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Una giornata con AG, di GuzziTopo

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20 Marzo 2016, di GuzziTopo

La luce arrivò un “bel” lunedì sera. L’ormai classico PLìN PLòN® rompeva il bruto silenzio creato dalla normale soporifera uggiosa giornata di semi lavoro.
Son bastati cento centodieci millisecondi,  giusto il tempo necessario al segnale ottico generato dalla retina alla vista delle parole: Porchetta, MonteLivata, AG ad arrivare in un qualche sconosciuto luogo del cervello, che ero già a cavallo della brevona pronto per San Cesareo.
La realtà è sempre peggiore di quanto ci si può immaginare, ed a pensarci bene i cento millisecondi son stati appena sufficienti a farmi rendere conto che ero si a cavallo, ma non della brevona, e tutta quella luce probabilmente era dovuta alla ipersensibilità retinica data da forti malditesta, febbrone da cavallo e una simpaticissima influenza stomachintestinale.

Ma non è certo una banale avaria interna a far desistere il diavolo tentatore, così son passati piacevolmente due giorni con una voce interna che diceva: alzati, forza, sbrigati che devi andare, rimettiti in piedi. Ovviamente era il capo che, in assenza assoluta di doppi fini, stava trainandomi verso la guarigione del corpo. Perché verso la guarigione dello spirito la via è ancora lunga e piena di curve, ne son sicuro.

Giovedì sono nuovamente a lavoro, barcollo ma non mollo. E se sono a lavoro è evidente che oramai son guarito del tutto, dopotutto anche il dottore, a seguito di accurata e meticolosa visita medica telefonica (mirata a chieder quanti giorni di malattia mi potessero essere più utili), ha testato e certificato la mia guarigione.
Quindi ciancio alle bande e basta ciurlare nel manico.
E’ deciso. Liliana: si va.
Mica che se potemo presentare a mani vuote però. …io porto la moto, Liliana: te che porti? mi raccomando, hai piena libertà di scelta sul cosa vuoi portare basta che sia qualcosa di trasportabile in moto, non distruttibile, non deperibile nell’arco della giornata, di facile inghiottimento, di sapore buono, di aspetto decente,  che resista alle pieghe e magari in quantità sufficiente.

Venerdì sera arriva un primo rapido test, una decina di mini muffin con le gocce di cioccolato e qualcuno con della robetta rossa sgranocchiante sotto ai denti (identificati in un successivo momento come frutti di bosco…evidentemente pigne, ecco perché sgranocchiavano).
Ne mangio quattro uno di seguito all’altro, il primo ha attutito la fame dovuta alla giornata di lavoro all’università (si sa, la ricerca ha pochi fondi e il panino passato per pranzo non ha evidentemente riempito il mio essere).
Con il secondo ho iniziato a notare che la roba intorno era carta. L’esperienza accumulata mi ha portato al terzo muffin di riuscire ad assaporare meglio la morbidezza dell’impasto incrementando il rapporto dolcetto/fibre, avendo ovviamente accuratamente tolto il pirottino prima del monomozzicoingoiante.
Il quarto debbo dire che me lo son gustato approvando il progetto con una frase del tipo: BBBoni, saremo una quarantina…quanti ne fai? la risposta di Liliana, del tutto in linea con la domanda, mi è sembrata assolutamente pragmatica: 100 bastano?
…mah, ce li faremo bastare dai.

Il sabato è stato un giorno un po’ turbolento. Giretto per il terzo lavoretto verso Latina, si provano bene le sospensioni della brevona che dopo le ultime tarature mi stanno dando grandi soddisfazioni. La moto oscilla molto meno anche superando di appena 1/3 i limiti autostradali. Bene, affronto la delicata giornata lavorativa testando l’effettiva uscita dall’influenza aggredendo un piatto di fettuccine al ragù rinfrescate da un ottima bionda (birra). Poi si parla di noioso lavoro fino a pomeriggio inoltrato, rientro a Guidonia rifacendo la strada dell’andata, passando per Cori, Artena e poi A1. Stradina simpatica.

Il rientro a casa è eccellente. Un profumino di dolci invade l’ambiente.
Inciampo nel gatto rimasto sdraiato all’ingresso, evidentemente in uno stato di coma diabetico dato dall’aria troppo dolce.  A tentoni seguo la luce proveniente dalla cucina dove trovo una Liliana incamiciata da pasticcera che arzigogola con dei dischetti neri.
O cacchio.
Deve aver cotto troppo i muffin, gli si son bruciati e son diventate delle ostie carbonizzate con uno strano semicerchio bianco sopra.
Pulisco gli occhiali dallo strato zuccherino e osservo meglio. Una scena del tutto nuova si apre sotto il mio sguardo.
Sullo sfondo tre teglie dove una settantina di muffin attendono il logaritmico abbassamento della temperatura. Una quarta teglia in forno, con i rimanenti dolcetti sottoposti al controllato ma inizialmente esponenziale incremento di temperatura, detto processo di cottura.
In secondo piano strani dischetti neri, mentre in primo piano noto Liliana effettivamente presa a stendere sottili fili di pasta di zucchero per poi fargli prendere la forma del 57 poggiandoli sopra ai dischetti neri.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 002

Tutto è ormai chiaro. Liliana sta fuori come un cavallo drogato, dev’essere l’effetto prolungato di tachipirina.
Ha deciso banalmente che almeno una cinquantina di muffin saranno ricoperti con il logo di AG. Applausi per lei.
Dopo solo quattro ore, di lavoro sulle decorazioni, mi ha raggiunto tra le braccia di morfeo avvisandomi che l’indomani non sarebbe venuta all’incontro, il raffreddore stava risalendo e non se la sentiva di passare una giornata fuori.
Finalmente domenica. L’incontro è alle nove.
Sveglia per le sette. Butto nello zainetto da sella (tanto Liliana non viene)  bicchieri, forchette, bicchierini e piatti di plastica, rotolone di carta, gavetta posate vere e un buon tovagliolone di stoffa, assolutamente da non scordare.
Tracker gps nella tasca superiore e via sulla sella con il ragno. I muffin sono stati già gentilmente impacchettati da Liliana, l’ultima mossa prima di stramazzare sul letto evidentemente.
Li ripongo delicatamente del bauletto, tra la tuta antipioggia e un felpone, dovrebbero stare al sicuro. O almeno spero.
Prendo su il TomTom e imposto Via Casilina 1 San Cesareo. Telepass nella tasca della giacca e via di corsa dal cancello. Sono le otto.
Ho paura di fare tardi.
Già non ho capito bene dove cacchio ci si deve incontrare a San Cesareo, se poi arrivo tardi questi se finiscono tutta la porchetta. So guzzisti, mica scemi!.
Imbocco l’autostrada, un po’ per la fretta, un po’ perché sono in effetti curioso di vedere dove porta la scritta San Cesareo a sfondo verde che si vede sull’A1. Ovviamente l’autostrada passa via velocemente, passo tra le sbarre della porta Telepass che ovviamente non mi riconosce in uscita (con telepass in mano).
Seguo il TomTom per delle stradine indecifrate fino ad un posto dove non c’è nessuna piazza, è più un incrocio.
L’incontro dovrebbe essere alla piazza dell’ex stazione di San cesareo, Google maps però non conosce Piazza della Stazione di San Cesareo, ma Via Casilina 1 effettivamente la da nei pressi dell’ex stazione. Ovviamente quelli di google non hanno avvertito quelli del tomtom che riportano via casilina 1 da un’altra parte.      Sicchè mi ritrovo ad un bar su un incrocio.
Decido quindi di rompere il muro del silenzio con la società che mi ospita, a forza spengo il motore, metto il laterale e indosso il mio più accogliente sorrisone mentre chiedo al primo malcapitato se SanCesareo fosse per caso in zona e se poteva indicarmi una direzione.
A memoria ricordo la cartina e cerco di geolocalizzarmi, quindi aggiungo la domandina se per caso può  indicarmi anche un posto dove un tempo vi erano i treni a stazionare mentre ora settimanalmente vi sono solo i banchetti del mercato.
Raccolgo tutte le informazioni del caso, ringrazio e riparto.
Dopo pochi minuti identifico il luogo. Vedo la farmacia (di via Casilina 1 ?) ma soprattutto è evidente il piazzale ex stazione. Si vedono i segni verniciati delle piazzole  del mercato e soprattutto la targa: Piazzale della Stazione.
Maledetto Google Maps.

Non c’è ancora nessuno, in effetti son le otto e mezza, quindi parcheggio la moto in maniera abbastanza evidente vicino all’ingresso della piazza. Dopo qualche minuto sento il primo rombo.
Quello che sembra un california II passa sulla strada d’avanti a me e va oltre. Sento il suono che si allontana e poi si avvicina nuovamente.
Questa volta è entrato sul piazzale, ma dall’altro lato (dirà poi che voleva controllare se nella piazzetta in fondo c’era qualcun altro).
Il cali si avvicina trotterellando, non lo (ri) conosco…ma d’altronde non conosco quasi nessuno.

Si parcheggia diversamente affianco alla brevona, occupando lo spazio di un treno merci. Ma è del tutto a tema con la piazza, quindi è assolutamente lodevole come gesto.
Spegne il bolide e si presenta, Andrea. Piacere Marco. guzzitopo. Ah! ciao, io sono il Tatuato.
Questa cosa della doppia presentazione mi fa sempre un po’ ridere, quando sento i nomi vedo dei perfetti sconosciuti, al netto di riconoscere a volte visi già visti in qualche foto su AG. Quando invece sento i nick sembra di esser di fronte a persone già conosciute, a volte sarebbe quasi da fare qualche battuta…che ovviamente mi tengo per me, la mia orsaggine la vince. Sempre.

Decidiamo di andare a prendere un caffè e mentre attraversiamo si avvicina un serie piccola. Inconfondibile perché il cupolone occupa praticamente più della moto rispetto alla sezione frontale.
In effetti è un V50II (credo) grigio e nero. Due ospiti sulla sua sella che dopo un rapido saluto si dirigono verso il parcheggio e poi da noi al bar.

In rapida successione arriva una terza moto, con un paio di persone sopra. Ah no è uno solo, mazza quant’è grosso. La moto dovrebbe essere un transalp, credo. Il “nome” …forse, polverone.   Ma io ho già raggiunto il numero massimo di nomi (2) assimilabili in una giornata, purtroppo se l’è giocati Andrea-Tatuato. Da qui in poi ogni altro nome è aggiunto in ram. E io rebootto (riavvio) di frequente, quindi il legame nome-faccia è assolutamente un surplus. I volti però li ricorderò a lungo, almeno un altro paio di giorni.
Questo è il motivo per cui uso impressionare di sovente la pellicola fotografica, almeno ho una pezza d’appoggio.

