Home Incontri e racconti Incontri 23° Incontro di Primavera – Aquile a Piombino, Goffredo

23° Incontro di Primavera – Aquile a Piombino, Goffredo

660
0
di Goffredo

Un pregno report dal fondatore, Master of Minchia® a beneficio di chi ci fu e di chi no.

Ventiterzesimo. Ah però, stiamo ringiovanendo al contrario. Per fortuna ci sono i giovani, signora mia. Ma andiamo con ordine, oppure no, che appunto la vita è breve, tutto scorre, chi vuol essere lieto sia e comunque non scendiamo a compromessi con le majors. Dunque, dicevamo Anima Guzzista arriva al ventitreesimo incontro di primavera; per i non romani, segnaliamo la valenza cabalistica di tale numero, espressa nel pregnante vernacolo capitolino attraverso il francesismo ‘er bucio de culo’ da intendersi letteralmente come dettaglio anatomico e/o come metaforica immagine di fatiche immani: “l’ascensore era rotto e mi sono fatto 6 piani di scale con la spesa, un ‘bedesé’ che non ti dico”. Bedesé sarebbe ‘b d c’ pronunciato in francese. Lo spiego caso mai il Tatuato leggesse questo report. Ora chi c’era l’anno scorso in Abruzzo sa che ancora non tutti si erano ripresi dai girelli che dalla Forca Caruso ci spinsero a gironzolare per il Lago di Campotosto appresso a inesistenti distributori di benzina… Come dicevo prima, ringiovaniamo al contrario. Lo ripeto appunto perché qualcuno magari se l’è già dimenticato. Io da parte mia già pregustavo un raduno ‘soft’ quest’anno: a circa 300 km dal Fragobello, comodo e rilassante. Ma poi ci si incastrano nell’ordine: Springsteen a San Siro (che poi salta perché pure lui ha una certa…), il richiamo in garanzia la settimana prima; Fra che ha un appuntamento a Bologna ed ecco che l’incontro diventa cornice di un mini-tour; ci aggiungo del mio: parto dal ridente Latium e in sole 9 ore (scusa ma vuoi non fare il Chianti, il Casentino, il Mugello e la Raticosa, eh dai!) sono a Correggio città che quando ci vado, non o perché ma mi embra empre di tare a caa.
Il giorno successivo è in programma un Correggio–Palazzago, perché noi Guzzisti abbiamo amici strategicamente dislocati qua e là. Sarebbe una noiosetta tappa autostradale di duecento km.. A meno che. Ovviamente, a meno che…
Scorciatoia Gardesana perché il Trentino è di strada per chi preferisce i cateti alle ipotenuse ma poi Giove Pluvio intima di non provare a raggiungere Ponte Arche e peccato che io già pensavo di entrare in Lombardia dal Tonale ma vabbè Ledro ed Idro sapranno consolarmi. Il mototurista che vive il suo tempo nel frattempo si sarà già segnato che la ss421 è fonte di letizia financo – se non massime! – qualora la si debba fare avanti e indietro a velocità simpatia per sfuggire al cumulonembo.
Ma deh, divago, come diceva quel medico russo davanti alla televisione e quindi torno indietro: SS240 di Ledro; già nota, sempre splendida! SP3 di Lodrino da paura e poi la leggendaria Val Trompia ma ahimé la parte senza senso, direzione Brescia. Ma torneremo, ah! Se torneremo. Ma nel frattempo siamo giunti a Palazzago, domani tagliandiamo il V100 dalla MPC, mio concessionario di fiducia, astutamente scelto a settecento km da casa, e poi via verso nuove e più rotonde avventure. In officina l’ottimo Andrea mi spiega nei dettagli tutti i parametri possibili per avere una sospensione attiva superconfortevole: le Ohlins sono effettivamente da paura e mi prepara un settaggio morbido morbido a prova di qualsiasi buca. Azzardo: “che bello, finalmente potrò transitare sulla laterale della Cristoforo Colombo a Roma”. Mi ferma subito: “no, aspetta: sono sospensioni favolose ma non fanno miracoli. Per le strade di Roma usa l’elicottero.”. E vabbè. Salto di palo in frasca la tappa di avvicinamento all’incontro (per i più curiosi: non sarà mica ripassato dal Mugello un’altra volta e invece sì…) e veniamo al giovedì di inizio incontro. Giuvidì siniora? Tu ha detto giuvidì? Eh sì perché se quest’anno il ponte del due giugno non c’è stato, chi siamo noi per non inventarcelo? L’idea di fare un’incontro più soft, magari di un giorno solo, tipo quelli di una volta con pranzo domenicale e via non è nelle corde del Presidentissimo e quindi ecco un programma che va dal giovedì alla domenica! Con tanto di giorno libero il sabato per visitare un mobilificio, imparare ad intessere vimini e/o l’arpa celtica, a scelta. La formula è impegnativa e questo segnerà il tema delle conversazioni ai tavoli per tutto il weekend. La disamina impietosa, severa