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Aquile Lepine: racconto di Nedo

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Aquile Lepine Incontro di Primvaera 2015 Anima Guzzista

Racconto di Nedo

 

Resoconto parziale dal mio punto di vista dell’incontro di primavera 2014 – Monti Lepini

(Prologo)
Attendevo con trepidazione questo evento e mi ero ritagliato il giusto tempo e la giusta tranquillità per godermelo fino in fondo. L’obiettivo era “starci dentro” lasciando a casa tutto il resto. Così ho proprio staccato il cellulare e sono scomparso dal mio mondo per 3 giorni interi, lasciando a facciabuco di sera i contatti minimi. Me lo posso permettere: sono ormai un eremita con pochi interessi e vita sociale del tutto sovrapponibile a quella di un ubriacone perdente delle canzoni di De Andrè (cit.evolution so far – potevi essere tu). Ci ho lavorato anni a questo obiettivo…
Così mi sono immerso nel clima di Anima Guzzista come se anche io fossi come loro. Sapete com’è? La prima volta che ti portano in manicomio hai un atteggiamento di distacco come se la cosa non ti riguardasse. Osservi da fuori come se tu fossi uno studioso e non un paziente. Sì certo, sei lì anche te, ma solo di passaggio, per un controllo, un check up “io non ci resto mica qui dai…semplicemente non ne ho bisogno”. Ma se ci torni quattro volte allora è diverso…

(Pronti?)
Bagagli fatti a rate in tre giorni. Stanza disseminata di oggetti. Ho dormito tra tenuta da pioggia e paraschiena per due notti. Poi al terzo giorno le borse moto, come d’incanto, hanno inghiottito tutto.

(Partenza)
Scendo lungo sud sulla pallosissima strada variante aurelia…X kmetri di rettilineo, ma sono carichissimo e mi godo anche solo il fatto di essere sulla mia moto. A Civitavecchia scelgo di farmi l’aurelia vecchia finché posso…Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli. Devo dire tutto bene: un buon sole, aria primaverile, qualche bel pezzo di gnocca discinta che va al mare…
Poi entro ner GRA!
Duan Mick, alias Ivan. Il capoinfermiere del nosocomio mi aveva suggerito un percorso per giungere a Norma che prevedeva un rapido passaggio sul Grande Raccordo Anale di Roma dicendomi chiaramente “nun te preoccupà, nun c’è traffico, forse un pochetto ma er pezzo che farai è breve!”. Mah sarà, j’avevo scritto: “miccke nun me va de trovà traffico”.

GRA, ore 15 di un venerdì di fine maggio: 32 gradi. Velocità media 5 km/h. Tutti nervosi scattano, imprecano, si infilano se lasci un buco più largo di 20 centimetri. Pure i pullman dei turisti dopo i primi due chilometri si adeguano. Degli scooter non ne parlamo…sono gli unici mezzi che riescono a tenere la media dei settanta all’ora! Io ero tranquillo prima di entrà…ho le borse larghe e so che sono leggermente più larghe del manubrio per cui “adopero” l’accortezza necessaria e quella precauzione d’uso prescritta nel bugiardino del medicinale “Stacalmin” che recita “se non ti vuoi incazzà vai pianino, guarda er panorama e soprattutto nun fa cazzate”. Piano vo piano per forza di cose, er panorama nun se po vedè, le cazzate invece le posso fa…dopo un quarto d’ora nel quale ho percorso 35 metri, col sudore che me scivola lungo la schiena e me bagna i peli der culo, mi finisce l’effetto dello “Stacalmin” e me se spegne la luce…da lì nun me ricordo più nulla. Alle 15 e 40 stavo sulla Pontina con le borse laterali rigate!