Usciamo dal bar e la questione inizia a farsi interessante.
Riconosco i volti già visti al calincontro e all’incontro di primavera (ovviamente i nomi no, ma ora sapete il perché). Quindi riconosco (credo) il gruppo bellagista in  Artack , Tony  e (forse, ma forse) Hiroshidairi,  mi sembra ce ne sia un’altra (luxury?) grigia e bianca casco bianco e rosso ma il nome è volatilizzato.

Come le api sul miele appaiono altre guzzi, la Breva rossa di Roxxana, il LeSpans del Vladimiro e Titti e a ruota la Stelviona di Ticcio.
Un bellissimo esemplare di 1100 sport, un sp1000 bianco rosso e poi uno strano california con cupolone stile V7 ex pol, sella cali II serbatoio credo T3/caliII, parafangone avvolgente ma con un motore teste quadre troppo lisce, iniettori e radiatore dell’olio.
Non faccio domande, il Guzzista è un armadio a quattro ante, preferisco rimanere nel dubbio, lui dev’esser Pepp1/peppuan/o semplicemente peppone. Gli son stato dietro nel viaggio di ritorno e il nome mi è rimasto ben’impresso.
Anche perché la scritta sulla sua giacca era leggibile a centinaia di metri per quant’era grossa  😀 .

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 027

Insomma il piazzale si è popolato alla svelta, pieno di guzzisti che ciarlavano a gruppetti.
E’ comparso anche Nello con uno strano modello di guzzi a quattro ruote con stemma ford. Assolutamente ben accetto visto il ripieno di porchetta e vino.

Verso le nove e mezza siamo finalmente in marcia.
Subito una prima doverosissima sosta acquisto pane. Da li in poi solo strada per almeno un ora, oretta e mezza. Forse un po’ poco, non è un giudizio ma solo una costatazione soggettiva.
Mi rendo conto di essere molto più goloso di strade, curve, panorami e smotorate piuttosto che arrivare alla meta. Spenta la moto e tolto il casco inizia un difficilissimo compito, che spesso evito, cosciente del fatto che non posso stare in un angolino a gustarmi la porchetta e il bicchiere di vino ma occorre anche parlare.
E’ un brutto difettaccio ma ogni tanto, con le giuste persone, sono assolutamente incline a superarlo (ovvero riesco a buttar fuori almeno un paio di parole all’ora, solitamente in romano spinto e apparentemente prive di alcun senso logico).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 028

Al netto della degressione, strade bellissime.
Nonostante fossero tutte assolutamente all’interno della zona dove ho smotorato negli ultimi quindici anni, una parte di esse mi sono rimaste ignote fino allo scarico del tracciato del tracker gps.
Quindi posso ora dire che esiste un modo per arrivare in zona altipiani che non sia la “noiosa” autostrada-sublacense o le varie statali (predestina/tiburtina). Insomma il percorso Palestrina-Capranica-SanVito-Bellegra-Affile è assolutamente da ricordare.
Veramente molto ma molto bello. Da Affile poi la strada mi era già nota, verso gli Altipiani di arcinazzo poi giù verso Trevi, Jenne e infine Monte Livata.

A monte livata spesso ci son salito dal lato sublacense, comunque carino (al netto della sublacense, che è bella se si fa sopra i 90-100, ma se si deve seguire il codice diventa un po’ noiosa).
Assolutamente migliore la salita lato Jenne. Veramente bella strada e belle curve. Trovo particolarmente bello il tratto dove si costeggia un fiumiciattolo, che poi è l’Aniene.

Arrivati al rifugio sulla SP36c, ora gestito dal comune di Jenne, è successo un qualcosa di strano.
Le moto si son moltiplicate, ne sono apparse altre. Giuro che prima non c’erano. Ovviamente volti sconosciuti, ma ad esempio è comparsa un’altra brevona (proboscidi nere) altri california tra cui il nuovo acquisto di Dooan (bellissima, complimenti).
Insomma, se qualcuno camminava sull’acqua e moltiplicava pani e pesci, qui Montelivata ci ha fatto camminare sulla fanga ed ha moltiplicato Guzzi e Guzzisti. Fantastico.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 011

Reperita una certa dose di legna, che ha attutito lo scambio sociale a quanto pare obbligatorio allo spegnimento della moto, si è acceso un bellissimo fuoco. Utile per le uova al tegamino di Ticcio.
Il resto delle cibarie, disposte su tavoli posti fuori al rifugio, e identificate in: un paio di Porchettone da almeno 15 kg in tutto, delle ottime torte salate da rotolarsi per terra, del caciocavallo gustosissimo  (era caciocavallo…vero?) di una bontà unica soprattutto se unito al vino rosso (mi piace pensare fosse cesanese del Piglio, ma non ne son sicuro), come dolce un ottimo ciambellone e un certo numero di muffin. Vino e birra in giusta dose, digestivi come piovessero.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 030

Ad ogni modo è da sottolineare come nel vero momento del bisogno, ovvero quello di mangiare è uscita fuori la vera parte essenziale del guzzismo applicato.
Poco casino, ognuno aveva il suo compito e nessuno cozzava con il compito dell’altro. Chi ha racimolato un po’ di legna (e una micragnosa parte l’ho fatta), chi ha acceso il fuoco mentre qualcun altro ha posizionato i tavoli, panche e sedie.
Lo scarico delle cibarie dalla macchina e dalle moto è avvenuta istantaneamente, mentre c’era chi assaggiava il vino qualche altro si stava già prodigando allo scartamento delle porche e al loro taglio.
Insomma era una allegra sinfonia con il giusto bilanciamento di cose da fare e ben di Dio sui tavoli.
Da notare come il sommo Ticcio ha dato prova di se, dimostrando come ci sappia ben fare con con le porche. Prima dei suoi tanto agognati ovetti al tegamino (e panino con la frittata, che ho mancato per un pelo) si è affettato un intera porchetta, assaggiandone il giusto ma senza mai dare segno di cedimento.
Applausi per lui.
E soprattutto per la porca.

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 003

Dopo una sacrosanta dose di porchetta, solo quattro meravigliosi panini mono fetta sorreggenti una -non eccessiva- quantità strabordante del sacro cibo, è avvenuta la distribuzione delle tessere e delle spille a chi, preso dai fumi dell’alcool e appesantito dal leggero pranzo, ha ceduto all’iscrizione in loco.

Finita la breve fase burocratica, dove sapienti mani guzziste son passate dalla facile e familiare gestione dal pane e porchetta all’ incomprensibile, a tratti assolutamente difficoltoso, uso di carta e penna si è passati alla fase finale del pasto. Il tavolo è stato sgombrato in tutta fretta per far spazio ai due vassoietti di muffin e al buon ciambellone.
Ovviamente non potevano mancare digestivi come: nocino, una bevanda alcolica buonissima…ma non mi ricordo più a cosa cavolo fosse (chiedo scusa a Ivan…), jannamaro, grappa aromatizzata alle erbette e sicuramente altri digestivi a cui non son riuscito ad arrivare (o non ho voluto, per decenza).

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 024

Rimesso tutto in ordine siamo ripartiti nel pomeriggio, assaporando per altri pochi minuti il piacevole posto che ci ha regalato una bellissima giornata insieme.

Nel giretto di ritorno, breve sosta a Jenne per un caffè, un breve brivido di commiato dato dal presidente e poi via in direzione Roma, passando per gli Altipiani, Piglio, Cave e via andare di Prenestina.

Tornato a casa felice e contento della giornata passata, nonostante la mia orsaggine, con questo branco di guzzisti (e non), dispiaciuto di non aver condiviso con Liliana questa giornata ma orgoglioso di avergli fatto avere i complimenti per i Muffin (forse un po’ dovuti alle decorazioni).

Insomma, felice di far parte di AG, anche fosse solo per una sporchettata in libertà. Grazie.

Doppi Lamp
Marco

Una giornata con AnimaGuzzista Incontri 026Foto di GuzziTopo

A suon di Moto Guzzi

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di Alberto “Ardito” Spadone

Al 94° compleanno della Moto Guzzi purtroppo pioveva ma mi ero ripromesso di partecipare al 95° a Mandello del Lario.
L’occasione, troppo ghiotta per lasciarsela scappare, era l’evento che organizzava da qualche anno il Moto Club Guzzi GP ovvero l’accensione di moto anteguerra e da gara, sia vecchie che contemporanee.
Inoltre Ercole Maffezzini, il mio meccanico, mi aveva detto che avrebbe partecipato con la sua di Guzzi, quella con cui corre.
Allora metto in moto la “macchina organizzativa” ovvero un messaggio ai soliti Guzzisti del VCO e ad un paio del Novarese e sembrano accettare di buon grado. La partenza è fissata per le 8.15 a Gravellona Toce e il ritrovo per chi abita più lontano al primo autogrill mezz’ora dopo. Io decido di andare direttamente all’autogrill per fare colazione.
Durante il tragitto si aggiunge Lele un amico Stelvista che si sta recando al rendez-vous ed in autostrada si aggrega anche Fabione pure lui Stelvista….
Arriviamo alla tappa e dopo pochi minuti veniamo raggiunti da tre Anime Guzziste: Zio Paul e Malwi entrambi su Norge e Linolemans su V11 Le Mans Rosso Corsa
Scambiamo così quattro chiacchere mentre aspettiamo gli altri che arrivano con un “lieve” ritardo, ecco Romolo su 1000 SP, Flavio con una T5 ex CC, Simone a bordo di una Florida 350 e sua moglie Roberta su una Honda 500 CBF.
Bene, pronti si parte e Lino guida il serpentone.


Arriviamo a destinazione che la manifestazione è già iniziata ma ci possiamo ancora gustare molte esibizioni: Guzzi da gara, altre moto da gara e sidecar da competizione. Alcuni modelli visti raramente od addirittura solo al museo Guzzi. Simpatico è il motocoltivatore motorizzato Dingo 50 che ci dicono sia un prototipo. Toccante anche l’intervista al pilota ormai ottantenne, ma che ancora cavalca la sua moto, il quale racconta gli aneddoti degli anni addietro ed enumera le molteplici vittorie in pista.

Purtroppo ci siamo persi la ciliegina sulla torta, l’accensione del mitico 8 cilindri, ma
sul posto s’incontrano anche altre Anime come Silvano “Scurzon”, Alessandro “Elk”, Carthago, Nuradler e mi perdonino se ho dimenticato qualcuno.
Finita la festa si parte alla volta del Guzzi Cafè di Primaluna in Valsassina. Prima un pezzettino di lago fino a Bellano è poi si sale, tornanti e poi una strada che taglia in due la valle. Si passa vicino a Premana, piccolo comune famoso in tutta Italia per le forbici e gli articoli da taglio.


