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Come sono diventato Guzzista: Marco Faenza

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by Marco “kiaikido”

Marco Faenza o kiaikido che dir si voglia è cresciuto fin da piccolo in mezzo ai motori, per via del padre carrozziere e delle innumerevoli ore passate in quella piccola via di Rapallo tra le auto smontate
le due ruote a motore? un tabù, mai avute e mai “di famiglia”, anzi fortemente temute e te-lo-scordi-zzate
il motorino arriva a quasi 16 anni anzichè i soliti 14, ed i 90 giorni di gesso con lesioni permanenti non aiutarono a farlo amare dai miei

nel mentre, il restauro e l’uso quasi quotidiano di una spider del 1961 dal 1993 al 2005 mi hanno portato a frequentare i mercatini ed i raduni di auto e moto d’epoca, dove le aquile di Mandello erano sempre ben rappresentate; ed in effetti ne ho sempre subito inconsciamente il fascino

un salto fino al 2006 e all’arrivo della prima vera moto dopo anni di motorini e scooter 50 e 125, con la Z1000 che mi ha aperto un mondo nuovo, e mi ha portato su passi e in posti che mai avrei immaginato, dove vedere le ultime supersportive, gli immancabili GS e le prime moto retrò o scrambler
La V7 III è stata la prima a colpirmi in maniera cosciente, a farmi pensare “mi piacerebbe averne una in box, non come unica moto ma la vorrei proprio”, ogni volta che la vedevo da qualche parte
il pensiero si è fatto concreto con l’uscita della V7 850 e la quasi contemporanea vendita del Multistrada per la Streetfighter, che imponeva una seconda moto per poter girare anche in coppia.. unico problema il prezzo, quei 9000€ che in quel momento erano troppi ed hanno aperto la strada alla più economica Leoncino pesarocinese; economica ma non ergonomica, tanto che il piacere di guida -che non mancava, ad essere sincero- veniva vanificato in poco più di un’ora dalla scomodità della sella, seppur rifatta: era giunto il momento

test ride in solitaria,
test ride in coppia, per abitabilità e dolori alle chiappe,
vaglio delle alternative (V7, Street Twin, Royal Enfield)
vendita del Leoncino,
scelta del colore, giallo e nero come l’Ape Maia

da quel momento mille sorrisi, qualche giro in solitaria e molti in coppia, i giri con nuovi amici, una vacanza all’Elba, molte risate su animaguzzista, un weekend sulle Dolomiti dormendo in sacco a pelo sotto il Giau, e qualche ora passata in garage a montare accessori o modificare qualche parte.. un sogno diventato realtà

scendere in box al mattino o rientrare dopo una giornata di lavoro, e vederle una accanto all’altra con le loro due personalità così diverse ma allo stesso tempo così simili nel trasmettere emozioni, beh è una gioia per gli occhi e per il cuore

PS ad insaporire questa già succulenta pietanza ci sono l’atmosfera delle Giornate Mondiali a Mandello, la serata del uinterparti appena vissuto, e l’orgoglio di poterla fotografare davanti a quel cancello rosso da cui è uscita lei e da cui sono uscite Leggende del motociclismo in oltre 100 anni di Storia.
PPS c’è anche il merchandising strafigo :clap: