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Racconto di Vladimiro

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Una delle cose più belle dell’Incontro di Primavera è leggere i resoconti, le impressioni e le emozioni di quelli che c’erano.
Per me è sempre stata la naturale prosecuzione del raduno. E’ una questione di “gola”. Non basta mai e ne vorrei ancora un po’ e poi ancora, ancora… così mi ritrovo sia a rivivere quelle emozioni a cui avevo partecipato ma anche a vedere, attraverso gli occhi di c’era, tutte quelle mille piccole/grandi storie successe dietro l’angolo, a cui non ho potuto partecipare per le mille tessere (di AG) del grande mosaico che compone l’Incontro di Primavera.

Quindi, brutti pigroni bastardi e infami non tenetevi tutto per voi. Scrivete, condividete e fateci sognare ancora un po’! Dilungatevi, scioglinguatevi, sbrodolatevi in fiumi di parole in racconti, storie, romanzi e poemi… escitelo il Manzoni che è in voi!

A questo punto non mi resta che fare la mia parte, no?
E allora Vladimi’, dajie de resoconto! Ennamo!
Quest’anno, per me, è un anno veramente speciale. I figli sono ormai cresciuti e si gestiscono da soli, quindi la mia dolce signora, nonché mamma dei tre “pargoli”, ha potuto, finalmente, partecipare all’Incontro di Primavera. Ok, mi sono detto, quest’anno l’Amore Cosmico sarà anche condividere quell’atmosfera magica, che solo le Anime sanno creare, con la mia Titti… e allora il LeSPans, da divoratore di curve e piegoni a velocità warp, si trasforma in una paciosa Tourer con tanto di borsa da serbatoio per liberare la sella al secondo passeggero.

Ah, si! E’ vero… c’è anche quell’altra storia che adesso sono Presidente di Anima Guzzista… una sciuocchezzuola… che volete che sia…

Quindi abbiamo passato due giorni a preparare le magliette (della taglia richiesta abbinata al nome) con la patch dell’incontro e i buoni per il pasto… che poi ho visto non sono così necessari, tanto alla fine si contano i partecipanti e se il numero corrisponde a quelli previsti è tutto a posto… se c’è un infiltrato scatta la caccia al “portoghese” che poi lo si lega ad un palo e lo si percuote con un cardano sotto le piante dei piedi dopo averlo cosparso di Sint 2000… dopo lo si scioglie lo si lascia alle cure del Berghella (che è medico) che lo assisterà rimettendolo “a posto” come la sua moto… colpirne uno per educarne mille!
Vabbe’, insomma: fogli di excel con tutti i dati, montagne di magliette (centocinque!) divise in blocchi da 10 un ordine alfabetico… tutto in uno scatolone che… per fortuna (nostra) e sfortuna di Peppone col mal di schiena (viene col furgone) gli “molliamo” allegramente invece di dovercelo dividere tra le moto in partenza da Roma.

I preparativi, quindi, non sono stati tanto il caricare e gestire gli spazi a disposizione ma portare il necessario tecnico/burocratico/amministrativo per il raduno. Una montagna di fogli stampati, la cassa, i timbri, gli assegni… oh, non ti scordare i moduli per lo scarico che vedrai che qualcuno se lo dimentica, i testi delle canzoni per il concerto.. e poi lo Sciupafemmine e gli zuccherini e qualche indumento di ricambio ma si dai, poca roba tanto a maggio mica fa freddo…
Tutto ok. Tutto previsto. Comprate tute antipioggia uguali così facciamo un figurone. Fatto. Copriscarpe impermeabili. Fatto. Guanti leggeri di ricambio e gilet termico con spille (la Sacra Sindone di AG). Preso e caricato. Tutto a posto. Perfino lo spazio lasciato libero per le mozzarelle da riportare a casa. Grande organizzazione con lo spirito giusto… che poi è una delle cose più belle di un viaggio: la preparazione. Un rito che è come un antipasto, non sei sazio ma cominci a gustare qualcosa di buono…

Quindi il giorno fatidico sveglia alle 4.45. Doccia e preparare bidone di caffè… anzi no lo prendiamo al bar dai! Sveglia BeppeTitanium (che ha dormito da noi) e Titti… finalmente si parte! Appuntamento alle 6.30 sull’autostrada dove troviamo Nicola e Alisa, Andrea e poi Marco con Liliana e Chiara… caffè (ci vuole) e via!

Cava dei Tirreni… Cava…. si adesso c’è l’uscita… no forse… la prossima di sicuro è… ok, abbiamo allungato un po’ e siamo passati da Salerno/Vietri… però alle 9.25 eravamo lì. Tra i primi!
…e allora comincia l’Amore Cosmico con baci e abbracci e la gioia di rivedere belle persone che putroppo frequenti sempre troppo poco e poi facce nuove e istintivamente simpatiche e straordinariamente affini e partecipi già da subito come Pietro e Vivia con l’SP (chi ha l’SP è più figo, più bello e decisamente trendy. L’uomo con l’SP non chiede mai, è fuori dal coro e si distingue per personalità e carattere… ed è sempre accompagnato da donne straordinarie!) e poi Franco e Antonio e Pina e… sempre di più ne arrivano e monta quella bella sensazione di piacere e sicurezza. Sono a casa, tra Anime e Guzzi.

Il gruppone alla partenza si disperde subito. Dico a Nello: vado a fare benzina e quando ripasso partiamo tutti. Ok, mi dice, vi aspettiamo. Infatti appena torno dal benzinaio non c’è più nessuno. Partiti. Spettacolari! Nella miglior tradizione di AG come c’è una strada e delle moto non ci capisce più niente nessuno e come un’orda di assatanati una settantina di moto invadono le strade della Costiera Amalfitana in ordine sparso.

La spettacolare e meravigliosa strada della Costiera si snoda, tortuosa e trafficata anche solo con tre macchine, in un film di favole… tutto sembra quasi finto per quanto è bello e perfetto. Ville e case a strapiombo sul mare, ristoranti con vista e menù memorabili… e di tanto in tanto paesi incastrati tra gli scogli con spiagge dal mare blu ma propro blu.

Sosta (dove il gruppo si ricompatta) a Minori dove la pasticceria Sal del Riso (prendere nota) ha un assortimento SPETTACOLARE! … Delizia al Limone. Segnatevela. Se passate di lì, fermatevi e assaggiatela. Dopo non sarete più gli stessi.