Giungiamo affamati al Guzzi cafè e mentre stiamo mangiando ci raggiungono Chicco “Mauldinamica” e Cinzia “Roserunner”, purtroppo giunti solo per una toccata e fuga.
Finito di mangiare si riparte alla volta del VCO(ovvero Verbano Cusio Ossola conosciuta come la provincia di Verbania) attraversando tutta la Valsassina fino a Ballabio e poi giù verso Lecco.
Fortunatamente il tempo meteorologico ha tenuto e siamo arrivati a destinazione asciutti e soddisfatti.

Foto di Alberto Spadone, Enzo e Roberto Zanzani

TATIAN’S RALLY 2” Giro Delta

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5 – 6 Marzo 2016

di Piero “S558”

Questa volta voglio provare a cimentarmi in un cronoracconto. Il Giro Delta è andato oltre le aspettative nonostante un tempo abbastanza pessimo, e merita un ultimo impegno, fare qualcosa per mantenerne il ricordo.
Da dove cominciare? Bè, direi dalla fine, per il momento:
LA MOTODISPERSIONE 3
La Tatian’s family sola sul parcheggio del granso stanco. Poco prima era popolata di Anime Guzziste e dei loro ferri.

Il tempo di scambiare qualche frase di soddisfazione, soprattutto per appartenere ad una manica di amici eccezionale, che fa di ogni incontro un momento mitico e unico, meglio dell’ultimo e peggio del prossimo.
Alla faccia del tempo, del vento, della pioggia, quando ci sono le Anime di AG, nulla può rovinare la compagnia, il divertimento, la minchitudo….
Va bè torniamo verso casa, che strada fare? Sono 55 km se facciamo le vie interne, dove non passa nessuno, Cà bianca, Cavarzere, Pettorazza, San Martino … la strada del Gorzone. Se incontri qualcuno ha la coda e il pelo lungo e marrone, e somiglia ed un grosso topo!
Ecco, lavori in corso, fermi al semaforo sulla strada davanti il ponte sul Gorzone che va a Boscochiaro, che cazzo aspetto che qui non passa nessuno!! …. No urca, due Guzzi??? Stevio e Cali1400!!! Ticcio e Stefano!!! Ma che ci fanno qui? È un’ora che sono partiti da Sottomarina e sono ancora qui!! Diventa verde e via proviamo a prenderli …. Lungo argine Gorzone e arrivo allo stop di Cavarzere all’incrocio sul ponte dell’Adige, ma di Ticcio e Stefano niente.
Ah no! Eccoli stanno attraversando il pone sull’Adige, ma in senso sbagliato, stanno tornando a Sottomarina!!! Andrea vai, raggiungili e facciamogli strada fino a Rovigo. Maria, andiamo di qua che li becchiamo. E invece??? Ecco che li incontriamo di nuovo, ma in senso opposto, stavolta la direzione sembra quella giusta. Inversione a U, e via alla caccia di due dispersi, ma questa volta ne abbiamo perse le tracce definitivamente… Solo dopo qualche giorno riceviamo notizie del loro arrivo presso le loro dimore, nel frattempo ci comunicano impressioni di viaggio tra passi innevati e racconti scurrili!

Adesso saltiamo all’inizio:
CONAMARA
Conamara è un PUB a Padova, oltre ad essere una regione selvaggia e aspra dell’Irlanda Occidentale. E infatti non è a Padova, quasi a Padova!! Per arrivare si fa strada bianca, si passa più volte sotto il cavalcavia dell’autostrada fra accampamenti più o meno accampati, un po’ di palude e eccoci arrivati. La prossima volta devo cambiare le impostazioni:“evita autostrade”, “evita strade asfaltate”, “cerca percorsi alternativi”
Ma cosa centra? Conamara con il delta del PO?
Venerdì sera, il giorno 4, i primi arrivi: Stefano, Nello, Gaso, Zio Vittorio (che per questa serata diventa Vincenzino), Califoggia, Ticcio, e poi Gigi e Ornella.
Che facciamo? Vediamo se riesco a convincerli … a Padova in un pub c’è Guzzirock che su….. poca fatica, già in macchina e via. Abbiamo lasciato Gigi e Ornella ad una serata romantica nella città delle rose e via per strade impervie alla ricerca di Conamara.
Il tempo di far rosicare Totogigi, che ancora in divano sotto la copertina scozzese
Tatian Rally 2do Giro Delta Racconti AnimaGuzzista 002Si sta sbattendo i maroni con la bottiglia di san pellegrino … Wilma, rinnovami il buono, lo uso per il calincontro a rizzione!! Ti prego!! … No!! i buoni non sono rinnovabili. Fai il bravo altrimenti col c… che vai al nurburing!
Arriviamo a Conamara, entra Tatiana e …. Enrico sorpreso, si alza per salutare, poi entra Nello, Enrico si ferma, poi Ticcio, Enrico si risiede e pulisce li occhiali…. Guarda la birra, guarda l’ingresso, riguarda la birra, .. però buona … ancora l’ingresso, intanto le Anime sono entrate tutte. Ecco che ci focalizza … che c… fate qui? Nello?? Ticcio??? Fabio?? Guzzisti? Meravigliosi!! Semplicemente guzzisti. … carissimi amici, fra di voi, in quel tavolo smanicato, un gruppo di amici carissimi che in motoguzzi sono arrivati fin qui, un applauso, soprattutto al guzzista che arriva da più lontano, da Taranto!! Un applauso a Vicenzinoooo!!!
Noi eravamo già alla seconda birra, per di più Verde….. certo in Irish pub la birra è verde! Ma la carne messicana!! L’amburgher messicano? Le tortillas? … che c’entrano?


PONTE APERTO O PONTE CHIUSO?
Ecco che cominciamo ad addentrarci ne delta. Arriviamo da Porto Garibaldi attraverso la strada degli acciaioli arriviamo a Volano e quindi prendiamo per il Bosco di Mesola fino a Goro.
Primo ramo del Po che incontriamo, il Po di Goro. Si attraversa su un ponte di barche galleggianti, oggi modalità tagadà! La corrente del Po e il vento, fanno ondeggiare le barche e il ponte in tavolato di legno si muove con lo stesso ritmo.
Passiamo in trenta, c’è da fare il pedaggio, ci dice l’omino di sorveglianza.
MI fermo e faccio passare tutti, contiamo insieme il passaggio e alla fine siamo in trenta, 45,00 €.
Pago io per evitare di fare una colonna interminabile. L’omino è perplesso, riceve i soldi, sono giusti, senza resto … qualcosa che non va? Gli chiedo. Non so come fare lo scontrino!! Scrivi 45 e metti nel cassetto! Non so come si fa. Se spingo questo marca 1,5 €… lo devo fare trenta volte??? No no …. Io vado… tu fai gli scontrini dopo!!
E così ripartiamo in direzione dell’altro ramo del Po. Quello più ricercato: il Po di Gnocca.
Ecco Gorino Ferrarese, la rampa sull’argine e …. Non si passa il Ponte è aperto!
Quindi? Se è aperto passiamo.
No si passa se è chiuso!
Come? se è chiuso non si passa, si passa se è aperto!
None .. aperto il ponte, non si passa. Le barche sono tutte lungo le rive del fiume e il ponte è aperto!!
Quindi non si passa!

LA MOTODISPERSIONE 1
Bene eccoci al chek point di Rovigo, sabato mattina, incontro con tutti i nordici e reduci da Conamara.
Saluti abbracci e via di cazzate. E non si parte … Gianni comincia a scalpitare! La Piratessa ci sta aspettando a Comacchio. Ho promesso che arrivo per tempo ma non conosco la strada, partiamo???? Adunata chiamata da Beppe: AANNDIIIAAAAAMOOOOOOOOOOOOOO!! E si parte! Via uno, via due, via tre …… e in strada, incrocio a sx, rotatoria direzione Ferrara! Ferrarraaaaa! FERRARAAAAAA!! Alessandraaaaa no Verona… Govoz a caccia e recupera la preda che si rimette sulla retta via! Ma intanto Giulio e Lella si fermano ad aspettare … dicono loro …. Li rivedremo solo qualche ora più tardi in friggitoria.
UN ASSAGGIO DI PESCE?
Arrivo a Comacchio, vento incredibile, Caiuzzi dice che è peggio della bora, e se lo dice lui!
Paese caratteristico ma … desertico … provo a raccontare che in estate…. I turisti …. I buskers …. Ma poca credibilità!!!
Vicino ai Tre Ponti una splendida pescheria, fuori un gruppo di persone che assaggia pesce crudo, dentro un banco di pesce fresco che se lo vede Mister Chef si tuffa dentro!
Sono con Ticcio, ci fermiamo, osserviamo, .. guarda fanno gli assaggi per i Clienti. Non credo Ticcio, stanno bevendo Ferrari e Champagne, e mangiano ostriche, scampi, carpaccio di tonno,…. Si si, sono assaggi! ci avviciniamo e assaggiamo anche noi.
Ciao siete arrivati in moto? Motoguzzi? Però? Di dove siete? Ticcio si fa scoprire!!
Ecco perché! siete Toscani!! In Toscana sono tutti comunisti!!
Ci allontaniamo. Sai Credo che tu avessi ragione, per darci dei comunisti significa che loro l’avevano pagato il pesce!!

LA MOTODISPERSIONE 2
Domenica mattina, pronti a riprendere strada. Tutti in preparazione davanti l’albergo, dopo colazione controllando i danni della pioggia notturna, salutato chi parte subito per la molta strada da fare.. Ciao Vittorio! Ciao Gaso! Ciao Fabio … che centra a Bergamo non è molta strada!! … ah si il Galletto!! Ciao EDO?? … e Tu? .. ah si la scorta al Galletto!!
Moto pronte allineate, serbatoi pieni, due distributori locali hanno fatto il loro servizio …. VVrrraaammmm Beppe: vado a fare benzina …. VVrrraaammmmmmm non prende il Bancomat vado all’altrooooo …… rivvrraaammmmmm anche questo non prende il bancomaaatttt! Ne cerco unoooooo!! … Lo ritroveremo al granso stanco, dopo aver girato avanti indietro tra cà tiepolo, porto levante, Rosolina mare, etc…. ancora in cerca di benzina!! Si perché quando ci ha trovato aveva di nuovo finito il serbatoio!!!!