*MODE TATUATO ON
Sulla Pontina però non mancano le distrazioni: mentre fiducioso di avè superato ‘r peggio guardavo ar futuro, me trovo accanto a me, che ero sulla fila di emergenza, du cosce de due metri l’una, du bocce da quarta, con due labbrone rosse che fumavano voluttuosamente una Gauloises (quelle sigarette si fumano solo così..), una specie de Lilli Gruber extra large, che me fa “ah cavajere nero viè commè che te faccio divertì”. Cavajere nero? Già, il casco nero con la visiera scura…eh cara/o mia, che te farei! Ma ir probrema è dove te lo farei che qua proprio nun riesco a capì dove se imboscamo?!?! Dopo avè declinato con gentilezza ed eleganza, ma non senza rimpianti, l’invito della Gruber comincio a guardarmi intorno per capì dove le portano…forse er casotto dell’enel lì vicino? Boh…ma poi per riportalla lì che si deve fa? Scendere giù ad Anzio e tornà su per Freggene? Troppo pericoloso per me…so sentimentale…me innamoro…se sto con Lilli più de venti minuti me la sposo!
Ecco ce penso…mò torno indietro e me la porto a Norma…già vedo totogigi che ce sposa… er tatuato e nello che ce fanno da paggetti… califoggiano testimone. Immerso in simili pensieri mi ritrovo, per fortuna, a Latina.
Aaah er più è fatto. Si tratta solo di trovare le indicazioni stradali per NORMA. E ci arrivo dopo un paio di ore per approssimazione successiva zigzagando per l’agropontino…
MODE TATUATO OFF*

(VIA!!!)
Ed eccoli lì i primi pazienti del nosocomio con le loro prescrizioni mediche da seguire: le birrette. E cominciamo il giro delle birrette. Mi aggrego a Macio, Nello e Pandora, già alticci e un nuovo amico napoletano con moto bianca e amarena che decide di farsi un tuffo in piscina e non lo vedrò più fino a quando il giorno dopo parte. Ma l’incontro di primavera è così: c’è talmente tanto casino, talmente tanti pazienti che una persona puoi perfino non incontrarla. A cena siamo già una quarantina. Dopo cena lungooo e terapeutico con sedute di buon umore e alcol a cura del personale dell’ospedale…personale esperto e bravo a confondersi coi pazienti, al punto che ti domandi se sono matti anche loro… Miccke Duan dispone che la mattina dopo si parta tassativamente alle 9. Ma i pazienti lo guardano storto e con sufficienza, “alle nove??? Seeeee…” ed invece sabato mattina alle 7 in punto siamo tutti svegli!
Che ci mettono nelle birrette?
SABATO
Sabato minaccia pioggia ma nel pomeriggio. Ci incamminiamo per arrivare da CP Racing dove altri pazienti accompagnati da inservienti, ci attendono tra bruschette, lardo, prosciutto e beveraggi vari. Sono le dieci del mattino ed io ho già assunto: due briosche, un pezzo di torta al cioccolato, un succo d’ananas, un succo d’arancia, uno yogurt, un caffè, una bruschettona al pomodoro, un’artra col lardo di colonnata, una col prosciutto e formaggio, un’artra col lardo troppo buono, un bicchiere di cocacola ed un bicchiere di vino rosso!
E parte il primo giro. E mi perdo nel paese. Mi ritrovo con Strya e Gonario, navigatori “esperti in perdizione” come me. So per esperienza che insieme siamo molto pericolosi. Potremmo finire su Chi l’ha visto? Per fortuna l’ottima ma proprio ottima organizzazione dei locali, ci ha permesso di trovare sempre qualche infermiere con il gileino catarinfrangente che ci indicava la strada giusta. E via. Ho cominciato a risalire la corrente col mio passo sempre più sciolto. Stavolta perdo tutti, nel senso che li lascio tutti indietro e le strade sono splendide: buono il fondo, meraviglioso il tracciato.
Scendo verso Subiaco e giro per la strada dei monasteri. Posti incantevoli. Mi fermo e sopraggiungono Artack, Riccardo e Beppe con la maestosa cali 1400. Beppe: pausa sigaretta, smanettata e pausa sigaretta. Dieci chilometri un pacchetto fumato. Ma li mortacci…sarà una terapia pure questa?
Arriviamo al luogo del delitto con le nuvole minacciose sopra la capa. Entriamo nel ristorante e si scatena l’inferno. No, non mi riferisco al temporalone fuori, mi riferisco alla Madre di tutte le Battaglie: legioni di guzzisti Vs. libagioni. E devo dire che dopo aspra e crudele battaglia le libagioni hanno ottenuto un’onorevole resa. Sono capottato sul tavolo degli amici sardi in fase di stand by, ma quando arrivano i biscottini finali ho un ultimo guizzo d’orgoglio e me ne pappo tre meritandomi senza dubbio per la prima volta nella mia carriera guzzistica la patch “maiale d’assalto!”…non sarò un professionista della forchetta ma la strada è quella giusta.
Nel frattempo fuori casca dal cielo di tutto, e io non so che ho bevuto ma era roba buona e mi pare di essere nel locale Titty Twister del film “dal tramonto all’alba” col Tatuato nelle vesti di Salma Hayek ma parecchio più sexy e la Pandora con un grosso pitone (di chi?) attorno ai fianchi e dei serpenti tra i riccioli neri. Ebbene in queste condizioni ci rimettiamo in moto e alla spicciolata ci avventuriamo sotto la pioggia battente per strade sdrucciolevoli, incantevoli, mutevoli al termine delle quali c’è un sole che ci aspetta e una delle migliori parentesi del minchia cui abbia mai assistito.

