By Maria “Roxxana”
CCCP
Cervello, Cuore, Chiappe e Professore
“Come? Sono diventato Guzzista?” – chiede il Cervello al Professore – “la pregherei per il futuro di non eludere quanto da me elaborato ed affermato a suo tempo, ossia nel diventare proprietaria di una Moto Guzzi Breva 750: che continuavo a considerarmi Motociclista, e non Guzzista. Non mi pare da allora di aver mai espresso un cambio d’opinione!”
Cuore: “Mi creda, Professore, fa tanta scena ma non riesce a controllarmi e che son Guzzista glielo testimonio. Non è solo quella Guzzi a farmi fare le capriole di gioia, è un riflesso fin da quando molti anni prima mi sono innamorata di un LeManista; il Cervello mi vietava di salire su quella sella, le Chiappe poi – non le dico! – strette da avere i crampi attanagliate dalla fifa sulle curve tra Lavarone e Luserna, ma io e quel bicilindrico prendevamo i giri. Da allora, sentivo le farfalle ogni volta che riconoscevo una Guzzi fra le moto in cima ad un Passo, o il suono d’una di esse…”
Chiappe: “Prooott! (pardon) Cuore, meglio che non ci ricordi quel primo giro, non eravamo ancora pronte e per poco non dipingevamo le mutande. Però in effetti col tempo ci siamo trovate poggiate sulla sella di quel LeMans, per quanto non comodissima trasmette buone vibrazioni. La signora della porta accanto potrebbe dirne anche meglio, ma il Cervello ha dato ordini tassativi per evitare che Ella intervenga.”
Cervello: “Che figure, era proprio necessario dar voce anche alle Chiappe? C’è sempre il rischio che parlino a vanvera; in fondo sono io che ho il comando, Professore, e posso chiarirle questo equivoco per cui mi si vuole attribuire del Guzzismo illecito.”
Cu.: “Comando de che? Al Cuor non si comanda! Guzzi sempre Guzzi fortissimamente Guzzi!”
Ch. (ridendo): “Comandare? A noi men che mai!”
Professore: “Insomma, finora ho capito che c’è del conflitto. In un’unica persona il Cervello nega d’essere Guzzista, il Cuore lo afferma, le Chiappe vanno dove le porta il Cuore”.
Ce.: “Qui mi si discredita, ma Cuore e Chiappe hanno omesso fatti fondamentali che avvalorano la mia tesi. Innanzitutto, le Guzzi non sono le uniche moto possedute, usate ed apprezzate dalla mia persona. Ne possiede un’altra, Suzuki, a cui è affezionatissima e sfido il Cuore a negarlo”
Cu.: “Non lo nego affatto”
Ch.: “Ah, è piccina quella ma ci ha una sella bella comoda che pare un California, da guidare per ore senza stancarsi”
Ce. (ridendo): “Si, in effetti per i primi 5 anni di guida, era una piccola California”
Professore : “California? Cioè, un notissimo modello Guzzi? Le vengono in mente altri paragoni, sig. Cervello? Di altre marche?”
Ce. : “No… Sono caduto in trappola, ma non me la fate! Anche dopo l’acquisto della Guzzi, non ho mai smesso di voler partecipare ai test ride di tante altre moto, e solo a titolo esemplificativo Ducati Hypermotard, MV Agusta Rivale, Yamaha MT03, BMW … ehm… uff… non mi ricordo il modello, e mi piacevano tutte”
Cu.: “Gli chieda, Professore, se ha mai calcolato anche solo per ipotesi di sostituirne una alla Breva. Glielo dico io: mai con moto di altre Case. Nemmeno per un attimo, nemmeno quando è scesa entusiasta del mezzo. E’ capitato esclusivamente in due casi, e – diciamo per coincidenza?- si trattava di altrettanti modelli Guzzi: una V7 Racer e, di recente, la nuova V85TT.”
Ch.: “Adesso vorremmo dire la nostra, visto che siamo qui.”
Professore :”Prego”
Ch.: “Premesso che in sella ci troviamo bene, vorremmo dire che sempre più spesso e volentieri ci facciamo intere giornate, al termine delle quali siamo ben bene indolenzite, talora sotto una tuta in pelle al sole cocente, o infagottate in scafandri antiacqua che si arrendono al diluvio; ma noi quadrate sulla sella fino alla mèta, sostenute da … quale motivazione?
Ah, mi guardate tutti, sto per rivelarlo: è la chiave del dilemma. Andare a raggiungere luoghi e persone – udite bene!- legati alla Moto Guzzi.”
Professore : “Intendete i motoraduni?”
Ce, Ch, Cu. (insieme): “Odio i motoraduni!”
Cu.: “Qui non si parla di motoraduno: parliamo di Mandello del Lario (commozione), il Nido da cui le Aquile spiccano il volo, delle strade su cui le Moto Guzzi giocano in casa…”
Ce.: “Retorica, dannata retorica Guzzista”
Cu.: “…e nel Cervello scatta un interruttore, scioglie la guida che da legnosa diviene fluida e riconosce a memoria ogni curva e tornante, ed i punti dove sostare per trovare questo o quell’amico, là l’officina, lassù la Grigna, il lago ed il campeggio di sotto, la Fabbrica, il Carletto, il Ghezz…”
Ce.: “Vabbè, la festa a Mandello… è una tradizione; poi ci sono gli Incontri di Anima Guzzista, tutt’altro che motoraduni. Belli perché ci si trova e disperde, poi ne vedi uno fermo per strada con altri intorno che lo aiutano e sembra abbiano sempre dei pezzi di ricambio che saltano fuori al momento giusto; ci si trova con personaggi che in due curve ti pestano a sangue ma con una birra e cento racconti ti spalancano visioni della vita al profumo di benzina e gocce d’olio su marmitta calda che -Nirvana levati proprio.
Potrei passare in rassegna per ore quei mezzi nei parcheggi degli hotel o camping dove si fa base, non si riesce a trovare nulla di banale o di artificioso, somigliano ai loro conduttori e tanto ne sono proprietà quanto proprietari. Ad attrarmi in questo rapimento, un libro con la copertina d’argento, letto d’un fiato, un po’ strano come … oddio…”
Professore: “Cervello? Sig. Cervello? Sta bene? Non la riconosco più”
Cu e Ch : “Tutto a regola, Professore; vede le circonvoluzioni? Hanno la forma di certi tornanti che gli metton pace.”
Ce.: “Cacchio*, è vero, sono Guzzista. Chiedo scusa; sono proprio Guzzista e temo che non ci sia cura, Professore. Sono diventata una Guzzista marcia e persa e non saprei dire quando e come.”
*Ch.: “Non voleva proprio dire cacchio, sai?”
Cu. : “Si ma davanti al Professore fa l’educanda”
FINE