MARINA 70
Sabato pomeriggio, dopo aver circumnavigato il ramo del Po di Gnocca, siamo a Ca Tiepolo. Sosta benzina per un rabbocco d’olio a Eugenio. Tutti fermi.
Dove siamo? Cosa facciamo?
Siamo a Cà Tiepolo, l’albergo a 2 minuti, sono solo le 16,30. Presto per andare a riposare!! Ultime parole famose!
Andiamo a Marina 70, sulla Sacca di Scardovari, prendiamo una birra e torniamo!! E così facciamo.
Strada della Sacca, le raffiche di vento ci costringono a pieghe in rettilineo, arriva il mare portato dal vento, poi la pioggia, ci fermiamo a Marina 70.
Bè ma che fate? da dove venite? Con questo tempo? Siete temerari! No siamo Anime Guzziste (che tradotto significa dei minchioni)! Non vi invidio!! (in quel momento forse neanche noi).
Arriviamo in albergo con il buio, fradici, pioggia fredda, vento, antipioggia inesistente, terribile!
Arriva anche il Falcone, dietro Anna completamente bagnata, ma con un sorriso stampato da orecchio a orecchio. Anche lei non si è salvata. Presa dalla minchitudo di AG!!

BISATI E CALI1400 ELDORADO
Che dire del pranzo di sabato? Credo che ogni dire sia superfluo. Bisogna provare e faremo di questo posto un punto fisso del giro delta.
Non volevo riproporlo, per evitare di fare le stesse cose. Ma Lella è stata categorica!! Ma andiamo in friggitoria o non ci andiamo?? E li ho capito subito!
Poi quest’anno anche i bisati (anguille).
Nota: fra poco a Vicenza arriverà il Cali 1400 eldorado!!

DOPOCENA ETILICO
Difficile raccontare del dopocena etilico, quasi sempre è così! Chi c’è non si ricorda (per ovvi motivi) e chi non c’è non c’è. Si è sentito di brani musicali nati n quei momenti creativi, ma ormai si sono perse le tracce.
Certo che tra Vin santo, liquore al terrano, abbardente di gonario, anice, e .. lo sponsor Capitan Pipa, ispirazione ce n’era!!
Un riconoscimento speciale per Ciauzzi, per la prelibatissima bottiglia dedicata all’evento, con tanto di logo e riferimenti. Diventerà la maglietta del delta!


FENICOTTERI
Domenica mattina, giro per valli e lagune. Acqua di qua e acqua di là!!
Natura, canne, vegetazione, gattini impauriti, e Fenicotteri. Devo dire che in numerosità così importante non li avevo mai visti.

 

E’ NATO UN AMORE
Eccoci ancora sul parcheggio del Granso Stanco. Questa volta è popolato. Siamo qui dopo pranzo pronti per i saluti. Baci e abbracci, promesse di prossimi incontri, a presto a Rizzione dice Pandora! Pandoro che non trova più il blocchetto di accensione, Miriam che ha le frecce attaccate con l’elastico. Piccoli acciacchi!
Nuovi arrivi. RodWolf con il Cali1400 fresco di 6 giorni!! Credo che lo rivedremo ancora, mi deve un caffè!
Ma in un angolo del parcheggio, appartati, due piccioni si salutano, un pensiero romantico, una lacrimuccia e una bacio appassionato!!


Ornella è con me. Guarda e commenta: che marìo che go!!

Porcheria 2015 6a edizione

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di Califoggiano

Mercoledì 4 febbraio 2015: La partenza

Mi sveglio che sono da poco passate le 8.
Devo ancora preparare i bagagli e caricare il necessario per il camping sul fido Nuovo Falcone, che in box attende eccitato per la partenza.
Fuori il cielo è plumbeo e l’aria è gelida, ma tiene.. Nessuna precipitazione!
Raccolgo in una sacca il minimo indispensabile x quanto riguarda gli indumenti e poi mi avvio in box dove le operazioni saranno più lunghe: sono solito portarmi dietro un bel po’ di attrezzi quando viaggio in modo da poter risolvere a bordo strada eventuali guasti.
In realtà porto anche più del necessario e quasi sempre inutilmente, ma mi fa sentire più tranquillo sapere di avere tutto ciò che mi potrebbe servire.
Così seleziono chiavi inglesi, a brugola, chiave candela, pinze, fil di ferro, fascette, lampada, spessimetro, fili elettrici, candela, cavi freno/frizione/acceleratore, lampada spia, etc etc
Non c’è niente di peggio, del resto, che essere fermi per strada sapendo come risolvere il guasto ma senza avere gli attrezzi per farlo.
Quindi tutto trova posto nelle borse laterali, che non si sa mai.
Poi è la volta di tenda e sacchi a pelo che, chiusi in una sacca impermeabile, lego sul portapacchi.
Bene, siamo pronti alla partenza: sono quasi le 11 ed avviso Enrico (Romeo722runner) che il mio viaggio ha inizio.

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Lui è al lavoro e partirà nel primo pomeriggio, io invece ho preferito prendere ferie per partire con calma e tenere le ruote lontane dall’autostrada: ci troveremo a Genova, al porto.
Così sotto un cielo grigio inizia il mio viaggio.
Farò pianura verso Lodi, poi Pavia, Voghera ed infine Tortona da dove farò la SS 35 dei Giovi!
La Mula Encansable frulla che è un piacere, l’andatura da statale è il suo terreno.. E così prima delle 13 mi fermo a rifornire e mangiare un panino tra Voghera e Tortona.
Quando la strada inizia a salire le temperature scendono: c’è neve a bordo strada, deve essere del giorno prima ma per ora seppur sempre grigio, il cielo tiene!

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In valle Scrivia riconosco i posti dove mi son fermato lo scorso anno, nello stesso viaggio, e mi viene da sorridere ripensando ad episodi della scorsa edizione!
Serravalle, Ronco, Arquata.. Mi muovo tra le curve con ritmo allegro e mi viene da pensare allo Scrivia, questo fiume che si vede poco dalla strada ma che da il nome (ed in altri tempi la vita) alla valle.
Mi fa simpatia, lo sento vicino!
Non è un fiume come tutti gli altri, è un sognatore, uno che non si accontenta e vuole scoprire il mondo!
Infatti sebbene la via più breve gli farebbe raggiungere il mare in una 40ina di km scarsi, lui per questo viaggio ha altri progetti, sogna in grande, ve lo ricordo: vuole vedere il mondo lui.
Così punta dritto verso la pianura padana, dove dopo un centinaio di km si immette niente meno che nel Po, il grande fiume, dove avrà modo di mescolarsi ad acque alpine ed appeniniche, proseguendo il viaggio per altri 400 km prima di raggiungere, infine, l’Adriatico!

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Ecco, trovo che il suo percorso sia per molti versi simile al nostro girovagare di turisti guzzisti: per andare da A a B non seguiamo la linea retta, la più breve, perché sappiamo bene che ci possono essere infinite deviazioni tra A e B e soprattutto che non importa quanto ci si impieghi ad arrivare alla meta, perché la cosa che conta è godersi il viaggio!
Tra queste divagazioni, mi ritrovo in cima ai Giovi, dove qualche fiocco di neve prova ad intimorirmi e creare qualche difficoltà al moNorone che in effetti soffre il freddo intenso se unito a forte umidità: ed ecco che quando vado a riaprire il gas dopo un rilascio in curva, fa qualche vuoto ma poi riprende il suo incedere sicuro tra le curve.
Poco dopo sono a Genova, ma per raggiungere il porto mi sembra di fare più km di quelli che mi son serviti ad arrivare nella città della lanterna!
Prima delle 16 la Mula è parcheggiata sotto il terminal traghetti a godersi il riposo: missione compiuta anche stavolta, in barba alle pessime previsioni meteo ed al colore del cielo, posso anche dire di aver viaggiato bene.

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Passata mezz’oretta arriva Enrico e dopo i saluti e qualche battuta sul viaggio, andiamo al terminal a fare i biglietti A/R e subito dopo un po’ di spesa da consumare durante la traversata.
Il traghetto per Olbia salpa alle 19:45 ma iniziano le operazioni di imbarco solo dopo le 18 e così restiamo in attesa sferzati da un vento gelido: è il momento di bere dapprima Ichnusa defaticante e poi qualche bicchierino di Amaro del Capo per riscaldarci un po.

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Poco dopo lasciamo le moto a riposare nel ventre della nave e andiamo a sistemarci in cabina, prima di andare a mangiare.
Si chiacchiera un po’ e poi si va a dormire, cullati dal mare mosso!

Giovedì 5 Febbraio 2015: Lo sbarco

Riapro gli occhi che son le 5, decisamente troppo presto dato che lo sbarco è previsto per le 8.
Visto che non mi riesce di riaddormentarmi, decido di alzarmi ed andare verso il bar che, però, alle 5:30 è ancora chiuso!
Esco a fumare una sigaretta nell’aria frizzante del primo mattino: è ancora tutto buio e non si vede terra all’orizzonte.
Mi siedo ai tavolini in attesa che apra il bar e noto una ragazza che fa su e giù dal bagno: il mare mosso non le ha fatto bene ed in poco tempo la vedrò fare quel percorso almeno 30 volte, ogni volta col viso più bianco.. Povera!
Mentre faccio colazione ho modo di pensare ai giorni che verranno: non vedo l’ora di rivedere tanti amici, (scroto)nuragici e non!
Infatti se l’anno scorso eravamo in 4 dal continente [io, il duca (Gaso28), il marchese (Andrea Marconi) e Rugi] quest’anno siamo in 6, segno che ormai la Porcheria è sdoganata ed è entrata a far parte di quelle date che ogni buon motociclista che non metta la moto a riposo durante l’inverno, si evidenzia sul calendario!
Sono molto contento per il Console e tutti gli amici che hanno creduto in questa formula: facile andare in Sardegna in estate, molto meno banale andarci d’inverno per un raduno di 2 giorni nel nulla di un bosco!
Così quest’anno oltre a me ed Enrico ci saranno Noise e la sua kappona, cridit con la sua speed e i tatiani.. In aereo più auto a noleggio, perché l’importante è esserci!
Intanto fuori le luci dell’alba illuminano i contorni della terra di Sardegna, che ho imparato ad amare.

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La TV della sala bar mi mostra un meteo deprimente: le previsioni danno acqua (o neve sopra i 600m) in tutta l’isola, eppure siamo quasi ad Olbia ed il cielo non sembra minaccioso!
Torno in cabina a svegliare Enrico e insieme torniamo al bar, dove la povera ragazza continua il suo moto pendulo tra divano e bagni.
Finalmente torna la rete telefonica e ci possiamo aggiornare sulle novità, che in effetti sono grosse: viste le condizioni meteo inclementi e le difficoltà prevedibili per raggiungere Su Tassu, il Console ha lanciato un sondaggio per spostare la location e tornare nella pineta di Is Benas, a Mongorgiori, apprezzata cornice della scorsa edizione!
Sono già passate le 8 intanto e di sbarcare non se ne parla, nonostante abbiamo attraccato nel porto di Olbia da un po’.
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Io ed Enrico ne approfittiamo per fare il piano di giornata: SS 125 e poi 198 per arrivare a pranzo dai suoi, a Lanusei.
Finalmente si sbarca ed il moNorone sembra più allegro già dal primo avviamento: evidentemente anche lui è innamorato della Sardegna!
La 125 ormai mi è familiare eppure ogni volta riesce a stupirmi per colori e contrasti: si passa dal mare ai 1000m come nulla fosse.
L’asfalto bagnato ed il bianco sulle cime sono le uniche tracce che possono collegarsi a quanto visto in TV poco prima, perché incredibilmente viaggiamo col sole!
Facciamo qualche sosta caffè ed uno spuntino a base di salumi e formaggi che vengono fuori dalle borse di Enrico sul passo di Genna Arramene (?).

