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DE AIS OV DE TAIGHER

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Vallelunga 2/3 Aprile 2016 – Meeting di moto d’epoca in pista.

Testo e foto di Vladimiro Corbari

Basta parlare di moto. Ma si, dai. Sono bellissime, tutte lucide e piene di particolari pregiati, ma basta. Sembra che sono loro a correre e vincere. Invece no, c’è un altro componente fondamentale che bisogna considerare: il pilota.

Sembrerebbe banale ma qualcuno deve girare manopole, tirare leve, spostare il peso per contrastare la forza centrifuga in curva ed è sempre nel “fine” bilanciamento di queste attività che si può guadagnare o perdere molto nel risultato finale di una gara.

Quindi guardiamoli meglio. In questo caso le differenze fisiche contano relativamente. Ho visto piloti “in carne” guidare con sopraffina e leggiadra bravura e piloti atletici, goffi ed insicuri. Non c’è una vera e propria “regola” , anche se, ovviamente, lo stato di forma fisica incide comunque parecchio.

Eppure c’è una cosa che ho notato che li unisce tutti. Bravi ed impacciati, professionisti e principianti, grassi e magri, alti e bassi: lo sguardo.

Pochi lo notano, vista l’impossibilità di vedere certi particolari durante una gara. Eppure, gli occhi, ci raccontano una storia fatta di concentrazione e determinazione, di impegno e addirittura di cattiveria nell’aggredire la curva “difficile o nel passare un avversario.

Ecco. La determinazione, la voglia di riuscire, di sfidare e vincere le difficoltà per gioire ed essere orgogliosi dei propri risultati.

Certo non tutti possono guidare come Mike Hailwood o Valentino Rossi, ma poco importa. La passione per la moto porta con sé l’appagamento già nel partecipare.

Quindi guardiamoli questi occhi, cerchiamo di capire ed immedesimarci nei pensieri e nello stato d’animo del pilota in quel momento, perché è vero che gli occhi sono lo specchio dell’Anima.

Le foto sono state scattate a Vallelunga durante le gare disputate il 2 e 3 Aprile 2016 nelle categorie: Gruppo 4B/Gentlemen Cup/Guzzi ed Endurance.

Una promessa è una promessa

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Vanessa e il suo Paolo che gareggia col Team Pane&Nutella nell’Endurance

di Vanessa Marcelli

“Ok, ci penserò ma non ti assicuro nulla!!”….. Come non detto, eccomi qui a scrivere due righe sulla gara di Endurance corsa a Vallelunga domenica scorsa.

Ventisei equipaggi alla partenza, giornata assolata e piacevole, niente di epico; insomma, nulla a che vedere con la notturna piovosa di Misano della scorsa stagione.

Il report della gara lo lascio fare a chi sa scriverlo meglio, a chi guarda la griglia di partenza stampata su fogli volanti che passano di mano in mano nei box; a chi scruta i tempi di gara giro su giro, a chi conosce i nomi e le storie di tutti quei personaggi che si aggirano come in una bolgia infernale all’interno del paddock.

Io voglio riavvolgere il nastro e farlo ripartire ai giorni che precedono questo evento sportivo, quando il telaio , sorretto dai cavalletti, giace sul nostro banco di lavoro in attesa di essere trasformato in una moto da competizione.

L’Endurance è la prova regina delle competizioni, pone sfide lunghe e tortuose non solo per i piloti ma anche per i preparatori.

Una gara nella gara, quella che inizia nelle officine e negli anonimi garage dove i meccanici devono ottimizzare l’equilibrio tra potenza motore e affidabilità, il tutto rimanendo nelle regole imposte dalla federazione.

Si, perche, quelle che corrono non sono moto sportive leggere e ultra tecnologiche, sono derivate di serie: SERIE ANNI 80!

Ci sono da mettere in conto fatiche indicibili, ore e ore a sporcarsi le mani, lavori di rettifica, fresa e tornitura per poi accorgerti che devi rifare tutto dall’inizio .

Le lancette dell’orologio e i giorni del calendario scorrono veloci e arcigni, devi dividere il tuo tempo tra lavoro ufficiale, famiglia e moto e spesso il letto diventa solo un miraggio per poche ore che dedichi al tuo riposo.

Arrivano i giorni appena precedenti alla gara, a volte riesci a testare il tuo lavoro, altre volte, invece, la mancanza di tempo e gli impegni ti costringono ad accontentarti del solo ascolto del rombo del motore.

E’ ora di passare a curare tutto quello che c’è intorno: sospensioni, cambio, cardano , impianto elettrico e frenante.

Solo quando tutto è pronto e funzionante è ora di passare all’estetica e solo in quel momento ti accorgi che le carene sono state estremamente rovinate dalla corsa precedente e allora ci sono due scelte: rivernici tutto o chiudi gli occhi e così com’è? Spesso si sceglie la seconda opzione dicendo a te stesso che la prossima volta ci si preparerà prima e meglio ma , in realtà, sai già che non sarà così!

Agli occhi di un profano il lavoro potrebbe sembrare concluso invece….. si devono fare le legature, preparare i pezzi di ricambio, le chiavi, le batterie di scorta perché a volte si sceglie di andare senza alternatore.

Carichi tutto sul furgone insieme all’indispensabile per dormire : tenda, sacco a pelo, materassino o brandina a seconda dei gusti; già perché si potrebbe andare in albergo ma, viste le spese sostenute nella preparazione della moto, la tenda è un’ancora di salvezza per le proprie finanze.

Dopo chilometri e chilometri di strada arrivi all’autodromo , saluti gli amici e i tuoi compagni d’avventura, mangi qualcosa dinanzi al camper di un tuo collega oppure nei box allestiti come se fosse in atto una festa dell’unità all’insaputa del presidente del consiglio.

Vai a prendere il caffè da un altro team ancora, come se fossimo diventati un piccolo villaggio dove la casa del vicino è un po’ casa tua, solo che il padrone è di un’altra regione e porta con se un caffè diverso da quello che bevi di solito, abbiamo sorseggiato quello del marinaio, corretto e ribollito con un liquore a me sconosciuto; due chiacchiere sulle sensazioni che ogni moto ci trasmette e poi tutti a nanna nei propri bivacchi.

Il mattino è carico d’impegni: verifiche, briefing e prove e se hai culo la moto è perfetta e hai conquistato un buon posto in griglia, ma di solito questo succede agli altri, a te , invece, capita di dover rismontare tutto perché un paraolio non ha funzionato a dovere oppure il cardano ha iniziato a fare rumori strani .

C’è chi poi è più sfigato di te e non riesce a rimediare e dopo tanta fatica resta lì a guardare la corsa degli altri.

Nelle ore prima della gara stiamo lì  intorno alla protagonista a ricontrollare la bulloneria, le legature e le leve perché la sicurezza non passa mai in secondo piano visto che al traguardo veniamo ripagati solo ( si fa per dire) di orgoglio e soddisfazione

Il tempo passa e negli ultimi minuti nei box cala come un sipario il silenzio , spezzato solo da brevi discorsi sulle strategie di gara.

Ognuno ha il suo compito: sulla pista c’è chi tiene su la moto e chi si schiera dall’altro lato pronto a fare una partenza alla le mans, le sirene dell’autodromo fanno sentire la propria voce stridente, al muretto c’è chi avvia il cronometro e comunica all’altro quando e cosa scrivere sul tabellone per far sapere al pilota il da farsi, poi ci sono quelli che attraversano ripetutamente la corsia box per chiedere informazione e prepararsi al cambio.

Tutto scorre veloce e carico di emozioni, c’è chi rientra solo per fare cambio pilota e rifornimento e chi invece per cercare di risolvere i problemi tecnici che non ci abbandonano mai.

Aquile al Pestum – 17° Incontro di Primavera

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Ci siamo! Preparate i bagagli, caricate la moto perché stavolta ce ne andiamo in Campania, anzi, in Magna Grecia! I bellissimi templi di Paestum, se hanno resistito per più di duemila anni, non si sconvolgeranno più di tanto all’arrivo di una folta schiera di Guzzisti!

Abbiamo studiato un percorso cultural-eno-gastronomico… però pieno di curve e panorami spettacolari. Avremo la possibilità di goderci la Costiera Amalfitana per poi arrivare a Gragnano per il pranzo in un pastificio.

La Costiera Amalfitana, che vi devo dire? Cosa posso dire? E’ stupenda, è bellissima è… facciamo così, io non scrivo niente a riguardo e voi vi andate ad informare sul web e scoprite quello che vi piacerebbe vedere… quello che dovete sapere è che dal luogo dell’appuntamento:

Venerdì 13 Maggio, appuntamento ore 9.30/10.00

https://goo.gl/maps/YbEhGzRe8bD2

Faremo un primo “assaggio” del percorso sulla Costiera, con tutte le possibili varianti a disposizione. Sarà difficile, per questa parte, rimanere tutti uniti a causa della strada panoramicissima ma stretta e trafficata. Quindi sentitevi liberi di fermarvi o visitare quello che più vi piace… tanto il percorso è studiato per circumnavigare la penisola Sorrentina da “sotto in su” …e “su” c’è Gragnano! L’importante è arrivare in tempo per non far scuocere la pasta…

Programma

Venerdì 13 maggio

Mattino

https://goo.gl/maps/mA2Smigofm22

Gragnano, cito da wikipedia: è conosciuta a livello europeo come la Città della Pasta. In Italia è infatti la città che produce ed esporta la maggior quantità di pasta, soprattutto maccheroni.

Dal 2013, la tipicità della produzione di pasta ha avuto il riconoscimento europeo dell’Indicazione geografica protetta “Pasta di Gragnano”.

No, dico, maccheroni! Già vedo orde affamate di Anime piombare come falchi sui piatti di pasta per poi finire col classico limoncello, satolli come pupi. A quel punto si vedrà di che “pasta” siete fatti!

(battutona!… adesso, di solito, passa Nello col cartello “applausi”)

Pranzo a: La Locanda della Pasta di Gragnano

Via Nuova San Leone 2
80054 – Gragnano (Na)
www.lalocandadellapastadigragnano.com

Prima del pasto si svolgeranno le iscrizioni/conferme all’Incontro di Primavera.

Si consegnerà il modulo di scarico di responsabilità e si riceveranno i “pass” per i pasti.

Solo, e solamente in quel momento, verranno consegnate le magliette (comprese nell’iscrizione) del Tour della GLBB – Live in Cilento da indossare rigorosamente al concerto del sabato sera.
Poi tutti a tavola!

Il pregevolissimo menù:
  • Antipasto: prodotti tipici dei monti lattari: bocconcino di Fior di latte – salumi  paesani – verdure di stagione grigliate – bruschetta al pomodoro.
  • Primo: Caccavella IGP, il formato di pasta monoporzione più grande al mondo, servita in un simpatico tegamino di terracotta vietrese: fatto a mano
  • Primo: Cavatappi  igp  immersi in fonduta di bufala e zucchine
  • Primo: Pasta  &  Fagioli: Mista corta IGP con  fagioli  “la nostra pasta composta da  5 formati a trafila unica”  servita in una simpatica Pentolaccia di terracotta artigianale vietrese.
    (notare i tegamini e le pentolacce “simpatiche”!)

