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Aquile in Etruria: racconto di Goffredo

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera
Report di Goffredo

Prefazione

Ringraziamenti

Capitoli

1) In forma smagliante

2) Arancia Macianica

3) A letto con Beppe

4) Meeting Al

5) Humanitas

6) Contagion

7) Breve ma intenso

8) Come si dice in italiano ‘diesel’?
Prefazione
Scrivere un report dopo un raduno di Anima Guzzista è facile quanto descivere la Passione di San Matteo di Bach facendo il mimo, o spiegare ad un ceco la Capella Sistina, senza sapere una parola di ceco…
O tentare similitudini più idiote dopo quella appena proposta; in entrambi i casi sono tre qundi entrambi non va bene, ecco, vedi, sono dimenticato l’italiano e basta allora se non mi vuoi aiutare torna pure da tua madre, tanto che non lo so dove vai veramente?
Ma, si diceva, appunto del raduno.

In forma smagliante
Attività tra le più stressanti per l’uomo moderno la decisione di partecipare all’incontro di primavera non è cosa da prendere alla leggera. Specie se si risiede in luoghi diversamente vicini alla meta. La prima cosa da veri, e anche ficare, è la possibilità fisica di esserci, giacché, come insegnano i Dialoghi del Berghello et del Pintor*: non puoi essere all’una all’appuntamento a Padru, se è l’una e tu non sei a Padru. (Cfr: Appuntamenti Sardi e Bilocazione da Padre Pio ai giorni nostri; Edizione Atlantide). Quindi facciamo un salto indietro nel tempo ed immaginatevi il mio gaudio, la mia letizia, il mio tripudio financo, allorché sulla mailing list dello staff, gli occhi miei lessero (lecquettero?leggiorno?) un messaggio del President che recitava, più o meno: “allora ragazzi, ho sentito Valter: 31 maggio, va bene?”
Un rapido sguardo al mio calendario, che al confronto quello dei Maya è più comprensibile e scorgo un buco. Aspettiamo che Andrea torni dal bagno dopo aver letto ‘scorgo un buco’ e riprendiamo. Ebbene sì, tra New York e Abu Dhabi c’è giusto il tempo per un salto a Verano Brianza. Le tre grandi capitali del divertimento, del resto. Ma tant’è, la decisione è presa: atterrerò a Roma, un bel pisolino e mi frecciarosserò a Milano, prenderò colà la nuova motoretta che m’attende d’arancio vestita et via lieto e gaio per la Toscana! Il calendario di Fra, che al confronto quello dei Maya l’ho già detto, contempla per ella la possibilità di prendere un treno il venerdì pomeriggio destinazione San Vincenzo. Non esattamente un Frecciarossa nel suo caso, ma pazienza, l’importante è partecipare, non come l’anno scorso che mi persi la Puglia. Che pure sta lì da duemila anni, come diceva Benigni, ma tant’è, io la persi.
Aspettiamo di nuovo che Andrea torni dal bagno perché si è immaginato un apostrofo rosa fumetto e ha letto ‘io la apersi’.
Dunque, si diceva, in forma smagliante, con un jetlag immondo appaio a Verano Brianza nel primissimo pomeriggio del giovedì. Siamo pronti!

Arancia Macianica
Ma come, Goffredo, – si chiede il numeroso popolo che attentamente segue le mie vicende (mia mamma e mia moglie) – non c’hai un V11?? E ce l’ho sì! – rispondo io – E pure variegato al cacao con cinquanta sfumature di minchia e quella sensazione, come di, assorbimento.
Solo che alla fine della scorsa estate, esso, lo V11, mi ha guardato e mi ha detto: ammettilo, non sei più il motard di una volta. Tre anni di Breva 850 hanno fatto di te una scoreggina di motociclista. Non sopportavi bauletti o parabrezza, adesso sogni le manopole riscaldate… Sgommavi senza nemmeno accorgertene e adesso senza ABS non esci nemmeno di casa. Mi fai schifo. Vendimi! Vattene!
Ora, già è grave se una moto vi parla (almeno così sostengono i medici che mi seguono), figuratevi quando vi insulta. E la cosa più triste è che ha ragione: provata la comodità e la versatilità e anche il tralallalà della Brevona, è difficile tornare al V11. Ci provacquimo, eh! Non che non ci provacquimo, l’estate scorsa, io e Fra a fare i giovani: dai che Bologna arriva in un attimo, poi pranziamo sulla Futa e poi la Cassia e per cena siamo a Roma. E invece per cena eravamo dei relitti immondi scossi da tremori e dolori articolari… Insomma, per farla breve, ho chiesto ai miei pushers della Millepercento di coprire amorevolmente il Vascello del Demonio e di assemblare Arancia Macianica (nome provvisorio esplicativo): si prenda una Norge che Macio ha scagliato contro il trasporto pubblico meneghino tutto; se ne selezionino le parti più belle, la si guarnisca di arancio di provenienza Breva (o forse Panda, gli unici due veicoli colorati a minchia in quel modo) e si completi il tutto con un manubrio di una 1200 sport et voilà la mia nuova turistica stradale per vivere il mio tempo e la performance. La moto è pronta che mi aspetta, in uno scatolone recupero il mio giubotto, pantaloni, guanti e casco e così accompagnato da una folta flora batterica salto e schizzo a razzo (attendiamo Andrea che fa di nuovo un saltino al bagno e proseguiamo).