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Ormai ci siamo quasi ed il mio compagno di viaggio ha gli occhi più luminosi nel rivedere le sue terre: in lui rivedo me stesso ad ogni rientro in Puglia.
Mi propone una deviazione ad Arbatax per vedere le rocce rosse e, non avendole mai viste, accetto di buon grado!
Mentre siamo davanti a quello spettacolo arriva un messaggio del padre di Enrico che ci fa tornare nella realtà: ci stanno aspettando per pranzo, è tardi ed è ora di ripartire.

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La SS 198 che ci porta fino a Lanusei è uno di quei percorsi che esaltano il motociclista in un continuo destra/sinistra che sembra infinito e che, grazie all’asfalto ormai asciutto, riusciamo a fare a ritmi allegri.
Comincio così a limare i parapiedi in plexiglass costruiti e montati prima della partenza, evoluzione di quelli fatti coi vassoi in polistirolo di rientro dal Pinguinos 2013: la protettività dall’aria del Falcone col cupolone è impagabile, si viaggia in prima classe, però il paragambe lascia inspiegabilmente scoperti i piedi e basta già solo l’acqua sollevata dalla ruota anteriore per ritrovarsi con gli stivali bagnati e, di conseguenza, i piedi gelidi.
Con questo accorgimento anche la Goldwing ci fa una pippa 😛
Arriviamo a Lanusei verso le 14 e con immenso piacere completo la conoscenza della famiglia di Orsobruno: mi mancavano Luigi (il padre) e Pina (la madre) che si rivelano gentilissimi, simpatici ed ospitali verso l’invasore pugliorobico!
Pranziamo tutti assieme e dopo pranzo ci fermiamo a chiacchierare attorno al camino, in una bella atmosfera.
Visto che Stefano lavorerà anche l’indomani Enrico decide di fermarsi dai suoi anche per la notte e raggiungere Escalaplano il giorno dopo, così nel pomeriggio andiamo a fare un giro a trovare dei suoi amici.
Il cielo si fa sempre più nero e così salutati gli amici ci dirigiamo direttamente a casa, dove ci docciamo e prepariamo ad uscire a cena.
In pizzeria passiamo una bella serata con gli amici di Enrico e quando torniamo a casa sono talmente cotto che, appena toccato il letto, cado in un sonno profondo.

Venerdì 6 Febbraio 2015: Nella tana dell’Orso

Mi sveglio nuovamente prestissimo, ma mi alzo solo verso le 7, quando sento i primi rumori provenienti dalla cucina!
Prendo il caffè e faccio 4 chiacchiere con la madre di Enrico.
Fuori il cielo non sembra minaccioso e si prospetta una giornata discreta ancora una volta a dispetto delle previsioni!

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Piano piano si svegliano tutti e la casa riprende vita: c’è il tempo per un altro caffè mentre facciamo il piano di giornata.
Oggi ci spostiamo da Stefano (orsobruno) ad escalapano e visto che il tempo sembra clemente, nell’itinerario ci infiliamo più curve possibili!
Mentre rimetto a posto i bagagli sento rotondo, che mi comunica ufficialmente il cambio location e col quale ci diamo appuntamento dalle parti di escalaplano visto che oggi è in ferie.
Siamo pronti a partire, non prima di avere salutato calorosamente i genitori di Enrico e Stefano: dalle mie parti si dice ‘dimm a chi si figghje che t dic a chi assummigghje’ (ovvero: dimmi di chi sei il figlio che ti dico a chi somigli) ed anche in questo caso il detto popolare non sbaglia: conoscendo i figli, i genitori non potevano che essere splendide persone.

Ci mettiamo in cammino e scendiamo verso il mare, la giornata è splendida e l’asfalto è asciutto tranne che in alcuni tratti e ne posso approfittare per limare ancora un po’ i parapiedi.
Facciamo una sosta doverosa in riva al mare, vicino ad una torre di avvistamento invasori, simile a quelle che si trovano sulla costa anche dalle mie parti: segni di un tempo lontano, quando il mare invece del necessario al sostentamento, capitava portasse la morte sotto forma di navi dei mori.
Ripartiamo dopo un bicchierino di amaro defaticante.

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Lasciamo la costa e cominciamo a salire e finché la strada permette teniamo un buon passo,ma dopo poco troviamo la strada bagnata, cielo nero e neve a bordo strada: sono felicissimo di aver visto questa splendida regione insolitamente bianca, quando tutti la conoscono solo in versione estiva!
Quando siamo quasi a Perdasdefogu squilla il cellulare: il console è ad escalaplano e ci diamo appuntamento all’ufficio postale, dove orso è ancora alle prese col lavoro!
Poco dopo è il momento degli abbracci con questi 2 Amici e sono davvero felice di rivederli.

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Ci spostiamo a casa di Stefano dove facciamo un pranzo memorabile a base di culurgiones e carne, tra racconti e risate!
Dopo pranzo il console ci saluta e si avvia verso casa, dimenticando il cellulare sul tavolo: nulla di grave, se non fosse che è l’organizzatore e che è il giorno prima dell’incontro!

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Diamo un occhio alla cartina e al telefono diamo appuntamento al mio amico Alessandro (siciliano che ha cambiato isola) a Senorbì per poi proseguire assieme fino a Mongorgiori.
La vista da casa di Stefano mi ha incantato fino dalla prima volta che ci son stato: mi ricorda la Contea e mi aspetto di vedere Frodo e gli altri Hobbit da un momento all’altro..

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Enrico decide di fare un riposino mentre io e Stefano scendiamo in garage dove io stringo amicizia col suo moNorone, facendo alcuni controlli e dando a Stefano qualche consiglio per la manutenzione: se gli dai le poche attenzioni che richiede il nuovo falcone diventa inarrestabile.
La serata passa allegramente finché non andiamo a letto esausti!

Sabato 7 Febbraio: A Is Benas

Il silenzio assoluto della tana dell’orso mi fa dormire serenamente fino alle 7, e quando apro gli occhi sono di ottimo umore: oggi rivedrò un bel po’ di amici!
Dopo il necessario caffè, ognuno di noi si attiva per approntarsi alla partenza ed alle 9 siamo pronti, con le moto cariche!

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La strada verso Senorbì è ancora una volta molto bella da guidare: Stefano apre la fila, io seguo ed Enrico chiude.
Il cielo è grigio ed in alcuni tratti troviamo la strada bagnata, segno che prima di noi da lì ci è passata la pioggia.
Salendo ci ritroviamo in una nuvola, con effetto nebbia che forse vuole farci sentire a casa, in Lombardia.
Viaggiamo asciutti ed arriviamo a Senorbì dove, in attesa di Sandro e del suo R850, facciamo un po di spesa per il weekend.
Compriamo snacks, formaggi, salumi e soprattutto defaticanti di vario genere utili per la sopravvivenza delle successive ore.
Mentre sistemiamo gli acquisti nelle borse ecco che spunta Sandro: sono felice di introdurlo tra gli amici Guzzisti, si è trasferito da poco in Sardegna dalla Sicilia e non conosce nessuno.. Conosco bene sulla mia pelle la situazione e mi fa piacere aver trovato l’occasione giusta per presentargli quella speciale combriccola che sono gli scrotonuragici.
Dopo i saluti e le presentazioni ci rimettiamo in sella chè a Mongorgiori ci aspetta la festa.
Procediamo bene e proprio quando cominciamo a vedere i primi cartelli che indicano la pineta di Is Benas ecco scendere le prime gocce di pioggia.. Ma ormai è fatta, ultimo tratto di sterrato e ci si para davanti il piazzale con moto e auto ed i 2 casolari della “zona giorno” e “zona notte” che ormai ho imparato a conoscere.
Ci vengono incontro i primi arrivati e si riabbracciano un po di amici: il Console, Tonio Pistonio ed il suo amico, Nettuno e due new entry: Elbarto e la sua compagna!
Poco dopo arriva anche un affaticato Bartolini carico di legna.
Dopo le prime chiacchiere ed i primi brindisi ci avviamo anche noi a raccogliere la legna, necessaria a tenere il fuoco sempre acceso!
Arriva un messaggio di Noise e Cridit che sono in zona, gasati dal bel giro che han fatto per raggiungere la location, anche se ora hanno qualche problema a trovare la pineta.
Intanto arrivano anche i Tatiani, che pur di esserci han fatto volo+auto.. grandi!
Visto che il tempo inclemente continua a riservarci scariche d’acqua alternate a schiarite e che il vento sferzante sembra non volerci mollare, decidiamo di chiudere coi teli la zona giorno in modo da trattenere il calore del camino come avevamo già sperimentato l’anno scorso.
Però in questo modo prendiamo anche quel buon profumo di affumicato che ci porteremo addosso fino al rientro a casa: Console, visto che abbiam eletto Mongorgiori a sede ufficiale, per l’anno prossimo fai dei lavori a quella cappa mi raccomando!
Si stappano bottiglie, si provano cibarie di ogni provenienza, bagnati da vino, birre e liquori dal trasparente al rosso forte :asd:
Non siamo tanti: complice anche il meteo avverso, la maggior parte degli scrotonuragici ha deciso di raggiungerci solo Domenica, ma siamo comunque abbastanza e ben assortiti.
La serata entra nel vivo, ma come si fa a descrivere a parole l’atmosfera che si crea senza risultare banali?
Del resto, nella luce delle candele con l’aria piena del fumo del camino non si fa altro che mangiare, bere e bere e mangiare, tra racconti seri (pochi) e divertenti.

