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Aquile in Etruria: racconto di Nivola95

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Aquile in Etruria 14° Incontro di Primavera
Report di Nivola95

Londra – Firenze

Un viaggio con la mia California mi fa sempre sentire entusiasta e fortemente motivato.
Questa volta poi che si trattava di un raduno Gzzista in Toscana il morale era a mille.
Di discese in Italia con la mia amata Guzzi ne ho fatte varie, sempre in solitaria eccetto il viaggio di andata per il 90esimo.
Comunque in un viaggio con la Guzzi anche se in solitaria per quello che mi riguarda non ci si sente soli con i suoi cilindri che ti parlano chilometro dopo chilometro tenendoti compagnia.
Da tanti anni sognavo di gironzolare per quei meravigliosi paesaggi toscani, prima ancora che lasciassi l’Italia svariati anni fa. Per una ragione o per un’altra peró mi sono sempre ritrovato ad attraversarla velocemente in autostrada pensando che alla prima opportunitá l’avrei girata da turista.
L’occasione, e che occasione, era arrivata con questo raduno Aquile in Etruria.
Nonstante un’annata non facile, tempestata da problemi vari, tra salute, famiglia, lavoro, etc, che mi avevavo quasi prosciugato totalmente le energie, mi ricarico al pensiero di gioire con la mia moto in quei paesaggi meravigliosi, e prenoto 2 posti, per portarci anche mia moglie.
Moto tagliandata scrupolosamente in buona parte da me stesso, eccetto sostituzione dei cuscinetti di sterzo e cambio gomme.
Cambio anche il filtro della benzina, per degli strani singhiozzamenti che mi si stavano presentando con vuoti in accelerazione. Operazione a dir poco antipatica, perché nella mia Cali si trova nel serbatoio. Bisogna far uscire e rientrare il gruppo pompa filtro da un foro fatto della piccolezza esatta per farti dannare e bestemmiare per svariati minuti, un centimetro in piú e l’operazione sarebbe molto piú serena.
Comunque mi ritrovo contento di averlo fatto perché scopro che il tubicino tra la pompa ed il filtro si é spaccato per metá vicino alla fascetta che lo stringe alla pompa, ecco spiegati quindi i singhiozzi ed i vuoti in accelerazione.
Chiamo in concessionaria ed il meccanico mi dice di comprarlo da un qualsiasi ricambista per autoveicoli e di tagliarmelo poi a misura, mi consiglia peró di comprarne uno per alta pressione.
Seguo alla lettera il consiglio e compro questo tubicino cosí come mi é stato indicato da un ricambista qui in UK che vende anche online.
Sistemato il tutto la domenica mi faccio un giretto di circa 160km tra il Kent ed il Surrey per sincerarmi che tutto fosse a posto e la mia Cali era goduriosa piú del solito da guidare, forse anche lei sentiva che presto avrebbe solcato le strade dei paesaggi toscani.
Partenza fissata per il mercoledí, tappa di avvicinamento in Francia ed arrivo in serata il giovedí dove avrei preso mia moglie all’aeroporto di Firenze per poi incontrarci col gruppone l’indomani mattina all’uscita di Impruneta.
Mia moglie non é un amante dei viaggi in moto, ma sa riconoscere ed apprezzare il bello, il suo paese, il Messico ne ha tantissime di bellezze naturali da mozzare il fiato, ma lei ama anche tantissimo le bellezze del nostro paese ed era trepidante all’idea di godere presto dei meravigliosi paesaggi toscani.
Ecco quindi che avevo deciso di risparmiarle la sofferenza della noiosa trasferta autostradale suggerendole di andare a Firenze in aereo.
Speravo anche che questa esperienza in clima totalmente guzzista con la fantastica Toscana ad incorniciare il tutto, la potesse aiutare a capire meglio la mia sviscerata passione per la moto e soprattutto la Moto Guzzi.
La notte del martedí, anche se rientrato tardi dal lavoro, dove dovetti veramente impuntarmi con la direzione per farmi dare 4 giorni liberi, visto che mi trovo nel bel mezzo di un progetto di quelli tosti e pesanti, invece di crollare dal sonno e riposarmi per bene, ero attivissimo, carico di adrenalina per il viaggio che mi aspettava.
Vado con molto piacere in moto anche qui e giro con vari motociclisti facendo percorsi anche impegnativi ed entusiasmanti ma il solo pensare che presto sarei stato a pennellare le curve del mio bel Paese in compagnia questa volta di tanti guzzisti mi dava una gioia immensa che nemmeno riuscivo a dormire, come quando da bambino la notte di Natale fatichi a prendere sonno pensando ai giocattoli che stanno per arrivarti.