(Beppetitanium e novetettete)
Già…sotto Anagni, siamo un gruppone e al bivio troviamo un altro gruppone di pazienti con il capo infermiere lombardo al secolo Beppetitanium che si fumava l’ennesimaallaenne sigaretta seduto su un muretto. Al momento di mettere in moto, la sua splendida cali 1400 è muta. Il minchione in questione, come del resto tutti noi minchioni, ha una pessima relazione con l’elettronica e smanettando smanettando con la chiave di accensione ha praticamente innescato “EA -the ethernal antifurt” -un sistema collegato al satellite della Nasa “Uars Two”. Ora dovete sapere che il satellite “Uars Two” è dotato di raggio laser classe 18 con emissione stimolata in grado di incenerire con
assoluta precisione un oggetto di venti centimetri a distanza di 10 mila metri. E non ultimo tale Uars Two è recentemente sfuggito al controllo della Nasa! Ci avviciniamo quindi con assoluta circospezione alla nave spaziale 1400 di Beppetitanium, con la stessa deferenza di un artificiere novello di fronte ad un ordigno ad orologeria tanto di moda a Beirut negli anni ottanta. Si fermano luminari di chiara fama come Fange e la diagnosi è sempre la stessa “so cazzi!”. Beppetitanium fuma nervosamente le sue Pall Mall (si fumano nervosamente queste) mentre gli amici intorno si diradano mormorando “so cazzi…”. Il sole si abbassa dietro le montagne e Beppetitanium è sempre più un uomo solo e distrutto. Guarda la sua novetettete (o come si chiama?) e lacrima. Ir caposala Micck Duan, si attiva e telefona un po’ ovunque nella galassia guzzista. Ma le risposte che arrivano son sempre le stesse: “so cazzi…”. Siamo rimasti in quattro ar capezzale de novetettete quando ad un certo punto squilla il cellulare del titanium. “Beppe te squilla er telefonino!”. Titanium emerge dalla nuvola di fumo e s’asciuga le lacrime cor guanto di pelle e risponde. Il viso s’illumina di una speranza nuova! E’il capitano Jonhatan Archer in persona che gli dice “Minchione! Ir codice segreto è 4792! Inseriscilo e sparisci nell’iperspazio! Stai attento a nun sbaglià che Uars Two te spara!”. E così novetettete è stata liberata dall’incantesimo senza che Uars Two abbia incenerito alcun che. Solo che Beppe da quel momento in poi ogni volta che ha dovuto prendere la sua moto se l’è dovuta rubare con molta circospezione ed attenzione.

(Verso norma…)
A quel punto libero l’istinto omicida e mollo tutti per strade nuove puntando dritto sulla carpinetana per tornare a Norma. Dietro una curva schivo un gattone rosso di campagna. Ir caposala mi insegue con la puntura in mano ma non mi piglierà…anche perché farò strade mie.
Al manicomio nel frattempo è arrivato un noto paziente, uno che è in cura da anni e al quale la malattia si è manifestata da giovane e nella forma più estrema: il califoggiano. Lo saluto e parlo con lui dieci minuti e mi rendo conto che la situazione è disperata. Come un arabo con otto mogli si sbriciola su e giù per la penisola per far muovere tutte le guzzi che ha. Per questo motivo la sua vera donna lo mena ogni volta che ne ha l’occasione e volano piatti contro i muri. Stavolta è sceso in puglia per prendere il florida. Poi risalirà in lombardia per prendere il quota e andare in trentino, poi tornerà a prendere il califoggia per andare sulle alpi, poi prenderà il falcone per andare a vigevano, poi prenderà…il suo sogno è avere otto culi (è il sogno di molti ma in un altro senso) per poter guidare tutte le sue guzzi insieme.
Altra cena altra corsa: abboffati come porcelli all’ingrasso, scoliamo lo scolabile e parliamoparliamoparliamo dei nostri gravi problemi legati alle guzzi. Sedute tipo Associazione Guzzisti Anonimi, seduti in tondo ognuno parla del proprio problema e cerca conforto negli altri. E così ci sentiamo meno soli.