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Non ci provo nemmeno, se non ci sei stato non puoi capire.
Per la prima volta c’è anche una chitarra a fare compagnia.. E Sandro, dapprima timido, comincia ad essere inarrestabile:continua a scherzare con tutti, con sempre più fervore con l’aumentare dei brindisi.
Lo guardo e sono davvero felice di vedere che si diverte.
Man mano che l’ora si attarda, la zona giorno si spopola e quando anche Sandro dopo un po’ di canti sardi cede, rimaniamo solo io, Orsobruno e Racerrunner.
Stiamo ancora un po’ davanti al fuoco tra canzoni e racconti e quando ci accorgiamo che s’è fatto davvero tardi e ci meritiamo di riposare, i due fratelli decidono di stendere i sacchi a pelo nella zona giorno, mentre io arrivo nella zona notte, detta anche la SEGHERIA, a concerto già iniziato: non mi dispiace affatto essermi perso il primo atto, certo è che tra la decina di persone che si è rifugiata qui c’è chi ha preso davvero a cuore l’interpretazione e ci da dentro di brutto :aaah:
Cerco il mio materassino nel buio stando attento a non pestare nessuno e quando mi stendo l’amara sorpresa: è sgonfio e visto che l’avevo gonfiato con Elbarto nel pomeriggio vuol dire che è bucato 😕
E’ un peccato, è il materassino rosa con le Winx che io ed il Console abbiamo comprato al Calincontro Maremmano, identici.
Vabbè, non ci provo nemmeno a rigonfiarlo.. non avrei nemmeno il fiato per farlo.
Mi chiudo nel sacco a pelo e complici il freddo e i suonatori, fatico a prender sonno…

Domenica 7 Febbraio 2015: Scoppio!!

Dormire col materasso sgonfio col freddo e l’umidità non è il massimo della vita.
Sento il rumore della porta che si apre, istintivamente apro gli occhi e l’immagine che mi si para davanti è di quelle che non vorresti mai vedere: il Comandante Bartolini in mutande è uno spettacolo forte :aaah:
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Vabbè, tento inutilmente di riprendere sonno e dopo poco decido di alzarmi: l’aria è fredda, ma abbandono volentieri la segheria e raggiungo la zona giorno, dove trovo già qualcun’altro sveglio.
Prepariamo il caffè ed iniziamo ad attivarci con la raccolta della legna.
Poco dopo arriva Bradipone con un vassoio di cornetti per la colazione e tra risvegli e nuovi arrivi la pineta prende vita.

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Alla spicciolata, continuano gli arrivi: Ferwe, Italico, Gonario, dr Spock, Strya, etc etc..
Ovviamente nessuno arriva a mani vuote e così sul tavolo si accumula tanta di quella roba da mangiare e da bere, che è evidente che sarà un’ardua sfida riuscire a finire tutto dentone
Non ci diamo per vinti e già dalle 10 iniziamo a pranzare, con spuntini vari ed andremo avanti fino al pomeriggio, in un crescendo di formaggi, salumi, paste, carni, dolci, etc etc
Il mio amico Sandro, si porta addosso i postumi della notte brava e decide di salutarci per rientrare a casa per pranzo: non insisto per farlo rimanere perchè basta uno sguardo per capire che proprio non è in forma.

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Intanto tra i tavoli è tutto un passare di vassoi pieni di cose buone, da cui tutti attingono con gusto.
Mentre Gonario si dedica a preparare la pasta, la compagna di Ferwe con grande abilità si prende cura del fuoco e delle braci su cui andremo a preparare la carne: ma perchè non era con noi già dal venerdì?
Dopo la pasta, la carne e le torte salate, pur se inizio a sentirmi scoppiare, continuo a mangiare: è un continuo viavai di amici che, vassoio alla mano, ti offrono qualcosa da provare.. e come fai a dire di no?

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Dopo aver ingurgitato quantità di cibo inimmaginabili, il mio stomaco chiede pietà. Ma il viavai continua e rifiutare proprio non sta bene…
Inoltre si sono aggiunti alla tavolata anche dei cacciatori di passaggio, che ovviamente non mancano di offrire formaggi, funghi e tutto quello che prevede il loro spuntino.
Per uscire da questa situazione ed evitare di scoppiare, trovo la soluzione con la compagna di Elbarto: tenersi il piatto con qualcosa dentro da finire, è l’unico modo per riuscire ad uscire vivi da questa situazione, senza offendere nessuno :asd: :asd:
Inizia anche il giro degli alcolici, un altro viavai di gente con intrugli vari, pronta a riempirti il bicchiere fiera di farti provare la propria specialità.
Provo tutto, ma senza esagerare che- porc@troi@- tra non molto sarà ora di mettersi in moto per raggiungere l’imbarco :crying:
Ho il magone, quando arriva il momento dei saluti: sarà anche per lo stomaco in rivolta, ma non mi piace per nulla andare via mentre gli altri si attardano.. vorrei restare ancora e godermi fino all’ultimo minuto questa fantastica compagnia.. ma il traghetto non consente 🙁

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E’ proprio in questo momento che decido che mai più partirò la Domenica, cercherò di trattenermi ancora e ripartire il giorno dopo (cosa poi puntualmente avvenuta col Calincontro di Ottobre).
Abbraccio e ringrazio tutti e mi complimento col Console per la riuscita. :clap: :clap:
E’ il momento di andare.
Il moNorone borbotta tranquillo e si mette in scia della Nevada di Enrico: visto che sono quasi le 17 ci tocca una bella tirata in 131 fino a Porto Torres: nonostante il vento e le nuvole pesanti, filiamo lisci ed asciutti fino alla meta.
Una volta sulla nave ceniamo in cabina con gli avanzi della Porcheria e, dopo diversi racconti dei giorni appena trascorsi accompagnati da vari bicchieri defaticanti, la stanchezza prende il sopravvento e benedico il materasso della cabina :ok:

Lunedì 9 Febbraio: il ritorno

Mi sveglio con gli annunci della Tirrenia che sono quasi le 7, la vista dall’oblò ci fa sorridere: la giornata promette bene, finalmente!!

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Liberiamo la cabina e saliamo a prendere un caffè: decidiamo di goderci anche il rientro evitando l’autostrada in favore del susseguirsi di curve della Val Trebbia.
L’aria è fredda ed appena cominciamo a salire sull’appenninno ligure ci ritroviamo in mezzo alla neve, col termometro che arriva fino a – 4°, nonostante sia ormai quasi mezzogiorno.
La scelta della strada è stata ottima, è uno spettacolo vedere tutto imbiancato in una giornata di sole:

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Poi scendiamo fino a Piacenza dove facciamo sosta pranzo in un bar.
A vederci in moto i piacentini non si capacitano 😯 , c’è neve dappertutto ed anche parcheggiare in effetti è difficile.
Mangiamo un primo al volo e poi è il momento dei saluti anche con Enrico, ottimo compagno di viaggio :volemose:
Ci abbracciamo con un arrivederci a presto, vista la vicinanza.
E così rimango solo col ticchettare regolare del monocilindrico ed un sacco di pensieri nel casco: sorrisi, racconti, sapori, emozioni, panorami..
La pianura padana completamente bianca è uno spettacolo, la neve copre tutto e rende diversi i paesaggi che ormai mi sono familiari.
Arrivo a casa che c’è ancora luce e ne approfitto per dare una sciacquata alla moto, che ormai è sotto sale :help
La lavo, asciugo con un panno e le dò una carezza sul serbatoio: mi ha regalato un’altra bella avventura senza fare neanche un capriccio :love:
E così va nell’archivio dei ricordi anche la mia seconda Porcheria.
Un raduno selvatico basato sulla generosità dei partecipanti, in cui si finisce col mangiare di più che per il pranzo di Natale.. :asd:
Inutile mettersi a dieta dopo le feste natalizie perchè in realtà..

La Porcheria tutte le feste si porta via!!!

Fine

Porcheria 2016 7a edizione

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di Ruggero Golin

Dopo aver rifocillato l’uomo, lavato la moto, e ovviamente anche l’uomo, un breve resoconto mercoledi 3 si guarda il meteo, non prevedono neve, e anche di pioggia ne prevedono poca, bene si va alla PORCHERIA

giovedi 4 mattino si carica la moto, alle 13 si parte,
“senza non prima aver acquistato dei prodotti classici veneti, una soppressa, ed un po di formaggio asiago”
c’è il sole quindi niente autostrada, si va per statali, temp 7° (io penso che chi programma i navigatori sia un po masochista, dato che mi fa fare delle strade che nemmeno ti immagini esistano) sugli Appennini di neve nemmeno l’ombra, alle 19 sono in porto alle 21 si traghetta

venerdi 5 alle 7 in punto si sbarca, golfo aranci, 8°, c’è il sole mi vesto e parto
golfo aranci tempio pausania sassari qui pioviggina un po, da più fastidio sulla visiera e l’asfalto umido che per il resto, alghero bosa minchia oooo che traffico, in 44 km ho trovato 2 a piedi con lo zaino, un pullman, 2 auto, peccato solo per l’asfalto umido
sia arriva anche a 17° nuoro ero intenzionato a tel. a rotondo , ma ero stanco e quindi non mi andava di fare altri 50 km quindi taglio per morgongiori sede della PORCHERIA, mi fermo in un chioschetto per chiedere info sulla dormienza, e mi offrono formaggio, vino, filu ferro, mirto, caffe, e dopo 3 quarti d’ora riesco a liberarmi, ringraziando vado,
e le informazioni? mannaggia dimenticato, vabbe chiedo più avanti, il sa lorighitta è chiuso, al sa matta frisca mi fanno un po di paturnie, ok mi sposto di 7 km a masullas, li mi doccio faccio un giro in paese e poi a letto, alla mia età una doccia calda ed un letto morbido sono un toccasana

sabato 6 alle 8 in piedi, una bella colazione, c’è il sole e via per un altro girino di 100 km
per poi andare in sede PORCHERIA, arrivo non c’è ancora nessuno, accendo un po di fuoco quello che vede rotondo, poi arriva lui in auto con la capotta piena di fascine di legna, ci si saluta e si comincia a bere ed a mangiare qualcosa poi arriva altra gente, baci strette di mano ed abbracci, e si continua con il mangia qualcosa e bevi qualcos’altro
c’è tanta di quella mangiazia e bevozia, che io mi aspetto sempre che salga il battaglione dei GRANATIERI DI SARDEGNA ed ancora si avanzerebbe qualcosa arriva la domenica pom e io devo andare, parto alle 15 pioviggina, vabbe dai resisto poi però si fa più insistente, mi fermo metto l’antipioggia, riparto e dopo 2 km più nulla nemmeno una goccia e le strade asciutte

sbarco oggi lunedi 8, e nuvoloso ma non promette pioggia, e quindi via di nuovo per statali ( per il navigatore come sopra) vicino a casa pioviggina un po non importa oramai, sono 7° sarà la stanchezza ma sento freddo, oppure i 7 gradi della sardegna sono + caldi dei nostri 7 gradi

foto di Ruggero Golin e Stefano Demontis

bravi ragazzi,
un grazie a tutti,
alla prox occasione

AgnelloTreffen 2016

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Dietro le quinte

Tutta colpa di “Ardito”. Il 5 dicembre ha postato sulla bacheca incontri il link dell’AgnelloTreffen 2016 e la pulce è entrata nell’orecchio. La scimmia non è salita subito, ha atteso. Tempo una settimana scarsa e poi è montata con tutta la sua forza.
Ho passato sette giorni a pensare, leggere, vedere foto. Non sapevo che avrei continuato a fantasticarci sopra per poco più di un mese
Ero un po indeciso, da solo non mi andava di andare. Con Liliana come passeggera non mi sembrava il caso, prevedere una caduta con lei dietro non mi sembrava il massimo. Anche se è stata la prima a dire: Andiamo.
Con mio fratello Luca sono anni che ogni tanto buttiamo li la parola “Elefante”, sorrisetto, battutina…ma tutto finisce nel giro di poco. Cuneo invece è molto più vicino, meno dispendioso in tempo e soldi. Insomma più fattibile.
Sabato tredici l’ho quindi buttata li. Eravamo a pranzo, come se niente fosse ho gettato l’amo.
Sono stato fulminato nel giro di dieci secondi netti.
Ma evidentemente ho colpito

Da quel momento non c’è stata telefonata, incontro, messaggio che non cascasse sull’agnello. Non era del tutto deciso che partecipassimo, non era sicura la data della partenza, non era delineato il percorso. Però ho sognato di poter partecipare, di poter viaggiare. Di poter inforcare la moto e in qualche modo andare.

