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Le Aquile invadono Spa

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La bella Guzzi dei francesi della Scuderia Guzzi...

Testo, foto e astuto filmino di Goffredo Puccetti e Francesca Bizzarri

 

“Ammmmoooore ma sei un tesoro!!! Che splendida idea! bravo! Bravo!!”

Parliamoci chiaro: che mia moglie Francesca sia un mito lo si sapeva, ma una reazione del genere alla mia proposta di passare un Weekend alla Bikers’ Classics di Spa-Francorchamps proprio non me l’aspettavo. Tutto mi si sarebbe chiarito il venerdì mattina, al momento di partire, vedendola fare i bagagli:

“Olii essenziali, Estratti di jojoba, Aloe Vera, asciugamanino in lino, accappatoio con pratica tasca portacostume… E poi vediamo… Ah già le ciabattine, fondamentali! Servirà anche una cuffietta, no?”
Resto leggermente interdetto dalle modalità con cui Fra si sta apprestando a preparare il bagaglio… Anni di Guzzismo-zavorrismo l’hanno temprata a dovere, sono stupito da quella lista di oggetti:
“Scusa ma che ci fai con tutta questa roba?”
“Eh eh, ho visto su wikipedia! Spa! La città delle terme! Il paese delle Sorgenti!! Le terme più famose del mondo!! Terme calde, fredde, saune, fanghi, jacuzzi, aromaterapia, massaggi… Ah, quante ore passeremo a mollo alle terme?!”
“Nemmeno un secondo, immagino…”
“Prego?”
“Andiamo a Spa-Francorchamps, circuito automobilistico mitico. In occasione del più grande raduno di moto classiche d’Europa, c’è la 4 ore di Endurance, la Guzzi è ospite d’onore e Anima Guzz.. No, dai, no, no… La ciabatta noooo. Ahia ahia ahia!….”
Sorvolando sull’equivoco, il dinamico duo abbandona i vaporosi orizzonti in ammollo e si setta sul motociclistico andante: l’unica acqua di cui ci occuperemo sarà la mitica salita dell’Eau Rouge; i massaggi ce li fornirà il bicilindrico, pronti, via si parte!

The Long and winding roads
La strada da Parigi a Spa può essere più o meno noiosa e più o meno lunga a seconda di quanto si ceda al richiamo dell’autostrada. Decido di fare tutta autostrada fino a Reims, superstrada fino a Charleville Meziers e poi solo stradine per attraversare le Ardenne. La tratta autostradale è una goduria: i tre caselli sono infatti impavesati da grandi cartelli “EN GREVE” “sciopero”! Yuppie!!! Esprimendo solidarietà ai lavoratori attraversiamo garruli i caselli. Sono tempi duri e ogni euro risparmiato è una festa, signora mia. Saltiamo la sosta a Reims molto bella ma già vista in precedenza ed eccoci pronti ad uscire a Charleville Meziers. Mi sono stampato la lista dei paesini che attraverseremo. Inizia la goduria. La Foresta delle Ardenne – apri bene le orecchie o tu motociclista in cerca del bello – è uno spettacolo e le sue strade semplicemente perfette. A cinque giorni dall’Incontro in Sardegna, con l’asfalto perfetto e le sequenze inenarrabili di curve delle statali sarde ancora vivide nella memoria dovrei essere difficile da accontentare ma qui c’è poco da dire: strade perfette, sinuose, con tratti larghissimi, curve e controcurve favolose tra canyon, boschi, fiumi e paesini pittoreschi. E pochissimo traffico! Favoloso. Attraversiamo un bosco preceduto dal cartello “obbligo di fari accesi”: le chiome degli alberi sono così fitte che si viaggia in un lungo tunnel naturale, poi dei tratti su dei costoni da cui si aprono panorami a perdita d’occhio. Meravglioso, davvero un posto incredibile. Attraversate le Ardenne, la campagna belga non è meno suggestiva e l’avvicinamento a Spa è emozionante. Stavelot, Masta, Francorchamps… I nomi dei paesi e delle frazioni intorno al circuito evocano emozioni d’altri tempi. Gli ultimi chilomentri della strada che gira intorno alla pista, da Stavelot all’ingresso sono semplicemente favolosi: un tempo la pista passava di qui e si ha l’impressione che la strada nuova sia fatta apposta per ricordarlo a chi la percorre offrendo una sequenza di curvoni e saliscendi da orgasmo.