A letto con Beppe
Che Valter sia un mito del nostro tempo sarà cosa evidente alle masse a fine raduno. Per pochi eletti, tale epifania si enuncia preclara sin dal giovedì.
Dialogo:
– Oh ciao bello
– Oh ciao
– Oh, io mo prendo la moto e punto verso la toscana, eh.
– Oh, c’hai dove dormire?
(noterete che noi fighi iniziamo sovente con oh)
– Mah, boh, mi fermo dove capita, dipende dal tempo, qui minaccia tempesta, a seconda di come
– Un falco
– Eh?
– Un fa ‘l cojone: vieni a dormire da me.
– Ma hai posto, non disturbo?
– Tranquillo.

E uno già qui è tutto emozionato e pensa: mitico Valter, che generoso! Poi arrivi da lui e scopri che sta già ospitando:
– lo zio della moje, er cugino del cognato, er gatto der vicino, due amichetti dei figli, il parroco del paese, la locale squadra di Rugby Under 21 Atletica San Casciano, una band di Castellina in Chianti specializzata in cover degli Smiths, il mago Otelma, tre degli Intillimani e il mai dimenticato Odoacre Chierico.
Ma ancora più incredibile è che c’è pure Beppe Titanium.
Numerosi Guzzisti sono già in zona ed una pizzata anteraduniana si impone. Noi prescelti visiteremo in anteprima il luogo del pranzo del sabato. Ciò ovviamente non impedirà ad alcuni tra noi di perdersi sabato (me ga dito el bepi de tirare dritto…) ma non divaghiamo.
Passata la pizza, si va a dormire da Valter… Punto a Chierico ma mi chiude la porta in faccia, rubo un flauto di pan ad un Intillimano ma me lo infila laddove e così mi tocca dormire con…. Beppe Titanium!!
La notte scorre tranquilla fino a che Beppe non decide di segnalare l’arrivo dell’alba svelando il suo antico sangue Navajo e producendosi nella Danza della tosse convulsa da fumatore creativo. Il sisma viene avvertito in tutta la regione e io mi sturo dal flauto di pan. Tutto sommato, poteva andare peggio.

Meeting Al
È ormai un classico. Per tutta la durata del raduno, mi sono portato appresso il mio carissimo amico Al.
Al Zeimher, fedelissimo compagno di conversazioni diversamente astute che non mi lascia mai. Come ogni anno, ci si rincontra, ci si riconosce (eh?) e ci si saluta ammodino. Seguono stralci di conversazioni tra me, Al e vari guzzisti:

-Ciao Goffredo!
-Ah, ehm, ciao… E tu sei… dunque…Aspetta, non dirmelo… il tuo nick è… dunque… Caligris… No, no, è Puff… no, aspetta, certo tu hai un Neva.. fornia, esatto, un Griso, appunto! Sei nuovo del no certo, abbiamo dormito/cantato/cenato insieme al Uinterparti/alle GMG/allo Spadino…
E dunque aspetta ti chiami, aspetta aspetta….
-Mi chiamo Francesca, sono tua moglie, idiota!

Scusatemi tutti e fatevi tutti le toppette con il nome sennò son fottuto.

