meningi!
…rumore di meningi spremute…
– Idea! Ci sono!
– Dai, non tenermi sulle spine!
– Le togliamo di produzione!
– Oddio… tutte?
– No, certo che no. Teniamo solo quelle piccole, che ci rientrano, e quella nuova grossa che mi pare ci sta dentro per un pelo…
– Ok. Allora facciamo così dai…. Uff, che paura!
– Vabbe, ma nel frattempo?
– Una mezza idea ce l’avrei…
– Stiamo zitti zitti, buoni buoni e aspettiamo che passi?
– Esatto! Intanto abbiamo i nuovi pc a 16.8 milioni di colori… sai quanto ci tiriamo avanti?
– …bello, mi piace.
– …e poi, ogni tanto, aggiungiamo un pezzo, ne togliamo un altro e facciamo finta che siano tutte novità.
– Ma sei sicuro? …e dici non se accorgeranno?
– Ma no dai! Tanto basta mettere una sella bassa, un faro tondo… e lasciamo intendere che è una scelta trendy. Vedrai che se la bevono…
– E poi?
– E poi niente. Alla prim… vabbe, facciamo alla seconda occasione tiriamo fuori qualcosa di nuovo.
– Ma sei matto? Sai quanto ci vuole per un progetto nuovo? Il tempo, i soldi, l’industrializzazione…
– Ma guarda che qualcosa dobbiamo fare! Gli altri, quelli là, vendono a scatafascio.
– Ah, già. Quindi che proponi?
– Facciamo così: oggi è mercoledì e c’è da fare la spesa. Da domani ci mettiamo sotto e…
– …e?
– Mi viene in mente che in magazzino ci deve essere ancora quel coso, quel serbatoio per la Parigi Dakar…
– Si mi pare… e che ci vorresti fare?
– Lo spunto lo prendiamo da lì. Continuità, tradizione… tutte quelle solite balle che tiriamo fuori…
– E il resto?
– Pensaci… abbiamo già tutta quella bella roba delle piccole. Ne prendiamo un po’ e ce lo mettiamo sotto…
– Non lo so, ci devo pensare…
– Ok, hai ragione… tutto ‘sto brainstorming mi rende spossato…
– Tanto c’è tempo… basta che siamo pronti per quella fiera, quel salone, quel… come cavolo si chiama..
– IRMA… no, ANCMA…, no nemmeno… ECMA forse…
– Ok, non importa, quel che sia va bene ma l’importante è arrivarci con qualcosa.
– Si, si… mi piace. E poi, mi pare, che ‘sta cosa si faccia poco prima di Natale…
– E allora?
– Ho un bel cammellone da presepe che m’avanza…

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