Si riparte compatti… curve, curvine e curvette, mezzi tornanti e gruppi di case… ogni auto che si incontra si sorpassa con molta difficoltà. Per fortuna arriviamo ad Amalfi e per fortuna che è venerdì ma per fare 3 chilometri ci mettiamo mezz’ora. Il caos totale. Posto stupendo ma con una strada sola dove auto, pullman, autobus, camioncini, autobotti, biciclette, motorini, skateboard, carrozzelle, tricicli, batmobile, vecchiette col bastone e tutti i Flinstone con l’auto delle caverne si sono incastrati in un doppio senso con strettoie e tunnel scavati nella pietra. Un girone dell’Inferno ambientato in Paradiso…
Alla fine ne veniamo fuori con i motori più che surriscaldati e le frizioni che iniziano ad incollare…
Si sale verso Furore. Tornanti e rettilinei per arrampicarsi su una scogliera a picco che se guardi giù sembra di stare in aereo… indimenticabile. Poi il valico verso Agerola e… pùf! Siamo in Trentino! Boschi, nuvole basse, freddo e un po’ di pioggia… montagne e case con gli infissi con i doppi vetri… la strada è bellissima, col sole, ma gli occhi non si staccano dall’asfalto bagnato… infine Gragnano. Si parcheggia al coperto e ci si siede al tav… ooopss.. no… non tu, mi dico, gli scarichi di responsabilità! Le magliette, i buoni pasto… la conta dei presenti!
Per un attimo vedo Rosella e Alberto vicino a me che mi guardano e sorridono… chissà cosa voleva dire, mah!
Pranzo per 74 Anime affamate a base di pasta. Il mega pacchero. Le simpatiche ciotole di Vietri… il vino rosso frizzante! (piaciuto molto algli amanti del Lambrusco… ma io sono più da Barolo o, vista la latitudine, da Aglianico).
Caffè… e pago il conto col mio primo assegno da Presidente. aho’ ero emozionato e mi tremava un po’ la mano, ci credete? …timbro, fattura, saluti e si riparte…
Stavolta niente strade trafficate eh?
Ripassiamo da Amalfi.
Il delirio si ripete. Ok un po’ meno, anche perchè con un po’ di zigzag garruli e leggiadri svicoliamo quel tanto che basta per deviare verso Ravello.
Sosta per il caffè in una delle più belle piazze della Costiera. Peccato sia nuvolo. Chiacchere, sigaretta e poi via verso i monti passando per il valico di Chiunzi dove ci attende un panorama mozzafiato su una città infinita distesa su una piana costellata di serre, il mare in fondo e il Vesuvio a chiudere lo sfondo. Terribile e bellissimo allo stesso tempo.
Autostrada da Nocera Inferiore e dritti fino a Battipaglia e poi statale per Paestum. Il camping Nettuno ci accoglie stanchi ma felici.
Prendiamo possesso dei bungalow modernissimi, rifinitissimi e con tutti i comfort all’ultimo grido: cucina, acquaio, frigorifero, bagno con doccia e water ovviamente senza il bidet che ormai non è più di moda, letto singolo nel soggiorno e camera da letto con armadio. Il tutto in 15 metri quadri scarsi. Però davanti c’è un portico con tavolo e sedie che si rivelerà utile…
La cena al camping è un po’ triste… complice la stanchezza ci trasciniamo avanti e anche il servizio è lento… se non fosse per le moto in bassorilievo di Ettore Gambioli messe in vendita per la prima volta (9 pezzi venduti in 10 minuti) il resto è confinato in piacevoli chiacchere tra i partecipanti… fino alle 23.30…
Nello compie i suoi fatidici 50 anni e “al volo” avevamo organizzato una festa a sorpresa con tanto di torta. Ok è tutto pronto… facciamo il giro, come cospiratori, per avvertire tutti dell’imminente festicciola ma… ma Nello dov’è? Cerca e cerca e… è andato a dormire! Porc! Ma noi volevamo… sarebbe stata una bella sorp… niente. Tutto rimandato ai 60 anni… speriamo si sia svegliato per quel giorno.
Ma nulla è perduto! Anzi! Il caso vuole che Pietro (da Palermo) compia gli anni… appena dopo mezzanotte! Così la torta arriva con tanto di candelina e Pietro, incitato dalla folla osannante, affonda il viso nella torta con un morso goloso che gli lascia la bocca e la lunga barba pieni di panna! Bravo! Così si fa!
La notte poi passa in un lampo e, al mattino, arriva Benjs a farci da guida fino a Rofrano. Partiamo in gruppo e il serpentone di moto, ormai prossimo alle cento Aquile, si snoda nel Cilento che tra nuvoloni e squarci di cielo sereno ci mostra panorami da cartolina tra il mare e i monti. La strada si fa sempre più invitante e, nonostante l’asfalto bagnato, invita a guidare con più ritmo. Molto bello.
Arriviamo quindi a Magliano Vetere, lungo il percorso, e Benjs fa segno di fermarci e parcheggiamo nella piccola piazza tenuta sgombra per l’occasone. In un lampo capisco (Benito saluta e sembra conoscere tutti) che siamo nel suo paese e che… ci hanno preparato un piccolo “spuntino” di benvenuto! Per cento motociclisti! Incredibile! Un’accoglienza calorosa e un grande tavolo imbadito di pizza bianca appena sfornata e tanti piatti: dal formaggio di capra (fresco, una vera delizia) alle tartine con olive agli affettati che… oddio buonissimi, eccezionali, dal sapore intenso e dimenticato… insomma non era quella roba da frocetti che ti tocca comprare dal salumiere (in pizzicheria da noi a Roma) e che non è nemmeno lontana parente di tutte quelle bontà che ci stavano offrendo. Il tempo per un bicchiere di vino e poi ripartiamo. Le strade curvose, inviterebbero ad una guida decisamente più allegra ma l’asfalto bagnato e qualche goccia di pioggia ci costringono ad un’andatura più che turistica. Passiamo tra vallate e boschi verdi e bellissimi, il percorso sembra non finire mai quando ecco un cartello ed una strada in discesa, siamo arrivati al ristorante da Cono.
E’ stato come passare in un tunnel spazio-temporale ed entrare in un’altra dimensione.
Cono. Zio Cono. Come descriverlo… capelli e barba bianchi lunghi ed crespi uniti ad una carnagione scura con un volto segnato dalle esperienze della vita ed un naso schiacciato ne fanno una figura metà santone e metà abrigeno australiano.Con la dignità e il carisma che gli vengono dalla disarmante semplicità e candore che emana, un fauno dei boschi ormai accasato che ricorda le sue radici attraverso la musica, l’ospitalità e una cucina genuina dai sapori squisiti perchè veri. Anche l’ambiente è più un rifugio di montagna che quello che ci aspetterebbe da un ristorante nel Cilento, le mura sono piene di foto e ricordi e il locale, riempito da un centinaio di Anime, trabocca di risate e di allegria. Abbiamo perfino avuto l’onore di un gruppo locale (amici di Zio Cono) che si è esibito per noi in una Tammurriata con tanto di testo all’impronta che salutava i motociclisti e il Presidente! …non ho capito una sola parola di quello che stavano cantando ma Zio Cono me ne ha fatto un riassunto in tempo reale… emozionante.
Ah, e in tavola? Vogliamo parlarne? Tutto molto semplice ma molto, molto, molto buono. Dai fusilli cilentani fatti a mano alla salciccia magra (eccezionale) al pollo buonissimo e anche l’insalata (dell’orto di famiglia) aveva un altro sapore… fino alla buonissima torta a sorpresa, che ci hanno dedicato, era fatta dal figlio “in casa” con ingredienti nostrani… Da Cono a Rofrano (SA) ricordatevelo, segnatevelo e se passate da quelle parti merita assolutamente una “visita”.
Ovviamente la partenza si complica per l’effetto “pieno de panza” con in più un cielo plumbeo che minaccia pioggia… cerchiamo la strada più rapida per il ritorno invece del bel giro fino a Palinuro… ci coglierà un diluvio ad Agropoli (eravamamo quasi arrivati… porc!) e complice la superstrada chiusa e la completa, totale assenza di cartelli stradali che ci guidassero verso Paestum siamo arrivato al camping stanchi ed “umidi”…
Quindi resta giusto il tempo di prepararci per la serata. Un po’ di make up e il parrucchiere mi sistemano per il concer… ma no, dai! Ma che mi sto montando già la testa?… una aggiustata, una lavata e via alle prove della GLBB all’hotel Cristallo.
Piove ad intermittenza e con Titti decidiamo di prendere la moto per gli ottocento metri fino all’albergo… e visto che, al momemto, fa solo qualche goccia non prendiamo nemmeno il casco. Ok, non si fa. Dovrei dare l’esempio come Presidente? …ma ogni tanto le regole vanno infrante, dai!
Quindi via, andiamo e… il diluvio universale ci punisce dopo pochi metri! Arriviamo fradici e col make up rovinato!
La band quest’anno è rivoluzionata: svizzeri, abruzzesi, romani, zagarolesi e napoletani… un bel mix di Anime musicali ma trovare l’affiatamento richiede tempo che non abbiamo… e soprattutto nelle partenze e nei finali siamo in difficoltà…
Complice il maltempo il ristorante si riempie a rilento… sono tutti ad asciugarsi o a cambiarsi, così approfitto per premiare Liliana per gli splendidi cupcakes col 57 e Tatiana per essersi tatuata sulla spalla il 57 di AG. Splendide!
La serata procede e finalmente si cena. Devo dire che diffido sempre degli hotel/alberghi per quanto riguarda il mangiare… di solito non hanno una mole di lavoro tale da doversi “impegnare” in cucina ma questa volta sono rimasto piacevolmente sopreso. Piatti ben preparati e molto buoni, servizio eccellente e rapido. La pasta con i frutti di mare era eccezionale e i fusilli zucchine e scamorza da urlo… il fritto di mare caldo e croccante… vino buono e bibite a richiesta. Un full inclusive davvero ben fatto.
Ma ecco il richiamo dell’Amore Cosmico ci porta ad iniziare il concerto.
Mannaggia quella porcaccia miseriaccia boiaccia… ho il mal di gola. Pioggia, Umidità, a tratti caldo e poi freddo sempre in moto mi hanno fregato. La voce si abbassa (come se non lo fosse già) e tossisco spesso… l’ideale per cantare!
Stringo i denti ma Barry White in confronto era un soprano, fortuna che il bravissimo Silvano alla chitarra, Ciro alle tastiere e Nicola al basso sanno il fatto loro… Io senza voce e Walter alla batteria si è sacrificato per la GLBB perchè in effetti un bel manico con la chitarra ma ci mancava un pestatore di tamburi… (grande Walter, grazie, davvero!) e poi Toni, Peppe e Gianluca…
Che dire, il concerto è stato esaltante anche se a tratti “se semo proprio persi” ma grazie a Ciro e Silvano ne siamo usciti fuori… Simpathy for the devil è venuta benissimo con un Gianluca che l’ha cantata divinamente… io col vocione ho fatto i rock’n roll che sembravano cantati più da un trans che altro… però, complice l’open bar, la voglia di divertirsi ha preso il sopravvento e l’Amore Cosmico ancora una volta è stato tra noi.

Un grazie speciale alla mia Titti al suo primo Incontro di Primavera.
Finalmente ha condiviso e vissuto l’Amore Cosmico, ha conosciuto tante persone belle e gajiarde… tutto in prima persona invece di sentirselo raccontare da me per giorni interni al rientro! …e poi quando piega il LeSPans.. lei mi segue! Ennamo!

DE AIS OV DE TAIGHER

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Vallelunga 2/3 Aprile 2016 – Meeting di moto d’epoca in pista.

Testo e foto di Vladimiro Corbari

Basta parlare di moto. Ma si, dai. Sono bellissime, tutte lucide e piene di particolari pregiati, ma basta. Sembra che sono loro a correre e vincere. Invece no, c’è un altro componente fondamentale che bisogna considerare: il pilota.

Sembrerebbe banale ma qualcuno deve girare manopole, tirare leve, spostare il peso per contrastare la forza centrifuga in curva ed è sempre nel “fine” bilanciamento di queste attività che si può guadagnare o perdere molto nel risultato finale di una gara.

Quindi guardiamoli meglio. In questo caso le differenze fisiche contano relativamente. Ho visto piloti “in carne” guidare con sopraffina e leggiadra bravura e piloti atletici, goffi ed insicuri. Non c’è una vera e propria “regola” , anche se, ovviamente, lo stato di forma fisica incide comunque parecchio.

Eppure c’è una cosa che ho notato che li unisce tutti. Bravi ed impacciati, professionisti e principianti, grassi e magri, alti e bassi: lo sguardo.

Pochi lo notano, vista l’impossibilità di vedere certi particolari durante una gara. Eppure, gli occhi, ci raccontano una storia fatta di concentrazione e determinazione, di impegno e addirittura di cattiveria nell’aggredire la curva “difficile o nel passare un avversario.

Ecco. La determinazione, la voglia di riuscire, di sfidare e vincere le difficoltà per gioire ed essere orgogliosi dei propri risultati.

Certo non tutti possono guidare come Mike Hailwood o Valentino Rossi, ma poco importa. La passione per la moto porta con sé l’appagamento già nel partecipare.

Quindi guardiamoli questi occhi, cerchiamo di capire ed immedesimarci nei pensieri e nello stato d’animo del pilota in quel momento, perché è vero che gli occhi sono lo specchio dell’Anima.

Le foto sono state scattate a Vallelunga durante le gare disputate il 2 e 3 Aprile 2016 nelle categorie: Gruppo 4B/Gentlemen Cup/Guzzi ed Endurance.

Una promessa è una promessa

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Vanessa e il suo Paolo che gareggia col Team Pane&Nutella nell’Endurance

di Vanessa Marcelli

“Ok, ci penserò ma non ti assicuro nulla!!”….. Come non detto, eccomi qui a scrivere due righe sulla gara di Endurance corsa a Vallelunga domenica scorsa.

