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Anima Guzzista at the ACE!

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Dal nostro inviato poco speciale a Londra
di Goffredo Puccetti

23-12-01

N.B. Le foto in bianco e nero provengono dal sito www.ace-cafe-london.com
Quando si passa un fine settimana a Londra, decidere quali posti visitare – e quali per forza di cose tralasciare – diventa un vero problema:

La National Gallery o il British Museum? i mercatini di Cadmen Town o i negozi di Covent Garden? La Torre di Londra o Hampton Court? Saliamo sulla Ruota o facciamo la gita lungo il Tamigi?

La capitale Inglese offre talmente tante attrazioni che il visitatore ne resta sconcertato.
Tutto questo, s’intende, a meno che il visitatore non sia un motociclista.
Perché in quel caso, per lui Londra altro non è che un anonimo insieme di case sistemate intorno ad uno dei più famosi punti di ritrovo di motociclisti del mondo:

il mitico ACE CAFE’!

Sapete tutti di cosa parlo, vero? Per i più distratti, un pò di storia:
L’Ace Café venne costruito nel 1938 come tavola calda lungo un’uscita della tangenziale nord di Londra.
La vicinanza alla nuova – e veloce – strada e il fatto che fosse aperto no-stop 24 ore al giorno, fece si che ben presto alla tradizionale clientela di trasportatori si affiancassero i primi motociclisti.

In breve tempo divenne il posto ideale per incontrare altri appassionati di moto, per organizzare gare o anche solo per riparare la propria motocicletta sul piazzale; oltre che ovviamente per un panino o un thè.

Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio venne seriamente danneggiato e fu ricostruito nel 1949.

Nel dopoguerra inizia il periodo d’oro dell’Ace Café: l’industria britannica della motocicletta era ai suoi massimi e una nuova musica, il Rock ‘n’Roll, ne era la sua colonna sonora. Spesso censurato alla BBC, il rock’n’roll veniva suonato nei Juke Box dei bar, ed il Juke Box piu’ caldo di Londra era quello dell’Ace.

Da questa esplosiva miscela di moto e rock nascevano le leggendarie corse che partivano dall’Ace votate al motto “Drop the coin right into the slot”: metti la monetina nel Juke Box e parti in moto fino ad un dato punto e ritorno, prima che la canzone finisca.

E le moto in questione erano Triton, BSA, Norton e Triumph debitamente pompate: erano le cafè racer!

L’Ace Café divenne il trampolino di lancio di moltissime band e clubs inglesi: nomi come Ton Up, Teddy Boys e Rockers nacquero allora, intorno al Juke Box dell’Ace Cafè; nel frattempo la stampa ovviamente incominciava a dipingere l’Ace come uno dei posti che la gente per bene non avrebbe dovuto frequentare.

Tra i vari Club nati intorno all’Ace, il piu’ famoso è senz’altro il 59 Club, nato dall’iniziativa di Padre Bill Shergold, un prete alquanto anticonformista (e motociclista incallito!).

Il 59 è ancora oggi il più grande club di motociclisti al mondo.

Verso la fine degli anni ’60, i cambiamenti sociali, lo sviluppo del mercato dell’auto, la crisi dell’industria motociclistica Britannica e la rapida espansione della rete autostradale intorno a Londra, segnarono la fine dell’Ace Cafè.
Nel 1969 l’ultimo “egg & chips” venne servito. L’Ace Cafè chiuse i battenti.

L’edificio venne in seguito di nuovo utilizzato come bar-ristorante, poi come stazione di servizio, ufficio di bookmakers e infine deposito di pneumatici.

Per oltre vent’anni, la leggenda dell’Ace Cafè rimase solo nelle menti di coloro che vissero quegli anni e di coloro che avrebbero voluto ma che erano troppo giovani.