Spa-Francorchamps
Ci siamo. O meglio ci eravamo già, ma mi ero perso la deviazione. Il circuito è letteralmente nel mezzo di una fitta foresta. Nonostante sia immenso, con due pit lane e box, un area Paddock su tre livelli grande quanto le Marche, il circuito risulta pressoché invisibile fino a che non ci si è dentro. Seguiamo il cartello Moto Guzzi Bikers Classic di rotonda in rotonda ed ecco che finalmente ci siamo: uno stradone diventa un piazzale immenso nel bosco e in fondo i gonfiabili
della Bikers Classic e quello gigantesco della Moto Guzzi segnalano l’ingresso nel parco giochi di ogni motociclista. E possibile? Sì! Si! Eccola lì! Incorniciata dalle bandiere dei gazebo del parcheggio, eccola lì: una striscia di asfalto che scollina nel bosco preceduta da una chicane alla fine di una discesa folle: la Radillon – Eau Rouge. Provo la stessa sensazione che provai quando scesi dal traghetto all’isola di Man e dirigendomi verso il Bed & Breakfast, riconobbi i
guardrail di Quarterbridge… O quando alle GMG del 2003 ci fecero girare a Monza… Ecco la seconda di Lesmo… Ed ora eccola lì:
la ’esse’ Radillon-Eau Rouge, sublime, incredibile. Vedere le teste dei motociclisti sparire all’orizzonte mentre scollinano tenendo tutto aperto è da brividi. Come potrà essere farla davvero, da pilota? Ne avrò un assaggio (solo un piccolo, piccolissimo assaggio) partecipando alla parata della domenica, ma adesso siamo solo a Venerdì, riprendiamo in ordine.

Moto Guzzi à l’honneur
Non capitava spesso ultimamente. E per ultimamente intendo negli ultimi decenni. Sentirsi ammirati e invidiati. Coccolati e riveriti. Per via del marchio sul serbatoio delle nostre moto. In un paddock, intendo… Più di frequente capitava l’occhiata sbilenca, la bocca di traverso: ’ah e questi sono i guzzisti…”. Stavolta non è così. Stavolta Mamma Guzzi ci si è messa di buzzo buono: sponsor ufficiale della manifestazione, la marca Moto Guzzi domina ovunque si guardi. Sulle tribune, nell’area parcheggio riservata, al Villaggio Paddock con il suo tendone con le moto da GP in esposizione…
Faccio brutta figura nel dire che si gode come criceti quando si arriva in fila al parcheggio e si scopre che una gentilissima hostess è incaricata di riconoscere le Moto Guzzi e farle passare davanti a tutti gli altri, indicando il cammino, transennato fino all’area parcheggio riservata? E quanto è bello il braccialetto Moto Guzzi che permette accesso a tutto il paddock? Brava Guzzi! Ecco quello che serve! tappezzare Milano di cartelloni serve a qualcosa? Non saprei. Quello che è sicuro è che imporre per due giorni una marca come è stato fatto a Spa, associare indissolubilmente il nome Guzzi al bello, alle corse, alle prestazioni, alla vittoria persino (Grazie Segarra!) è sicuramente fondamentale e assai redditizio. Non avevo mai visto così tanto interesse di fronte ai modelli in esposizione e per far tacere il triste ritornello “ah ma le fanno ancora le Guzzi?” non c’è di meglio che farle vedere, nelle cornici più belle possibile. Al sabato faccio in tempo a fare due chiacchiere con diversi manager del gruppo Piaggio italiani e francesi: la soddisfazione per la risposta del pubblico all’iniziativa è palpabile. Il “ritorno” di immagine dell’investimento è evidente sin da subito, non c’è bisogno di aspettare di vedere youtube e le comunità online di tutta Europa popolarsi di video dove il marchio Guzzi è onnipresente.
I Grandi Paddock di Anima Guzzista…
Parcheggiata la moto sotto il gazebo riservato, pappappero, andiamo a farci consegnare braccialetti, magliette, cappellini, toppe e quant’altro. Mamma Guzzi ha fatto le cose in grande: prego ecco anche i buoni per i drinks al Barbecue Guzzista di domani… Minchia, disse il duca conte Rospigliosi! Veleggiando orgoglioni ad un palmo dal suolo ci apprestiamo a raggiungere il paddock e a scoprire il Primo Mistero di Spa o Santa Rivelazione della Madonna della Salita. Ho accennato al fatto che il circuito di Spa è contraddistinto da dei dislivelli senza uguali nel mondo? No? Allora lo faccio adesso: il circuito di Spa è contraddistinto da dei dislivelli senza uguali nel mondo. Segnatevi questa frase, anche voi agli ultimi banchi, perché è importante. È importante perché sostanzialmente quelli che in tutti i circuiti del mondo sono “quattro passi al Paddock, prima di rientrare ai box” a Spa sono…. una via ferrata fantozziana!!! Si inizia da una piccola parete scivolosa lungo un piccolo sentiero, si scende un costone e ci si immette in un tunnel da dove poi si risale sempre serpeggiando lungo una scarpata prima di affrontare la terribile scala metallica della parete nord con i suoi gradini ad alzata mozzafiato. Arrivati in cima, posate pure le bombole di ossigeno: siete arrivati al paddock de La Source. Ovviamente c’è anche la più dolce salita, partendo dal tunnel dell’Eau Rouge per poi salire lungo la strada che porta alla linea di partenza, all’altezza della creperie; ma in questo caso dovrete preventivare due giorni di cammino almeno e allestire un campo base all’altezza del Villagio Vip.
Ecco, questo è il Paddock di Spa, senza esagerare, giurin giurello! Dicevamo dunque che io e Fra arriviamo alla Pit Lane, dove iniziamo la caccia ai tanti volti amici che sappiamo essere lì. E sì perché al richiamo di Spa, della Guzzi ospite d’onore, hanno risposto in tantissimi e dopo la straordinaria vittoria della Guzzi di Moto Bel l’anno scorso, le bicilindriche di Mandello in pista sono aumentate e sono una più bella dell’altra! In ordine sparso, negli immensi box- cattedrale di Spa, incontriamo e salutiamo il Team Moto Bel, i baschi del GG Team, i francesi della Scuderia, diversi team tedeschi tra cui spicca una bestiale Guzzi Dynotech e poi… i nostri!!!! I nostri amici spagnoli: i Segarra, Alberto ’Teto’ e Mauro Abbadini. Ma… Ma chi si è portato appresso Mauro come meccanico? È lui o non è lui? Ma certo che è lui! La leggenda vivente delle Moto Guzzi da corsa, ze uan en onli Bruno… anzi lo dico alla francese: Brunò Scolà! Berrettino di Anima Guzzista e felpa del leggendario Minchion Team, il nostro Bruno Internazionale è di casa al Paddock di Spa. Si stupirà qualcuno se dico che la moto di Mauro Abbadini farà una gara fantastica?