Ventisei equipaggi alla partenza, giornata assolata e piacevole, niente di epico; insomma, nulla a che vedere con la notturna piovosa di Misano della scorsa stagione.

Il report della gara lo lascio fare a chi sa scriverlo meglio, a chi guarda la griglia di partenza stampata su fogli volanti che passano di mano in mano nei box; a chi scruta i tempi di gara giro su giro, a chi conosce i nomi e le storie di tutti quei personaggi che si aggirano come in una bolgia infernale all’interno del paddock.

Io voglio riavvolgere il nastro e farlo ripartire ai giorni che precedono questo evento sportivo, quando il telaio , sorretto dai cavalletti, giace sul nostro banco di lavoro in attesa di essere trasformato in una moto da competizione.

L’Endurance è la prova regina delle competizioni, pone sfide lunghe e tortuose non solo per i piloti ma anche per i preparatori.

Una gara nella gara, quella che inizia nelle officine e negli anonimi garage dove i meccanici devono ottimizzare l’equilibrio tra potenza motore e affidabilità, il tutto rimanendo nelle regole imposte dalla federazione.

Si, perche, quelle che corrono non sono moto sportive leggere e ultra tecnologiche, sono derivate di serie: SERIE ANNI 80!

Ci sono da mettere in conto fatiche indicibili, ore e ore a sporcarsi le mani, lavori di rettifica, fresa e tornitura per poi accorgerti che devi rifare tutto dall’inizio .

Le lancette dell’orologio e i giorni del calendario scorrono veloci e arcigni, devi dividere il tuo tempo tra lavoro ufficiale, famiglia e moto e spesso il letto diventa solo un miraggio per poche ore che dedichi al tuo riposo.

Arrivano i giorni appena precedenti alla gara, a volte riesci a testare il tuo lavoro, altre volte, invece, la mancanza di tempo e gli impegni ti costringono ad accontentarti del solo ascolto del rombo del motore.

E’ ora di passare a curare tutto quello che c’è intorno: sospensioni, cambio, cardano , impianto elettrico e frenante.

Solo quando tutto è pronto e funzionante è ora di passare all’estetica e solo in quel momento ti accorgi che le carene sono state estremamente rovinate dalla corsa precedente e allora ci sono due scelte: rivernici tutto o chiudi gli occhi e così com’è? Spesso si sceglie la seconda opzione dicendo a te stesso che la prossima volta ci si preparerà prima e meglio ma , in realtà, sai già che non sarà così!

Agli occhi di un profano il lavoro potrebbe sembrare concluso invece….. si devono fare le legature, preparare i pezzi di ricambio, le chiavi, le batterie di scorta perché a volte si sceglie di andare senza alternatore.

Carichi tutto sul furgone insieme all’indispensabile per dormire : tenda, sacco a pelo, materassino o brandina a seconda dei gusti; già perché si potrebbe andare in albergo ma, viste le spese sostenute nella preparazione della moto, la tenda è un’ancora di salvezza per le proprie finanze.

Dopo chilometri e chilometri di strada arrivi all’autodromo , saluti gli amici e i tuoi compagni d’avventura, mangi qualcosa dinanzi al camper di un tuo collega oppure nei box allestiti come se fosse in atto una festa dell’unità all’insaputa del presidente del consiglio.

Vai a prendere il caffè da un altro team ancora, come se fossimo diventati un piccolo villaggio dove la casa del vicino è un po’ casa tua, solo che il padrone è di un’altra regione e porta con se un caffè diverso da quello che bevi di solito, abbiamo sorseggiato quello del marinaio, corretto e ribollito con un liquore a me sconosciuto; due chiacchiere sulle sensazioni che ogni moto ci trasmette e poi tutti a nanna nei propri bivacchi.

Il mattino è carico d’impegni: verifiche, briefing e prove e se hai culo la moto è perfetta e hai conquistato un buon posto in griglia, ma di solito questo succede agli altri, a te , invece, capita di dover rismontare tutto perché un paraolio non ha funzionato a dovere oppure il cardano ha iniziato a fare rumori strani .

C’è chi poi è più sfigato di te e non riesce a rimediare e dopo tanta fatica resta lì a guardare la corsa degli altri.

Nelle ore prima della gara stiamo lì  intorno alla protagonista a ricontrollare la bulloneria, le legature e le leve perché la sicurezza non passa mai in secondo piano visto che al traguardo veniamo ripagati solo ( si fa per dire) di orgoglio e soddisfazione

Il tempo passa e negli ultimi minuti nei box cala come un sipario il silenzio , spezzato solo da brevi discorsi sulle strategie di gara.

Ognuno ha il suo compito: sulla pista c’è chi tiene su la moto e chi si schiera dall’altro lato pronto a fare una partenza alla le mans, le sirene dell’autodromo fanno sentire la propria voce stridente, al muretto c’è chi avvia il cronometro e comunica all’altro quando e cosa scrivere sul tabellone per far sapere al pilota il da farsi, poi ci sono quelli che attraversano ripetutamente la corsia box per chiedere informazione e prepararsi al cambio.

Tutto scorre veloce e carico di emozioni, c’è chi rientra solo per fare cambio pilota e rifornimento e chi invece per cercare di risolvere i problemi tecnici che non ci abbandonano mai.

Aquile al Pestum – 17° Incontro di Primavera

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Ci siamo! Preparate i bagagli, caricate la moto perché stavolta ce ne andiamo in Campania, anzi, in Magna Grecia! I bellissimi templi di Paestum, se hanno resistito per più di duemila anni, non si sconvolgeranno più di tanto all’arrivo di una folta schiera di Guzzisti!

Abbiamo studiato un percorso cultural-eno-gastronomico… però pieno di curve e panorami spettacolari. Avremo la possibilità di goderci la Costiera Amalfitana per poi arrivare a Gragnano per il pranzo in un pastificio.

La Costiera Amalfitana, che vi devo dire? Cosa posso dire? E’ stupenda, è bellissima è… facciamo così, io non scrivo niente a riguardo e voi vi andate ad informare sul web e scoprite quello che vi piacerebbe vedere… quello che dovete sapere è che dal luogo dell’appuntamento:

Venerdì 13 Maggio, appuntamento ore 9.30/10.00

https://goo.gl/maps/YbEhGzRe8bD2

Faremo un primo “assaggio” del percorso sulla Costiera, con tutte le possibili varianti a disposizione. Sarà difficile, per questa parte, rimanere tutti uniti a causa della strada panoramicissima ma stretta e trafficata. Quindi sentitevi liberi di fermarvi o visitare quello che più vi piace… tanto il percorso è studiato per circumnavigare la penisola Sorrentina da “sotto in su” …e “su” c’è Gragnano! L’importante è arrivare in tempo per non far scuocere la pasta…

Programma

Venerdì 13 maggio

Mattino

https://goo.gl/maps/mA2Smigofm22

Gragnano, cito da wikipedia: è conosciuta a livello europeo come la Città della Pasta. In Italia è infatti la città che produce ed esporta la maggior quantità di pasta, soprattutto maccheroni.

Dal 2013, la tipicità della produzione di pasta ha avuto il riconoscimento europeo dell’Indicazione geografica protetta “Pasta di Gragnano”.

No, dico, maccheroni! Già vedo orde affamate di Anime piombare come falchi sui piatti di pasta per poi finire col classico limoncello, satolli come pupi. A quel punto si vedrà di che “pasta” siete fatti!

(battutona!… adesso, di solito, passa Nello col cartello “applausi”)

Pranzo a: La Locanda della Pasta di Gragnano

Via Nuova San Leone 2
80054 – Gragnano (Na)
www.lalocandadellapastadigragnano.com

Prima del pasto si svolgeranno le iscrizioni/conferme all’Incontro di Primavera.

Si consegnerà il modulo di scarico di responsabilità e si riceveranno i “pass” per i pasti.

Solo, e solamente in quel momento, verranno consegnate le magliette (comprese nell’iscrizione) del Tour della GLBB – Live in Cilento da indossare rigorosamente al concerto del sabato sera.
Poi tutti a tavola!

Il pregevolissimo menù:
  • Antipasto: prodotti tipici dei monti lattari: bocconcino di Fior di latte – salumi  paesani – verdure di stagione grigliate – bruschetta al pomodoro.
  • Primo: Caccavella IGP, il formato di pasta monoporzione più grande al mondo, servita in un simpatico tegamino di terracotta vietrese: fatto a mano
  • Primo: Cavatappi  igp  immersi in fonduta di bufala e zucchine
  • Primo: Pasta  &  Fagioli: Mista corta IGP con  fagioli  “la nostra pasta composta da  5 formati a trafila unica”  servita in una simpatica Pentolaccia di terracotta artigianale vietrese.
    (notare i tegamini e le pentolacce “simpatiche”!)

Pomeriggio

Per il pomeriggio molte possibili soluzioni:

  • Per i turisti: Siamo a due passi da Pompei (dal 1° aprile al 31 ottobre: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.30 – ultimo ingresso ore 18.00
  • Per i turisti 2: la Costiera Amalfitana, stavolta a scendere, per vedere quello che c’è sfuggito all’andata… però passando per Agerola arrivando a “piombo” sul mare godendo di panorami indimenticabili.
  • https://goo.gl/maps/8dig2yZu7Cr
  • Per chi è stanco o ha fretta di arrivare al campeggio e sistemarsi:
  • https://goo.gl/maps/LxinmbGcVDt
  • Per i vogliosi di qualche curva:
  • https://goo.gl/maps/fzJesc8sRrp

L’indirizzo del campeggio è:

Camping Nettuno
Villaggio-Campeggio
via Laura mare 53
84047 Paestum (SA) Italy
http://www.villaggionettuno.com

Quindi arrivo e sistemazione in campegg…vabbe’ è più un villaggio turistico, quindi ci sono i bungalow con tutti i comforts e letti col materasso e le lenzuola pulite così da riposare le stanche membra…

Doccia, cambio di abiti con quelli più comodi per la serata e poi si cena.

E adesso pizza!