ma giusta, si palesa nei seguenti dati: per la prima volta siamo meno di 50. Le teste pelate dominano il paesaggio, alcuni di noi hanno badanti al seguito; il pannoloni rendono complicato salire e scendere dalle moto; gli apparecchi acustici vanno in risonanza tra di loro e molti di noi fanno pure finta di non averne bisogno. Tre partecipanti sono convinti di essere ad un torneo di Burraco, quattro sono ancora a Massa Marittima ad aspettare che Nello faccia i mazzetti. Alcuni sono in sella a BMW, rendiamoci conto. Nello non si ricorda dove ne cosa abbia parcheggiato. Non è cambiato lui. Ma noi, ah, citando il poeta greco Menandro, compagno di giochi di alcuni commensali: così triste gli dei vollero la vecchiaia dell’uomo. Le donne no, le donne di AG al massimo diventano milf da paura ma questa è un’altra storia. Gli uomini invece invecchiano, ah se invecchiano. Sia chiaro è sempre bellissimo rivedere le vecchie (appunto!) facce che non vedevi da anni (ecco, dicevo?) ma qui se non ci inventiamo qualcosa diventiamo Anzianità Guzzista (convenzionata con la ASL, Legge 104). Mi cruccio in cotanta riflessione dal giovedì al venerdì ignaro del fatto che sabato si produrrà davanti ai miei occhi il miracolo di Anima Guzzista 2.0: ovvero I gggiovanidoggi!!! Esistono, sono tra noi e sono bellissimi bravissimi e fighissimi. Ma deh, proseguiamo in ordine che sennò poi mi confondo. A chi stanno le carte? Ah no.
Dicevamo formula modello Vacanze all inclusive con appartamenti al posto delle stanze singole. Tralascerò di commentare le storie che sono pervenute in redazione, di amori clandestini et quant’altro; per quel che mi riguarda, si ricompone la triade sacra dei Cavalieri della Taverna dell’Inibito Accesso (leggere report anno scorso se non sapete le cose) e condivido penthouse con Sir Rolando di quà e Sir Romualdo di la. Letizia a seguire come miele dalla cascata. In attesa della prima cena mi faccio un spritz. Ma sì, dai, e facciamoci uno spritz.
Sette euro. Mi fa la tipa. Ah, che bene, sette euro! E Elodie seminuda quando passa a servirmelo mettendomi ammiccante un’oliva in bocca?
Sia chiaro io sono un uovo di mondo, viaggio, mi adatto, comprendo… Ma sette euro lo spritz presso il villaggio Airone di Riotorto mi pare un par d’euro esagerato. Ma deh, si diceva, in attesa della cena mi faccio un spritz. E poi leggo un po’. I classici, Cicerone e Plinio soprattutto. Poi riprendo quelle due tele che non ho mai finito, raffiguranti un fiammeggiante tramonto romano, ed insisto con vigorose pennellate a cercare quel tono di arancio che ancora mi sfugge. Poi mi faccio una doccia, mi cambio, faccio due passi con Fra, per stimolare l’appetito. Camminiamo lungo la via francigena, fino a Spoleto e poi torniamo. Aspettiamo ancora un pochino ed appare un risotto. Spostiamo i cadaveri di quelli che non ce l’hanno fatta ad aspettare e iniziamo a cenare.
Ecco, forse forse, quest’aspetto delle cene io lo rivedrei… Magari se riusciamo a stare sotto le tre ore tra una portata e l’altra limitiamo i seppuku.
Va detto che le lunghe permanenze a tavola permettono intense conversazioni. Dove non si finisce mai di imparare. Spesso non si comincia nemmeno ad imparare! Ad esempio voi la sapete la differenza tra Marittimo e Marino? Io no, e dopo una esaustiva spiegazione di Ticcio, ne so meno di prima. I nostri registratori hanno colto i momenti salienti del dibattito. Svolgiamo le bobine:
– Ma vi siete chiesti perché Massa Marittima si chiama Marittima? Eppure non è sul mare!
– Oooh!!! Perché? Perché? Illuminaci!
– E badate bene, Marittima! Non Marina!
– Oooh sottile ma importante differenza! Dicci, o tu che sai, dicci!
– Ebbene, voi sapete che Massa ad esempio ha Marina di Massa che è proprio sul mare!
– Oooh!!! È vero! Che cosa straordinaria!
– E quindi è Marina, non Marittima!
– Oooh… Però c’è Milano Marittima che è sul mare!
– Lascia stare! È un’eccezione, le cose che sono sul mare son marine, non marittime!
– Ma le stazioni marittime, i marittimi…
– Lascia stare! Eccezioni, eccezioni! Se è marino è sul mare!
– Ma Marino non è sul mare! Lo vedi, ecco Marino, la sagra c’è dell’uvaaaaa…
– Lascia stare, Eccezioni! Eccezioni!
Ci fermiamo qui perché alla fine quello che conta non è tanto la differenza tra marino e marittima quanto il fatto che stavamo tutti appresso a Ticcio da due ore. E questo è stato un bene perché significa che almeno una volta ce l’abbiamo fatta a stare appresso a lui. Cosa che non si sarebbe ripetuta durante il girello. Ed è grazie a Ticcio che si compie e si sublima il nuovo miracolo della motodispersione© che anzi qui raggiunge forse uno dei suoi apici.