Questo fino al 1993 quando Mark Wilsmore, un Rocker stufo di sentir parlare sempre e solo del passato dell’Ace, decide di organizzare qualcosa per ricordare i venticinque anni dalla chiusura.

Aiutato dalla moglie Linda, organizza per il 4 Settembre 1994 un raduno destinato a diventare storico: circa 12000 motociclisti si presentano all’appuntamento.

Il piazzale di fronte all’ Ace (all’epoca, negozio di pneumatici) non ne può contenere che una minima parte: le moto intasano la North Circular e tutto il quartiere; la rilevanza dell’evento è enorme. Ne viene fatto persino un film.
Da quell’esperienza Mark e Linda traggono l’entusiasmo per imbarcarsi nella loro avventura. D’ora in poi il loro obiettivo non sarà il raduno annuale ma la RIAPERTURA dell’Ace Café, dov’era e com’era! Per finanziarsi nasce l’Ace Café Club.

Il raduno annuale, l’Ace Day, si ingrandisce e si trasferisce al mare, a Brighton.

Come tutti i raduni che si rispettino, la meta conta quanto il viaggio: la tradizionale “Ride with Rockers” da Londra (Epsom) a Brighton, ricalca le strade che le bande di Rockers – in moto – e Mods – su Vespe e Lambrette – percorrevano nei weekend.

Non è molto diversa dalle tradizionali parate che accompagnano molti raduni solo che la velocita’ media è di 180 all’ora! I motociclisti che arrivano dall’Europa continentale si organizzano e, facendo tappe in luoghi prestabiliti in Germania, Belgio e Francia, danno vita alla Continental Run.

L’idea di Mark e Linda continua a riscuotere successo.

Sul luogo che fu dell’Ace, per quattro anni ogni week-end una roulotte vende hot dog, caffe e the.

Tanto basta per finanziarsi e per far tornare le moto verso Stonebridge.

Niente sembra poter fermare Mark e Linda: quando tre anni fa un alluvione devasta l’area intorno all’Ace, per Mark e Linda si tratta solo di cambiare temporanemante lo storico motto: non più “ride with Rockers” ma “Surf with the Rockers”.
Ogni anno il numero degli iscritti al Club cresce, e rinasce l’interesse verso le moto nude e veloci, le Cafè Racers (indovinate un po’ da dove arriva il nome) e ogni anno l’Ace Day diventa più imponente.

Finalmente Mark e Linda possono procedere all’acquisto dell’immobile e arriviamo così a quest’anno quando 45.000 (leggasi: q u a r a n t a c i n q u e m i l a ) motociclisti hanno salutato a settembre l’avvenuta riapertura dell’Ace Cafè London sulla North Circular tra Hanger Lane e Stonebridge.

Ecco, questa, in pillole la storia.
Immaginatevi dunque che emozione ritrovarsi domenica scorsa di fronte all’Ace.
Avevo ovviamente saltato il raduno quest’anno – per via di un certo impegno a Mandello! – ma avevo visto le foto sul sito ( www.ace-cafe-london.com) e non vedevo l’ora di rivedere quel magico posto. Quando arrivo – su Ford Ka, vergogna – nonostante la temperatura sia intorno allo zero, ci sono già almeno una trentina di motociclette sul piazzale. Nelle domeniche di primavera e estate, se ne contano a centinaia.

 

Io e Francesca siamo già in estasi di fronte alla vista dell’Ace tutto restaurato. Mio fratello e mia madre, passeggeri inconsapevoli costretti ad una deviazione fuori programma, si domandano cosa ci sia di speciale in un parcheggio e in un bar.

Mark e Linda Wilsmore hanno davvero di che essere orgogliosi: il rinato Ace Café è splendido. La roulotte che serviva the e caffé è ormai solo un ricordo; adesso un bancone chilometrico fa da cornice ad un ampia e accogliente sala dove trovano posto numerosi tavoli, in perfetto stile anni 60, e un palco per le band che animano le serate dell’Ace.