Visto che siamo nel regno dei pizzaioli, tra piantagioni di pomodori e allevamenti di mozzarella che c’è di meglio di tanti, tantissimi assaggi di pizze diverse finchè “la panza nùn scoppia”? (cit – Er Chiavica – Il Galateo? Se semo magnati pure quello – Ed. Er Monnezza)

Il pregevolissimo menù:
  • Salumi, mozzarella, ricotta, frittelle
  • Giro di pizze

Poi tutti a letto! …che se lo avesse detto il Tatuato sarebbe tutt’altra cosa, invece riposate e ricaricatevi di energie per un sabato gajiardo! …ma poi fate ‘mpo’ come ve pare ‘ché sete abbastanza grandicelli ormai!

Sabato 14 Maggio, partenza ore 9.00

Mattino

Colazione all’italiana Cappuccino o Caffè o the e cornetto.

Poi benzina, gomme, olio, pisciatina e alle 9.00 si parte!

Oggi andremo a scoprire il Cilento. Quello vero, lontano dai posti turistici, dove se entri in un bar ti guardano come se fossi un marziano e, al massimo, ti domandano di chi sei figlio, così tanto per inquadrarti meglio. O sei di famiglia o se vieni dal Nepal come da Rieti sei sempre uno “di fuori”. Ok, è vero, siamo tutti un po’ di fuori… ma le cause sono altre e insomma… vabbe’, non ci sputtaniamo subito così, dai…

Questo è il percorso che sequiremo:

https://goo.gl/maps/oBbQyZCMWzK2   (Corretto 11/05/2016 21:33)

Il percorso ci porterà in un Cilento montano, così vicino al mare e, al tempo stesso, così lontano. Paesaggi quasi “alpini” si alterneranno a valli che sfociano sul Tirreno ricomponendo così l’immagine classica del sud Italia. Molto poetico. Però è già un paio d’ore che guido, guido e non ci vedo più dalla fame!

Ed ecco, che tempestivamente, arriviamo a Rofrano. Ridente (si dice sempre, no?) cittadina sulle pendici del monte Cervati, diventata famosa per…

Cito, sempre da Wikipedia: Rofrano può vantare il primato di paese dove viene per la prima volta studiata la dieta Mediterranea.

Ok. Siamo al posto giusto ed infatti ci fermiamo subito in un ristorante appena fuori del paese: Da Cono.

Da Cono
San Menale (SA)
dacono.it

Il pregevolissimo menù:
  • Antipasto: Alla Rofrano
  • Primo: Fusilli alla Rofranese
  • Secondo: Grigliata tipica di Rofrano
  • Contorno: verdure di Rofrano

La gente di qui va giustamente orgogliosa delle proprie tradizioni e dei propri usi e costumi. Per noi sarà un’esperienza da non perdere.

Pomeriggio

Riposino. Ruttino. Ci si alza dal prato e ci si stiracchia un po’, ci aspetta un tragitto che stavolta passa sul mare. A destra monti e a sinistra incantevoli spiagge deserte col mare blu.

https://goo.gl/maps/9Kq4GEpxdR42

Arrivo al bungalow. Un po’ di relax. C’è tempo per rilassarsi in vista della serata clou dell’Incontro.

Due chiacchere, magari una birretta, e poi a cena!

Dopo tutte queste scogliere, tutto ‘sto mare… non è che ci è venuta voglia di mangiare un po’ di pesce? …e pesce sia!

Il pregevolissimo menù di pesce:
  • Primo: Mezzi paccheri zucchine e provola
  • Primo: Cavato allo scoglio
  • Secondo: Frittura di paranza centrale
  • Contorno: insalata mista
  • … e infine l’immancabile torta!

Giusto il tempo di un caffè e amaro ed ecco che: Siòre e siòri! Benvenuti a questa magnifica serata!

In occasione dell’Incontro di Primavera si esibirà per voi, nel corso del suo Tour mondiale, dopo i successi di Trevignano, Orosei, Norma e Assisi ecco a voi la Guzzisti Liberi Blues Band! 

(passa ancora Nello col cartello “applausi”)

Vi informo, inoltre, che per l’occasione il pregievuolissimo et aulentissimo staff offre a tutti i presenti l’accesso all’open bar!

Ta ta taratatataraaaa! Com’on! Oh baby com’on! …my sweet home chicagooooo… Amore Cosmico a secchiate.

Domenica 15 Maggio

Mattina. Eh, come? Dove sono? Chi io?… vabbè a una certa ora, chi più e chi meno, si alza e poi colazione, si ricarica tutto sulla moto e via! Verso casa. Con il cuore gonfio di Amore Cosmico e il motore a V che sembra ancora andare a tempo di Rhytm’n blues…

PS: chi ha notato che ho scritto “allevamenti di mozzarella” vince il diritto a cantare un brano con la GLBB!


ISCRIZIONI CHIUSE!

Perc chi ha “visto la luce” sarà un weekend indimenticabile.

Per tutti gli altri Anima Guzzista offre un viaggio di consolazione a Phottetee!

Ennamo!


Quote di partecipazione

Programma Completo

Sono inclusi i pasti di venerdì e sabato – la toppa e la maglietta

  • Pernotto in bungalow (socio) – 135 Euro
  • Pernotto in bungalow (Non-socio) – 150 Euro
  • Pernotto in campeggio (socio) – 120 Euro
  • Pernotto in campeggio (Non-socio) – 135 – Euro

Solo dal sabato alla domenica mattina

Sono inclusi i pasti di sabato – la toppa e la maglietta

  • Pernotto in bungalow (socio) – 80 Euro
  • Pernotto in bungalow (Non-socio) – 95 Euro
  • Pernotto in campeggio (socio) – 70 Euro
  • Pernotto in campeggio (Non-socio) – 85 Euro

Iscrizione

1 –  effettuate il pagamento

Le iscrizioni all’incontro sono chiuse

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2 – compilare il modulo di iscrizione online,

disponibile a questo indirizzo

3 – scaricate e compilate il modulo di scarico responsabilità

da consegnare obbligatoriamente il primo giorno di raduno, debitamente compilato.

ATTENZIONE: no scarico responsabilità, no party!

Attenzione: le iscrizioni sono chiuse! Grazie a tutti!

Una giornata con Anima Guzzista

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Una giornata con Anima Guzzista, di Roxxana

20 Marzo 2016, di Roxxana Eran giorni di grande lavoro per i Minchioni suicid… spontaneamente offertisi per dare una spintarella al riavvio di AG dopo il trasloco della Presidenza. Le moto s’impolveravano nei box, mentre ci si dividevano le missioni: tu vai in banca (levati il sottocasco), tu occupati delle poste (ho detto poste, non […]

Una giornata con AG, di GuzziTopo

20 Marzo 2016, di GuzziTopo La luce arrivò un “bel” lunedì sera. L’ormai classico PLìN PLòN® rompeva il bruto silenzio creato dalla normale soporifera uggiosa giornata di semi lavoro. Son bastati cento centodieci millisecondi,  giusto il tempo necessario al segnale ottico generato dalla retina alla vista delle parole: Porchetta, MonteLivata, AG ad arrivare in un […]

Winter Feeling

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di Mauldinamica

La moto d’Inverno, parafrasando Loredana Bertè, è solo un film in bianco e nero visto alla TV, sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via.
Insomma, per la stragrande maggioranza dei possessori di moto un oggetto fuori dal suo tempo, inutile ed anche un po triste.
Io le mie Guzzi le ho sempre usate con qualunque condizione atmosferica, l’inverno è anzi per me forse la migliore stagione per godermi in beata solitudine quelle strade che con la bella stagione diventano trafficatissime e che perdono per questo parte del loro fascino.

 

Potete scaricare il racconto completo in pdf (3Mb)

Winter feeling

 

Una giornata con Anima Guzzista, di Roxxana

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20 Marzo 2016, di Roxxana

Eran giorni di grande lavoro per i Minchioni suicid… spontaneamente offertisi per dare una spintarella al riavvio di AG dopo il trasloco della Presidenza.

Le moto s’impolveravano nei box, mentre ci si dividevano le missioni: tu vai in banca (levati il sottocasco), tu occupati delle poste (ho detto poste, non postine), quello scrive, l’altro esplora (no, non parlo del Tatuato), poi riunioni per scegliere, confrontare, decidere…. naufragate in fiumi di birre.

Ad un certo momento, con un sospiro di sollievo, tutto andava a posto: le sudatissime spille erano pronte, i tesseramenti potevano iniziare, le buste essere preparate e spedite.

Eppure, la sensazione che mancasse qualcosa era nell’aria.

Saltò su una scimmietta piccola a suggerire: “Perché non proponiamo, almeno a chi abita a Roma e dintorni, di trovarci e scambiarci le figu.. cioè, ritirare le tessere e le spille, o fare il tesseramento, in un punto per esempio…”

Saltò su una scimmia grossa, di taglia presidenziale direi, e capimmo cosa era che ci mancava: “In moto! Si organizza per chi vuole, di farci un giro, e.”

Dopo la “e” ci stavano i tre puntini, ma non c’era tempo di metterli: era tempo di spolverare le baracche bicilindriche, sfrattare pulci e ragnatele e mettere dietro quella “e”un programmino di pochi fronzoli e molta sostanza.

“Quando?” Domenica 20.

“Ma mancano pochi giorni”. Si fa il 20 marzo oppure tocca aspettare un mese.

Coro: “Si fa!”.

Buttiamola sul difficile: andiamo sulla neve (ma verranno almeno un paio di persone?)

L’alba del 20 vede una filza di ferracci -quelle moto che forse le fanno ancora- una diversa dall’altra, schierate sul piazzale (che il mondo c’invidia) della ex stazione di San Cesareo, sotto lo sguardo attonito degli astanti (questa l’ho letta sulla Treccani, mi piaceva e ce l’ho messa); e che ve lo dico a fare: sotto lo sguardo compiaciuto e compiacione del Presidente (l’Ardimentoso, il Porcherrimo, il Magnanimo) Vladimiro.

Ho visto cosi che i non-Guzzisti non saprebbero immaginarsi; antaralli in fiamme di fronte ai Bastioni di Orione (attenti alle rime, con Orione). Ma non divaghiamo.

C’era Nello, tutto compreso del suo ruolo di portatore sano di Ognibendiddio, con la sua Ford Guzzi modello Fiesta a due ruote (motrici).

Si era perfino materializzato il Tatuato, ormai dato per disperso in secula seCULOrvum (amen).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 007

Non posso nominare tutti, ma posso nominare Titti; ce n’erano addirittura due.