Pomeriggio

Per il pomeriggio molte possibili soluzioni:

  • Per i turisti: Siamo a due passi da Pompei (dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30 – ultimo ingresso ore 18.00
  • Per i turisti 2: la Costiera Amalfitana, stavolta a scendere, per vedere quello che c’è sfuggito all’andata… però passando per Agerola arrivando a “piombo” sul mare godendo di panorami indimenticabili.
  • https://goo.gl/maps/8dig2yZu7Cr
  • Per chi è stanco o ha fretta di arrivare al campeggio e sistemarsi:
  • https://goo.gl/maps/LxinmbGcVDt
  • Per i vogliosi di qualche curva:
  • https://goo.gl/maps/fzJesc8sRrp

L’indirizzo del campeggio è:

Camping Nettuno
Villaggio-Campeggio
via Laura mare 53
84047 Paestum (SA) Italy
http://www.villaggionettuno.com

Quindi arrivo e sistemazione in campegg…vabbe’ è più un villaggio turistico, quindi ci sono i bungalow con tutti i comforts e letti col materasso e le lenzuola pulite così da riposare le stanche membra…

Doccia, cambio di abiti con quelli più comodi per la serata e poi si cena.

E adesso pizza!

Visto che siamo nel regno dei pizzaioli, tra piantagioni di pomodori e allevamenti di mozzarella che c’è di meglio di tanti, tantissimi assaggi di pizze diverse finchè “la panza nùn scoppia”? (cit – Er Chiavica – Il Galateo? Se semo magnati pure quello – Ed. Er Monnezza)

Il pregevolissimo menù:
  • Salumi, mozzarella, ricotta, frittelle
  • Giro di pizze

Poi tutti a letto! …che se lo avesse detto il Tatuato sarebbe tutt’altra cosa, invece riposate e ricaricatevi di energie per un sabato gajiardo! …ma poi fate ‘mpo’ come ve pare ‘ché sete abbastanza grandicelli ormai!

Sabato 14 Maggio, partenza ore 9.00

Mattino

Colazione all’italiana Cappuccino o Caffè o the e cornetto.

Poi benzina, gomme, olio, pisciatina e alle 9.00 si parte!

Oggi andremo a scoprire il Cilento. Quello vero, lontano dai posti turistici, dove se entri in un bar ti guardano come se fossi un marziano e, al massimo, ti domandano di chi sei figlio, così tanto per inquadrarti meglio. O sei di famiglia o se vieni dal Nepal come da Rieti sei sempre uno “di fuori”. Ok, è vero, siamo tutti un po’ di fuori… ma le cause sono altre e insomma… vabbe’, non ci sputtaniamo subito così, dai…

Questo è il percorso che sequiremo:

https://goo.gl/maps/oBbQyZCMWzK2   (Corretto 11/05/2016 21:33)

Il percorso ci porterà in un Cilento montano, così vicino al mare e, al tempo stesso, così lontano. Paesaggi quasi “alpini” si alterneranno a valli che sfociano sul Tirreno ricomponendo così l’immagine classica del sud Italia. Molto poetico. Però è già un paio d’ore che guido, guido e non ci vedo più dalla fame!

Ed ecco, che tempestivamente, arriviamo a Rofrano. Ridente (si dice sempre, no?) cittadina sulle pendici del monte Cervati, diventata famosa per…

Cito, sempre da Wikipedia: Rofrano può vantare il primato di paese dove viene per la prima volta studiata la dieta Mediterranea.

Ok. Siamo al posto giusto ed infatti ci fermiamo subito in un ristorante appena fuori del paese: Da Cono.

Da Cono
San Menale (SA)
dacono.it

Il pregevolissimo menù:
  • Antipasto: Alla Rofrano
  • Primo: Fusilli alla Rofranese
  • Secondo: Grigliata tipica di Rofrano
  • Contorno: verdure di Rofrano

La gente di qui va giustamente orgogliosa delle proprie tradizioni e dei propri usi e costumi. Per noi sarà un’esperienza da non perdere.

Pomeriggio

Riposino. Ruttino. Ci si alza dal prato e ci si stiracchia un po’, ci aspetta un tragitto che stavolta passa sul mare. A destra monti e a sinistra incantevoli spiagge deserte col mare blu.

https://goo.gl/maps/9Kq4GEpxdR42

Arrivo al bungalow. Un po’ di relax. C’è tempo per rilassarsi in vista della serata clou dell’Incontro.

Due chiacchere, magari una birretta, e poi a cena!

Dopo tutte queste scogliere, tutto ‘sto mare… non è che ci è venuta voglia di mangiare un po’ di pesce? …e pesce sia!

Il pregevolissimo menù di pesce:
  • Primo: Mezzi paccheri zucchine e provola
  • Primo: Cavato allo scoglio
  • Secondo: Frittura di paranza centrale
  • Contorno: insalata mista
  • … e infine l’immancabile torta!

Giusto il tempo di un caffè e amaro ed ecco che: Siòre e siòri! Benvenuti a questa magnifica serata!

In occasione dell’Incontro di Primavera si esibirà per voi, nel corso del suo Tour mondiale, dopo i successi di Trevignano, Orosei, Norma e Assisi ecco a voi la Guzzisti Liberi Blues Band! 

(passa ancora Nello col cartello “applausi”)

Vi informo, inoltre, che per l’occasione il pregievuolissimo et aulentissimo staff offre a tutti i presenti l’accesso all’open bar!

Ta ta taratatataraaaa! Com’on! Oh baby com’on! …my sweet home chicagooooo… Amore Cosmico a secchiate.

Domenica 15 Maggio

Mattina. Eh, come? Dove sono? Chi io?… vabbè a una certa ora, chi più e chi meno, si alza e poi colazione, si ricarica tutto sulla moto e via! Verso casa. Con il cuore gonfio di Amore Cosmico e il motore a V che sembra ancora andare a tempo di Rhytm’n blues…

PS: chi ha notato che ho scritto “allevamenti di mozzarella” vince il diritto a cantare un brano con la GLBB!


ISCRIZIONI CHIUSE!

Perc chi ha “visto la luce” sarà un weekend indimenticabile.

Per tutti gli altri Anima Guzzista offre un viaggio di consolazione a Phottetee!

Ennamo!


Quote di partecipazione

Programma Completo

Sono inclusi i pasti di venerdì e sabato – la toppa e la maglietta

  • Pernotto in bungalow (socio) – 135 Euro
  • Pernotto in bungalow (Non-socio) – 150 Euro
  • Pernotto in campeggio (socio) – 120 Euro
  • Pernotto in campeggio (Non-socio) – 135 – Euro

Solo dal sabato alla domenica mattina

Sono inclusi i pasti di sabato – la toppa e la maglietta

  • Pernotto in bungalow (socio) – 80 Euro
  • Pernotto in bungalow (Non-socio) – 95 Euro
  • Pernotto in campeggio (socio) – 70 Euro
  • Pernotto in campeggio (Non-socio) – 85 Euro

Iscrizione

1 –  effettuate il pagamento

Le iscrizioni all’incontro sono chiuse

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2 – compilare il modulo di iscrizione online,

disponibile a questo indirizzo

3 – scaricate e compilate il modulo di scarico responsabilità

da consegnare obbligatoriamente il primo giorno di raduno, debitamente compilato.

ATTENZIONE: no scarico responsabilità, no party!

Attenzione: le iscrizioni sono chiuse! Grazie a tutti!

Una giornata con Anima Guzzista

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Una giornata con Anima Guzzista, di Roxxana

20 Marzo 2016, di Roxxana Eran giorni di grande lavoro per i Minchioni suicid… spontaneamente offertisi per dare una spintarella al riavvio di AG dopo il trasloco della Presidenza. Le moto s’impolveravano nei box, mentre ci si dividevano le missioni: tu vai in banca (levati il sottocasco), tu occupati delle poste (ho detto poste, non […]

Una giornata con AG, di GuzziTopo

20 Marzo 2016, di GuzziTopo La luce arrivò un “bel” lunedì sera. L’ormai classico PLìN PLòN® rompeva il bruto silenzio creato dalla normale soporifera uggiosa giornata di semi lavoro. Son bastati cento centodieci millisecondi,  giusto il tempo necessario al segnale ottico generato dalla retina alla vista delle parole: Porchetta, MonteLivata, AG ad arrivare in un […]

Winter Feeling

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di Mauldinamica

La moto d’Inverno, parafrasando Loredana Bertè, è solo un film in bianco e nero visto alla TV, sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via.
Insomma, per la stragrande maggioranza dei possessori di moto un oggetto fuori dal suo tempo, inutile ed anche un po triste.
Io le mie Guzzi le ho sempre usate con qualunque condizione atmosferica, l’inverno è anzi per me forse la migliore stagione per godermi in beata solitudine quelle strade che con la bella stagione diventano trafficatissime e che perdono per questo parte del loro fascino.

 

Potete scaricare il racconto completo in pdf (3Mb)

Winter feeling

 

Una giornata con Anima Guzzista, di Roxxana

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20 Marzo 2016, di Roxxana

Eran giorni di grande lavoro per i Minchioni suicid… spontaneamente offertisi per dare una spintarella al riavvio di AG dopo il trasloco della Presidenza.

Le moto s’impolveravano nei box, mentre ci si dividevano le missioni: tu vai in banca (levati il sottocasco), tu occupati delle poste (ho detto poste, non postine), quello scrive, l’altro esplora (no, non parlo del Tatuato), poi riunioni per scegliere, confrontare, decidere…. naufragate in fiumi di birre.

Ad un certo momento, con un sospiro di sollievo, tutto andava a posto: le sudatissime spille erano pronte, i tesseramenti potevano iniziare, le buste essere preparate e spedite.

Eppure, la sensazione che mancasse qualcosa era nell’aria.

Saltò su una scimmietta piccola a suggerire: “Perché non proponiamo, almeno a chi abita a Roma e dintorni, di trovarci e scambiarci le figu.. cioè, ritirare le tessere e le spille, o fare il tesseramento, in un punto per esempio…”

Saltò su una scimmia grossa, di taglia presidenziale direi, e capimmo cosa era che ci mancava: “In moto! Si organizza per chi vuole, di farci un giro, e.”

Dopo la “e” ci stavano i tre puntini, ma non c’era tempo di metterli: era tempo di spolverare le baracche bicilindriche, sfrattare pulci e ragnatele e mettere dietro quella “e”un programmino di pochi fronzoli e molta sostanza.

“Quando?” Domenica 20.

“Ma mancano pochi giorni”. Si fa il 20 marzo oppure tocca aspettare un mese.

Coro: “Si fa!”.

Buttiamola sul difficile: andiamo sulla neve (ma verranno almeno un paio di persone?)

L’alba del 20 vede una filza di ferracci -quelle moto che forse le fanno ancora- una diversa dall’altra, schierate sul piazzale (che il mondo c’invidia) della ex stazione di San Cesareo, sotto lo sguardo attonito degli astanti (questa l’ho letta sulla Treccani, mi piaceva e ce l’ho messa); e che ve lo dico a fare: sotto lo sguardo compiaciuto e compiacione del Presidente (l’Ardimentoso, il Porcherrimo, il Magnanimo) Vladimiro.