E già che approcciamo l’argomento del fantastico, del sovrannaturale, ecco la notizia che grandi e piccini aspettavano; le belle favole di una volta! Il figliol prodigo di Anima Guzzista! Il profeta delle corse! Colui che vide nella sua mente torme di Moto Guzzi in pista e si immaginò un campionanto europeo, il tutto mentre il Dalai Lama non si decideva se prendere un caffé macchiato oppure no. Colui che poi tutto abbandonò per reguire il richiamo delle due ruote non motorizzate, sculettando su strade sterrate per un paio d’anni. Colui che per mezzo lustro ebbe orecchi ed occhi solo per Campagnolo, Shimano e altre cazzatelle. Ebbene, egli è tornato. A pilotare la Guzzi 53 del Classic Co, accanto a Mauro Abbadini, ecco che vediamo rifulgere nella sua tutina sgargiante il nostro Dr. Iosk, Mauro Iosca! Così, tra il serio e il criceto, il giovane si presenta in pista. E farà una signora gara perché la classe non è acqua e quando si è Minchion nell’animo non c’è Shimano che tenga. Proseguiamo lieti respirando l’adrenalina che si spande in pista ed eccole lì, sotto il bannerone col toro, ecco le splendide moto del Taurus Team. Bruno Garella, Antonio, Sam, Oreste, Andrea… e Bucodimemoria1 e Bucodimemoria2 e Bucodimemoria3 (scusate è l’età….)….Grandi abbracci e salutazioni varie ma…. (musica crepuscolare, please…) i miei occhi incontrano quelli del nostro Sam Sardi e… c’è una strana espressione nei tuoi occhi, amore, dimmi cosa c’èeeee… Samuele non raccoglie l’invito a duettare ma preferisce enumerare alcune virtù precipue a San Crispino. Si sofferma poi ad esprimere alcune curiose metafore che efficacemente mescolano la zootecnica con il monoteismo di radice abramica ed infine esplica: “cazzo, ratta! ’Sta moto ”
Ah! A quanto pare c’è un problema: la moto va, ma poi “ratta”. Ratta! Ratta! Lo ripetono più volte. Il fatto di sentirlo ripetere più volte non cambia di una virgola il fatto che io, dall’alto della mia sapienza motoristica, non sappia minimamente di cosa stiano parlando. Azzardo la battuta: “probabilmente è l’antarallo sminchiato…” e impongo le mani sul motore e sul cupolino in corrispondenza della foto-santino di Omobono. Battuta rischiosissima, gesto inconsulto: in caso di defaillance, complice la nota scaramanzia dei piloti, potrei essere bannato dal paddock… Ma la moto smette di “rattare” (boh!) e il Taurus Team si trasforma nella fiera del sorriso.
Gli amici del Gerry Team, ed il loro alfiere, il grande Graziano, colleghi di paddock, impressionati dall’evento mi invitano ad imporre le mani sulla loro Moto diversamente bicilidrica italiana: una Bimotona motorizzata Kawasaki di quelle che le vedi e fai gulp… Viene anche applicato il sacro adesivo ma ovviamente gli effetti taumaturgici non sono gli stessi su una Guzzi e su una Bimota!!! La Bimota dopo essere stata velocissima per metà gara sarà fermata da una bobina in panne… Ooops!!! Ma torniamo al sabato. Nel frattempo il sole che ci ha accompagnato da Parigi sta cedendo il posto a nuvoloni vari che veloci come Nuvolari preannunciano casi amari. Chi può immaginarsi la 4 ore domani sotto la pioggia? Di notte??? Brrr… Panico, terrore, raccapriccio… Con cotanti pensieri in testa, ci diamo appuntamento a domani e ci rechiamo garrulissimi e lietissimi nel nostro bell’albergo, a una decina di km dal circuito. Cena con l’immancabile hot dog e patatine, riflessione sul fatto che le patatine fritte in Belgio sono effettivamente ottime e a nanna! Un’altra riflessione, più articolata, concerne invece le mamme dei baristi del circuito che ti vendono 25cl di acqua a 2.5 euro. Va bene tutto, ma questo si chiama furto e la professione delle loro mamme è antica e nota.