E le Forze dell’Ordine dell’Illinois? Potevano mancare? Dato il breve preavviso, non sono riusciti ad arrivare dall’Illinois, ma hanno mandato un’auto dei Carabinieri (Goffredo, amici tuoi?) a dare un’occhiata, travestiti da Carabinieri; infatti nessuno li ha riconosciuti.

Quante righe ho scritto? Ma ancora non sono partiti? Tutto sto popò di chiacchiere e stanno ancora tutti lì sul piazzale, meno quelli che arrivano da un percorso alternativo?

Via, si va. Contrordine, dopo quattro/cinque chilometri di nuovo fermi al bar; “Ma no, il bar è lì per caso, ci siamo fermati per caricare una quintalata di pane, sennò Nello viaggia semivuoto.”

Via, via, si va! Manco sono le 10 ed ho già appetito di curve, di monti, di VRAAAMMM delle bicilindriche (per non parlare del contenuto della Nellomobile).

Un km, ed il Presidente (il Creativo, il Porcherrimo, il Manico) ferma la carovana, stavolta per fare la spesa di benzina, mentre dai caschi trapela un mugugno generale perché l’amata Casa Mandelliana ancora fa motocicli con la tecnologia obsoleta del motore a benzina.

Ma che è, una gita? Ma lo vogliamo cominciare, sto report?

Il fatto è che, dopo quest’ultima sosta, dopo pochi km di ordinata fila da pensionati gitanti, sono sparite case e pedoni, sono apparse le prime curve, e quei ragazzacci hanno commutato i trattori in motociclette e me li sono persi. Quasi tutti.

Mentre cominciavo a dubitare di dover accendere il navigatore ultimo modello Tom Tont (quello -per intenderci- che cerca il primo passante e domanda “scusi, per andare dove devo andare,” ecc), si materializza un angiolone su Guzzi (modello rosso*) che mi scorta, mi guida, si perde con me, chiede ad un altro angiolone su Guzzi (modello grigio*) con Go-Pro, finchè ritroviamo un gruppone fermo al pascolo ad aspettar mansueto che si ricompatti la truppa. Tanto, sicuro sono ultima.

Contrordine. Manca qualcuno. Per esempio, il Presidente; ma chi? Il Magnifico, il Porcherrimo, il Fantasioso? Proprio lui. Ma non guidava lui il gruppo?

E lì, nessuno si spiega come abbia fatto a smaterializzarsi dalla testa dell’ardito manipolo e materializzarsi poco dopo in coda, dichiarando di essersi fermato per accertarsi che non sbagliassimo il bivio, ed ammonendo i discepoli di non far parola al mondo di codesto suo miracolo. Infatti, io non vi ho detto niente.

Ultimo tratto, su su fino al rifugio, che bello, si comincia a sentire frescura ed appare la prima neve ai lati del nastro di asfalto. Curve al sole, curve nel bosco, varianti senza e con brecciolino malefico (dove mi esibivo in passaggi al rallentatore), e finalmente ecco la mèta, la lochescion, l’Hic Manebimvs Optime; e piantala, si chiama solo rifugio! Una cinquantina di metri in fuoristrada, si parcheggia, e via cercar legna accendere il fuoco, montare tavoli ed imbandirli, spuntano perfino le bandiere di Anima Guzzista, ed è un tripudio di boccioni di acqua, vino, prosecco, birra del Birrificio Casa Fange, salami, caciocavallo, misteriosi vassoi di alluminio ben impacchettati, bottigliette sospette (queste son per dopo) e -siori e siore-

il pane di Lariano già pronto in fette,

e due intere porchette

e noi con le forchette

o con le mani

ne riempimmo piatti e gavette

Scusate, ma la parte mangereccia era una poesia; sul fuoco, Peppone abbrustoliva una generosa fetta di caciocavallo infilzata su ramo di legno, Ticcio sfoderava uova e padellino e con fine ingegno cucinava flambè.

Arrivati al dolce, scoperchiatura dei vassoi misteriosi e si leva un “OOOHHHH!!!!!” e quando vedrete la foto, capirete anche il perché.

Nei momenti in cui le ganasce e i gargarozzi non sono impegnati con pietanze e beveraggi, si conversa tra “Carramba che sorpresa dopo vent’anni…”(pochi mesi che non ci si vede in moto, sono percepiti automaticamente come 20 anni); “Ciao io sono…” (aiuto, è il nick del forum il nome vero o uno pseudonimo uso Social network?); “Ti ricordi quella volta…”(sto con le orecchie tese, io me le sono perse tutte, “quelle volte”, fino a poco fa: devo fare ripetizioni).

Il sole ed una temperatura insolitamente mite hanno incorniciato la giornata, lasciando solo un simulacro dei campi innevati che ci aspettavamo di trovare, quanto basta a farci da frigo naturale per le bevande.

Ancora un po’ da lavorare da Presidente per Vladimiro (il Sorprendente, il Porcherrimo, il Generoso), che accoglie nuovi Soci Sostenitori ed un paio di conversioni da Ordinari a Sostenitori (ma prima, si sono confessati?).

Quando si arriva ai saluti, ho bell’e capito che i prossimi “vent’anni che non ci si vede” saranno più brevi dei precedenti.

Ah, ho capito anche un’altra cosa; quei cosi, lì, che non si sa se li fanno ancora, a Mandello, si dico le vecchie carriole (nei vari modelli Guzzi rosso, grigio, nero, giallo, verde*) servono a fare anche di queste cose, e le fanno egregiamente, perfino in ottima armonia con le bmw e honda che erano nel gruppo, in un riuscito mix Guzzista/Braticolaro.

Ah, immagino che qualcuno la farà, la domanda, almeno per i prossimi appuntamenti: “C’è figa?” Ma sai che non lo so?

Arrivederci da Roxxana
* le Guzzi sono tutte uguali; come i Guzzisti. Si riescono parzialmente a distinguere per via dei colori, sistema empirico ed inattendibile, ma tant’è.

Foto di GuzziTopo e Michele Bindi

Una giornata con AG, di GuzziTopo

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20 Marzo 2016, di GuzziTopo

La luce arrivò un “bel” lunedì sera. L’ormai classico PLìN PLòN® rompeva il bruto silenzio creato dalla normale soporifera uggiosa giornata di semi lavoro.
Son bastati cento centodieci millisecondi,  giusto il tempo necessario al segnale ottico generato dalla retina alla vista delle parole: Porchetta, MonteLivata, AG ad arrivare in un qualche sconosciuto luogo del cervello, che ero già a cavallo della brevona pronto per San Cesareo.
La realtà è sempre peggiore di quanto ci si può immaginare, ed a pensarci bene i cento millisecondi son stati appena sufficienti a farmi rendere conto che ero si a cavallo, ma non della brevona, e tutta quella luce probabilmente era dovuta alla ipersensibilità retinica data da forti malditesta, febbrone da cavallo e una simpaticissima influenza stomachintestinale.

Ma non è certo una banale avaria interna a far desistere il diavolo tentatore, così son passati piacevolmente due giorni con una voce interna che diceva: alzati, forza, sbrigati che devi andare, rimettiti in piedi. Ovviamente era il capo che, in assenza assoluta di doppi fini, stava trainandomi verso la guarigione del corpo. Perché verso la guarigione dello spirito la via è ancora lunga e piena di curve, ne son sicuro.

Giovedì sono nuovamente a lavoro, barcollo ma non mollo. E se sono a lavoro è evidente che oramai son guarito del tutto, dopotutto anche il dottore, a seguito di accurata e meticolosa visita medica telefonica (mirata a chieder quanti giorni di malattia mi potessero essere più utili), ha testato e certificato la mia guarigione.
Quindi ciancio alle bande e basta ciurlare nel manico.
E’ deciso. Liliana: si va.
Mica che se potemo presentare a mani vuote però. …io porto la moto, Liliana: te che porti? mi raccomando, hai piena libertà di scelta sul cosa vuoi portare basta che sia qualcosa di trasportabile in moto, non distruttibile, non deperibile nell’arco della giornata, di facile inghiottimento, di sapore buono, di aspetto decente,  che resista alle pieghe e magari in quantità sufficiente.

Venerdì sera arriva un primo rapido test, una decina di mini muffin con le gocce di cioccolato e qualcuno con della robetta rossa sgranocchiante sotto ai denti (identificati in un successivo momento come frutti di bosco…evidentemente pigne, ecco perché sgranocchiavano).
Ne mangio quattro uno di seguito all’altro, il primo ha attutito la fame dovuta alla giornata di lavoro all’università (si sa, la ricerca ha pochi fondi e il panino passato per pranzo non ha evidentemente riempito il mio essere).
Con il secondo ho iniziato a notare che la roba intorno era carta. L’esperienza accumulata mi ha portato al terzo muffin di riuscire ad assaporare meglio la morbidezza dell’impasto incrementando il rapporto dolcetto/fibre, avendo ovviamente accuratamente tolto il pirottino prima del monomozzicoingoiante.
Il quarto debbo dire che me lo son gustato approvando il progetto con una frase del tipo: BBBoni, saremo una quarantina…quanti ne fai? la risposta di Liliana, del tutto in linea con la domanda, mi è sembrata assolutamente pragmatica: 100 bastano?
…mah, ce li faremo bastare dai.

Il sabato è stato un giorno un po’ turbolento. Giretto per il terzo lavoretto verso Latina, si provano bene le sospensioni della brevona che dopo le ultime tarature mi stanno dando grandi soddisfazioni. La moto oscilla molto meno anche superando di appena 1/3 i limiti autostradali. Bene, affronto la delicata giornata lavorativa testando l’effettiva uscita dall’influenza aggredendo un piatto di fettuccine al ragù rinfrescate da un ottima bionda (birra). Poi si parla di noioso lavoro fino a pomeriggio inoltrato, rientro a Guidonia rifacendo la strada dell’andata, passando per Cori, Artena e poi A1. Stradina simpatica.