Ho visto cosi che i non-Guzzisti non saprebbero immaginarsi; antaralli in fiamme di fronte ai Bastioni di Orione (attenti alle rime, con Orione). Ma non divaghiamo.

C’era Nello, tutto compreso del suo ruolo di portatore sano di Ognibendiddio, con la sua Ford Guzzi modello Fiesta a due ruote (motrici).

Si era perfino materializzato il Tatuato, ormai dato per disperso in secula seCULOrvum (amen).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 007

Non posso nominare tutti, ma posso nominare Titti; ce n’erano addirittura due.

E le Forze dell’Ordine dell’Illinois? Potevano mancare? Dato il breve preavviso, non sono riusciti ad arrivare dall’Illinois, ma hanno mandato un’auto dei Carabinieri (Goffredo, amici tuoi?) a dare un’occhiata, travestiti da Carabinieri; infatti nessuno li ha riconosciuti.

Quante righe ho scritto? Ma ancora non sono partiti? Tutto sto popò di chiacchiere e stanno ancora tutti lì sul piazzale, meno quelli che arrivano da un percorso alternativo?

Via, si va. Contrordine, dopo quattro/cinque chilometri di nuovo fermi al bar; “Ma no, il bar è lì per caso, ci siamo fermati per caricare una quintalata di pane, sennò Nello viaggia semivuoto.”

Via, via, si va! Manco sono le 10 ed ho già appetito di curve, di monti, di VRAAAMMM delle bicilindriche (per non parlare del contenuto della Nellomobile).

Un km, ed il Presidente (il Creativo, il Porcherrimo, il Manico) ferma la carovana, stavolta per fare la spesa di benzina, mentre dai caschi trapela un mugugno generale perché l’amata Casa Mandelliana ancora fa motocicli con la tecnologia obsoleta del motore a benzina.

Ma che è, una gita? Ma lo vogliamo cominciare, sto report?

Il fatto è che, dopo quest’ultima sosta, dopo pochi km di ordinata fila da pensionati gitanti, sono sparite case e pedoni, sono apparse le prime curve, e quei ragazzacci hanno commutato i trattori in motociclette e me li sono persi. Quasi tutti.

Mentre cominciavo a dubitare di dover accendere il navigatore ultimo modello Tom Tont (quello -per intenderci- che cerca il primo passante e domanda “scusi, per andare dove devo andare,” ecc), si materializza un angiolone su Guzzi (modello rosso*) che mi scorta, mi guida, si perde con me, chiede ad un altro angiolone su Guzzi (modello grigio*) con Go-Pro, finchè ritroviamo un gruppone fermo al pascolo ad aspettar mansueto che si ricompatti la truppa. Tanto, sicuro sono ultima.

Contrordine. Manca qualcuno. Per esempio, il Presidente; ma chi? Il Magnifico, il Porcherrimo, il Fantasioso? Proprio lui. Ma non guidava lui il gruppo?

E lì, nessuno si spiega come abbia fatto a smaterializzarsi dalla testa dell’ardito manipolo e materializzarsi poco dopo in coda, dichiarando di essersi fermato per accertarsi che non sbagliassimo il bivio, ed ammonendo i discepoli di non far parola al mondo di codesto suo miracolo. Infatti, io non vi ho detto niente.

Ultimo tratto, su su fino al rifugio, che bello, si comincia a sentire frescura ed appare la prima neve ai lati del nastro di asfalto. Curve al sole, curve nel bosco, varianti senza e con brecciolino malefico (dove mi esibivo in passaggi al rallentatore), e finalmente ecco la mèta, la lochescion, l’Hic Manebimvs Optime; e piantala, si chiama solo rifugio! Una cinquantina di metri in fuoristrada, si parcheggia, e via cercar legna accendere il fuoco, montare tavoli ed imbandirli, spuntano perfino le bandiere di Anima Guzzista, ed è un tripudio di boccioni di acqua, vino, prosecco, birra del Birrificio Casa Fange, salami, caciocavallo, misteriosi vassoi di alluminio ben impacchettati, bottigliette sospette (queste son per dopo) e -siori e siore-

il pane di Lariano già pronto in fette,

e due intere porchette

e noi con le forchette

o con le mani

ne riempimmo piatti e gavette

Scusate, ma la parte mangereccia era una poesia; sul fuoco, Peppone abbrustoliva una generosa fetta di caciocavallo infilzata su ramo di legno, Ticcio sfoderava uova e padellino e con fine ingegno cucinava flambè.

Arrivati al dolce, scoperchiatura dei vassoi misteriosi e si leva un “OOOHHHH!!!!!” e quando vedrete la foto, capirete anche il perché.

Nei momenti in cui le ganasce e i gargarozzi non sono impegnati con pietanze e beveraggi, si conversa tra “Carramba che sorpresa dopo vent’anni…”(pochi mesi che non ci si vede in moto, sono percepiti automaticamente come 20 anni); “Ciao io sono…” (aiuto, è il nick del forum il nome vero o uno pseudonimo uso Social network?); “Ti ricordi quella volta…”(sto con le orecchie tese, io me le sono perse tutte, “quelle volte”, fino a poco fa: devo fare ripetizioni).

Il sole ed una temperatura insolitamente mite hanno incorniciato la giornata, lasciando solo un simulacro dei campi innevati che ci aspettavamo di trovare, quanto basta a farci da frigo naturale per le bevande.

Ancora un po’ da lavorare da Presidente per Vladimiro (il Sorprendente, il Porcherrimo, il Generoso), che accoglie nuovi Soci Sostenitori ed un paio di conversioni da Ordinari a Sostenitori (ma prima, si sono confessati?).

Quando si arriva ai saluti, ho bell’e capito che i prossimi “vent’anni che non ci si vede” saranno più brevi dei precedenti.

Ah, ho capito anche un’altra cosa; quei cosi, lì, che non si sa se li fanno ancora, a Mandello, si dico le vecchie carriole (nei vari modelli Guzzi rosso, grigio, nero, giallo, verde*) servono a fare anche di queste cose, e le fanno egregiamente, perfino in ottima armonia con le bmw e honda che erano nel gruppo, in un riuscito mix Guzzista/Braticolaro.

Ah, immagino che qualcuno la farà, la domanda, almeno per i prossimi appuntamenti: “C’è figa?” Ma sai che non lo so?

Arrivederci da Roxxana
* le Guzzi sono tutte uguali; come i Guzzisti. Si riescono parzialmente a distinguere per via dei colori, sistema empirico ed inattendibile, ma tant’è.

Foto di GuzziTopo e Michele Bindi

Una giornata con AG, di GuzziTopo

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20 Marzo 2016, di GuzziTopo

La luce arrivò un “bel” lunedì sera. L’ormai classico PLìN PLòN® rompeva il bruto silenzio creato dalla normale soporifera uggiosa giornata di semi lavoro.
Son bastati cento centodieci millisecondi,  giusto il tempo necessario al segnale ottico generato dalla retina alla vista delle parole: Porchetta, MonteLivata, AG ad arrivare in un qualche sconosciuto luogo del cervello, che ero già a cavallo della brevona pronto per San Cesareo.
La realtà è sempre peggiore di quanto ci si può immaginare, ed a pensarci bene i cento millisecondi son stati appena sufficienti a farmi rendere conto che ero si a cavallo, ma non della brevona, e tutta quella luce probabilmente era dovuta alla ipersensibilità retinica data da forti malditesta, febbrone da cavallo e una simpaticissima influenza stomachintestinale.

Ma non è certo una banale avaria interna a far desistere il diavolo tentatore, così son passati piacevolmente due giorni con una voce interna che diceva: alzati, forza, sbrigati che devi andare, rimettiti in piedi. Ovviamente era il capo che, in assenza assoluta di doppi fini, stava trainandomi verso la guarigione del corpo. Perché verso la guarigione dello spirito la via è ancora lunga e piena di curve, ne son sicuro.

Giovedì sono nuovamente a lavoro, barcollo ma non mollo. E se sono a lavoro è evidente che oramai son guarito del tutto, dopotutto anche il dottore, a seguito di accurata e meticolosa visita medica telefonica (mirata a chieder quanti giorni di malattia mi potessero essere più utili), ha testato e certificato la mia guarigione.
Quindi ciancio alle bande e basta ciurlare nel manico.
E’ deciso. Liliana: si va.
Mica che se potemo presentare a mani vuote però. …io porto la moto, Liliana: te che porti? mi raccomando, hai piena libertà di scelta sul cosa vuoi portare basta che sia qualcosa di trasportabile in moto, non distruttibile, non deperibile nell’arco della giornata, di facile inghiottimento, di sapore buono, di aspetto decente,  che resista alle pieghe e magari in quantità sufficiente.

Venerdì sera arriva un primo rapido test, una decina di mini muffin con le gocce di cioccolato e qualcuno con della robetta rossa sgranocchiante sotto ai denti (identificati in un successivo momento come frutti di bosco…evidentemente pigne, ecco perché sgranocchiavano).
Ne mangio quattro uno di seguito all’altro, il primo ha attutito la fame dovuta alla giornata di lavoro all’università (si sa, la ricerca ha pochi fondi e il panino passato per pranzo non ha evidentemente riempito il mio essere).
Con il secondo ho iniziato a notare che la roba intorno era carta. L’esperienza accumulata mi ha portato al terzo muffin di riuscire ad assaporare meglio la morbidezza dell’impasto incrementando il rapporto dolcetto/fibre, avendo ovviamente accuratamente tolto il pirottino prima del monomozzicoingoiante.
Il quarto debbo dire che me lo son gustato approvando il progetto con una frase del tipo: BBBoni, saremo una quarantina…quanti ne fai? la risposta di Liliana, del tutto in linea con la domanda, mi è sembrata assolutamente pragmatica: 100 bastano?
…mah, ce li faremo bastare dai.

Il sabato è stato un giorno un po’ turbolento. Giretto per il terzo lavoretto verso Latina, si provano bene le sospensioni della brevona che dopo le ultime tarature mi stanno dando grandi soddisfazioni. La moto oscilla molto meno anche superando di appena 1/3 i limiti autostradali. Bene, affronto la delicata giornata lavorativa testando l’effettiva uscita dall’influenza aggredendo un piatto di fettuccine al ragù rinfrescate da un ottima bionda (birra). Poi si parla di noioso lavoro fino a pomeriggio inoltrato, rientro a Guidonia rifacendo la strada dell’andata, passando per Cori, Artena e poi A1. Stradina simpatica.

