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Nascita del monumento a Giorgio Parodi

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di Elena Bagnasco

“Come e perché nasce il monumento dedicato a Giorgio Parodi?”

Con il Centenario della Moto Guzzi in avvicinamento nel 2021, ho pensato di realizzare qui a Genova una statua per ricordare nonno Giorgio, nella sua città e dove l’azienda venne costituita.
Non è stato semplice, sono partita con la mia idea e tanti ostacoli da superare, ma la passione che mi sostenuta è sempre stata tanta. Per prima cosa ho dovuto pensare a chi potesse realizzare una statua, non è cosa da tutti i giorni, poi prendere appuntamento in Comune per parlarne e individuare il luogo dove collocarla. Devo ringraziare i guzzisti genovesi che mi hanno messo in contatto con Ettore Gambioli, l’artista che ha realizzato il monumento di Guzzi e che ha entusiasticamente accolto la mia idea.
Altra questione da affrontare è stata la ricerca sponsor, non facile in una grande città come Genova, ricca di eventi e manifestazioni. In questo caso devo ringraziare “l’aquila di famiglia”, quella del tonno “Angelo Parodi”. Oggi il marchio è di proprietà della ICAT Food, azienda leader nel settore ittico e produttrice delle note scatolette gialle in vendita nei negozi di tutta Italia. Non tutti sanno che la “Angelo Parodi fu Bartolomeo”, il cui logo è appunto un’aquila, fu la prima società della famiglia Parodi. Angelo Parodi era il nonno di Giorgio e fu proprio con le azioni e il capitale della Angelo Parodi fu Bartolomeo che venne fondata la Moto Guzzi.Ma torniamo al monumento, come realizzarlo? Il 15 marzo 2021 era una data importante, ma ce n’era un’altra che mi stava a cuore: 28 marzo 2023, i cento anni dell’Aeronautica Militare. Conoscendo il grande legame del nonno con l’Aeronautica Militare volevo ricordarlo insieme a quello della Moto Guzzi: due centenari e una persona uniti da un’aquila dorata con le sue ali spiegate.


La decisione di rappresentare il nonno in uniforme d’aviatore fu mia. Era un pilota, amava volare più di qualsiasi altra cosa. Nonno volò finché non perse un occhio in guerra in Africa, in una missione di ricerca un compagno disperso, non rientrato alla base. Ma nonno era anche un uomo profondamente legato alla sua azienda e alla sua Elena, la moglie.
Così decisi di ricordarlo in alta uniforme della Regia Aeronautica, quella utilizzata il giorno delle nozze- Simbolicamente questa scelta conteneva tutto: l’aquila dorata dei piloti e poi della Moto Guzzi e il ricordo di sua moglie nel giorno del matrimonio. Ci tengo a ricordare che l’aquila dorata oltre ad essere il simbolo universale di tutti i piloti, civili e militari, è oggi anche quello dell’Aeronautica Militare. Giorgio Parodi scelse quell’aquila per ricordare i suoi amici Stefano Baglietto e Giovanni Ravelli, piloti anch’essi con i quali aveva volato nei cieli perigliosi della prima guerra mondiale e con i quali aveva condiviso il sogno di una “motocyclette” nuova e diversa dalle altre.


Mandai a Ettore le foto del matrimonio di nonno e parallelamente portai avanti tutte le pratiche con il Comune e la Sovraintendenza alle Belle Arti per il suo collocamento. Inizialmente la statua doveva essere posizionata a pochi metri dal portone del palazzo dove fu firmato l’atto di fondazione dell’azienda, in C.so Andrea Podestà 5, ma a pochi giorni dall’inaugurazione ci fu il colpo di scena: scavando per fare la gettata di cemento per posizionare la statua, fu scoperto un tunnel sotterraneo non mappato nelle planimetrie del Comune che rese impossibile quella scelta. La fortuna fu dalla mia parte e non lontano da lì fu individuato il luogo ideale per la sistemazione del monumento a Giorgio Parodi, dove ancora oggi si può ammirare in Via Mura delle Capuccine.
Da lì c’è una bellissima vista sulla città e spazio a sufficienza per far fermare la propria moto senza creare intralci al traffico.

E così si arrivò finalmente al giorno dell’inaugurazione, ricordo la pioggia torrenziale durante i discorsi, i miei figli bagnati come pulcini ad ascoltarmi, i miei genitori con mio fratello sotto un grande ombrello, ma ricordo che al momento dello svelamento fatto da mia mamma Marina, la figlia minore di Giorgio, l’acqua si fermò e le nuvole in cielo si aprirono per permettere il sorvolo delle Frecce Tricolori. Per me fu un momento di grande emozione, seppur il tempo fosse brutto e ci fossero ancora le limitazioni per l’emergenza COVID, non mancarono amici motociclisti e non, e in cielo “le ali” tanto amate dal nonno, quel 14 maggio 2021 resterà per sempre con me.”

Spiegazione del monumento:

Opera dello scultore Ettore Gambioli (autore anche del monumento a Carlo Guzzi a Mandello del Lario), raffigura Giorgio Parodi in piedi, appoggiato all’ala di un aereo, nell’atto di leggere ciò che è scritto su di un foglio, appoggiato sopra un libro.

La statua è ricca di elementi simbolici che meritano di essere approfonditi.