Guzzi e Canguri (pochissimi i canguri)

Ci svegliamo il sabato mattina e sembra non piovere… Il cielo è brutto e nuvoloso ma ancora non piove. Apro le finestre e un pensiero mi assale: era solo coca cola quella che ho bevuto ieri oppure??… Il pensiero è causato dal vedere una coppia di canguri che saltellano lieti nel giardino. Vado in bagno a lavarmi il viso, torno alla finestra e i canguri sono sempre lì. Ci sono anche dei pony, dei mufloni, dei cerbiatti e dei pavoni. Ah, giusto, ora ricordo. Ora capisco il depliant “Hotel avec parc animalier dans le jardin”. Non ne avevo colto il senso esatto ieri. Archiviamo i canguri belgi e come dicevo, il tempo fa schifo ma ancora non piove. Per evitare di dover di nuovo commentare i lavori delle mamme dei gestori dei chioschi al circuito dove per un panino ti impegni un rene e per una coca cola devi fare cose innominabili nel retrobottega, puntiamo al ridente paesello di Spa. Bello e pittoresco con i suoi stabilimenti termali, il Casinò e soprattutto un bel supermercato: paninoes, prosciuttoes, caciottes und bananoes. Acquation and cocacolation. C’è tutto, si va! Ma prima passiamo in albergo va, che qui c’è la Duvel a meno di un euro a bottiglia, quasi quasi ce ne portiamo a casa una cassetta… Il Belgio non ha dato grandi personaggi al mondo. Il loro eroi nazionali sono Gugliemo Tell e Hercule Poirot, che sono entrambi personaggi di fantasia, rendiamoci conto. Però il Belgio ha dato al mondo le patatine fritte e le birre d’abbazia. E in Belgio hanno costruito il circuito di Spa. Siano rese grazie al Belgio.