Il rientro a casa è eccellente. Un profumino di dolci invade l’ambiente.
Inciampo nel gatto rimasto sdraiato all’ingresso, evidentemente in uno stato di coma diabetico dato dall’aria troppo dolce.  A tentoni seguo la luce proveniente dalla cucina dove trovo una Liliana incamiciata da pasticcera che arzigogola con dei dischetti neri.
O cacchio.
Deve aver cotto troppo i muffin, gli si son bruciati e son diventate delle ostie carbonizzate con uno strano semicerchio bianco sopra.
Pulisco gli occhiali dallo strato zuccherino e osservo meglio. Una scena del tutto nuova si apre sotto il mio sguardo.
Sullo sfondo tre teglie dove una settantina di muffin attendono il logaritmico abbassamento della temperatura. Una quarta teglia in forno, con i rimanenti dolcetti sottoposti al controllato ma inizialmente esponenziale incremento di temperatura, detto processo di cottura.
In secondo piano strani dischetti neri, mentre in primo piano noto Liliana effettivamente presa a stendere sottili fili di pasta di zucchero per poi fargli prendere la forma del 57 poggiandoli sopra ai dischetti neri.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 002

Tutto è ormai chiaro. Liliana sta fuori come un cavallo drogato, dev’essere l’effetto prolungato di tachipirina.
Ha deciso banalmente che almeno una cinquantina di muffin saranno ricoperti con il logo di AG. Applausi per lei.
Dopo solo quattro ore, di lavoro sulle decorazioni, mi ha raggiunto tra le braccia di morfeo avvisandomi che l’indomani non sarebbe venuta all’incontro, il raffreddore stava risalendo e non se la sentiva di passare una giornata fuori.
Finalmente domenica. L’incontro è alle nove.
Sveglia per le sette. Butto nello zainetto da sella (tanto Liliana non viene)  bicchieri, forchette, bicchierini e piatti di plastica, rotolone di carta, gavetta posate vere e un buon tovagliolone di stoffa, assolutamente da non scordare.
Tracker gps nella tasca superiore e via sulla sella con il ragno. I muffin sono stati già gentilmente impacchettati da Liliana, l’ultima mossa prima di stramazzare sul letto evidentemente.
Li ripongo delicatamente del bauletto, tra la tuta antipioggia e un felpone, dovrebbero stare al sicuro. O almeno spero.
Prendo su il TomTom e imposto Via Casilina 1 San Cesareo. Telepass nella tasca della giacca e via di corsa dal cancello. Sono le otto.
Ho paura di fare tardi.
Già non ho capito bene dove cacchio ci si deve incontrare a San Cesareo, se poi arrivo tardi questi se finiscono tutta la porchetta. So guzzisti, mica scemi!.
Imbocco l’autostrada, un po’ per la fretta, un po’ perché sono in effetti curioso di vedere dove porta la scritta San Cesareo a sfondo verde che si vede sull’A1. Ovviamente l’autostrada passa via velocemente, passo tra le sbarre della porta Telepass che ovviamente non mi riconosce in uscita (con telepass in mano).
Seguo il TomTom per delle stradine indecifrate fino ad un posto dove non c’è nessuna piazza, è più un incrocio.
L’incontro dovrebbe essere alla piazza dell’ex stazione di San cesareo, Google maps però non conosce Piazza della Stazione di San Cesareo, ma Via Casilina 1 effettivamente la da nei pressi dell’ex stazione. Ovviamente quelli di google non hanno avvertito quelli del tomtom che riportano via casilina 1 da un’altra parte.      Sicchè mi ritrovo ad un bar su un incrocio.
Decido quindi di rompere il muro del silenzio con la società che mi ospita, a forza spengo il motore, metto il laterale e indosso il mio più accogliente sorrisone mentre chiedo al primo malcapitato se SanCesareo fosse per caso in zona e se poteva indicarmi una direzione.
A memoria ricordo la cartina e cerco di geolocalizzarmi, quindi aggiungo la domandina se per caso può  indicarmi anche un posto dove un tempo vi erano i treni a stazionare mentre ora settimanalmente vi sono solo i banchetti del mercato.
Raccolgo tutte le informazioni del caso, ringrazio e riparto.
Dopo pochi minuti identifico il luogo. Vedo la farmacia (di via Casilina 1 ?) ma soprattutto è evidente il piazzale ex stazione. Si vedono i segni verniciati delle piazzole  del mercato e soprattutto la targa: Piazzale della Stazione.
Maledetto Google Maps.

Non c’è ancora nessuno, in effetti son le otto e mezza, quindi parcheggio la moto in maniera abbastanza evidente vicino all’ingresso della piazza. Dopo qualche minuto sento il primo rombo.
Quello che sembra un california II passa sulla strada d’avanti a me e va oltre. Sento il suono che si allontana e poi si avvicina nuovamente.
Questa volta è entrato sul piazzale, ma dall’altro lato (dirà poi che voleva controllare se nella piazzetta in fondo c’era qualcun altro).
Il cali si avvicina trotterellando, non lo (ri) conosco…ma d’altronde non conosco quasi nessuno.

Si parcheggia diversamente affianco alla brevona, occupando lo spazio di un treno merci. Ma è del tutto a tema con la piazza, quindi è assolutamente lodevole come gesto.
Spegne il bolide e si presenta, Andrea. Piacere Marco. guzzitopo. Ah! ciao, io sono il Tatuato.
Questa cosa della doppia presentazione mi fa sempre un po’ ridere, quando sento i nomi vedo dei perfetti sconosciuti, al netto di riconoscere a volte visi già visti in qualche foto su AG. Quando invece sento i nick sembra di esser di fronte a persone già conosciute, a volte sarebbe quasi da fare qualche battuta…che ovviamente mi tengo per me, la mia orsaggine la vince. Sempre.

Decidiamo di andare a prendere un caffè e mentre attraversiamo si avvicina un serie piccola. Inconfondibile perché il cupolone occupa praticamente più della moto rispetto alla sezione frontale.
In effetti è un V50II (credo) grigio e nero. Due ospiti sulla sua sella che dopo un rapido saluto si dirigono verso il parcheggio e poi da noi al bar.

In rapida successione arriva una terza moto, con un paio di persone sopra. Ah no è uno solo, mazza quant’è grosso. La moto dovrebbe essere un transalp, credo. Il “nome” …forse, polverone.   Ma io ho già raggiunto il numero massimo di nomi (2) assimilabili in una giornata, purtroppo se l’è giocati Andrea-Tatuato. Da qui in poi ogni altro nome è aggiunto in ram. E io rebootto (riavvio) di frequente, quindi il legame nome-faccia è assolutamente un surplus. I volti però li ricorderò a lungo, almeno un altro paio di giorni.
Questo è il motivo per cui uso impressionare di sovente la pellicola fotografica, almeno ho una pezza d’appoggio.

Usciamo dal bar e la questione inizia a farsi interessante.
Riconosco i volti già visti al calincontro e all’incontro di primavera (ovviamente i nomi no, ma ora sapete il perché). Quindi riconosco (credo) il gruppo bellagista in  Artack , Tony  e (forse, ma forse) Hiroshidairi,  mi sembra ce ne sia un’altra (luxury?) grigia e bianca casco bianco e rosso ma il nome è volatilizzato.

Come le api sul miele appaiono altre guzzi, la Breva rossa di Roxxana, il LeSpans del Vladimiro e Titti e a ruota la Stelviona di Ticcio.
Un bellissimo esemplare di 1100 sport, un sp1000 bianco rosso e poi uno strano california con cupolone stile V7 ex pol, sella cali II serbatoio credo T3/caliII, parafangone avvolgente ma con un motore teste quadre troppo lisce, iniettori e radiatore dell’olio.
Non faccio domande, il Guzzista è un armadio a quattro ante, preferisco rimanere nel dubbio, lui dev’esser Pepp1/peppuan/o semplicemente peppone. Gli son stato dietro nel viaggio di ritorno e il nome mi è rimasto ben’impresso.
Anche perché la scritta sulla sua giacca era leggibile a centinaia di metri per quant’era grossa  😀 .

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 027

Insomma il piazzale si è popolato alla svelta, pieno di guzzisti che ciarlavano a gruppetti.
E’ comparso anche Nello con uno strano modello di guzzi a quattro ruote con stemma ford. Assolutamente ben accetto visto il ripieno di porchetta e vino.

Verso le nove e mezza siamo finalmente in marcia.
Subito una prima doverosissima sosta acquisto pane. Da li in poi solo strada per almeno un ora, oretta e mezza. Forse un po’ poco, non è un giudizio ma solo una costatazione soggettiva.
Mi rendo conto di essere molto più goloso di strade, curve, panorami e smotorate piuttosto che arrivare alla meta. Spenta la moto e tolto il casco inizia un difficilissimo compito, che spesso evito, cosciente del fatto che non posso stare in un angolino a gustarmi la porchetta e il bicchiere di vino ma occorre anche parlare.
E’ un brutto difettaccio ma ogni tanto, con le giuste persone, sono assolutamente incline a superarlo (ovvero riesco a buttar fuori almeno un paio di parole all’ora, solitamente in romano spinto e apparentemente prive di alcun senso logico).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 028

Al netto della degressione, strade bellissime.
Nonostante fossero tutte assolutamente all’interno della zona dove ho smotorato negli ultimi quindici anni, una parte di esse mi sono rimaste ignote fino allo scarico del tracciato del tracker gps.
Quindi posso ora dire che esiste un modo per arrivare in zona altipiani che non sia la “noiosa” autostrada-sublacense o le varie statali (predestina/tiburtina). Insomma il percorso Palestrina-Capranica-SanVito-Bellegra-Affile è assolutamente da ricordare.
Veramente molto ma molto bello. Da Affile poi la strada mi era già nota, verso gli Altipiani di arcinazzo poi giù verso Trevi, Jenne e infine Monte Livata.

A monte livata spesso ci son salito dal lato sublacense, comunque carino (al netto della sublacense, che è bella se si fa sopra i 90-100, ma se si deve seguire il codice diventa un po’ noiosa).
Assolutamente migliore la salita lato Jenne. Veramente bella strada e belle curve. Trovo particolarmente bello il tratto dove si costeggia un fiumiciattolo, che poi è l’Aniene.

Arrivati al rifugio sulla SP36c, ora gestito dal comune di Jenne, è successo un qualcosa di strano.
Le moto si son moltiplicate, ne sono apparse altre. Giuro che prima non c’erano. Ovviamente volti sconosciuti, ma ad esempio è comparsa un’altra brevona (proboscidi nere) altri california tra cui il nuovo acquisto di Dooan (bellissima, complimenti).
Insomma, se qualcuno camminava sull’acqua e moltiplicava pani e pesci, qui Montelivata ci ha fatto camminare sulla fanga ed ha moltiplicato Guzzi e Guzzisti. Fantastico.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 011

Reperita una certa dose di legna, che ha attutito lo scambio sociale a quanto pare obbligatorio allo spegnimento della moto, si è acceso un bellissimo fuoco. Utile per le uova al tegamino di Ticcio.
Il resto delle cibarie, disposte su tavoli posti fuori al rifugio, e identificate in: un paio di Porchettone da almeno 15 kg in tutto, delle ottime torte salate da rotolarsi per terra, del caciocavallo gustosissimo  (era caciocavallo…vero?) di una bontà unica soprattutto se unito al vino rosso (mi piace pensare fosse cesanese del Piglio, ma non ne son sicuro), come dolce un ottimo ciambellone e un certo numero di muffin. Vino e birra in giusta dose, digestivi come piovessero.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 030

Ad ogni modo è da sottolineare come nel vero momento del bisogno, ovvero quello di mangiare è uscita fuori la vera parte essenziale del guzzismo applicato.
Poco casino, ognuno aveva il suo compito e nessuno cozzava con il compito dell’altro. Chi ha racimolato un po’ di legna (e una micragnosa parte l’ho fatta), chi ha acceso il fuoco mentre qualcun altro ha posizionato i tavoli, panche e sedie.
Lo scarico delle cibarie dalla macchina e dalle moto è avvenuta istantaneamente, mentre c’era chi assaggiava il vino qualche altro si stava già prodigando allo scartamento delle porche e al loro taglio.
Insomma era una allegra sinfonia con il giusto bilanciamento di cose da fare e ben di Dio sui tavoli.
Da notare come il sommo Ticcio ha dato prova di se, dimostrando come ci sappia ben fare con con le porche. Prima dei suoi tanto agognati ovetti al tegamino (e panino con la frittata, che ho mancato per un pelo) si è affettato un intera porchetta, assaggiandone il giusto ma senza mai dare segno di cedimento.
Applausi per lui.
E soprattutto per la porca.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 003

Dopo una sacrosanta dose di porchetta, solo quattro meravigliosi panini mono fetta sorreggenti una -non eccessiva- quantità strabordante del sacro cibo, è avvenuta la distribuzione delle tessere e delle spille a chi, preso dai fumi dell’alcool e appesantito dal leggero pranzo, ha ceduto all’iscrizione in loco.