Il rientro a casa è eccellente. Un profumino di dolci invade l’ambiente.
Inciampo nel gatto rimasto sdraiato all’ingresso, evidentemente in uno stato di coma diabetico dato dall’aria troppo dolce.  A tentoni seguo la luce proveniente dalla cucina dove trovo una Liliana incamiciata da pasticcera che arzigogola con dei dischetti neri.
O cacchio.
Deve aver cotto troppo i muffin, gli si son bruciati e son diventate delle ostie carbonizzate con uno strano semicerchio bianco sopra.
Pulisco gli occhiali dallo strato zuccherino e osservo meglio. Una scena del tutto nuova si apre sotto il mio sguardo.
Sullo sfondo tre teglie dove una settantina di muffin attendono il logaritmico abbassamento della temperatura. Una quarta teglia in forno, con i rimanenti dolcetti sottoposti al controllato ma inizialmente esponenziale incremento di temperatura, detto processo di cottura.
In secondo piano strani dischetti neri, mentre in primo piano noto Liliana effettivamente presa a stendere sottili fili di pasta di zucchero per poi fargli prendere la forma del 57 poggiandoli sopra ai dischetti neri.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 002

Tutto è ormai chiaro. Liliana sta fuori come un cavallo drogato, dev’essere l’effetto prolungato di tachipirina.
Ha deciso banalmente che almeno una cinquantina di muffin saranno ricoperti con il logo di AG. Applausi per lei.
Dopo solo quattro ore, di lavoro sulle decorazioni, mi ha raggiunto tra le braccia di morfeo avvisandomi che l’indomani non sarebbe venuta all’incontro, il raffreddore stava risalendo e non se la sentiva di passare una giornata fuori.
Finalmente domenica. L’incontro è alle nove.
Sveglia per le sette. Butto nello zainetto da sella (tanto Liliana non viene)  bicchieri, forchette, bicchierini e piatti di plastica, rotolone di carta, gavetta posate vere e un buon tovagliolone di stoffa, assolutamente da non scordare.
Tracker gps nella tasca superiore e via sulla sella con il ragno. I muffin sono stati già gentilmente impacchettati da Liliana, l’ultima mossa prima di stramazzare sul letto evidentemente.
Li ripongo delicatamente del bauletto, tra la tuta antipioggia e un felpone, dovrebbero stare al sicuro. O almeno spero.
Prendo su il TomTom e imposto Via Casilina 1 San Cesareo. Telepass nella tasca della giacca e via di corsa dal cancello. Sono le otto.
Ho paura di fare tardi.
Già non ho capito bene dove cacchio ci si deve incontrare a San Cesareo, se poi arrivo tardi questi se finiscono tutta la porchetta. So guzzisti, mica scemi!.
Imbocco l’autostrada, un po’ per la fretta, un po’ perché sono in effetti curioso di vedere dove porta la scritta San Cesareo a sfondo verde che si vede sull’A1. Ovviamente l’autostrada passa via velocemente, passo tra le sbarre della porta Telepass che ovviamente non mi riconosce in uscita (con telepass in mano).
Seguo il TomTom per delle stradine indecifrate fino ad un posto dove non c’è nessuna piazza, è più un incrocio.
L’incontro dovrebbe essere alla piazza dell’ex stazione di San cesareo, Google maps però non conosce Piazza della Stazione di San Cesareo, ma Via Casilina 1 effettivamente la da nei pressi dell’ex stazione. Ovviamente quelli di google non hanno avvertito quelli del tomtom che riportano via casilina 1 da un’altra parte.      Sicchè mi ritrovo ad un bar su un incrocio.
Decido quindi di rompere il muro del silenzio con la società che mi ospita, a forza spengo il motore, metto il laterale e indosso il mio più accogliente sorrisone mentre chiedo al primo malcapitato se SanCesareo fosse per caso in zona e se poteva indicarmi una direzione.
A memoria ricordo la cartina e cerco di geolocalizzarmi, quindi aggiungo la domandina se per caso può  indicarmi anche un posto dove un tempo vi erano i treni a stazionare mentre ora settimanalmente vi sono solo i banchetti del mercato.
Raccolgo tutte le informazioni del caso, ringrazio e riparto.
Dopo pochi minuti identifico il luogo. Vedo la farmacia (di via Casilina 1 ?) ma soprattutto è evidente il piazzale ex stazione. Si vedono i segni verniciati delle piazzole  del mercato e soprattutto la targa: Piazzale della Stazione.
Maledetto Google Maps.

Non c’è ancora nessuno, in effetti son le otto e mezza, quindi parcheggio la moto in maniera abbastanza evidente vicino all’ingresso della piazza. Dopo qualche minuto sento il primo rombo.
Quello che sembra un california II passa sulla strada d’avanti a me e va oltre. Sento il suono che si allontana e poi si avvicina nuovamente.
Questa volta è entrato sul piazzale, ma dall’altro lato (dirà poi che voleva controllare se nella piazzetta in fondo c’era qualcun altro).
Il cali si avvicina trotterellando, non lo (ri) conosco…ma d’altronde non conosco quasi nessuno.

Si parcheggia diversamente affianco alla brevona, occupando lo spazio di un treno merci. Ma è del tutto a tema con la piazza, quindi è assolutamente lodevole come gesto.
Spegne il bolide e si presenta, Andrea. Piacere Marco. guzzitopo. Ah! ciao, io sono il Tatuato.
Questa cosa della doppia presentazione mi fa sempre un po’ ridere, quando sento i nomi vedo dei perfetti sconosciuti, al netto di riconoscere a volte visi già visti in qualche foto su AG. Quando invece sento i nick sembra di esser di fronte a persone già conosciute, a volte sarebbe quasi da fare qualche battuta…che ovviamente mi tengo per me, la mia orsaggine la vince. Sempre.

Decidiamo di andare a prendere un caffè e mentre attraversiamo si avvicina un serie piccola. Inconfondibile perché il cupolone occupa praticamente più della moto rispetto alla sezione frontale.
In effetti è un V50II (credo) grigio e nero. Due ospiti sulla sua sella che dopo un rapido saluto si dirigono verso il parcheggio e poi da noi al bar.

In rapida successione arriva una terza moto, con un paio di persone sopra. Ah no è uno solo, mazza quant’è grosso. La moto dovrebbe essere un transalp, credo. Il “nome” …forse, polverone.   Ma io ho già raggiunto il numero massimo di nomi (2) assimilabili in una giornata, purtroppo se l’è giocati Andrea-Tatuato. Da qui in poi ogni altro nome è aggiunto in ram. E io rebootto (riavvio) di frequente, quindi il legame nome-faccia è assolutamente un surplus. I volti però li ricorderò a lungo, almeno un altro paio di giorni.
Questo è il motivo per cui uso impressionare di sovente la pellicola fotografica, almeno ho una pezza d’appoggio.

Usciamo dal bar e la questione inizia a farsi interessante.
Riconosco i volti già visti al calincontro e all’incontro di primavera (ovviamente i nomi no, ma ora sapete il perché). Quindi riconosco (credo) il gruppo bellagista in  Artack , Tony  e (forse, ma forse) Hiroshidairi,  mi sembra ce ne sia un’altra (luxury?) grigia e bianca casco bianco e rosso ma il nome è volatilizzato.

Come le api sul miele appaiono altre guzzi, la Breva rossa di Roxxana, il LeSpans del Vladimiro e Titti e a ruota la Stelviona di Ticcio.
Un bellissimo esemplare di 1100 sport, un sp1000 bianco rosso e poi uno strano california con cupolone stile V7 ex pol, sella cali II serbatoio credo T3/caliII, parafangone avvolgente ma con un motore teste quadre troppo lisce, iniettori e radiatore dell’olio.
Non faccio domande, il Guzzista è un armadio a quattro ante, preferisco rimanere nel dubbio, lui dev’esser Pepp1/peppuan/o semplicemente peppone. Gli son stato dietro nel viaggio di ritorno e il nome mi è rimasto ben’impresso.
Anche perché la scritta sulla sua giacca era leggibile a centinaia di metri per quant’era grossa  😀 .

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 027

Insomma il piazzale si è popolato alla svelta, pieno di guzzisti che ciarlavano a gruppetti.
E’ comparso anche Nello con uno strano modello di guzzi a quattro ruote con stemma ford. Assolutamente ben accetto visto il ripieno di porchetta e vino.

Verso le nove e mezza siamo finalmente in marcia.
Subito una prima doverosissima sosta acquisto pane. Da li in poi solo strada per almeno un ora, oretta e mezza. Forse un po’ poco, non è un giudizio ma solo una costatazione soggettiva.
Mi rendo conto di essere molto più goloso di strade, curve, panorami e smotorate piuttosto che arrivare alla meta. Spenta la moto e tolto il casco inizia un difficilissimo compito, che spesso evito, cosciente del fatto che non posso stare in un angolino a gustarmi la porchetta e il bicchiere di vino ma occorre anche parlare.
E’ un brutto difettaccio ma ogni tanto, con le giuste persone, sono assolutamente incline a superarlo (ovvero riesco a buttar fuori almeno un paio di parole all’ora, solitamente in romano spinto e apparentemente prive di alcun senso logico).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 028

Al netto della degressione, strade bellissime.
Nonostante fossero tutte assolutamente all’interno della zona dove ho smotorato negli ultimi quindici anni, una parte di esse mi sono rimaste ignote fino allo scarico del tracciato del tracker gps.
Quindi posso ora dire che esiste un modo per arrivare in zona altipiani che non sia la “noiosa” autostrada-sublacense o le varie statali (predestina/tiburtina). Insomma il percorso Palestrina-Capranica-SanVito-Bellegra-Affile è assolutamente da ricordare.
Veramente molto ma molto bello. Da Affile poi la strada mi era già nota, verso gli Altipiani di arcinazzo poi giù verso Trevi, Jenne e infine Monte Livata.

A monte livata spesso ci son salito dal lato sublacense, comunque carino (al netto della sublacense, che è bella se si fa sopra i 90-100, ma se si deve seguire il codice diventa un po’ noiosa).
Assolutamente migliore la salita lato Jenne. Veramente bella strada e belle curve. Trovo particolarmente bello il tratto dove si costeggia un fiumiciattolo, che poi è l’Aniene.