Alle 3:45 del mercoledí mattina sono giú dal letto e mi infilo sotto la doccia, per poi incominciare i preparativi che per me sono quasi come un rituale per queste grandi partenze.
Il tutto, colazione inclusa, deve essere fatto nei suoi tempi e soprattutto con calma, per evitare di tralasciare o dimenticare qualcosa. Detesto essere giá in viaggio ed accorgermi di non aver preso qualcosa che mi sarebbe servito, meglio non accorgersene proprio a quel punto.
Il clima é stato inclemente anche qui, ma qui é la norma che faccia schifo quasi sempre.
Alle 4:30 sono giá in moto, c’é molta luce é praticamente giorno, a questa latitudine é normale in questo periodo dell’anno ma fa freddo, non appena uscito da Londra ed entrato nel Kent, il freddo si fa ancora piú intenso, l’ago del termometro che misi sul manubrio della mia Cali, stenta ad avvicinarsi ai 4 gradi, ed io stento a fare i 90/100 km orari per non gelarmi. Ma l’avevo calcolato, non essendo il mio primo viaggio con partenze all’alba in questo paese, mi ero dato un buon margine per essere comunque in tempo per controllo documenti ed imbarco a Dover.
Qundo finalmento esco dall’autostrada per fare gli ultimi pochi chilometri per il porto faccio fatica a non battere i denti dal freddo, mi consolo peró pensando che presto avró ristoro sulla nave. Si preferisco la nave al treno che passa nel tunnel sotto la Manica soprattutto quando viaggio in moto.
Quelle navi sono grandi, ci si puó sgranchire le gambe per bene, o sdraiarsi per un pisolino sui tanti divani, oppure mangiare qualcosa nei ristornati. Nel treno invece si é chiusi in un vagone ed anche se la traversata é piú rapida, si deve comunque star lí chiusi dentro senza veduta esterna e possibilitá di ristoro.
Pochi chilometri ancora, la strada incomincia giá a scendere verso Dover, dall’alto intravedo giá il porto e …… …… improvvisamente il motore della mia Cali perde di giri fino a zittirsi totalmente.
Riaccendo, fa fatica, pochi metri e si rispegne.
In piú di 6 anni é la prima volta che la mia amata California mi viene meno, mi rifiuto di crederci e provo ancora ma, ancor piú rapidamente si rispegne.
Sfrutto l’inerzia della discesa per togliermi da quel punto dove i veicoli sfrecciano ancora ad una velicitá di circa 100km/h per fermarmi in un posto piú sicuro e dare un’occhiata nella speranza di poter rimettere in marcia la mia moto.
A vista sembra tutto a posto, stacco le pippette delle candele e sembra tutto ok, la pompa della benzina fa il suo solito rumore quando si da il contatto, i relé ed i fusibili li avevo cambiati pulendo con l’apposito spray i contatti della morsettiera, comunque li sostituisco con quelli che avevo con me di riserva.
Sembra tutto in regola, o meglio il problema non sembra essere elettrico.
Riprovo ad accendere, il motorino parte poderoso senza esitazione, il motore si avvia, accelero e niente, si rispegne.
Sono sconcertato, non capisco cosa possa essere successo, qualcosa non va anche se sembra tutto in ordine, riprovo ancora, il motore parte non mantiene i giri e si spegne.
Sono affranto, faccio fatica a credere a quello che mi sta succedendo, il giro guzzista nella bella Toscana sta lentamente trasformandosi in una chimera ma non mi do per vinto e chiamo il soccorso stradale tramite la mia assicurazione.
Il furgoncino della AA (una sorta di ACI) arriva in 20 minuti, forse non tutto é perso.
A bordo c’una sola persona, spero sappia fare piú di me e possa rimettermi in viaggio.
Mi chiede cosa sia esattamente successo, gli spiego tutta la dinamica di come sia rimasto appiedato con molta calma. Voglio essere sicuro che abbia capito il quadro della situazione per evitare di metterlo fuori strada.
Mi dice OK fammi vedere se riesco a rimetterti in viaggio, … io lo spero.
Incomincia a fare gli stessi controlli che avevo fatto io, prova piú volte a rimettere in moto ma … parte ed ogni volta ancor piú rapidamente si spegne.