Finita la breve fase burocratica, dove sapienti mani guzziste son passate dalla facile e familiare gestione dal pane e porchetta all’ incomprensibile, a tratti assolutamente difficoltoso, uso di carta e penna si è passati alla fase finale del pasto. Il tavolo è stato sgombrato in tutta fretta per far spazio ai due vassoietti di muffin e al buon ciambellone.
Ovviamente non potevano mancare digestivi come: nocino, una bevanda alcolica buonissima…ma non mi ricordo più a cosa cavolo fosse (chiedo scusa a Ivan…), jannamaro, grappa aromatizzata alle erbette e sicuramente altri digestivi a cui non son riuscito ad arrivare (o non ho voluto, per decenza).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 024

Rimesso tutto in ordine siamo ripartiti nel pomeriggio, assaporando per altri pochi minuti il piacevole posto che ci ha regalato una bellissima giornata insieme.

Nel giretto di ritorno, breve sosta a Jenne per un caffè, un breve brivido di commiato dato dal presidente e poi via in direzione Roma, passando per gli Altipiani, Piglio, Cave e via andare di Prenestina.

Tornato a casa felice e contento della giornata passata, nonostante la mia orsaggine, con questo branco di guzzisti (e non), dispiaciuto di non aver condiviso con Liliana questa giornata ma orgoglioso di avergli fatto avere i complimenti per i Muffin (forse un po’ dovuti alle decorazioni).

Insomma, felice di far parte di AG, anche fosse solo per una sporchettata in libertà. Grazie.

Doppi Lamp
Marco

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 026Foto di GuzziTopo

A suon di Moto Guzzi

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di Alberto “Ardito” Spadone

Al 94° compleanno della Moto Guzzi purtroppo pioveva ma mi ero ripromesso di partecipare al 95° a Mandello del Lario.
L’occasione, troppo ghiotta per lasciarsela scappare, era l’evento che organizzava da qualche anno il Moto Club Guzzi GP ovvero l’accensione di moto anteguerra e da gara, sia vecchie che contemporanee.
Inoltre Ercole Maffezzini, il mio meccanico, mi aveva detto che avrebbe partecipato con la sua di Guzzi, quella con cui corre.
Allora metto in moto la “macchina organizzativa” ovvero un messaggio ai soliti Guzzisti del VCO e ad un paio del Novarese e sembrano accettare di buon grado. La partenza è fissata per le 8.15 a Gravellona Toce e il ritrovo per chi abita più lontano al primo autogrill mezz’ora dopo. Io decido di andare direttamente all’autogrill per fare colazione.
Durante il tragitto si aggiunge Lele un amico Stelvista che si sta recando al rendez-vous ed in autostrada si aggrega anche Fabione pure lui Stelvista….
Arriviamo alla tappa e dopo pochi minuti veniamo raggiunti da tre Anime Guzziste: Zio Paul e Malwi entrambi su Norge e Linolemans su V11 Le Mans Rosso Corsa
Scambiamo così quattro chiacchere mentre aspettiamo gli altri che arrivano con un “lieve” ritardo, ecco Romolo su 1000 SP, Flavio con una T5 ex CC, Simone a bordo di una Florida 350 e sua moglie Roberta su una Honda 500 CBF.
Bene, pronti si parte e Lino guida il serpentone.


Arriviamo a destinazione che la manifestazione è già iniziata ma ci possiamo ancora gustare molte esibizioni: Guzzi da gara, altre moto da gara e sidecar da competizione. Alcuni modelli visti raramente od addirittura solo al museo Guzzi. Simpatico è il motocoltivatore motorizzato Dingo 50 che ci dicono sia un prototipo. Toccante anche l’intervista al pilota ormai ottantenne, ma che ancora cavalca la sua moto, il quale racconta gli aneddoti degli anni addietro ed enumera le molteplici vittorie in pista.

Purtroppo ci siamo persi la ciliegina sulla torta, l’accensione del mitico 8 cilindri, ma
sul posto s’incontrano anche altre Anime come Silvano “Scurzon”, Alessandro “Elk”, Carthago, Nuradler e mi perdonino se ho dimenticato qualcuno.
Finita la festa si parte alla volta del Guzzi Cafè di Primaluna in Valsassina. Prima un pezzettino di lago fino a Bellano è poi si sale, tornanti e poi una strada che taglia in due la valle. Si passa vicino a Premana, piccolo comune famoso in tutta Italia per le forbici e gli articoli da taglio.


Giungiamo affamati al Guzzi cafè e mentre stiamo mangiando ci raggiungono Chicco “Mauldinamica” e Cinzia “Roserunner”, purtroppo giunti solo per una toccata e fuga.
Finito di mangiare si riparte alla volta del VCO(ovvero Verbano Cusio Ossola conosciuta come la provincia di Verbania) attraversando tutta la Valsassina fino a Ballabio e poi giù verso Lecco.
Fortunatamente il tempo meteorologico ha tenuto e siamo arrivati a destinazione asciutti e soddisfatti.

Foto di Alberto Spadone, Enzo e Roberto Zanzani

TATIAN’S RALLY 2” Giro Delta

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5 – 6 Marzo 2016

di Piero “S558”

Questa volta voglio provare a cimentarmi in un cronoracconto. Il Giro Delta è andato oltre le aspettative nonostante un tempo abbastanza pessimo, e merita un ultimo impegno, fare qualcosa per mantenerne il ricordo.
Da dove cominciare? Bè, direi dalla fine, per il momento:
LA MOTODISPERSIONE 3
La Tatian’s family sola sul parcheggio del granso stanco. Poco prima era popolata di Anime Guzziste e dei loro ferri.

Il tempo di scambiare qualche frase di soddisfazione, soprattutto per appartenere ad una manica di amici eccezionale, che fa di ogni incontro un momento mitico e unico, meglio dell’ultimo e peggio del prossimo.
Alla faccia del tempo, del vento, della pioggia, quando ci sono le Anime di AG, nulla può rovinare la compagnia, il divertimento, la minchitudo….
Va bè torniamo verso casa, che strada fare? Sono 55 km se facciamo le vie interne, dove non passa nessuno, Cà bianca, Cavarzere, Pettorazza, San Martino … la strada del Gorzone. Se incontri qualcuno ha la coda e il pelo lungo e marrone, e somiglia ed un grosso topo!
Ecco, lavori in corso, fermi al semaforo sulla strada davanti il ponte sul Gorzone che va a Boscochiaro, che cazzo aspetto che qui non passa nessuno!! …. No urca, due Guzzi??? Stevio e Cali1400!!! Ticcio e Stefano!!! Ma che ci fanno qui? È un’ora che sono partiti da Sottomarina e sono ancora qui!! Diventa verde e via proviamo a prenderli …. Lungo argine Gorzone e arrivo allo stop di Cavarzere all’incrocio sul ponte dell’Adige, ma di Ticcio e Stefano niente.
Ah no! Eccoli stanno attraversando il pone sull’Adige, ma in senso sbagliato, stanno tornando a Sottomarina!!! Andrea vai, raggiungili e facciamogli strada fino a Rovigo. Maria, andiamo di qua che li becchiamo. E invece??? Ecco che li incontriamo di nuovo, ma in senso opposto, stavolta la direzione sembra quella giusta. Inversione a U, e via alla caccia di due dispersi, ma questa volta ne abbiamo perse le tracce definitivamente… Solo dopo qualche giorno riceviamo notizie del loro arrivo presso le loro dimore, nel frattempo ci comunicano impressioni di viaggio tra passi innevati e racconti scurrili!

Adesso saltiamo all’inizio:
CONAMARA
Conamara è un PUB a Padova, oltre ad essere una regione selvaggia e aspra dell’Irlanda Occidentale. E infatti non è a Padova, quasi a Padova!! Per arrivare si fa strada bianca, si passa più volte sotto il cavalcavia dell’autostrada fra accampamenti più o meno accampati, un po’ di palude e eccoci arrivati. La prossima volta devo cambiare le impostazioni:“evita autostrade”, “evita strade asfaltate”, “cerca percorsi alternativi”
Ma cosa centra? Conamara con il delta del PO?
Venerdì sera, il giorno 4, i primi arrivi: Stefano, Nello, Gaso, Zio Vittorio (che per questa serata diventa Vincenzino), Califoggia, Ticcio, e poi Gigi e Ornella.
Che facciamo? Vediamo se riesco a convincerli … a Padova in un pub c’è Guzzirock che su….. poca fatica, già in macchina e via. Abbiamo lasciato Gigi e Ornella ad una serata romantica nella città delle rose e via per strade impervie alla ricerca di Conamara.
Il tempo di far rosicare Totogigi, che ancora in divano sotto la copertina scozzese
Tatian Rally 2do Giro Delta Racconti AnimaGuzzista 002Si sta sbattendo i maroni con la bottiglia di san pellegrino … Wilma, rinnovami il buono, lo uso per il calincontro a rizzione!! Ti prego!! … No!! i buoni non sono rinnovabili. Fai il bravo altrimenti col c… che vai al nurburing!
Arriviamo a Conamara, entra Tatiana e …. Enrico sorpreso, si alza per salutare, poi entra Nello, Enrico si ferma, poi Ticcio, Enrico si risiede e pulisce li occhiali…. Guarda la birra, guarda l’ingresso, riguarda la birra, .. però buona … ancora l’ingresso, intanto le Anime sono entrate tutte. Ecco che ci focalizza … che c… fate qui? Nello?? Ticcio??? Fabio?? Guzzisti? Meravigliosi!! Semplicemente guzzisti. … carissimi amici, fra di voi, in quel tavolo smanicato, un gruppo di amici carissimi che in motoguzzi sono arrivati fin qui, un applauso, soprattutto al guzzista che arriva da più lontano, da Taranto!! Un applauso a Vicenzinoooo!!!
Noi eravamo già alla seconda birra, per di più Verde….. certo in Irish pub la birra è verde! Ma la carne messicana!! L’amburgher messicano? Le tortillas? … che c’entrano?