Alle pareti, foto e ritagli di giornali degli anni 50 e 60 che ci riportano alla memoria quell’epoca fatta non solo di moto e rock ma anche di tensioni sociali e scontri tra bande e polizia.
In un angolo, una vetrina accoglie magliette, libri, toppe e spille marcate Ace Café London.
Trovo Linda che fa colazione. Del resto cosa fareste voi, la domenica mattina, se foste i proprietari dell’Ace Café? Fareste colazione all’Ace Café, no?

Le avevo mandato un’email anticipandole che sarei passato a trovarli per rinnovare la mia tessera e per portarle come regalo di Natale, la maglietta di Anima Guzzista.

E sì perché le Guzzi hanno moltissimi estimatori all’Ace; uno di loro, John, è qui con la sua Le Mans 1000: la foto è d’obbligo e iniziamo a chiacchierare su pregi e difetti delle nostre adorate. John è soddisfatto della sua 1000 ma mi confessa che vorrebbe mettere le mani su una LM850.

 

Nel frattempo Mark ha sottratto il regalo che avevo consegnato a Linda e si presenta un minuto dopo nella sua tradizionale “divisa” da Rocker, solo che sotto l’immancabile chiodo stavolta porta una maglietta con scritto: Anima Guzzista!

Io sono sul punto di soccombere all’equivalente motociclistico della Sindrome di Stendhal per fortuna che avevo lasciato la macchina fotografica a Francesca che continua a scattare foto mentre io tento di balbettare qualcosa di intellegibile…

Mark, dopo un minuto di assenza, si ripresenta con indosso la maglietta di Anima Guzzista!!

Emozione!!!

Una fiammante Harley V-Rod parcheggiata fuori attira molte attenzioni; solo che fuori fa un freddo cane quindi Mark decide di portarla dentro! Semplice, no?

Con l’Harley tranquillamente parcheggiata tra i tavoli, la conversazione riprende.

Scambiamo i nostri pareri con alcuni harleyisti che non riescono a nascondere le loro perplessità sull’ultima creatura di Milwakee, Mark butta benzina sul fuoco: “Bella è bella, però ci vedrei bene sopra Sigourney Weaver. Hai presente Alien?? Che ne dici?”

Fuori fa freddo?

Qual’è il problema?

All’ACE si parcheggia dentro!!!
Intanto la maglietta di Anima Guzzista (e il mio accento) attirano attenzioni quasi quanto la Harley.

Ho la conferma di quanto sia tuttora forte il blasone Guzzi.

Mark mi chiede se per caso non faccio parte di quel club italiano che gli ha mandato la tessera ad honorem qualche tempo fa. Gliene arrivano un po’ da tutto il mondo.

Gli spiego che Anima Guzzista non è un Club: se mai un giorno lo dovesse diventare, la tessera ad honorem non gliela toglie nessuno!
Finiamo immancabilmente a parlare di “vere” moto, del motociclismo inteso non come mezzo di trasporto ma come passione, stile di vita;

Mark mi espone in sintesi la sua filosofia che riassume in un drastico e sublime “l’importante è andare veloci..”; parliamo di Guzzi, di Triumph, di TT e dei progetti futuri dell’Ace visto che l’infaticabile Linda ha ancora piani ambiziosi da realizzare: al piano superiore dovrà trovare spazio il negozio di giubbotti e accessori per motociclisti.

Mark e Linda hanno riaperto il locale dove sono nate le Cafè Racer.

La storia ricomincia…

A malincuore dopo neanche un’ora, è già tempo di salutarci e scambiarsi gli auguri.
Saluto Mark e Linda con la promessa di risentirci presto, magari in occasione del raduno a Brighton o al prossimo “Italian Day at the Ace”, l’appuntamento annuale per i possessori di moto italiane.

Che ne dite, si va?
Come on guzzisti! See you at the Ace!

G.
Anima Guzzista on Tour