Humanitas
Il nome Aquile in Etruria è evocativo ma Aquile in Toscana forse sarebbe stato più azzeccato. Perché la magia della Toscana, e soprattutto in quel tratto di Toscana che abbiamo attraversato in lungo e in largo è proprio nell’essere oggi, ancora oggi, una della regioni più belle del mondo; un paesaggio reso sublime dall’intervento dell’uomo nei secoli: non solo gli Etruschi ma anche e soprattutto i Romani che, come è ben documentato (cfr. Angelelli: I Consoli che piegavano con le Bighe, Edizioni Salto nel Tempo, Roma 2003), disegnarono la Cassia pensando ai loro pronipoti su due ruote a motore. E ai Signori del medioevo e del Rinascimento che decisero di collegare Poggibonsi a Castellina attraverso la 429, non glielo diciamo grazie? E la SS68? la SS73? Strade franche e iolande che abbiamo potuto apprezzare al meglio complice un meteo che ci ha graziato nonostante i pronostici poco favorevoli. Eh sì perché la giornata di venerdì inizia con un appuntamento al casello di Impruneta con un cielo comsicomsà… Nuvoloni, poi sereno, nuvoloni.. Piove? Non piove? Senza ritegno mi riavvicino alla fede dei padri e recito tre Pater e un Ave Maria… Cosa non si fa pur di evitare l’acqua in moto. Mi sa che non vi avevo ancora detto che solo ieri la tratta da Verano Brianza a San Casciano ero riuscito ad evitare acqua, grandine e neve (no, non scherzo, nevicava sul Passo del Bocco, citofonare Beppe Titanium) sempre recitando un rosario nel casco. Siamo al venerdì e continuo le litanie. Il tempo di mettersi in moto e dopo trentasette secondi inizia a piovere. Poche gocce ma bastano ad allontanarmi dall’ortodossia. Poi inizia a piovere forte, abbandono il cristianesimo, salto ebraismo e islam e mi trovo in un distributore a mettermi l’antipioggia bestemmiando Visnù e altre divinità indiane. Funziona! Smette di piovere e non smetterà più per tutto il raduno! Il fondo sdruccio e anche evole invita alla prudenza ma pian piano che la strada si asciuga i ritmi si faranno più allegri. Nulla di eccessivo, sia chiaro: nel mio personalissimo libro del motociclismo stradale esiste una regola che dice che solo in Sardegna ci si può esprimere nella perfetta minchitudo. In continente ci si limita perché c’è di tutto e di più e non è sempre gaio ciò che incontri come empiricamente dimostrato dai professori Mdané e Aidan con i loro rispettivi saggi su: Avvallamenti trasversali in curva e Apecar e Impenetrabilità dei corpi.
(aspettiamo Andrea che ha letto di corpi e penetrabilità ed è corso al bagno di nuovo).
Le notizie delle pubblicazioni scientifiche di Aidan e Mdané ci arrivano alla
Le prime sono positive: Mdanè sta bene ma ha sfondato l’Aprilia! Evvai! Ah no, cioè, cavolo mi dispiace… Ma poi ci dicono di Ilaria. A quanto pare un Apecar non ha resistito al suo fascino e ha tentato di sedurla zigzagando. Ilaria ha ionizzato nell’ordine: l’Apecar medesimo, tre platani e la sua Brevina…
Porca paletta, alla notizia facciamo mente locale e due caduti nella mattina del venerdì è un record! Porca paletta. Abbandono anche Visnu e continuo il giro del mondo in ottanta moccoli: arrivato all’Isola di Pasqua, me la prendo con Rapa Nui. Rapa Nui sarà magnanimo e non ci saranno altri incidenti.
Dopo la sosta nel meraviglioso ristorante presso il Molino d’Era (troppo fico incontrare in Toscana due colleghi da Abu Dhabi), partiamo alla volta del Campeggio attraverso le meravigliose strade delle valli intorno a Volterra.
Mi approcciano Enrico e Gnappo al distributore:
-ti seguiamo? Tu sai la strada, vero?
Li guardo con quel magnetismo animale che mi ha reso famoso al Togni e al Medrano, faccio spallucce e rispondo:
-ragazzi, ma vi siete dimenticati che sono mezzo toscano? Seguitemi che vi porto in campeggio. Basta non perdere il segnale per Castagneto Carducci!
Arrivati a Pomarance, l’apposito Ente per il Turismo Creativo fa sparire tutti i cartelli per Castagneto Carducci e li sostituisce col il cartello “e ora puppa!”.
Non mi perdo d’animo e a parte una leggerissima deviazione più a sud del previsto, riesco a portare i miei compagni di strada in camping prima di sera!
E poi, è stato o non è stato bello quel tramonto in Salento?