Arrivati al rifugio sulla SP36c, ora gestito dal comune di Jenne, è successo un qualcosa di strano.
Le moto si son moltiplicate, ne sono apparse altre. Giuro che prima non c’erano. Ovviamente volti sconosciuti, ma ad esempio è comparsa un’altra brevona (proboscidi nere) altri california tra cui il nuovo acquisto di Dooan (bellissima, complimenti).
Insomma, se qualcuno camminava sull’acqua e moltiplicava pani e pesci, qui Montelivata ci ha fatto camminare sulla fanga ed ha moltiplicato Guzzi e Guzzisti. Fantastico.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 011

Reperita una certa dose di legna, che ha attutito lo scambio sociale a quanto pare obbligatorio allo spegnimento della moto, si è acceso un bellissimo fuoco. Utile per le uova al tegamino di Ticcio.
Il resto delle cibarie, disposte su tavoli posti fuori al rifugio, e identificate in: un paio di Porchettone da almeno 15 kg in tutto, delle ottime torte salate da rotolarsi per terra, del caciocavallo gustosissimo  (era caciocavallo…vero?) di una bontà unica soprattutto se unito al vino rosso (mi piace pensare fosse cesanese del Piglio, ma non ne son sicuro), come dolce un ottimo ciambellone e un certo numero di muffin. Vino e birra in giusta dose, digestivi come piovessero.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 030

Ad ogni modo è da sottolineare come nel vero momento del bisogno, ovvero quello di mangiare è uscita fuori la vera parte essenziale del guzzismo applicato.
Poco casino, ognuno aveva il suo compito e nessuno cozzava con il compito dell’altro. Chi ha racimolato un po’ di legna (e una micragnosa parte l’ho fatta), chi ha acceso il fuoco mentre qualcun altro ha posizionato i tavoli, panche e sedie.
Lo scarico delle cibarie dalla macchina e dalle moto è avvenuta istantaneamente, mentre c’era chi assaggiava il vino qualche altro si stava già prodigando allo scartamento delle porche e al loro taglio.
Insomma era una allegra sinfonia con il giusto bilanciamento di cose da fare e ben di Dio sui tavoli.
Da notare come il sommo Ticcio ha dato prova di se, dimostrando come ci sappia ben fare con con le porche. Prima dei suoi tanto agognati ovetti al tegamino (e panino con la frittata, che ho mancato per un pelo) si è affettato un intera porchetta, assaggiandone il giusto ma senza mai dare segno di cedimento.
Applausi per lui.
E soprattutto per la porca.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 003

Dopo una sacrosanta dose di porchetta, solo quattro meravigliosi panini mono fetta sorreggenti una -non eccessiva- quantità strabordante del sacro cibo, è avvenuta la distribuzione delle tessere e delle spille a chi, preso dai fumi dell’alcool e appesantito dal leggero pranzo, ha ceduto all’iscrizione in loco.

Finita la breve fase burocratica, dove sapienti mani guzziste son passate dalla facile e familiare gestione dal pane e porchetta all’ incomprensibile, a tratti assolutamente difficoltoso, uso di carta e penna si è passati alla fase finale del pasto. Il tavolo è stato sgombrato in tutta fretta per far spazio ai due vassoietti di muffin e al buon ciambellone.
Ovviamente non potevano mancare digestivi come: nocino, una bevanda alcolica buonissima…ma non mi ricordo più a cosa cavolo fosse (chiedo scusa a Ivan…), jannamaro, grappa aromatizzata alle erbette e sicuramente altri digestivi a cui non son riuscito ad arrivare (o non ho voluto, per decenza).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 024

Rimesso tutto in ordine siamo ripartiti nel pomeriggio, assaporando per altri pochi minuti il piacevole posto che ci ha regalato una bellissima giornata insieme.

Nel giretto di ritorno, breve sosta a Jenne per un caffè, un breve brivido di commiato dato dal presidente e poi via in direzione Roma, passando per gli Altipiani, Piglio, Cave e via andare di Prenestina.

Tornato a casa felice e contento della giornata passata, nonostante la mia orsaggine, con questo branco di guzzisti (e non), dispiaciuto di non aver condiviso con Liliana questa giornata ma orgoglioso di avergli fatto avere i complimenti per i Muffin (forse un po’ dovuti alle decorazioni).

Insomma, felice di far parte di AG, anche fosse solo per una sporchettata in libertà. Grazie.

Doppi Lamp
Marco

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 026Foto di GuzziTopo

A suon di Moto Guzzi

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di Alberto “Ardito” Spadone

Al 94° compleanno della Moto Guzzi purtroppo pioveva ma mi ero ripromesso di partecipare al 95° a Mandello del Lario.
L’occasione, troppo ghiotta per lasciarsela scappare, era l’evento che organizzava da qualche anno il Moto Club Guzzi GP ovvero l’accensione di moto anteguerra e da gara, sia vecchie che contemporanee.
Inoltre Ercole Maffezzini, il mio meccanico, mi aveva detto che avrebbe partecipato con la sua di Guzzi, quella con cui corre.
Allora metto in moto la “macchina organizzativa” ovvero un messaggio ai soliti Guzzisti del VCO e ad un paio del Novarese e sembrano accettare di buon grado. La partenza è fissata per le 8.15 a Gravellona Toce e il ritrovo per chi abita più lontano al primo autogrill mezz’ora dopo. Io decido di andare direttamente all’autogrill per fare colazione.
Durante il tragitto si aggiunge Lele un amico Stelvista che si sta recando al rendez-vous ed in autostrada si aggrega anche Fabione pure lui Stelvista….
Arriviamo alla tappa e dopo pochi minuti veniamo raggiunti da tre Anime Guzziste: Zio Paul e Malwi entrambi su Norge e Linolemans su V11 Le Mans Rosso Corsa
Scambiamo così quattro chiacchere mentre aspettiamo gli altri che arrivano con un “lieve” ritardo, ecco Romolo su 1000 SP, Flavio con una T5 ex CC, Simone a bordo di una Florida 350 e sua moglie Roberta su una Honda 500 CBF.
Bene, pronti si parte e Lino guida il serpentone.


Arriviamo a destinazione che la manifestazione è già iniziata ma ci possiamo ancora gustare molte esibizioni: Guzzi da gara, altre moto da gara e sidecar da competizione. Alcuni modelli visti raramente od addirittura solo al museo Guzzi. Simpatico è il motocoltivatore motorizzato Dingo 50 che ci dicono sia un prototipo. Toccante anche l’intervista al pilota ormai ottantenne, ma che ancora cavalca la sua moto, il quale racconta gli aneddoti degli anni addietro ed enumera le molteplici vittorie in pista.

Purtroppo ci siamo persi la ciliegina sulla torta, l’accensione del mitico 8 cilindri, ma
sul posto s’incontrano anche altre Anime come Silvano “Scurzon”, Alessandro “Elk”, Carthago, Nuradler e mi perdonino se ho dimenticato qualcuno.
Finita la festa si parte alla volta del Guzzi Cafè di Primaluna in Valsassina. Prima un pezzettino di lago fino a Bellano è poi si sale, tornanti e poi una strada che taglia in due la valle. Si passa vicino a Premana, piccolo comune famoso in tutta Italia per le forbici e gli articoli da taglio.


Giungiamo affamati al Guzzi cafè e mentre stiamo mangiando ci raggiungono Chicco “Mauldinamica” e Cinzia “Roserunner”, purtroppo giunti solo per una toccata e fuga.
Finito di mangiare si riparte alla volta del VCO(ovvero Verbano Cusio Ossola conosciuta come la provincia di Verbania) attraversando tutta la Valsassina fino a Ballabio e poi giù verso Lecco.
Fortunatamente il tempo meteorologico ha tenuto e siamo arrivati a destinazione asciutti e soddisfatti.

Foto di Alberto Spadone, Enzo e Roberto Zanzani

TATIAN’S RALLY 2” Giro Delta

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5 – 6 Marzo 2016

di Piero “S558”

Questa volta voglio provare a cimentarmi in un cronoracconto. Il Giro Delta è andato oltre le aspettative nonostante un tempo abbastanza pessimo, e merita un ultimo impegno, fare qualcosa per mantenerne il ricordo.
Da dove cominciare? Bè, direi dalla fine, per il momento:
LA MOTODISPERSIONE 3
La Tatian’s family sola sul parcheggio del granso stanco. Poco prima era popolata di Anime Guzziste e dei loro ferri.

Il tempo di scambiare qualche frase di soddisfazione, soprattutto per appartenere ad una manica di amici eccezionale, che fa di ogni incontro un momento mitico e unico, meglio dell’ultimo e peggio del prossimo.
Alla faccia del tempo, del vento, della pioggia, quando ci sono le Anime di AG, nulla può rovinare la compagnia, il divertimento, la minchitudo….
Va bè torniamo verso casa, che strada fare? Sono 55 km se facciamo le vie interne, dove non passa nessuno, Cà bianca, Cavarzere, Pettorazza, San Martino … la strada del Gorzone. Se incontri qualcuno ha la coda e il pelo lungo e marrone, e somiglia ed un grosso topo!
Ecco, lavori in corso, fermi al semaforo sulla strada davanti il ponte sul Gorzone che va a Boscochiaro, che cazzo aspetto che qui non passa nessuno!! …. No urca, due Guzzi??? Stevio e Cali1400!!! Ticcio e Stefano!!! Ma che ci fanno qui? È un’ora che sono partiti da Sottomarina e sono ancora qui!! Diventa verde e via proviamo a prenderli …. Lungo argine Gorzone e arrivo allo stop di Cavarzere all’incrocio sul ponte dell’Adige, ma di Ticcio e Stefano niente.
Ah no! Eccoli stanno attraversando il pone sull’Adige, ma in senso sbagliato, stanno tornando a Sottomarina!!! Andrea vai, raggiungili e facciamogli strada fino a Rovigo. Maria, andiamo di qua che li becchiamo. E invece??? Ecco che li incontriamo di nuovo, ma in senso opposto, stavolta la direzione sembra quella giusta. Inversione a U, e via alla caccia di due dispersi, ma questa volta ne abbiamo perse le tracce definitivamente… Solo dopo qualche giorno riceviamo notizie del loro arrivo presso le loro dimore, nel frattempo ci comunicano impressioni di viaggio tra passi innevati e racconti scurrili!