DOMENICA
La Domenica ci accoglie col sole. Ahhh bello. Colazione super colazione mia. Pronti via! Stavolta inseguo Vladimiro che curva leggero, troppo leggero, i freni un optional e per seguirlo rischio di uscire di strada due volte. Quindi mi fermo per espletare la funzione della min…pisciare, si dice pisciare! Riparto e non c’è più nessuno. Salgo in un paese roccagogna, roccafregna, insomma una cosa così. Penso di aver sbagliato e faccio inversione ed incrocio Rotondo in vespa (un paziente mitico) che mi dice “boh? Io vado di qua poi si vedrà”. Lo lascio per la sua strada ripromettendomi di riprenderlo se avesse sbagliato, ma tanto so che Rotondo è cittadino del mondo ed infatti arriverà al ristorante molto prima di me. Scendo e giungo ad un incrocio. Svolto a sinistra e trovo un paio di guzzisti alla fermata del bus. Chi si fermò? Il cali di bicilinder ha dato forfait improvvisamente senza preavviso. C’è Anka con lui. Ragioniamo sotto la pensilina e giungiamo alla conclusione che la batteria è morta. Arrivano due malati cronici Nello e Cartàgho (che Nello chiama Càrtagho come un gladiatore). Nello è malato irreversibile da anni. Uno dei fondatori della clinica…colui che scannerizzò tutti i manuali d’uso e di officina di qualsiasi cosa abbia mai prodotto l’aquila di Mandello compreso il decespugliatore. Càrtagho è un caso clinico recente e la sua malattia ha avuto un’evoluzione assai repentina: in pochi mesi ha avuto, nevada nuova, bellagio aquila nera per passare poi alla droga più potente: il cali 1400 custom che fa sbavare tutti gli altri ospiti del manicomio. I due si fermano, auscultano con lo stetoscopio e anche loro diagnosticano lo stesso male: batteria kaput! Tocca vedè dove si trova. Nel frattempo Anka s’era infilato in casa di un tipo lì vicino per cercare i cavi per fare ponte. Il gentilissimo indigeno ci viene a dare una mano e sentenzia: batteria es muerta! Ma soprattutto ci dice che ad una decina di km c’è un supermercato sempre aperto che ha le batterie. Nello e Càrtagho partono alla ricerca di una batteria con la carta di credito di Bicilinder (grave errore Antò). Io, Anka e Bici nell’attesa giochiamo all’allegro chirurgo con le moto trapiantando pezzi della mia su quella di Bici. E confermiamo la diagnosi: batteria is dead.
Nello e Càrtagho tornano dopo una sospetta ora abbondante con una batteria nuova e le facce intelligenti, satolle e soddisfatte di quelli che, si può dire? se sono fatti una trombata a scrocco. Ma la batteria c’è! Ed è quello che conta. Si tratta solo di mettere l’acido dentro la batteria, ricollegare i fili e via, inseguire il gruppo. Lo faremo ma l’orologio batte le 11,45 e siamo a 120 chilometri di curve dal ristorante!!! Il capoinfermiere ar telefono ci ordina di prendere l’autostrada. Noi malati ci guardiamo negli occhi tutti convinti, manco per sogno!
Ventre a terra, parte una rincorsa per strade splendide e natura pulita. Nello ci porta a visitare, suo malgrado, qualche paesino extra, poi arriviamo finalmente su in cima ad un monte e facciamo pausa caffè. Sono solo le 13,15. Stiamo cercando le indicazioni per un paese che si chiama tagliacozza, tagliacazza, cazzotagli? insomma qualcosa del genere. Una simpatica famiglia ci spiega che la strada per salire su è chiusa. Il trucido barista ci dice di stare attenti che ci sono i cattivissimi carabbinieri e se vi pijano che je dite? Na barzelletta! Nun ce pijano…E così, Nello davanti, saliamo sulla strada dissestata. Ad un certo punto Nello, che teneva una media di 80 km orari schivando i massi come in un giochino della playstation, mi indica velocemente col ditino un cartello giallo giallo giallo…con la coda dell’occhio percepisco una scritta “anima… de li meglio MORTACCI TUA!”. Inchiodo ed inverto la direzione. Si fermano anche gli altri tre e cominiciamo una serie di foto e di selfie sotto il cartello che nemmeno le ragazzine di dodicianni…intanto Nello è arrivato a Capistrello…
Riprendiamo il viaggio a rotta di collo ed arriviamo al paese, bello a dire il vero, di tagliacà…non so più che ore sono. C’è un sacco di gente. Hanno parcheggiato le guzzi in doppia fila al quadrato due sotto e due sopra in un paio di vicoli stretti.
Ci sediamo e ci abboffiamo come naufraghi al tavolo coi pauarangers che pure loro s’erano dovuti fermare per via di un gravissimissimo guasto ad una Traiumf, noto scassone inglese…purtroppo l’amico cridit era dovuto restare a Norma ad accudire la sua bella. E qua ho accanto a me un losco figuro, tale “marcocalifornia”. Lo guardo mangiare. Poi guardo sotto la sua sedia per capire dove va a finire il cibo che si è sgrofognato. Poi dicono va piano in moto, e te credo so in sette!
Un gruppetto di pazienti organizza una fuga in avanti, sono Nello, Anka, califoggiano, bicilinder, Càrtagho, Filoguzzista, Gaso ed io se non ricordo male. Approfittiamo di un attimo di distrazione del capoinfermiere e del luminare totogigi, e scappiamo verso i tornanti del monte buoi (pol’esse?).
E qua la mia più triste debacle motociclistica dell’incontro. Califoggiano è davanti, gli prendo la scia. E’ sul Florida esticazzi. Gli tengo la scia, et voilà, ancora una curva et voilà, è sempre lì, et voilà, è un po’ meno lì, et voilà, azz! freno che esco, è un po’ più lì, ma lo vedo ancora eh, et voilà, guardo lo specchietto e vedo un enorme california attaccato dietro a me…era Bicilinder che scalpitava…”ma ndovai Bici! Te sdrumo” e lo faccio passare, tanto gli tengo la scia…et voilà eccolo lì, et voilà, eccolo là, et voilà eccolo laggiù, et voilà eccolo laggiù in fondo…vafangù!
Ho perso il duello con califoggiano e bicilinder ma so che è solo colpa dei bioritmi astrali.