Il tempo di poggiare le birrozze in albergo ed ecco che piove mannaggia mannaggia. Piove prima stile “uh piove”, poi stile “cazzo, piove!”. Piove proprio di brutto. Il mio primo pensiero è a quanta gente in meno può significare in termini di afflusso: con un tempo del genere, ti alzi con la mezza idea di farti un weekend alla Bikers Classic, guardi fuori dalla finestra e pensi: “Ma anche no” e torni a dormire…. Ma evidentemente io ho sottovalutato i motocisliti europei visto che di gente alla fine ce ne sarà un botto! Impermeabilizzati come si deve (Fra) e come non si deve (io, con la mia giacca Quecha ormai non più impermeabile) ci rechiamo al circuito. In programma una serie impressionanante di parate in pista tra sidecar, classiche e le prove libere prima della gara e una sessione di autografi di campioni del mondo all tendone Guzzi. Arriviamo al paddock e notiamo che nella magia di Spa manca l’ingrediente clou: “Antonio, ma non avete ancora messo lo striscione di Anima Guzzista?” Antonio, ovvero Antonio Tentorio Muretto Manager del Taurus Team sfoggia invero la felpa di Anima Guzzista portafortuna ma non ha ancora ottemperato al rito della Santa Ostentazione del Sacro Lenzuolo. Provvediamo io e Fra ed Omobono raccolti i nostri auspici, fa smettere di piovere nel momento esatto in cui stringiamo l’ultima fascetta. Ci sono i testimoni. Anima Guzzista tutto può. Abbiate paura. Abbiate molta paura.
Antonio ha pronta per me una sorpesina casual non da poco; come molti di voi non sanno, io non ero mica lì per pettinare le bambole. Eh no! Altro che divertimento… Io ero a Spa in qualità di Spengitor Manager per il Taurus Team! Ovvero: Addetto all’estintore. Dell’importanza di questo ruolo nella vita di un team (ma anche nella vita in generale) ho già detto nel report su Magny Cours e qui non dirò oltre limitandomi a dirvi che la sopresa per me era una tuta ignifuga vintage! Provvedo ad allertavi che le foto in calce del sottoscritto inguainato in una tutina jeans, omologazione 1975, modello Cicciobello Meccanico©, potrebbe causare reazione allergiche ed eruzioni cutanee nei soggetti più sensibili.

Phil, Ago, Jim e gli altri
Eccoli, lì! Le vecchie glorie del Motociclismo mondiale si prendono a sportellate a colpi di autografi, seduti uno a fianco all’altro nel tendone Guzzi. Mi sono portato una copia del cubotto argentato Guzzi da farmi autografare: Phil Read vede la firma di Redman e commenta sarcastico “ma guarda quanto spazio ha preso?! Peggio che in pista, eh! E io lo passo! ” E fa in modo che mezza firma sua vada su quella di Redman! Immensi!

Guzzi Guzzi Guzzi!
Che annata, ragazzi, che annata!!! Speriamo che non si arresti questa onda di successi per la Moto Guzzi! Dopo i fasti di Magny Cours con un Bol d’Or Classic dominato dalle Aquile in lungo e in largo, ecco che la Guzzi torna ad imporsi a Spa. L’anno scorso era toccato alla Guzzi del team Moto Bel, quest’anno ci pensano i Segarra! Come dite da lì in fondo? Andiamo in ordine? La fredda cronaca della gara?? Ma no, vi prego, ma non me la chiedete! Se provassi a ricordarmi tutto, ad elencarvi tutto, sarebbe ugualmente incompleto. Mi spiace giovanotti ma Spa, e la sua 4 ore con arrivo in notturna, rientra nel novero di quelle cose che non si spiegano. Le vieni a vedere e poi dici: “ah, capisco”.
Su altri siti troverete la fredda cronaca, io provo a farvi rivivere un po di emozioni del weekend… vai con le immagini!

Foto Gallery Bikers’ Classic 2010

Ecco la gara è finita! Grandi Segarra!! Trionfo Guzzista!! Torniamo in albergo e faccio in tempo a fare due chiacchiere con Antonio Idà, a cui si deve moltissimo della riuscita dell’evento. Una botta di sfiga a suo papà lo ha costretto a rivedere i suoi piani e non è salito in moto insieme al gruppo da Mandello, ma in macchina pur di vedere di persona, sia pure per sole poche ore, il risultato dell’investimento della Moto Guzzi e la risposta dei Guzzisti all’invito del Moto Guzzi World Club. Insieme a lui, prima della partenza ci siamo fatti il giro del paddock per premiare i team Guzzi e poi, durante il Barbecue Guzzista (che mi sono perso stando al paddock ma che mi dicono essere stato una figata pazzesca), ha premiato a nome del MGWC diversi club europei. Ci salutiamo che è l’una di notte passata perché Antonio mi fa: “domani parto alle 4, così faccio in tempo a ripassare in ospedale”. Massimo rispetto! Con persone con una passione e un cuore così tutto diventa possibile! Finisco la birretta della staffa chiaccherando con i giornalisti di Motociclismo a seguito del gruppo e con un paio di guzzisti francesi che minacciano pesanti ritorsioni contro il presidente del Moto Guzzi Club de France reo di essersi presentato a Spa in sella ad una Harley!!! La conversazione è accesa e variopinta ma i dettagli non possono essere trascritti perché, hai visto mai ci leggono anche i bambini…