Adesso saltiamo all’inizio:
CONAMARA
Conamara è un PUB a Padova, oltre ad essere una regione selvaggia e aspra dell’Irlanda Occidentale. E infatti non è a Padova, quasi a Padova!! Per arrivare si fa strada bianca, si passa più volte sotto il cavalcavia dell’autostrada fra accampamenti più o meno accampati, un po’ di palude e eccoci arrivati. La prossima volta devo cambiare le impostazioni:“evita autostrade”, “evita strade asfaltate”, “cerca percorsi alternativi”
Ma cosa centra? Conamara con il delta del PO?
Venerdì sera, il giorno 4, i primi arrivi: Stefano, Nello, Gaso, Zio Vittorio (che per questa serata diventa Vincenzino), Califoggia, Ticcio, e poi Gigi e Ornella.
Che facciamo? Vediamo se riesco a convincerli … a Padova in un pub c’è Guzzirock che su….. poca fatica, già in macchina e via. Abbiamo lasciato Gigi e Ornella ad una serata romantica nella città delle rose e via per strade impervie alla ricerca di Conamara.
Il tempo di far rosicare Totogigi, che ancora in divano sotto la copertina scozzese
Tatian Rally 2do Giro Delta Racconti AnimaGuzzista 002Si sta sbattendo i maroni con la bottiglia di san pellegrino … Wilma, rinnovami il buono, lo uso per il calincontro a rizzione!! Ti prego!! … No!! i buoni non sono rinnovabili. Fai il bravo altrimenti col c… che vai al nurburing!
Arriviamo a Conamara, entra Tatiana e …. Enrico sorpreso, si alza per salutare, poi entra Nello, Enrico si ferma, poi Ticcio, Enrico si risiede e pulisce li occhiali…. Guarda la birra, guarda l’ingresso, riguarda la birra, .. però buona … ancora l’ingresso, intanto le Anime sono entrate tutte. Ecco che ci focalizza … che c… fate qui? Nello?? Ticcio??? Fabio?? Guzzisti? Meravigliosi!! Semplicemente guzzisti. … carissimi amici, fra di voi, in quel tavolo smanicato, un gruppo di amici carissimi che in motoguzzi sono arrivati fin qui, un applauso, soprattutto al guzzista che arriva da più lontano, da Taranto!! Un applauso a Vicenzinoooo!!!
Noi eravamo già alla seconda birra, per di più Verde….. certo in Irish pub la birra è verde! Ma la carne messicana!! L’amburgher messicano? Le tortillas? … che c’entrano?


PONTE APERTO O PONTE CHIUSO?
Ecco che cominciamo ad addentrarci ne delta. Arriviamo da Porto Garibaldi attraverso la strada degli acciaioli arriviamo a Volano e quindi prendiamo per il Bosco di Mesola fino a Goro.
Primo ramo del Po che incontriamo, il Po di Goro. Si attraversa su un ponte di barche galleggianti, oggi modalità tagadà! La corrente del Po e il vento, fanno ondeggiare le barche e il ponte in tavolato di legno si muove con lo stesso ritmo.
Passiamo in trenta, c’è da fare il pedaggio, ci dice l’omino di sorveglianza.
MI fermo e faccio passare tutti, contiamo insieme il passaggio e alla fine siamo in trenta, 45,00 €.
Pago io per evitare di fare una colonna interminabile. L’omino è perplesso, riceve i soldi, sono giusti, senza resto … qualcosa che non va? Gli chiedo. Non so come fare lo scontrino!! Scrivi 45 e metti nel cassetto! Non so come si fa. Se spingo questo marca 1,5 €… lo devo fare trenta volte??? No no …. Io vado… tu fai gli scontrini dopo!!
E così ripartiamo in direzione dell’altro ramo del Po. Quello più ricercato: il Po di Gnocca.
Ecco Gorino Ferrarese, la rampa sull’argine e …. Non si passa il Ponte è aperto!
Quindi? Se è aperto passiamo.
No si passa se è chiuso!
Come? se è chiuso non si passa, si passa se è aperto!
None .. aperto il ponte, non si passa. Le barche sono tutte lungo le rive del fiume e il ponte è aperto!!
Quindi non si passa!

LA MOTODISPERSIONE 1
Bene eccoci al chek point di Rovigo, sabato mattina, incontro con tutti i nordici e reduci da Conamara.
Saluti abbracci e via di cazzate. E non si parte … Gianni comincia a scalpitare! La Piratessa ci sta aspettando a Comacchio. Ho promesso che arrivo per tempo ma non conosco la strada, partiamo???? Adunata chiamata da Beppe: AANNDIIIAAAAAMOOOOOOOOOOOOOO!! E si parte! Via uno, via due, via tre …… e in strada, incrocio a sx, rotatoria direzione Ferrara! Ferrarraaaaa! FERRARAAAAAA!! Alessandraaaaa no Verona… Govoz a caccia e recupera la preda che si rimette sulla retta via! Ma intanto Giulio e Lella si fermano ad aspettare … dicono loro …. Li rivedremo solo qualche ora più tardi in friggitoria.
UN ASSAGGIO DI PESCE?
Arrivo a Comacchio, vento incredibile, Caiuzzi dice che è peggio della bora, e se lo dice lui!
Paese caratteristico ma … desertico … provo a raccontare che in estate…. I turisti …. I buskers …. Ma poca credibilità!!!
Vicino ai Tre Ponti una splendida pescheria, fuori un gruppo di persone che assaggia pesce crudo, dentro un banco di pesce fresco che se lo vede Mister Chef si tuffa dentro!
Sono con Ticcio, ci fermiamo, osserviamo, .. guarda fanno gli assaggi per i Clienti. Non credo Ticcio, stanno bevendo Ferrari e Champagne, e mangiano ostriche, scampi, carpaccio di tonno,…. Si si, sono assaggi! ci avviciniamo e assaggiamo anche noi.
Ciao siete arrivati in moto? Motoguzzi? Però? Di dove siete? Ticcio si fa scoprire!!
Ecco perché! siete Toscani!! In Toscana sono tutti comunisti!!
Ci allontaniamo. Sai Credo che tu avessi ragione, per darci dei comunisti significa che loro l’avevano pagato il pesce!!

LA MOTODISPERSIONE 2
Domenica mattina, pronti a riprendere strada. Tutti in preparazione davanti l’albergo, dopo colazione controllando i danni della pioggia notturna, salutato chi parte subito per la molta strada da fare.. Ciao Vittorio! Ciao Gaso! Ciao Fabio … che centra a Bergamo non è molta strada!! … ah si il Galletto!! Ciao EDO?? … e Tu? .. ah si la scorta al Galletto!!
Moto pronte allineate, serbatoi pieni, due distributori locali hanno fatto il loro servizio …. VVrrraaammmm Beppe: vado a fare benzina …. VVrrraaammmmmmm non prende il Bancomat vado all’altrooooo …… rivvrraaammmmmm anche questo non prende il bancomaaatttt! Ne cerco unoooooo!! … Lo ritroveremo al granso stanco, dopo aver girato avanti indietro tra cà tiepolo, porto levante, Rosolina mare, etc…. ancora in cerca di benzina!! Si perché quando ci ha trovato aveva di nuovo finito il serbatoio!!!!

MARINA 70
Sabato pomeriggio, dopo aver circumnavigato il ramo del Po di Gnocca, siamo a Ca Tiepolo. Sosta benzina per un rabbocco d’olio a Eugenio. Tutti fermi.
Dove siamo? Cosa facciamo?
Siamo a Cà Tiepolo, l’albergo a 2 minuti, sono solo le 16,30. Presto per andare a riposare!! Ultime parole famose!
Andiamo a Marina 70, sulla Sacca di Scardovari, prendiamo una birra e torniamo!! E così facciamo.
Strada della Sacca, le raffiche di vento ci costringono a pieghe in rettilineo, arriva il mare portato dal vento, poi la pioggia, ci fermiamo a Marina 70.
Bè ma che fate? da dove venite? Con questo tempo? Siete temerari! No siamo Anime Guzziste (che tradotto significa dei minchioni)! Non vi invidio!! (in quel momento forse neanche noi).
Arriviamo in albergo con il buio, fradici, pioggia fredda, vento, antipioggia inesistente, terribile!
Arriva anche il Falcone, dietro Anna completamente bagnata, ma con un sorriso stampato da orecchio a orecchio. Anche lei non si è salvata. Presa dalla minchitudo di AG!!

BISATI E CALI1400 ELDORADO
Che dire del pranzo di sabato? Credo che ogni dire sia superfluo. Bisogna provare e faremo di questo posto un punto fisso del giro delta.
Non volevo riproporlo, per evitare di fare le stesse cose. Ma Lella è stata categorica!! Ma andiamo in friggitoria o non ci andiamo?? E li ho capito subito!
Poi quest’anno anche i bisati (anguille).
Nota: fra poco a Vicenza arriverà il Cali 1400 eldorado!!

DOPOCENA ETILICO
Difficile raccontare del dopocena etilico, quasi sempre è così! Chi c’è non si ricorda (per ovvi motivi) e chi non c’è non c’è. Si è sentito di brani musicali nati n quei momenti creativi, ma ormai si sono perse le tracce.
Certo che tra Vin santo, liquore al terrano, abbardente di gonario, anice, e .. lo sponsor Capitan Pipa, ispirazione ce n’era!!
Un riconoscimento speciale per Ciauzzi, per la prelibatissima bottiglia dedicata all’evento, con tanto di logo e riferimenti. Diventerà la maglietta del delta!


FENICOTTERI
Domenica mattina, giro per valli e lagune. Acqua di qua e acqua di là!!
Natura, canne, vegetazione, gattini impauriti, e Fenicotteri. Devo dire che in numerosità così importante non li avevo mai visti.

 

E’ NATO UN AMORE
Eccoci ancora sul parcheggio del Granso Stanco. Questa volta è popolato. Siamo qui dopo pranzo pronti per i saluti. Baci e abbracci, promesse di prossimi incontri, a presto a Rizzione dice Pandora! Pandoro che non trova più il blocchetto di accensione, Miriam che ha le frecce attaccate con l’elastico. Piccoli acciacchi!
Nuovi arrivi. RodWolf con il Cali1400 fresco di 6 giorni!! Credo che lo rivedremo ancora, mi deve un caffè!
Ma in un angolo del parcheggio, appartati, due piccioni si salutano, un pensiero romantico, una lacrimuccia e una bacio appassionato!!


Ornella è con me. Guarda e commenta: che marìo che go!!

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