Mi guarda con un’ espressione di triste solidarietá dicendomi: mi dispiace, sembra tutto in regola ed io poi questi motori Guzzi nemmeno li conosco, non posso fare altro che chiamare il mezzo di recupero per farla trasportare a casa tua.
Mi sembra di star vivendo un incubo dal quale voglio solo svegliarmi rapidamente, ma é la realtá, peró ancora non mi arrendo, gli dico di non farla portare a casa mia ma dal concessionario Moto Guzzi, mi risponde che va bene, passa i dati via radio alla centrale mi saluta e va.
Aspetto che arrivi il mezzo di recupero, questa volta non saranno 20 minuti di attesa ma circa 2 ore e mezza.
Il morale é sempre piú basso, la speranza di potermi rimettere in viaggio sempre piú vana.
Mentre aspettavo il recupero, mi si avvicina un uomo che dice bella moto e mi chiede cosa sia successo, gli dico che non lo so ancora e che l’unica cosa evidente é che per qualche ragione il motore si spegne.
Riguarda la moto e fa: ah Moto Gazzi (si la maggior parte della gente qui proprio non riesce a dire Guzzi) é italiana, ecco dove é il problema!
Certo a quell’ affermazione tanto stupida quanto inopportuna devo ammettere di aver provato una certa voglia di “ritoccargli il profilo” dando anche un pó di sfogo alla frustrazione che avevo in quel momento.
Ma il pensiero principale é la mia moto, il viaggio, la Toscana, il raduno guzzista e gli dico con tono molto secco che anche io come la moto sono italiano ed é meglio per lui se evita certi commenti e cambia aria. Mi guarda dritto negli occhi per alcuni secondi, e poi senza dire una parola si allontana.
Arrivato il camioncino di recupero, nel vedere la mia moto mestamente caricata nel retro, sento che la rabbia e la delusione lascia il posto alla tristezza, é strano ma mi sembra che la mia moto sia quasi come un ammalato caricato in un’ambulanza, sono in pena per lei.
Arriverá dal concessionario solo nel pomeriggio e dopo un’occhiata molto sommaria decidono che devono dedicarci piú tempo e possono solo farlo l’indomani.
A quel punto le speranze di salvare il viaggio tanto agognato svaniscono definitvamente, raccolgo i pensieri per cercare le parole da dire a mia moglie per informarla dell’accaduto e delle sue conseguenze; il tour guzzista in Toscana per questa volta é saltato miseramente.
Lei aveva anche sperato di fare un giretto nella cittá di Dante e ricca di tante delle opere di Michelangelo se fossi riuscito ad arrivare un pó prima ad incontrarla all’aeroporto il giovedí.
Quel giovedí invece sono andato in concessionaria perché volevo vedere con i miei occhi cosa avesse causato il guasto rovinandomi il viaggio.
Hanno controllato tutta la parte elettrica, centralina, potenziometro, etc., tutto ok, la pompa benzina faceva il suo rumore classico di quando funziona per bene, ma staccando il tubo della benzina dal serbatoio e facendo girare la pompa, si nota che il flusso della benzina é molto poco consistente.
Bisogna allora tirar la pompa fuori nuovamente, gli dico che ormai ho una certa praticitá nel farlo, ed i 2 meccanici molto volentieri mi cedono il passo, visto che detestano aver a che fare con quel dannato orefizio troppo stretto per farci passare agevolmente la pompa col filtro.
Svuotato il serbatoio dell benzina, incomincio non senza lanciare qualche “complimento doveroso” a chi ha disegnato quell’accidenti di foro troppo stretto per tirar fuori la pompa e quando é giá mezza fuori stento a credere ai miei occhi ………il tubo nuovo che avevo messo pochi giorni prima, tubo ad alta pressione specifico per benzina (vendutomi letteralmente come petrol resistant high pressure fuel hose) era corroso per quasi la metá della sua lunghezza. In meno di una settimana e poco piú di 200 km si era sciolto nel serbatoio!
Ormai l’amarezza di quel che é successo é stata assorbita sia da parte mia che di mia moglie, infatti sono riuscito anche a scriverne dell’accaduto.
Talvolta penso che certe cose accadono per una ragione anche se non ben chiara. Forse non era ancora tempo per me per esaudire questo ormai decennale desiderio di trotterellare per le curve della Toscana e dovró aspettare ancora un pó.
Intanto mi sono confortato leggendo i vostri racconti e guardandomi le vostre foto, mi fa piacere che sia stato un bel raduno ed auguro a coloro che purtroppo hanno avuto incidenti un pronto e totale recupero.