Contagion
Il dubbio è di quelli notevoli. Immaginatevi: siamo arrivati alla sera del sabato.
Eh? Come come? Ma non eravamo al venerdì? Esatto. Ed io il sabato manco ve lo racconto. La deviazioncina in solitaria per i boschi prima di Massa Marittima, l’incontro con Fange, Alme e …… (inserire qui il nome che il mio amico Al Zeimher ha omesso) a San Casciano; Macio che ci saluta dall’aeroplanino, la SS73, la Chiantigiana, il buffet e il tavolo TDC… San Giminiano e Monteriggioni che spuntano tra le colline, la deviazione per Bibbona, e il rientro al campeggio con il Comandante che ci aspetta… Grande, grande comandante, anzi Ammiraglio! Eh no, mi spiace ma se non c’eravate non resta che la guida alle mille spiaggie di Pho-Te-tee, il magico atollo polinesiano.
Dunque si diceva, siamo alla sera del sabato e dopo un buffet panta e anche gruelico – metonimia della perfezione gastronomica la parmigiana di melanzane molto applaudita – ci si interroga sul programma della serata.
Mi spiego: è consumata tradizione della pregiata Associazione Sportiva Anima Guzzista di non proporre girelli digestivi. Della serie: dopo che se magna e se beve alla sera, non si risale in moto… Se va giù uno facciamo filotto… Se ci palloncina la polizia ci ingabbiano, e così via dibattendo. Ma stavolta siamo attesi alla clubhouse dei Germi, un motoclub animato da degli amici di Beppe Titanium; la loro club house è a due passi dal camping e stasera c’è musica dal vivo.
Valter e Beppe iniziano a mentire senza ritegno:
la club house dista dieci chilometri dal camping verso le sette di sera.
Alle otto, i chilometri sono diventati cinque. Alle nove la clubhouse è praticamente dentro il camping. Non ci sono scuse, si parte. In due ondate, scortati dai Germi, due nutriti gruppi di Anime Guzziste raggiungono la Clubhouse.
Il mio amico Al mi impedisce di ricordarmi i nomi dei mitici Germi, ma la serata è stata fantastica: in giardino, si filosofeggia di antidolorifici naturali, si porta il biliardino a livelli di astrattismo puro mentre all’interno si parla rock n roll con accento toscano che è una bellezza: una band di giovanissimi impone un ritmo forsennato alla serata; tutti braverrimi e un chitarrista solista che è uno spettacolo.
Chiedo al banco:
-ma son bravissimi, così giovani! Ma chi sono?
-I si rivenge!
Penso di non aver colto esattamente un’espressione dialettale, tipo: si riviene domani, ci si rivede, ci si rivenge… O che vu ci siete anche domani? Allora noi si rivenge!
E invece no, scoprirò dopo che la band si chiamava Easy Revenge.
Corre la voce che c’è un’Anima Guzzista ch ci capisce di chitarre e il nostro Guzzirock viene invitato sul palco per una session entusiasmante!
Mitici! Oh, se vu lo fate ancora, noi si rivenge!

Breve ma intenso
No, ma davvero c’era Flavio T3? E Tacchino, ma eri tu quello che ho intravisto al buffet.. e le miei lezioni di Bergamasco? E poi basta che al mattino uno si sveglia quelle tre, quattro ore dopo il gruppo e non ci vediamo più?… E no, dai ragazzi dobbiamo trovare un modo, non so facciamo le sedie musicali o speed dating guzzista ma non possiamo andare avanti così… Ora ci pensiamo ma per il prossimo raduno, fossi in voi, comincerei a ripassare il gioco della bottiglia.
Fino ad allora, grazie mitico Valter per averci regalato un incontro di quelli che resterà negli annali.
(Andrea, non correre al bagno, leggi bene, ci sono due enne!!!)

Come si dice in italiano ‘diesel’?
È bello sapere che certe cose non cambiano. Salutarsi tra Guzzisti e darsi appuntamento al prossimo anno è sempre triste. Però salutarsi al distributore mentre si svuota una Guzzi dal diesel messo al self-service è un qualcosa che da gioia al cuore.
La minchitudo Guzzista non morirà mai! Alla prossima, fratelli!

G.