PONTE APERTO O PONTE CHIUSO?
Ecco che cominciamo ad addentrarci ne delta. Arriviamo da Porto Garibaldi attraverso la strada degli acciaioli arriviamo a Volano e quindi prendiamo per il Bosco di Mesola fino a Goro.
Primo ramo del Po che incontriamo, il Po di Goro. Si attraversa su un ponte di barche galleggianti, oggi modalità tagadà! La corrente del Po e il vento, fanno ondeggiare le barche e il ponte in tavolato di legno si muove con lo stesso ritmo.
Passiamo in trenta, c’è da fare il pedaggio, ci dice l’omino di sorveglianza.
MI fermo e faccio passare tutti, contiamo insieme il passaggio e alla fine siamo in trenta, 45,00 €.
Pago io per evitare di fare una colonna interminabile. L’omino è perplesso, riceve i soldi, sono giusti, senza resto … qualcosa che non va? Gli chiedo. Non so come fare lo scontrino!! Scrivi 45 e metti nel cassetto! Non so come si fa. Se spingo questo marca 1,5 €… lo devo fare trenta volte??? No no …. Io vado… tu fai gli scontrini dopo!!
E così ripartiamo in direzione dell’altro ramo del Po. Quello più ricercato: il Po di Gnocca.
Ecco Gorino Ferrarese, la rampa sull’argine e …. Non si passa il Ponte è aperto!
Quindi? Se è aperto passiamo.
No si passa se è chiuso!
Come? se è chiuso non si passa, si passa se è aperto!
None .. aperto il ponte, non si passa. Le barche sono tutte lungo le rive del fiume e il ponte è aperto!!
Quindi non si passa!

LA MOTODISPERSIONE 1
Bene eccoci al chek point di Rovigo, sabato mattina, incontro con tutti i nordici e reduci da Conamara.
Saluti abbracci e via di cazzate. E non si parte … Gianni comincia a scalpitare! La Piratessa ci sta aspettando a Comacchio. Ho promesso che arrivo per tempo ma non conosco la strada, partiamo???? Adunata chiamata da Beppe: AANNDIIIAAAAAMOOOOOOOOOOOOOO!! E si parte! Via uno, via due, via tre …… e in strada, incrocio a sx, rotatoria direzione Ferrara! Ferrarraaaaa! FERRARAAAAAA!! Alessandraaaaa no Verona… Govoz a caccia e recupera la preda che si rimette sulla retta via! Ma intanto Giulio e Lella si fermano ad aspettare … dicono loro …. Li rivedremo solo qualche ora più tardi in friggitoria.
UN ASSAGGIO DI PESCE?
Arrivo a Comacchio, vento incredibile, Caiuzzi dice che è peggio della bora, e se lo dice lui!
Paese caratteristico ma … desertico … provo a raccontare che in estate…. I turisti …. I buskers …. Ma poca credibilità!!!
Vicino ai Tre Ponti una splendida pescheria, fuori un gruppo di persone che assaggia pesce crudo, dentro un banco di pesce fresco che se lo vede Mister Chef si tuffa dentro!
Sono con Ticcio, ci fermiamo, osserviamo, .. guarda fanno gli assaggi per i Clienti. Non credo Ticcio, stanno bevendo Ferrari e Champagne, e mangiano ostriche, scampi, carpaccio di tonno,…. Si si, sono assaggi! ci avviciniamo e assaggiamo anche noi.
Ciao siete arrivati in moto? Motoguzzi? Però? Di dove siete? Ticcio si fa scoprire!!
Ecco perché! siete Toscani!! In Toscana sono tutti comunisti!!
Ci allontaniamo. Sai Credo che tu avessi ragione, per darci dei comunisti significa che loro l’avevano pagato il pesce!!

LA MOTODISPERSIONE 2
Domenica mattina, pronti a riprendere strada. Tutti in preparazione davanti l’albergo, dopo colazione controllando i danni della pioggia notturna, salutato chi parte subito per la molta strada da fare.. Ciao Vittorio! Ciao Gaso! Ciao Fabio … che centra a Bergamo non è molta strada!! … ah si il Galletto!! Ciao EDO?? … e Tu? .. ah si la scorta al Galletto!!
Moto pronte allineate, serbatoi pieni, due distributori locali hanno fatto il loro servizio …. VVrrraaammmm Beppe: vado a fare benzina …. VVrrraaammmmmmm non prende il Bancomat vado all’altrooooo …… rivvrraaammmmmm anche questo non prende il bancomaaatttt! Ne cerco unoooooo!! … Lo ritroveremo al granso stanco, dopo aver girato avanti indietro tra cà tiepolo, porto levante, Rosolina mare, etc…. ancora in cerca di benzina!! Si perché quando ci ha trovato aveva di nuovo finito il serbatoio!!!!

MARINA 70
Sabato pomeriggio, dopo aver circumnavigato il ramo del Po di Gnocca, siamo a Ca Tiepolo. Sosta benzina per un rabbocco d’olio a Eugenio. Tutti fermi.
Dove siamo? Cosa facciamo?
Siamo a Cà Tiepolo, l’albergo a 2 minuti, sono solo le 16,30. Presto per andare a riposare!! Ultime parole famose!
Andiamo a Marina 70, sulla Sacca di Scardovari, prendiamo una birra e torniamo!! E così facciamo.
Strada della Sacca, le raffiche di vento ci costringono a pieghe in rettilineo, arriva il mare portato dal vento, poi la pioggia, ci fermiamo a Marina 70.
Bè ma che fate? da dove venite? Con questo tempo? Siete temerari! No siamo Anime Guzziste (che tradotto significa dei minchioni)! Non vi invidio!! (in quel momento forse neanche noi).
Arriviamo in albergo con il buio, fradici, pioggia fredda, vento, antipioggia inesistente, terribile!
Arriva anche il Falcone, dietro Anna completamente bagnata, ma con un sorriso stampato da orecchio a orecchio. Anche lei non si è salvata. Presa dalla minchitudo di AG!!

BISATI E CALI1400 ELDORADO
Che dire del pranzo di sabato? Credo che ogni dire sia superfluo. Bisogna provare e faremo di questo posto un punto fisso del giro delta.
Non volevo riproporlo, per evitare di fare le stesse cose. Ma Lella è stata categorica!! Ma andiamo in friggitoria o non ci andiamo?? E li ho capito subito!
Poi quest’anno anche i bisati (anguille).
Nota: fra poco a Vicenza arriverà il Cali 1400 eldorado!!

DOPOCENA ETILICO
Difficile raccontare del dopocena etilico, quasi sempre è così! Chi c’è non si ricorda (per ovvi motivi) e chi non c’è non c’è. Si è sentito di brani musicali nati n quei momenti creativi, ma ormai si sono perse le tracce.
Certo che tra Vin santo, liquore al terrano, abbardente di gonario, anice, e .. lo sponsor Capitan Pipa, ispirazione ce n’era!!
Un riconoscimento speciale per Ciauzzi, per la prelibatissima bottiglia dedicata all’evento, con tanto di logo e riferimenti. Diventerà la maglietta del delta!


FENICOTTERI
Domenica mattina, giro per valli e lagune. Acqua di qua e acqua di là!!
Natura, canne, vegetazione, gattini impauriti, e Fenicotteri. Devo dire che in numerosità così importante non li avevo mai visti.

 

E’ NATO UN AMORE
Eccoci ancora sul parcheggio del Granso Stanco. Questa volta è popolato. Siamo qui dopo pranzo pronti per i saluti. Baci e abbracci, promesse di prossimi incontri, a presto a Rizzione dice Pandora! Pandoro che non trova più il blocchetto di accensione, Miriam che ha le frecce attaccate con l’elastico. Piccoli acciacchi!
Nuovi arrivi. RodWolf con il Cali1400 fresco di 6 giorni!! Credo che lo rivedremo ancora, mi deve un caffè!
Ma in un angolo del parcheggio, appartati, due piccioni si salutano, un pensiero romantico, una lacrimuccia e una bacio appassionato!!


Ornella è con me. Guarda e commenta: che marìo che go!!

Porcheria 2015 6a edizione

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di Califoggiano

Mercoledì 4 febbraio 2015: La partenza

Mi sveglio che sono da poco passate le 8.
Devo ancora preparare i bagagli e caricare il necessario per il camping sul fido Nuovo Falcone, che in box attende eccitato per la partenza.
Fuori il cielo è plumbeo e l’aria è gelida, ma tiene.. Nessuna precipitazione!
Raccolgo in una sacca il minimo indispensabile x quanto riguarda gli indumenti e poi mi avvio in box dove le operazioni saranno più lunghe: sono solito portarmi dietro un bel po’ di attrezzi quando viaggio in modo da poter risolvere a bordo strada eventuali guasti.
In realtà porto anche più del necessario e quasi sempre inutilmente, ma mi fa sentire più tranquillo sapere di avere tutto ciò che mi potrebbe servire.
Così seleziono chiavi inglesi, a brugola, chiave candela, pinze, fil di ferro, fascette, lampada, spessimetro, fili elettrici, candela, cavi freno/frizione/acceleratore, lampada spia, etc etc
Non c’è niente di peggio, del resto, che essere fermi per strada sapendo come risolvere il guasto ma senza avere gli attrezzi per farlo.
Quindi tutto trova posto nelle borse laterali, che non si sa mai.
Poi è la volta di tenda e sacchi a pelo che, chiusi in una sacca impermeabile, lego sul portapacchi.
Bene, siamo pronti alla partenza: sono quasi le 11 ed avviso Enrico (Romeo722runner) che il mio viaggio ha inizio.

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Lui è al lavoro e partirà nel primo pomeriggio, io invece ho preferito prendere ferie per partire con calma e tenere le ruote lontane dall’autostrada: ci troveremo a Genova, al porto.
Così sotto un cielo grigio inizia il mio viaggio.
Farò pianura verso Lodi, poi Pavia, Voghera ed infine Tortona da dove farò la SS 35 dei Giovi!
La Mula Encansable frulla che è un piacere, l’andatura da statale è il suo terreno.. E così prima delle 13 mi fermo a rifornire e mangiare un panino tra Voghera e Tortona.
Quando la strada inizia a salire le temperature scendono: c’è neve a bordo strada, deve essere del giorno prima ma per ora seppur sempre grigio, il cielo tiene!

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In valle Scrivia riconosco i posti dove mi son fermato lo scorso anno, nello stesso viaggio, e mi viene da sorridere ripensando ad episodi della scorsa edizione!
Serravalle, Ronco, Arquata.. Mi muovo tra le curve con ritmo allegro e mi viene da pensare allo Scrivia, questo fiume che si vede poco dalla strada ma che da il nome (ed in altri tempi la vita) alla valle.
Mi fa simpatia, lo sento vicino!
Non è un fiume come tutti gli altri, è un sognatore, uno che non si accontenta e vuole scoprire il mondo!
Infatti sebbene la via più breve gli farebbe raggiungere il mare in una 40ina di km scarsi, lui per questo viaggio ha altri progetti, sogna in grande, ve lo ricordo: vuole vedere il mondo lui.
Così punta dritto verso la pianura padana, dove dopo un centinaio di km si immette niente meno che nel Po, il grande fiume, dove avrà modo di mescolarsi ad acque alpine ed appeniniche, proseguendo il viaggio per altri 400 km prima di raggiungere, infine, l’Adriatico!

