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UN MAGNI IN SALOTTO!

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Christian “carlettotari” Gatto

Testo e foto di Alfredo Assanelli

 

Si avete letto bene!
E allora vi domanderete chi é il folle o il genio? Alla domanda rispondo per prima cosa, da come l’ho conosciuto.
Come spesso accade, da un brutto evento può nascerne uno bello. E questa é una di quelle situazioni.
A ottobre 2010 partecipo al Calincontro d’autunno Pisano, organizzato dal Califoggiano e dall’ancora sconosciuto Christian (Carlettotari).
Decido essendo un Calincontro di partire con la mia California III, lo controllo giorni prima per essere sicuro di potermi fidare e quando arriva il momento di farlo parto senza dubbi di sorta.
In autostrada, sul passo della Cisa, ho i primi sintomi di qualche problema con il retrotreno. Quando apro il gas la moto é come se scodasse.
Ormai sono in viaggio e non senza un po’ di timore arrivo a Cascina dove é fissato il punto di ritrovo.
Saluti e baci a tutti, cena e poi a letto. Il giorno dopo si ritorna in sella per fare l’itinerario del sabato.
Al mattino comincia ad affiorare in me la preoccupazione per la brutta sensazione che mi ha dato la moto il giorno prima.
Cosi appena il Califoggiano arriva dopo colazione controlliamo il danno. Ci vuole un niente a capire che il problema sono i cuscinetti della ruota posteriore.
La moto in quello stato é inutilizzabile e devo trovare un meccanico che mi risolva il problema. Il giorno dopo devo tornare a casa, mi seccherebbe farlo come zavorrino.
E qui invece arriva Christian (Carlettotari) che con estrema naturalezza mi dice: “bimbo non ci sono problemi, chiamo Luca e vedrai che la risolviamo in poche ore. Tu da adesso stai con me.”
Ovviamente per lui e sua moglie Cristina il giro salta.
Chiama Luca, altro guzzista doc, e dopo un po’ arriva davanti all`hotel. Altra controllata e si parte per la casa di Christian.
Come mi aveva promesso il problema é stato risolto, l’unica cosa che le poche ore sono diventate un mezza giornata per colpa del cuscinetto bloccato e dalla voglia di raccontarci la nostra passione per la Guzzi. In poche ore siamo diventati ottimi amici e ora ci si vede due o tre volte l’anno.
E proprio grazie a questi incontri iniziamo ad entrare in sintonia e a raccontarci quello che vorremmo fare con le nostre moto.
Per me l’importante é viaggiare, sogno un viaggio senza meta. Avessi 20 giorni a disposizione mi farei il giro dell’Italia. 10 giorni per scendere e 10 per salire.
Lui invece no. La sua prerogativa é la “perfezione” della moto, almeno dal suo punto di vista. Al Calincontro si é presentato con un Quota irriconoscibile, serbatoio e fianchetti rifatti in vetroresina, particolari in alluminio lavorati dal pieno, ecc. Aveva un Daytona rielaborato come garbava a lui, un V11 della moglie, un Centauro impolverato che poi gli ho comprato e dulcis in fundo il Magni.

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Quando me l’ha fatta vedere per la prima volta, era gia una gran moto. Non vedeva la strada da un bel po’, ma Christian la coccolava sempre. Gomma posteriore sempre alzata, coperta per ripararla dalla polvere e soprattutto carezze e sguardi che la immaginavano, in futuro, con un vestito nuovo.
Iniziò a parlarmi che voleva metterle un codone come piaceva a lui e poi, già che c’era, una carena.
Un giorno mi chiamò felice e mi disse che aveva conosciuto un’officina che faceva carrozzerie in alluminio battuto per auto d’epoca e che aveva già impostato in linea di massima la linea della moto.
Il lavoro è lungo e in una delle mie visite mi accompagna a vedere il “work in progress”.

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Che dire. Il quattro valvole è sempre un bel vedere! Qualunque sia il suo vestito.
Mi immagino già il Ciccio sulla sua bella moto che fa lo splendido, ma la “visione” dura poco.
Christian mi spiazza: “Deh chissà come starà in salotto?”
Al momento lo prendo in giro, facendogli notare che se anche questa moto la tiene ferma diventerà solo un motociclista da salotto.
Dopo alcuni ritocchi e una verniciatura professionale la moto è pronta e passati alcuni mesi mi arriva una foto della moto ormai finita e un invito a festeggiare la “posa in casa”.
Stai a vedere che la mette davvero in soggiorno!!

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Mi accordo per un fine settimana di novembre e ci incontriamo.
La moto è lì in bella vista. Appena entri non puoi non vederla, ti accoglie come se fosse la padrona di casa.
Imponente, lucida e con i suoi bei due cilindri in mostra. Non è del tutto terminata ma visto che in strada, molto probabilmente, non ci andrà mai, sono solo dei “particolari”.
Sembra quasi che ti voglia far capire che, se quel pazzo non la tenesse in casa, potrebbe fare girare la testa a moltissimi motociclisti, guzzisti e no.

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Mi auguro che questa sia l’ultima moto che Christian non guida.
Ne ha avute troppe tenute ferme o in continua evoluzione.
Ma si sa che quando si parla di noi Guzzisti non c’è da stupirsi mai di niente.
E parafrasando il titolo di un capitolo del libro “MOTO GUZZI Quando le moto hanno l’anima” di Goffredo Puccetti, dobbiamo ricordarci che: GUZZI E GUZZISTI MAI DUE UGUALI.