Inforcare la bigommata e andare si, ma non del tutto impreparato. Cercare di prepararsi un minimo al viaggio è cosa buona e giusta, in questo caso occorreva essere pronti almeno per alcune situazioni prevedibili, ovvero: Freddo in viaggio, freddo in loco, freddo in notturna, plausibile neve sulla strada e plausibile neve in caduta andando al raduno.

La preparazione si è quindi divisa in due aree, preparazione della moto e preparazione del bipede. E questo ho cercato di fare in ogni minuto libero trovato. Tra acquisti su internet e nei negozi ho infilato una serie di botte di fortuna che la metà bastava. L’ultima è stata l’arrivo degli stivali Dainese il giorno prima della partenza. Ma anche aver azzeccato la misura delle Michelin Easy grip prese usate su Subito non guasta mica.

Per farla breve, riassumo: nei w.e. tra metà dicembre e il giorno della partenza la Brevona ha ricevuto una certa dose di cure, date dalla somma delle solite operazioni periodiche e di qualche aggiuntina. Ovvero: controllo gioco valvole, sostituzione candele, cambio olio motore e coppia conica, sostituzione olio cambio con gradazione diversa (invece che 85w140 un 700 e passa cc di un miscuglio tra 85w140 e 80w90). Spurgo totale liquido freni e frizione, controllo freni, controllo dell’attrezzatura di bordo inclusa sostituzione del compressorino sottosella (entra il compressore della Smart, debitamente rimpicciolito, esce cinese rotto). Installazione del cablaggio per i sottoguanti riscaldati. Montaggio dei paramani della stelvio, ottimo acquisto! Sostituzione della batteria che oramai era alla frutta. Sostituzione sella con quella vecchia …non si sa mai.
Per la possibile neve ho pensato di utilizzare e modificare delle “catene” da macchina, leMichelin Easy grip. Testate su erba bagnata (zuppa) e terra hanno dato ottimi risultati. Fortunatamente non è stato necessario utilizzarle per strada.

AgnelloTreffen 2016 012

La preparazione del bipede è avvenuta tramite tre soli acquisti “seri”. Delle ottime ginocchiere della Zandona, veramente ottime , dei pantaloni da neve e dei fantasticherrimi stivali Dainese.
Le ginocchiere mi mancavano, e non so il perché. Dei pantaloni da neve non ne ho mai avuto necessità, mentre gli stivali li avevo ma non erano molto in linea con un viaggio invernale, anche solo fosse per il semplice fatto che una delle due suole non era propriamente in sede, ma su un altro ripiano della scarpiera…

Senza neanche accorgersene è quindi passato natale, capodanno e l’epifania. Tra il lavoro e le feste…non ho pensato ad altro che all’Agnello.

In parallelo alla preparazione della moto il divano di casa si è iniziato a riempire di cose che potevano servire. Ripesca il vecchio saccopelo invernale della Ferrino, sostituito oramai da un leggerissimo e compattissimo saccopelo Decathlon. Via tutti e due sul divano. Stuoino. Cambi. Sotto vestiti antivento. Doppie scarpe, telo impermeabile con paleria supplementare, per aumentare la zona coperta fuori tenda. Torcetta, cappello di lana (mai usato in vita mia) ex guanti invernali da moto, pantaloni da sci.

L’ultima settimana si è attivata Liliana (santa donna). Ha trasformato la cucina in un laboratorio di pasticceria sfornando biscotti di ogni tipo: cantuccini, tortini di mela, cosi tondi con cioccolato in chicchi, cosi quadrati al grasso di foca (specificatamente fatti per le arterie di Mauldinamica), ciambelline al vino. Non contenta ha aperto una linea parallela per la pre-grigliatura di vegetali come zucchine, funghi e melanzane. Siccome non bastava ha svaligiato la norcineria di Moricone portando via salsicce, spuntature, pancetta, salsicce secche, coppiette e un ciauscolo. Giusto per non farsi mancare nulla ha sformato un paio di pagnottelle di pane.
Birra, caffè e moka (inutilizzati) sono stati invece prelevati da un banale supermercato.

AgnelloTreffen 2016 020

Sabato mattina, settimana prima della partenza passiamo, con Luca, allo store Dainese di Roma in cerca di stivali. Li troviamo. Belli, Bellissimi. Prezzo “abbordabile”. Peccato manchi il mio numero. Luca li prende, io rimango scalzo e li ordiniamo rapidamente on-line.
Domenica 9 è sfruttata per la ricerca e l’adeguato test della griglia da portare all’agnello. Non ero sicuro funzionasse bene, sicchè l’ho testata almeno un paio di volte. Con ottimi risultati.
La partenza è prevista per la mattina di venerdì 15, in modo da esser su nel pomeriggio.

Passa il lunedì. Lavoro ma sbircio furtivamente il sito della Dainese per avere info sugli stivali. Mi sento scalzo e con i piedi al freddo. Nel frattempo Liliana porta dal calzolaio i miei vecchi Alpinestar.
Il martedì le borse inziano a prendere timidamente forma, mentre Luca mi annuncia che la partenza è anticipata a giovedì pomerigio, anziché venerdì mattina.
Mercoledì mattina stacco la batteria nuova dal mantenitore di carica e la attacco alla moto, già che ci sono pulisco bene i capicorda, attacco il cablaggio dei sottoguanti riscaldati (non usati) e ripasso i contatti di tutti i fusibili. Spruzzo svitol in tutte le serrature. Anche quelle del trattore che è parcheggiato li a fianco, crepi l’avarizia!
Salgo a casa per pranzo, appena seduto suona il citofono. Scatto su come un grillo, cinque minuti dopo ho ai piedi i miei nuoverrimi stivaloni della Dainese. Figata pazzesca. Faccio in tempo a pranzare che sono dal fornitore di ricambi moto per prendere un pezzo del casco, per la chiusura della visiera, ordinato solo a fine novembre..e già arrivato (?!). Lo monto in ufficio mentre sento freddino. No non sono così facilmente impressionabile, gli 11° sono colpa dei termosifoni rotti…non dell’agnello che si avvicina.
Mercoledì sera vado a dormire e l’ultimo sguardo è per le pessime previsioni meteo in Liguria. La tappa di avvicinamento prevede la sosta a LaSpezia.
Giovedì lavoro solo la mattina, mi ero organizzato per comprimere le borse nel pomeriggio. Invece si parte prima. Anticipo l’entrata a lavoro e all’una schizzo in sella verso casa, neanche Rossi avrebbe messo meno tempo nel mio tragitto lavoro-casa.
Mentre arrotolo gli spaghetti al pesto comprimo le cose nelle borse. L’appuntamento è alle 16e30 all’ingresso dell’A1 di Guidonia. Chiudo le borse laterali, riempo il bauletto, arrotolo alla meglio la sacca ermetica e fiondo tutto sulla moto. Aggangio la borsa da serbatoio che sono già le tre e trequarti, posiziono la griglia subito dietro il bauletto, sacca cilindrica a tamponare e via di cinghie ed elastici.
Risalgo a casa che sono le quattro passate, pronto per una doccia rapida e per la vestizione.
Squilla il cellulofono. E’ Luca. Ha sentito l’affittacamere di LaSpezia che ci sconsiglia di partire, ci avverte che a LaSpezia diluvia di brutto, pare che a pochi km da li nevichi.
Con un ottimismo da far invidia ad un gatto nero vestito di viole che rompe uno specchio sotto una scala di venerdì diciassette elabora la sua folgorante teoria secondo la quale non avremo avuto speranze di arrivare fin li in moto.
Mentre io sono già praticamente dentro la tuta antipioggia Luca non si scoraggia e pensa al piano B. Propone di buttare le moto sul furgone e poi via in terra Ligure. Rosico un pelo, ma non ha tutti i torti (e di questo ne avrò coscienza due o trecento km più in la).
Il furgone ha ancora su i sedili, mi fiondo in garage a cercare le torx per levar via quegli inutili orpelli. Passo un ora a cercare ma della T60 non si vedono tracce. Sono oramai le cinque passate, innervosito prendo le chiavi della macchina e sotto una leggera pioggerella mi fiondo a comprare la torx necessaria. Con soli 44€ ottengo una cassetta di chiavi che contiene anche l’unica necessaria, che culo. Torno a casa dopo una mezz’ora abbondante e con Luca smontiamo lo smontabile dal vecchio transit.

Carichiamo il VFR mentre slego i bagagli dalla mia. Fiondiamo dentro il brevone, stando attenti a ripiegare su se stessi i delicati specchietti. Per la mezzora successiva è un turbinio di cinghie e cinghiate. stringi qui e annoda la. Telo sulle moto e via, Liliana ci tira un cartone di pizza mentre il furgone da zingaro in pensione si sta praticamente già allontanando da casa. Santa Donna, ci ha salvato evitato la sosta per cena.
Imbocchiamo l’A1 che ormai sono le 20 passate.

La pioggia ci accompagna. Il diluvio gli fa compagnia. Non cessa di piovere fino circa a viareggio credo, tanto non si vede quasi nulla. Arriviamo a La Spezia poco prima di mezzanotte, abbeveriamo la cariola e ci mettiamo in cerca dell’albergo prenotato per strada.

Un paio di biscottini prima di affrontare la notte e già una nuova e splendente alba è su di noi. La mattina promette bene. Non si vedono nuvole e non sembra ci sia vento. Promette una bella giornata.