Domenica. I have a dream…
Sole stupendo! Mo vieni! Si torna al circuito per la parata. Prima io e Fra ci facciamo il giro completo del villaggio: il paddock delle moto Classiche è tirato a lucido e la sequenza di moto è mozzafiato. Pensate alla vostra moto mitica, quale che sia. l’Honda di Freddie Spencer, la Yamaha di Sarron, ma pure la Bicilindrica di Tenni… Sono tutte qui! Di tanto in tanto si formano dei capannelli di persone: il campione di turno di passaggio tra le sue moto e subito spuntano telecamere, macchine fotografiche, pennarelli, caschi e giubotti da autografare. Intantoil parcheggio moto si è riempito all’inverosimile… Le moto poi continuano fuori, lungo la strada del campeggio, di fronte ad ogni pensione, brasserie, ristorante per tutta la strada fino a Spa… È un invasione motociclistica a tutti gli effetti. Se il tempo schifo di ieri ha avuto qualche effetto, beh, oggi a guardare le migliaia di moto presenti non ci se ne accorge proprio. Continuano le siringate all’ego dei Guzzisti che gongolano nell’area parcheggio riservata e impavesata. Quando poi ci si avvicina alle 13, motori accesi ed ecco che si forma il serpentone. Centotrenta Moto Guzzi, se ho ben contato, si schierano per entrare in pista per la parata riservata ai proprietari di Moto Guzzi.. Le consegne sono semplici: due giri, guai a chi supera la safety car. Via, si entra! Dal rettilineo dopo la Source, subito l’incontro col mito: Radillon – Eau Rouge. Marooooo che roba… la sto facendo a passo d’uomo e sono emozionato… A seguire un rettilineo nel bosco che al confronto Monza è in una spiaggia… E sali, sali, sali e poi… Poi il nirvana: Les Combes, pif paf e aaaargh discesone e Bruxelles, sì se non freni lì forse a Bruxelles ci arrivi con l’eliambulanza…Ooooo a sinistra e di nuovo giùuuuuuuuuuu ed eccoci: la risposta di Spa alla Rivazza: doppia a sinistra, gira gira gira, raccorda e gira gira gira… E rialzati che siamo tra le trottole tra Fagnes e le curve Paul Frere e poi apri, apri apri che a Blanchimont quelli veri fanno finta che sia ancora un rettilineo… Staccatona alla chicane, indispensabile per impedire passaggi sul traguardo sugli 800Kmh circa, e via lungo il traguardo per poi staccare alla curva a gomito della Source e via! Si riparte!! La Safety car mantiene un ritmo intelligente con un paio di puntatine “ad elastico” che permettono di divertirsi quando c’è da divertirsi e di rallentare a salutare lungo gli interminabili rettilinei. Bandiera rossa, il sogno è finito. Sia pure solamente da spettatore, ho girato a Spa! La Guzzi ha vinto, i team di Anima Guzzista sono andati alla grande e, dopo la beffa della cancellazione degli eventi dell’anno scorso, finalmente un grande evento internazionale firmato Moto Guzzi World Club!  Decisamente il sogno si è realizzato. Ma un altro è appena nato. Il sogno di aver vissuto a Spa non un episodio isolato ma il primo di una serie; l’inizio di una nuova epoca d’oro per la nostra marca preferita. Se serviva una dimostrazione dell’affetto inossidabile dei motociclisti di tutta Europa per l’Aquila di Mandello, la tre giorni di Spa l’ha fornita senza ombra di dubbio. La ressa intorno ai prototipi e alle moto in esposizione, il numero di partecipanti e la simpatia degli spettatori verso la Guzzi sono stati incredibili. E i piloti degli equipaggi Guzzi in gara ci hanno messo il sigillo. Continuamo così, forza Grande Moto Guzzi!

© Anima Guzzista 2010