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Ecco, trovo che il suo percorso sia per molti versi simile al nostro girovagare di turisti guzzisti: per andare da A a B non seguiamo la linea retta, la più breve, perché sappiamo bene che ci possono essere infinite deviazioni tra A e B e soprattutto che non importa quanto ci si impieghi ad arrivare alla meta, perché la cosa che conta è godersi il viaggio!
Tra queste divagazioni, mi ritrovo in cima ai Giovi, dove qualche fiocco di neve prova ad intimorirmi e creare qualche difficoltà al moNorone che in effetti soffre il freddo intenso se unito a forte umidità: ed ecco che quando vado a riaprire il gas dopo un rilascio in curva, fa qualche vuoto ma poi riprende il suo incedere sicuro tra le curve.
Poco dopo sono a Genova, ma per raggiungere il porto mi sembra di fare più km di quelli che mi son serviti ad arrivare nella città della lanterna!
Prima delle 16 la Mula è parcheggiata sotto il terminal traghetti a godersi il riposo: missione compiuta anche stavolta, in barba alle pessime previsioni meteo ed al colore del cielo, posso anche dire di aver viaggiato bene.

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Passata mezz’oretta arriva Enrico e dopo i saluti e qualche battuta sul viaggio, andiamo al terminal a fare i biglietti A/R e subito dopo un po’ di spesa da consumare durante la traversata.
Il traghetto per Olbia salpa alle 19:45 ma iniziano le operazioni di imbarco solo dopo le 18 e così restiamo in attesa sferzati da un vento gelido: è il momento di bere dapprima Ichnusa defaticante e poi qualche bicchierino di Amaro del Capo per riscaldarci un po.

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Poco dopo lasciamo le moto a riposare nel ventre della nave e andiamo a sistemarci in cabina, prima di andare a mangiare.
Si chiacchiera un po’ e poi si va a dormire, cullati dal mare mosso!

Giovedì 5 Febbraio 2015: Lo sbarco

Riapro gli occhi che son le 5, decisamente troppo presto dato che lo sbarco è previsto per le 8.
Visto che non mi riesce di riaddormentarmi, decido di alzarmi ed andare verso il bar che, però, alle 5:30 è ancora chiuso!
Esco a fumare una sigaretta nell’aria frizzante del primo mattino: è ancora tutto buio e non si vede terra all’orizzonte.
Mi siedo ai tavolini in attesa che apra il bar e noto una ragazza che fa su e giù dal bagno: il mare mosso non le ha fatto bene ed in poco tempo la vedrò fare quel percorso almeno 30 volte, ogni volta col viso più bianco.. Povera!
Mentre faccio colazione ho modo di pensare ai giorni che verranno: non vedo l’ora di rivedere tanti amici, (scroto)nuragici e non!
Infatti se l’anno scorso eravamo in 4 dal continente [io, il duca (Gaso28), il marchese (Andrea Marconi) e Rugi] quest’anno siamo in 6, segno che ormai la Porcheria è sdoganata ed è entrata a far parte di quelle date che ogni buon motociclista che non metta la moto a riposo durante l’inverno, si evidenzia sul calendario!
Sono molto contento per il Console e tutti gli amici che hanno creduto in questa formula: facile andare in Sardegna in estate, molto meno banale andarci d’inverno per un raduno di 2 giorni nel nulla di un bosco!
Così quest’anno oltre a me ed Enrico ci saranno Noise e la sua kappona, cridit con la sua speed e i tatiani.. In aereo più auto a noleggio, perché l’importante è esserci!
Intanto fuori le luci dell’alba illuminano i contorni della terra di Sardegna, che ho imparato ad amare.

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La TV della sala bar mi mostra un meteo deprimente: le previsioni danno acqua (o neve sopra i 600m) in tutta l’isola, eppure siamo quasi ad Olbia ed il cielo non sembra minaccioso!
Torno in cabina a svegliare Enrico e insieme torniamo al bar, dove la povera ragazza continua il suo moto pendulo tra divano e bagni.
Finalmente torna la rete telefonica e ci possiamo aggiornare sulle novità, che in effetti sono grosse: viste le condizioni meteo inclementi e le difficoltà prevedibili per raggiungere Su Tassu, il Console ha lanciato un sondaggio per spostare la location e tornare nella pineta di Is Benas, a Mongorgiori, apprezzata cornice della scorsa edizione!
Sono già passate le 8 intanto e di sbarcare non se ne parla, nonostante abbiamo attraccato nel porto di Olbia da un po’.
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Io ed Enrico ne approfittiamo per fare il piano di giornata: SS 125 e poi 198 per arrivare a pranzo dai suoi, a Lanusei.
Finalmente si sbarca ed il moNorone sembra più allegro già dal primo avviamento: evidentemente anche lui è innamorato della Sardegna!
La 125 ormai mi è familiare eppure ogni volta riesce a stupirmi per colori e contrasti: si passa dal mare ai 1000m come nulla fosse.
L’asfalto bagnato ed il bianco sulle cime sono le uniche tracce che possono collegarsi a quanto visto in TV poco prima, perché incredibilmente viaggiamo col sole!
Facciamo qualche sosta caffè ed uno spuntino a base di salumi e formaggi che vengono fuori dalle borse di Enrico sul passo di Genna Arramene (?).

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Ormai ci siamo quasi ed il mio compagno di viaggio ha gli occhi più luminosi nel rivedere le sue terre: in lui rivedo me stesso ad ogni rientro in Puglia.
Mi propone una deviazione ad Arbatax per vedere le rocce rosse e, non avendole mai viste, accetto di buon grado!
Mentre siamo davanti a quello spettacolo arriva un messaggio del padre di Enrico che ci fa tornare nella realtà: ci stanno aspettando per pranzo, è tardi ed è ora di ripartire.

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La SS 198 che ci porta fino a Lanusei è uno di quei percorsi che esaltano il motociclista in un continuo destra/sinistra che sembra infinito e che, grazie all’asfalto ormai asciutto, riusciamo a fare a ritmi allegri.
Comincio così a limare i parapiedi in plexiglass costruiti e montati prima della partenza, evoluzione di quelli fatti coi vassoi in polistirolo di rientro dal Pinguinos 2013: la protettività dall’aria del Falcone col cupolone è impagabile, si viaggia in prima classe, però il paragambe lascia inspiegabilmente scoperti i piedi e basta già solo l’acqua sollevata dalla ruota anteriore per ritrovarsi con gli stivali bagnati e, di conseguenza, i piedi gelidi.
Con questo accorgimento anche la Goldwing ci fa una pippa 😛
Arriviamo a Lanusei verso le 14 e con immenso piacere completo la conoscenza della famiglia di Orsobruno: mi mancavano Luigi (il padre) e Pina (la madre) che si rivelano gentilissimi, simpatici ed ospitali verso l’invasore pugliorobico!
Pranziamo tutti assieme e dopo pranzo ci fermiamo a chiacchierare attorno al camino, in una bella atmosfera.
Visto che Stefano lavorerà anche l’indomani Enrico decide di fermarsi dai suoi anche per la notte e raggiungere Escalaplano il giorno dopo, così nel pomeriggio andiamo a fare un giro a trovare dei suoi amici.
Il cielo si fa sempre più nero e così salutati gli amici ci dirigiamo direttamente a casa, dove ci docciamo e prepariamo ad uscire a cena.
In pizzeria passiamo una bella serata con gli amici di Enrico e quando torniamo a casa sono talmente cotto che, appena toccato il letto, cado in un sonno profondo.

Venerdì 6 Febbraio 2015: Nella tana dell’Orso

Mi sveglio nuovamente prestissimo, ma mi alzo solo verso le 7, quando sento i primi rumori provenienti dalla cucina!
Prendo il caffè e faccio 4 chiacchiere con la madre di Enrico.
Fuori il cielo non sembra minaccioso e si prospetta una giornata discreta ancora una volta a dispetto delle previsioni!

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Piano piano si svegliano tutti e la casa riprende vita: c’è il tempo per un altro caffè mentre facciamo il piano di giornata.
Oggi ci spostiamo da Stefano (orsobruno) ad escalapano e visto che il tempo sembra clemente, nell’itinerario ci infiliamo più curve possibili!
Mentre rimetto a posto i bagagli sento rotondo, che mi comunica ufficialmente il cambio location e col quale ci diamo appuntamento dalle parti di escalaplano visto che oggi è in ferie.
Siamo pronti a partire, non prima di avere salutato calorosamente i genitori di Enrico e Stefano: dalle mie parti si dice ‘dimm a chi si figghje che t dic a chi assummigghje’ (ovvero: dimmi di chi sei il figlio che ti dico a chi somigli) ed anche in questo caso il detto popolare non sbaglia: conoscendo i figli, i genitori non potevano che essere splendide persone.

Ci mettiamo in cammino e scendiamo verso il mare, la giornata è splendida e l’asfalto è asciutto tranne che in alcuni tratti e ne posso approfittare per limare ancora un po’ i parapiedi.
Facciamo una sosta doverosa in riva al mare, vicino ad una torre di avvistamento invasori, simile a quelle che si trovano sulla costa anche dalle mie parti: segni di un tempo lontano, quando il mare invece del necessario al sostentamento, capitava portasse la morte sotto forma di navi dei mori.
Ripartiamo dopo un bicchierino di amaro defaticante.

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Lasciamo la costa e cominciamo a salire e finché la strada permette teniamo un buon passo,ma dopo poco troviamo la strada bagnata, cielo nero e neve a bordo strada: sono felicissimo di aver visto questa splendida regione insolitamente bianca, quando tutti la conoscono solo in versione estiva!
Quando siamo quasi a Perdasdefogu squilla il cellulare: il console è ad escalaplano e ci diamo appuntamento all’ufficio postale, dove orso è ancora alle prese col lavoro!
Poco dopo è il momento degli abbracci con questi 2 Amici e sono davvero felice di rivederli.

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Ci spostiamo a casa di Stefano dove facciamo un pranzo memorabile a base di culurgiones e carne, tra racconti e risate!
Dopo pranzo il console ci saluta e si avvia verso casa, dimenticando il cellulare sul tavolo: nulla di grave, se non fosse che è l’organizzatore e che è il giorno prima dell’incontro!

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Diamo un occhio alla cartina e al telefono diamo appuntamento al mio amico Alessandro (siciliano che ha cambiato isola) a Senorbì per poi proseguire assieme fino a Mongorgiori.
La vista da casa di Stefano mi ha incantato fino dalla prima volta che ci son stato: mi ricorda la Contea e mi aspetto di vedere Frodo e gli altri Hobbit da un momento all’altro..

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Enrico decide di fare un riposino mentre io e Stefano scendiamo in garage dove io stringo amicizia col suo moNorone, facendo alcuni controlli e dando a Stefano qualche consiglio per la manutenzione: se gli dai le poche attenzioni che richiede il nuovo falcone diventa inarrestabile.
La serata passa allegramente finché non andiamo a letto esausti!

Sabato 7 Febbraio: A Is Benas

Il silenzio assoluto della tana dell’orso mi fa dormire serenamente fino alle 7, e quando apro gli occhi sono di ottimo umore: oggi rivedrò un bel po’ di amici!
Dopo il necessario caffè, ognuno di noi si attiva per approntarsi alla partenza ed alle 9 siamo pronti, con le moto cariche!