Ci ritroviamo come star a fare benzina al roxy bar e si riparte con Nello che ci porterà a visitare luoghi imprevisti come Fiuggi. Fiuggi ci accoglie con uno stupefacente arcobaleno a tutto arco. La leggenda narra che in fondo all’arcobaleno ci sia una pentolona piena di monete d’oro, ma io che l’ho cercata tante volte, so che dove c’è l’arcobaleno c’è pioggia. Ci laviamo a Fiuggi.
Poi scendiamo a cercare la carpinetana. Mi fermo per espletare la funzione di ming…pisciare. Riparto e degli altri nn v’è più traccia. Sono stanco e me la prendo comoda. Nello mi ha attaccato il virus, divago per due paesi in cima e ritrovo i compagni di viaggio ad un altro distributore.

Rientriamo al manicomio stanchi e felici. Doccia, birretta e via con la seratona musicale della banda dei guzzisiti liberi quelli che se non ho capito male sono usciti dal tunnel della guzzite. Forse stanno meglio di noi, ma i segni restano ben visibili nei visi e negli sguardi stralunati. Suonano bene e suonano blues. Open bar. Gli alcolici non sono alcolici ma medicine. Scopro su una lattina di birra tedesca il simbolo della bmw! Chi c’è dietro Anima Guzzista?? Ci porteranno tutti a comprare un Gs??? Ah le forze del male si annidano ovunque! Giuro è l’ultima volta che vengo a questi incontri!
EPILOGO
Rooonfffffffffffff…