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Una promessa è una promessa

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Vanessa e il suo Paolo che gareggia col Team Pane&Nutella nell’Endurance

di Vanessa Marcelli

“Ok, ci penserò ma non ti assicuro nulla!!”….. Come non detto, eccomi qui a scrivere due righe sulla gara di Endurance corsa a Vallelunga domenica scorsa.

Ventisei equipaggi alla partenza, giornata assolata e piacevole, niente di epico; insomma, nulla a che vedere con la notturna piovosa di Misano della scorsa stagione.

Il report della gara lo lascio fare a chi sa scriverlo meglio, a chi guarda la griglia di partenza stampata su fogli volanti che passano di mano in mano nei box; a chi scruta i tempi di gara giro su giro, a chi conosce i nomi e le storie di tutti quei personaggi che si aggirano come in una bolgia infernale all’interno del paddock.

Io voglio riavvolgere il nastro e farlo ripartire ai giorni che precedono questo evento sportivo, quando il telaio , sorretto dai cavalletti, giace sul nostro banco di lavoro in attesa di essere trasformato in una moto da competizione.

L’Endurance è la prova regina delle competizioni, pone sfide lunghe e tortuose non solo per i piloti ma anche per i preparatori.

Una gara nella gara, quella che inizia nelle officine e negli anonimi garage dove i meccanici devono ottimizzare l’equilibrio tra potenza motore e affidabilità, il tutto rimanendo nelle regole imposte dalla federazione.

Si, perche, quelle che corrono non sono moto sportive leggere e ultra tecnologiche, sono derivate di serie: SERIE ANNI 80!

Ci sono da mettere in conto fatiche indicibili, ore e ore a sporcarsi le mani, lavori di rettifica, fresa e tornitura per poi accorgerti che devi rifare tutto dall’inizio .

Le lancette dell’orologio e i giorni del calendario scorrono veloci e arcigni, devi dividere il tuo tempo tra lavoro ufficiale, famiglia e moto e spesso il letto diventa solo un miraggio per poche ore che dedichi al tuo riposo.

Arrivano i giorni appena precedenti alla gara, a volte riesci a testare il tuo lavoro, altre volte, invece, la mancanza di tempo e gli impegni ti costringono ad accontentarti del solo ascolto del rombo del motore.

E’ ora di passare a curare tutto quello che c’è intorno: sospensioni, cambio, cardano , impianto elettrico e frenante.

Solo quando tutto è pronto e funzionante è ora di passare all’estetica e solo in quel momento ti accorgi che le carene sono state estremamente rovinate dalla corsa precedente e allora ci sono due scelte: rivernici tutto o chiudi gli occhi e così com’è? Spesso si sceglie la seconda opzione dicendo a te stesso che la prossima volta ci si preparerà prima e meglio ma , in realtà, sai già che non sarà così!

Agli occhi di un profano il lavoro potrebbe sembrare concluso invece….. si devono fare le legature, preparare i pezzi di ricambio, le chiavi, le batterie di scorta perché a volte si sceglie di andare senza alternatore.

Carichi tutto sul furgone insieme all’indispensabile per dormire : tenda, sacco a pelo, materassino o brandina a seconda dei gusti; già perché si potrebbe andare in albergo ma, viste le spese sostenute nella preparazione della moto, la tenda è un’ancora di salvezza per le proprie finanze.

Dopo chilometri e chilometri di strada arrivi all’autodromo , saluti gli amici e i tuoi compagni d’avventura, mangi qualcosa dinanzi al camper di un tuo collega oppure nei box allestiti come se fosse in atto una festa dell’unità all’insaputa del presidente del consiglio.

Vai a prendere il caffè da un altro team ancora, come se fossimo diventati un piccolo villaggio dove la casa del vicino è un po’ casa tua, solo che il padrone è di un’altra regione e porta con se un caffè diverso da quello che bevi di solito, abbiamo sorseggiato quello del marinaio, corretto e ribollito con un liquore a me sconosciuto; due chiacchiere sulle sensazioni che ogni moto ci trasmette e poi tutti a nanna nei propri bivacchi.

Il mattino è carico d’impegni: verifiche, briefing e prove e se hai culo la moto è perfetta e hai conquistato un buon posto in griglia, ma di solito questo succede agli altri, a te , invece, capita di dover rismontare tutto perché un paraolio non ha funzionato a dovere oppure il cardano ha iniziato a fare rumori strani .

C’è chi poi è più sfigato di te e non riesce a rimediare e dopo tanta fatica resta lì a guardare la corsa degli altri.

Nelle ore prima della gara stiamo lì  intorno alla protagonista a ricontrollare la bulloneria, le legature e le leve perché la sicurezza non passa mai in secondo piano visto che al traguardo veniamo ripagati solo ( si fa per dire) di orgoglio e soddisfazione

Il tempo passa e negli ultimi minuti nei box cala come un sipario il silenzio , spezzato solo da brevi discorsi sulle strategie di gara.

Ognuno ha il suo compito: sulla pista c’è chi tiene su la moto e chi si schiera dall’altro lato pronto a fare una partenza alla le mans, le sirene dell’autodromo fanno sentire la propria voce stridente, al muretto c’è chi avvia il cronometro e comunica all’altro quando e cosa scrivere sul tabellone per far sapere al pilota il da farsi, poi ci sono quelli che attraversano ripetutamente la corsia box per chiedere informazione e prepararsi al cambio.

Tutto scorre veloce e carico di emozioni, c’è chi rientra solo per fare cambio pilota e rifornimento e chi invece per cercare di risolvere i problemi tecnici che non ci abbandonano mai.