Partiamo da Massa Marittima e arriviamo in gruppo alla rotonda dell’immissione nella statale 429. Siamo a 326 metri dal punto di partenza e… voilà come libellule sui campi in fiore, come rondini sparse prima della pioggia, come zefiri leggeri ma soprattutto come un branco di coglioni, Ticcio di qui e tutti di la. Tutti meno me e Nello because, because the night ma che ne so.
Sia quel che sia, Noi MasterofMinchia© motu proprio conferiamo a Ticcio l’ambito titolo di Sherpa della Minchitudo©.
Tra pioggerelline che non pioggerellinano, asfalti che non asfaltano, cattedrali senza tetto, curve che manco in Sardegna et quant’altro si dipana la due giorni all’insegna della Minchitudo©; quella sì non manca mai. Ma che bella la Toscana, e diciamolo! E così arriviamo alla sera di sabato. Ah no, prima c’è una bellerrima merendona offerta dai grandissimi amici di Non Solo Moto e del Guzzi club Aquile Etrusche che fa capo alla loro officina di Venturina Terme. La famiglia Paparo è il Guzzismo nella sua forma più bella. Dovevano fare un mega festone per i 25 anni ma per vari impegni è stato rimandato a fine agosto o giù di lì… Quando sarà sarà, noi ci saremo! Una volta merendati e festeggiati, ripartiamo per il residence Villaggio RSA Airone per la cena di commiato e soprattutto per il concertone. Noto nel frattempo che ci sono i Pandori! Evvai, abbassiamo la media! Uuu anvedi chi sarà la nostra barista, Ludovica, evvai altra spuntata alla media… Mi giro verso la zona dove stanno allestendo gli strumenti e…. Altro che spuntata alla media questi sono davvero gggiovani veri. Ma non come Piero che insiste a fare il giovane inventando cocktails che probabilmente sono pure illegali (ma comunque approvati!) ma proprio anagraficamente giovani: dicono ‘faremo una cover di una vecchia band del passato’ parlando dei Green Day, mortaccilor… Fremo: sapranno connettere con questa audience diversamente giovane abituata alla leggendaria GuzzistiLiberiBluesBand? La risposta è sì, azz, sì eccome. Si chiamano Sick Parvis (ma qualcuno gli dovrà pur dire che se tengono tutto in latino è ancora più fico!) e sono bravottimi. Ma bravi bravi bravi. Uno è pure figlio a Ticcio il che non guasta mai. Bravi! Insomma, complice la straordinaria efficacia dell’open bar (Piero e Ludovica li volevano al Twiga ma loro hanno declinato), la presenza di varie fans locali della band, e di vari fans e altri anti-infammiatori per le nostre articolazioni, il concertone è stato uno dei più fichi di sempre. Ad un certo punto hanno pure fatto Sympathy for the Devil e mi sono financo astenuto dal chiedere di suonare! E ringraziatemi :-))  Bravi Sic Parvis (levate quella cazzo di kappa prima che mi innervosisco), bravi bravi bravi! Da professionisti navigati accolgono le incursioni sul palco e seguono in due secondi il rock bergamasco e aiuonnanò eviu eversinderei si snoda che è una bellezza. Bravi! Bassista ticciesco molto più bello e preciso del babbo, una sicurezza; batterista di quelli che io gli darei sempre ragione perché se uno spacca i piatti così, chissà come mena; cantante capace di trascinare i bergamaschi nelle danze e chitarrista così bravo che vado personalmente ad alzargli il volume, eh che diamine! Fanno una Paranoid da panico… A fine concerto mi congratulo e gli dico: al prossimo concerto ti porto una SG fatta in tre esemplari, a mano, dal liutaio di Tony Iommi. Il giuovane mi sorride tipo quando sorridi agli anziani… Qualcuno gli spieghi che non scherzavo prima che cambio idea.
Il concerto evoca note di Trevignano quando il camping vicino minaccia di inviare la polizia dell’Illinois se non la smettiamo.
Faccio in tempo a pensare che sono passati giusto vent’anni da Trevignano (chi c’era sa, chi non c’era non ci crederà mai) dall’esordio della musica live negli incontri di Anima Guzzista. Il concerto dei Sic Parvis (scusate ma la kappa fa troppo BMW!) non solo mi ha fatto riflettere su questa cosa ma, cosa più importante, mi ha fatto venire voglia di pensare ai concerti e agli incontri dei prossimi venti anni!
Perché come cantava il Giovane Nello:
Hey hey, my my, Anima Guzzista will never die.
Ci vediamo a Mandello!!

G.

PS: No dico, e tutto ciò senza nemmeno dirvi delle magliette dell’incontro, modello: “ho visto la luce”!