L’Ala è il primo elemento che testimonia la sua grande passione per il volo: Fu tra i fondatori dell’Aeroclub genovese, istruttore (la scuola di volo è intitolata a suo nome), e aviatore sportivo di grande successo in moltissime competizioni.
Giorgio è raffigurato in uniforme: egli, infatti, fu inquadrato nelle Forze Armate fin dal 1916 (quando si arruolò volontario) fra le file della Regia Marina e, successivamente nel 1929, della Regia Aeronautica (diventata Arma autonoma dal 1923), ininterrottamente fino al termine della Seconda guerra mondiale. La divisa è stata scelta per rappresentare lo spirito di servizio e di corpo, oltre la grande passione per il volo. Sebbene militare non di carriera, quale Ufficiale pilota in congedo rimase “a disposizione” del corpo di appartenenza e più volte richiamato in servizio.
Si può dire pertanto che fu militare, ininterrottamente, per ben 27 anni. L’uniforme e il volo costituiscono quindi un tratto estremamente caratterizzante la sua vicenda personale, che si dipana nel corso di un periodo storico difficile e caratterizzato da innumerevoli vicissitudini.
Sul bavero della giacca spiccano le “stellette”. In vigore dal 1871 , esse furono prima ornamento, e poi segno distintivo del militare in attività di servizio, di qualsiasi grado, arma e corpo. Un’ipotesi interpretativa le vede legate al nostro periodo risorgimentale quando il simbolo delle fortune dell’Italia era una donna con una stella in fronte o sulla corona portata sul capo, il famoso ‘Stellone’, allegoria appunto dell’Italia repubblicana. Le stellette quindi, oltre a indicare i gradi, hanno un significato simbolico, e appaiono tutt’ora al centro dell’emblema della Repubblica Italiana.

Sopra il taschino sinistro sono inseriti sei “nastrini” che rappresentano le sei decorazioni di cui fu insignito, cinque d’argento e una di bronzo. Una di queste per aver portato in salvo i suoi compagni, benchè gravemente ferito a un occhio, che poi perse, smettendo così di volare. Al di sopra dei nastrini l’aquila dei piloti, divenuta anche il simbolo della Moto Guzzi da lui fondata.

Giorgio è raffigurato nell’atto di leggere un foglio ritrovato nel libro. Si tratta della lettera con cui nel dicembre del 1919 il padre Emanuele Vittorio, lo informava della sua disponibilità a finanziare il progetto che, insieme al suo motorista Carlo Guzzi, avrebbe portato alla creazione del prototipo di quella che sarebbe stata la “normale”. Una motocicletta per l’epoca innovativa e caratterizzata da soluzioni tecniche all’avanguardia. Quella “carta” rappresenta metaforicamente sia l’inizio dell’attività imprenditoriale che Giorgio condusse fino alla sua morte, sia il forte legame famigliare che ha caratterizzato la storia dei Parodi.

Di carattere schivo e poco incline alla ribalta, Giorgio volle l’aquila degli aviatori come simbolo della Moto Guzzi (in ricordo del compagno Giovanni Ravelli, pilota, scomparso durante un volo di collaudo) e lasciò il nome dell’azienda a Carlo Guzzi, il progettista della nuova motocicletta, indicando in lui il tecnico, geniale “creatore” del veicolo. In omaggio a questo suo spiccato ‘understatement’ si è scelto di non includere nell’opera alcun elemento motociclistico, largamente presente invece nel monumento al Guzzi, sia per fedeltà alla vicenda storica (come detto, Giorgio non volle “apparire”), sia per inserire un ulteriore elemento descrittivo del carattere di Giorgio.

Infine il viso di Giorgio Parodi, assorto nella lettura della famosa lettera, ritrovata casualmente: è il ritratto di un uomo maturo. Poiché il marmo cristallizza il tempo, descriverne il corso richiede l’utilizzo di artifici narrativi spiccatamente allegorici; l’Autore ha quindi scelto il suo volto delle ultime immagini a noi pervenute per significare il senso del trascorrere del tempo e delle vicende.

La statua è collocata su di un belvedere che domina Piazza della Vittoria, dove l’Azienda ebbe uno dei suoi uffici, alla quale dà le spalle. Questa scelta permette al visitatore che volesse fotografare il monumento, di trovarlo incorniciato da una spettacolare skyline del centro di Genova. Sul lato opposto (quindi di fronte a Giorgio) si stende la passeggiata sopraelevata di Mura delle Cappuccine, inserita nei percorsi di “Wonderful Walking Genova”, un percorso urbano indicato da borchie bronzee a mo’ di “pietre d’inciampo” destinato sia a chi corre, sia a chi vuole camminare all’interno della città, scoprendone aspetti spesso ignorati e svolgendo attività fisica. Per i runner sono proposte alcune “stazioni” dotate di totem: utilizzando un QRcode si potrà visualizzare un breve filmato con una serie di esercizi fisici di riscaldamento e/o di distensione e di attività aerobica. Un ideale punto di incontro, di emozioni e di ‘photo opportunity’ non solamente per gli appassionati Guzzisti ma per tutti coloro che desiderano godersi una spettacolare vista della “Superba”.

 

Link alla spiegazione del monumento:

https://www.giorgioparodi.it/index.php/il-monumento