Home Incontri e racconti L’aquila e l’orso – Cchiù poche seme e chiù bélle paréme

L’aquila e l’orso – Cchiù poche seme e chiù bélle paréme

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L’aquila e l’orso

di Gianluca Di Lonardo

Con lo spirito del vacanziero d’agosto monto in sella al v11 direzione San Benedetto del Tronto, 640 chilometri in uno splendido sabato soleggiato e immersi nel fantastico traffico da bollino nero di “viaggiare informati”. Nelle Marche mi attende Brunocortona in Vespa, aperitivo da trombatori come sua abitudine seguito da una cena “frugale”, un pò di struscio tra i locali del lungomare e poi ben 3 ore di sonno prima della sveglia di domenica mattina. Il programma prevede A14 fino all’uscita Val di Sangro, a Giulianova ci attende Cristiano “Palamita” ed il suo griso nero, a Pescara siamo già 4 moto tra cui anche Funk in perfetta divisa tecnica in pelle ma senza guanti, per vedere l’effetto che fà. Si accumula un pò di ritardo ma arriviamo, mentre pago al casello scorgo ad un centinaio di metri un capannello di moto e motociclisti, ci dev’essere un raduno…
e invece no, il passaparola forumistico ha funzionato! Cominciano le presentazioni, sicuramente non ho salutato tutti, ad ogni stretta di mano colleghi un volto, un nickname ed intanto pensi… “ma quanti siamo???”
Aspettiamo gli ultimi ritardatari (non pensavo che esistesse qualcuno più ritardatario del sottoscritto) e si parte in fila indiana mentre qualche automobilista si accosta a chiede ciò che molti di noi si erano già chiesti: “scusate,ma c’è un raduno?”
Casoli e il lago, Palena lungo strade pittoresche ma in condizioni pessime fino ad arrivare al quartier generale di Claudio LedCloud che ci offre ristoro a colpi di Peroni e patatine. Un pò di sano bricolage su di una pompa freni e si riparte verso il Molise e soprattutto verso la tana dell’orso. Pochi minuti e si sbuca alla distesa verde di Staffoli dove Max centauro ha quasi messo le radici durante l’attesa… perfortuna era in buona compagnia!
Aria di casa, qui l’asfalto migliora sensibilmente, curve e controcurve in mezzo ai fittissimi boschi di querce fino a Carovilli, sulla destra il castello di Pescolanciano ed a sinistra Chiauci! Al bivio per Frosolone salutiamo l’ultimo tratto d’asfalto, tra una buca e l’altra arriviamo in cima a Colle dell’Orso, il paesaggio è bellissimo: le pale eoliche punteggiano i costoni della montagna mentre noi facciamo lo slalom tra cavalli e mucche che pascolano in libertà incuranti del nostri passaggio. Nel bel mezzo del nulla c’è il ristorante, anche Marino “eddie lang” si aggrega al gruppo dopo aver perso ogni speranza nel nostro arrivo, la partecipazione a questo incontro è stata più di ogni abbondante previsione ma alla fine riusciamo a sederci mentre fuori un “modesto” grill arrostisce una vacca intera. Sfilano le portate tra una battuta e l’altra, si riguardano le mirabolanti riprese di Gigi degne di Real TV con tanto di investimento sfiorato e Funk arriva al tavolo in perfetta tenuta balneare, infradito d’ordinanza comprese.
Luigi, il “minuto” proprietario, viene a far visita al tavolo, alla domanda “tutto bene?” rispondiamo ovviamente “tutto perfetto” e anche se non lo fosse stato non avrei aperto bocca, chi conosce Luigi e le sue dimensioni sà il perchè… semplicemente è un uomo definibile “fuoriscala”.
Sul tavolo passano primi, secondi, contorni, dolci, frutta, caffè e amazzacaffè, un pò di aria buona tra una portata e l’altra ed è già tardi. Per molti il rientro prevede parecchi chilometri così siamo già ai saluti finali. Riscendiamo verso Frosolone, il paese dei coltelli, dove il gruppo si divide per il rientro, ancora qualche chilometro lungo la trignina e sono arrivato a casa. Spengo la moto che segna mille chilometri in ventiquattro ore e almeno altrettante emozioni e risate in ottima compagnia di vecchi e nuovi amici che hanno scelto di passare qualche ora intorno al tavolo tra perfetti sconosciuti rinviando ad un altro giorno le escursioni su strade più meritevoli o la giornata sotto l’ombrellone. Arrotate coltelli e forchette, prossimamente si replica!