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La strada verso Senorbì è ancora una volta molto bella da guidare: Stefano apre la fila, io seguo ed Enrico chiude.
Il cielo è grigio ed in alcuni tratti troviamo la strada bagnata, segno che prima di noi da lì ci è passata la pioggia.
Salendo ci ritroviamo in una nuvola, con effetto nebbia che forse vuole farci sentire a casa, in Lombardia.
Viaggiamo asciutti ed arriviamo a Senorbì dove, in attesa di Sandro e del suo R850, facciamo un po di spesa per il weekend.
Compriamo snacks, formaggi, salumi e soprattutto defaticanti di vario genere utili per la sopravvivenza delle successive ore.
Mentre sistemiamo gli acquisti nelle borse ecco che spunta Sandro: sono felice di introdurlo tra gli amici Guzzisti, si è trasferito da poco in Sardegna dalla Sicilia e non conosce nessuno.. Conosco bene sulla mia pelle la situazione e mi fa piacere aver trovato l’occasione giusta per presentargli quella speciale combriccola che sono gli scrotonuragici.
Dopo i saluti e le presentazioni ci rimettiamo in sella chè a Mongorgiori ci aspetta la festa.
Procediamo bene e proprio quando cominciamo a vedere i primi cartelli che indicano la pineta di Is Benas ecco scendere le prime gocce di pioggia.. Ma ormai è fatta, ultimo tratto di sterrato e ci si para davanti il piazzale con moto e auto ed i 2 casolari della “zona giorno” e “zona notte” che ormai ho imparato a conoscere.
Ci vengono incontro i primi arrivati e si riabbracciano un po di amici: il Console, Tonio Pistonio ed il suo amico, Nettuno e due new entry: Elbarto e la sua compagna!
Poco dopo arriva anche un affaticato Bartolini carico di legna.
Dopo le prime chiacchiere ed i primi brindisi ci avviamo anche noi a raccogliere la legna, necessaria a tenere il fuoco sempre acceso!
Arriva un messaggio di Noise e Cridit che sono in zona, gasati dal bel giro che han fatto per raggiungere la location, anche se ora hanno qualche problema a trovare la pineta.
Intanto arrivano anche i Tatiani, che pur di esserci han fatto volo+auto.. grandi!
Visto che il tempo inclemente continua a riservarci scariche d’acqua alternate a schiarite e che il vento sferzante sembra non volerci mollare, decidiamo di chiudere coi teli la zona giorno in modo da trattenere il calore del camino come avevamo già sperimentato l’anno scorso.
Però in questo modo prendiamo anche quel buon profumo di affumicato che ci porteremo addosso fino al rientro a casa: Console, visto che abbiam eletto Mongorgiori a sede ufficiale, per l’anno prossimo fai dei lavori a quella cappa mi raccomando!
Si stappano bottiglie, si provano cibarie di ogni provenienza, bagnati da vino, birre e liquori dal trasparente al rosso forte :asd:
Non siamo tanti: complice anche il meteo avverso, la maggior parte degli scrotonuragici ha deciso di raggiungerci solo Domenica, ma siamo comunque abbastanza e ben assortiti.
La serata entra nel vivo, ma come si fa a descrivere a parole l’atmosfera che si crea senza risultare banali?
Del resto, nella luce delle candele con l’aria piena del fumo del camino non si fa altro che mangiare, bere e bere e mangiare, tra racconti seri (pochi) e divertenti.

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Non ci provo nemmeno, se non ci sei stato non puoi capire.
Per la prima volta c’è anche una chitarra a fare compagnia.. E Sandro, dapprima timido, comincia ad essere inarrestabile:continua a scherzare con tutti, con sempre più fervore con l’aumentare dei brindisi.
Lo guardo e sono davvero felice di vedere che si diverte.
Man mano che l’ora si attarda, la zona giorno si spopola e quando anche Sandro dopo un po’ di canti sardi cede, rimaniamo solo io, Orsobruno e Racerrunner.
Stiamo ancora un po’ davanti al fuoco tra canzoni e racconti e quando ci accorgiamo che s’è fatto davvero tardi e ci meritiamo di riposare, i due fratelli decidono di stendere i sacchi a pelo nella zona giorno, mentre io arrivo nella zona notte, detta anche la SEGHERIA, a concerto già iniziato: non mi dispiace affatto essermi perso il primo atto, certo è che tra la decina di persone che si è rifugiata qui c’è chi ha preso davvero a cuore l’interpretazione e ci da dentro di brutto :aaah:
Cerco il mio materassino nel buio stando attento a non pestare nessuno e quando mi stendo l’amara sorpresa: è sgonfio e visto che l’avevo gonfiato con Elbarto nel pomeriggio vuol dire che è bucato 😕
E’ un peccato, è il materassino rosa con le Winx che io ed il Console abbiamo comprato al Calincontro Maremmano, identici.
Vabbè, non ci provo nemmeno a rigonfiarlo.. non avrei nemmeno il fiato per farlo.
Mi chiudo nel sacco a pelo e complici il freddo e i suonatori, fatico a prender sonno…

Domenica 7 Febbraio 2015: Scoppio!!

Dormire col materasso sgonfio col freddo e l’umidità non è il massimo della vita.
Sento il rumore della porta che si apre, istintivamente apro gli occhi e l’immagine che mi si para davanti è di quelle che non vorresti mai vedere: il Comandante Bartolini in mutande è uno spettacolo forte :aaah:
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Vabbè, tento inutilmente di riprendere sonno e dopo poco decido di alzarmi: l’aria è fredda, ma abbandono volentieri la segheria e raggiungo la zona giorno, dove trovo già qualcun’altro sveglio.
Prepariamo il caffè ed iniziamo ad attivarci con la raccolta della legna.
Poco dopo arriva Bradipone con un vassoio di cornetti per la colazione e tra risvegli e nuovi arrivi la pineta prende vita.

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Alla spicciolata, continuano gli arrivi: Ferwe, Italico, Gonario, dr Spock, Strya, etc etc..
Ovviamente nessuno arriva a mani vuote e così sul tavolo si accumula tanta di quella roba da mangiare e da bere, che è evidente che sarà un’ardua sfida riuscire a finire tutto dentone
Non ci diamo per vinti e già dalle 10 iniziamo a pranzare, con spuntini vari ed andremo avanti fino al pomeriggio, in un crescendo di formaggi, salumi, paste, carni, dolci, etc etc
Il mio amico Sandro, si porta addosso i postumi della notte brava e decide di salutarci per rientrare a casa per pranzo: non insisto per farlo rimanere perchè basta uno sguardo per capire che proprio non è in forma.

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Intanto tra i tavoli è tutto un passare di vassoi pieni di cose buone, da cui tutti attingono con gusto.
Mentre Gonario si dedica a preparare la pasta, la compagna di Ferwe con grande abilità si prende cura del fuoco e delle braci su cui andremo a preparare la carne: ma perchè non era con noi già dal venerdì?
Dopo la pasta, la carne e le torte salate, pur se inizio a sentirmi scoppiare, continuo a mangiare: è un continuo viavai di amici che, vassoio alla mano, ti offrono qualcosa da provare.. e come fai a dire di no?

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Dopo aver ingurgitato quantità di cibo inimmaginabili, il mio stomaco chiede pietà. Ma il viavai continua e rifiutare proprio non sta bene…
Inoltre si sono aggiunti alla tavolata anche dei cacciatori di passaggio, che ovviamente non mancano di offrire formaggi, funghi e tutto quello che prevede il loro spuntino.
Per uscire da questa situazione ed evitare di scoppiare, trovo la soluzione con la compagna di Elbarto: tenersi il piatto con qualcosa dentro da finire, è l’unico modo per riuscire ad uscire vivi da questa situazione, senza offendere nessuno :asd: :asd:
Inizia anche il giro degli alcolici, un altro viavai di gente con intrugli vari, pronta a riempirti il bicchiere fiera di farti provare la propria specialità.
Provo tutto, ma senza esagerare che- porc@troi@- tra non molto sarà ora di mettersi in moto per raggiungere l’imbarco :crying:
Ho il magone, quando arriva il momento dei saluti: sarà anche per lo stomaco in rivolta, ma non mi piace per nulla andare via mentre gli altri si attardano.. vorrei restare ancora e godermi fino all’ultimo minuto questa fantastica compagnia.. ma il traghetto non consente 🙁

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E’ proprio in questo momento che decido che mai più partirò la Domenica, cercherò di trattenermi ancora e ripartire il giorno dopo (cosa poi puntualmente avvenuta col Calincontro di Ottobre).
Abbraccio e ringrazio tutti e mi complimento col Console per la riuscita. :clap: :clap:
E’ il momento di andare.
Il moNorone borbotta tranquillo e si mette in scia della Nevada di Enrico: visto che sono quasi le 17 ci tocca una bella tirata in 131 fino a Porto Torres: nonostante il vento e le nuvole pesanti, filiamo lisci ed asciutti fino alla meta.
Una volta sulla nave ceniamo in cabina con gli avanzi della Porcheria e, dopo diversi racconti dei giorni appena trascorsi accompagnati da vari bicchieri defaticanti, la stanchezza prende il sopravvento e benedico il materasso della cabina :ok:

Lunedì 9 Febbraio: il ritorno

Mi sveglio con gli annunci della Tirrenia che sono quasi le 7, la vista dall’oblò ci fa sorridere: la giornata promette bene, finalmente!!

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Liberiamo la cabina e saliamo a prendere un caffè: decidiamo di goderci anche il rientro evitando l’autostrada in favore del susseguirsi di curve della Val Trebbia.
L’aria è fredda ed appena cominciamo a salire sull’appenninno ligure ci ritroviamo in mezzo alla neve, col termometro che arriva fino a – 4°, nonostante sia ormai quasi mezzogiorno.
La scelta della strada è stata ottima, è uno spettacolo vedere tutto imbiancato in una giornata di sole:

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Poi scendiamo fino a Piacenza dove facciamo sosta pranzo in un bar.
A vederci in moto i piacentini non si capacitano 😯 , c’è neve dappertutto ed anche parcheggiare in effetti è difficile.
Mangiamo un primo al volo e poi è il momento dei saluti anche con Enrico, ottimo compagno di viaggio :volemose:
Ci abbracciamo con un arrivederci a presto, vista la vicinanza.
E così rimango solo col ticchettare regolare del monocilindrico ed un sacco di pensieri nel casco: sorrisi, racconti, sapori, emozioni, panorami..
La pianura padana completamente bianca è uno spettacolo, la neve copre tutto e rende diversi i paesaggi che ormai mi sono familiari.
Arrivo a casa che c’è ancora luce e ne approfitto per dare una sciacquata alla moto, che ormai è sotto sale :help
La lavo, asciugo con un panno e le dò una carezza sul serbatoio: mi ha regalato un’altra bella avventura senza fare neanche un capriccio :love:
E così va nell’archivio dei ricordi anche la mia seconda Porcheria.
Un raduno selvatico basato sulla generosità dei partecipanti, in cui si finisce col mangiare di più che per il pranzo di Natale.. :asd:
Inutile mettersi a dieta dopo le feste natalizie perchè in realtà..

La Porcheria tutte le feste si porta via!!!

Fine

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