AgnelloTreffen 2016 021

Ci fiondiamo a fare un abbondante colazione mentre guardiamo divertiti dei turisti giapponesi che commentano il VFR, guardano dai vetri del furgone come se dentro ci fosse chissachè (e in effetti c’è…ma stanno guardando dal lato sbajato).

AgnelloTreffen 2016 022

Parcheggiamo il furgone in un luogo più isolato, d’avanti alla “grigliata” dove avremo dovuto mangiare la sera prima. Scarichiamo le moto e finalmente verso le dieci e mezza siamo in partenza su un numero adeguato di ruote.

Il raduno

La temperatura è buona, ci sono 12-13°. Le ginocchiere e gli stivali fanno il loro lavoro, non sento nulla. Dopo Genova la temperatura scende un po ma siamo sempre intorno ai dieci. Il vento inizia a farsi sentire, ma il cielo è sereno. Non c’è una nuvola. Passiamo Genova e poco dopo prendiamo la Savona-Torino. Al primo benzinaio ci fermiamo per caffè e benzina. Con l’occasione Luca abbandona i guanti estivi optando per quelli invernali, come dargli torto.

AgnelloTreffen 2016 023

Approfitto della sosta per indurire ulteriormente il mono posteriore, quando viaggio da solo con i bagagli ho sempre difficoltà soprattutto sui curvoni oltre i 110-130km/h.
L’autostrada è praticamente libera, ma in alcuni punti il sale abbonda e non è piacevole la sensazione allo sterzo. Forzo il rallentamento della truppa (che vorrebbe viaggiare a ben altri ritmi), non riesco proprio a viaggiare in tranquillità. Proseguiamo uscendo a Cuneo, la temperatura si mantiene intorno agli otto gradi. Il traffico è inesistente e le montagne si avvicinano. La giornata è talmente bella che verrebbe quasi la voglia di farsi un giretto in moto

Passiamo una serie di paesini di cui non ricordo assolutamente il nome. So solo che da un certo punto in poi puntiamo i cartelli marroni con su la scritta ValVaraita.
Superiamo Salluzzo e prendiamo la strada in fondo valle. Il termometro scende. La strada è sempre più bianca (di sale). Il fondo è un po viscido ma assolutamente percorribile.
La strada inizia a salire ed il termometro inizia ad andare in negativo. Ai bordi strada si inizia a vedere la neve, orse residuo della nevicata (?!) del giovedì. Ogni tanto un po di ghiaccio e tanto tanto sale.
Riduco la velocità seguendo un po a distanza Luca che invece sembra essere del tutto a suo agio tra curve e curvette in salamoia.

Il freddo inizia a sentirsi, ma è del tutto sopportabile. Ormai sono un po di km che siamo tra meno uno e -3 gradi. Dopo un ultima curva ci troviamo d’avanti ad una diga. Cacchio…ora che ricordo l’Agnello si faceva sulla riva di un lago. Faccio in tempo a pensarci che alla nostra sinistra si vede il lago ghiacciato. Poco più avanti scorgiamo il portale giallo di benvenuti all’agnello :celebrate:

AgnelloTreffen 2016 024

Parcheggiamo le moto a bordo strada, appena spente le moto iniziamo a battere i denti come due deficienti. Come se sulla moto ci fosse il riscaldamento!

Ci guardiamo in torno, vediamo delle tende sulla riva del lago, ma non capiamo bene come ci si possa arrivare. Chiedendo informazioni sull’iscrizione ci mandano giù per un violottolo in discesa, pieno di sale, che costeggia una casa. Forse dovremo scendere in moto, mi dice ridendo. Infondo da li si scende verso il lago. Fortunatamente la stradina finisce dentro un bar (che poi individuiamo come lo sciabolatore incallito). Li ci danno una bustina di benvenuto indicandoci la via, agibile, per le moto.

Ripartiamo con le moto dirigendoci verso il paese, mentre il mio specchietto sinistro rimane a terra. Non ha retto ad un’innocua carezza del bauletto di Luca. Timidone!.
Alle prime case del paese c’è una stradina in discesa sulla sinistra che porta alla riva del lago. Giù vediamo delle moto. Scendiamo, l’asfalto diventa terra brecciolinosa con belle pozzangherone di ghiaccio. Parcheggio la brevona e facciamo un breve e rapido giro per vedere dove montare la tenda.
C’è una stradina che divide in due quello che dovrebbe essere un prato in riva al lago. C’è un po di neve a terra, copre una buona parte di prato. Sulla destra della stradina, verso il lago, sono piantate alcune tende. Più in fondo si vedono dei giochi per bambini e ancora più giù il bar dello sciabolatore. Sulla sinistra non c’è nessuno.
C’è spazio a sufficienza sia per noi che per Mauldinamica, quando arriverà. Decidiamo di non inoltrarci troppo e da bravi asociali ci posizioniamo alla sinistra della stradina, pochi metri all’interno rispetto alla strada brecciolinosa.
Cavallettiamo le moto e andiamo in cerca di paglia e legna. Poco dentro il paese troviamo un camion con le balle di fieno. Per 5€ accattiamo una balla, altri 4 per un agglomerato di legna di dimensioni buone per un altoforno. Tornando indietro rimaniamo agganciati ad un mezzo fusto di metallo, ottimo per il fuoco, che viene quindi trasportato verso le moto.

Sparpagliamo la balla a terra. Un po più della metà è sufficiente per coprire l’area del catino con un altezza di una decina di centimetri, o forse più. Iniziamo quindi a montare la tenda. Il freddo si sente. Siamo a -3 ma rimaniamo vestiti da “moto”. Ovviamente i guanti più “sottili” e l’abbigliamento da freddo sono dentro le borse laterali. Genio!.
Iniziamo a picchettare la tenda, peccato che i picchetti non hanno alcuna voglia di entrare nel terreno gelato. E dire che oltre ai soliti inutili spilloni avevo comprato dei picchetti in alluminio esagonale, sicuramente più resistenti degli spilloni classici. Ma anche questi non entrano e tendono a piegarsi. Non c’è soluzione. Per il momento non picchettiamo il catino e montiamo direttamente il sovratelo.

Riproviamo a picchettare. Dei sei picchetti necessari al montaggio standard: 1 si piega, 3 non danno cenno di abbozzare un entrata nella terra gelata mentre due entrano per buoni cinque cm.
Poco distante dalla tenda troviamo due pali di legno da una decina di centimetri di diametro e lunghi a sufficienza, fanno al caso nostro. Li mettiamo a terra tra catino e sovratelo legandoci gli angolari del catino.
Spostiamo le due moto ai lati della tenda e vi ancoriamo i tiranti della tenda, che finalmente assume una forma decente.

Superato il montaggio, pensiamo al pranzo. Recuperiamo legnetti di piccole dimensioni in modo da poter accendere il fuoco, mettiamo nel bidone della paglia e un bicchierino di benzina gentilmente offerta dal VFR come accelerante all’accensione. Un piccolo timido fuocherello inizia a prender forma. Ma è ancora troppo piccolo, la legna rimediata in giro è umida e quella comprata è troppo grossa per potersi accendere con quel fuocherello. Portiamo il fuoco ad un livello decente, carichiamo con un po di rametti il bidone e ci dirigiamo verso il paese alla ricerca di una bottiglietta di alcool che ci possa aiutare. Oltre al denaturato incontriamo un paio di bottigliette di menabrea che sono sempre ben accette. Scendendo verso la tenda prendiamo un’altra balla di fieno che usiamo per imbottire tutto il contorno della tenda, a formare un cordolo in modo da fermare il vento che potrebbe passare da sotto. Grande idea.

AgnelloTreffen 2016 025

Mentre la birra ci disseta l’alcool fa il suo lavoro con la legna e i tronchi iniziano a prendere fuoco.
Non è un falò ma è abbastanza per scaldare la griglia.
Oramai si son fatte le quattro. Mauldinamica ancora non si vede. Ho scritto un messaggio su AG nella speranza che lo veda…senza pensare, come un idiota, ne a chiamarlo ne tantomeno a mandargli un messaggio.

Con il passare del tempo il “pratone” inizia a riempirsi. La densità di moto e tende aumenta a vista d’occhio. E dire che per strada non abbiamo incontrato praticamente nessuno.
Sono circa le cinque, i meno tre son diminuiti e il fuoco ancora non è sufficientemente allegro. Un paio di ragazzi, con california e transalp (di cui mi scuso…ma non ricordo i nomi) si posizionano vicino alla nostra tenda. Montano la loro, decisamente estiva, sul classico zoccolo di paglia mentre la nostra griglia inizia a scaldarsi sul fuoco. Tirano fuori un fantastico materassino matrimoniale, che la metà basta per riempire la tenda in altezza, ed iniziano a cercare in giro una pompa per il “rapido” gonfiaggio evitando il collasso polmonar. Faccio in tempo a tirar fuori il compressore dal sottosella che inizia a squillare il telefono.
Cacchio è Maul.
Si sono arrivato, te ‘ndo stai?
come sei qui, ma qui dove?
si vabbè anche noi siamo sulla riva del lago, ma voi ndo state?.
Ah. Voi siete dietro i giochi per i bambini?!! cacchio.
Effettivamente intravedo Mauldinamica tra uno scivolo e la griso. In pratica in un parco giochi.
E’ li con Vito delle Aquile del Seprio detto anche Er Sciabbbola (o lo sciabbbolato, pe l’amici).

Purtroppo a causa della mia demenza senile è troppo tardi per fare na tendata de gruppo, sia noi che loro abbiamo le tende piazzate e non ha senso smontare per rimontare. Il nostro “fuoco” ormai è acceso e si avvicina l’ora del nostro pranzo, sarà la temperatura ma inizio ad aver fame.
Torno alla tenda mentre sento il compressorino che rumoreggia alla grande. Inizia un leggero venticello e la temperatura pare si sia abbassata ulteriormente. Decidiamo di montare il telo supplementare come tetto al bidone con il fuoco. Alziamo su i suoi due paletti, un terzo ci viene prestato dai baldi brianzoli decompressorati, il resto è tutto un lavoro di tiranti e ricerca di sassi per tener su la struttura, che alla fine sta in piedi senza l’ausilio di essere umani.
Mettiamo un paio di salsicce sul fuoco facendo quattro chiacchiere con i nostri vicini, nel frattempo si avvicinano Maul e Vito che si posizionano sotto la copertura. Il gruppo si allarga e inizia a prender forma.

Vito tira fuori un fichissimo braciere montabile, accende un piccolo fuoco e lo riempie di ovetti carbonellosi. In pochi minuti le pareti di acciaio diventano roventi. La nostra copertura volante e semovente ospita ora due fuochi che scaldano l’ambiente, tanto che la temperatura inizia a farsi accettabile sotto al telo. Peccato che l’aria sia irrespirabile dal fumo. Si viene a creare una scena irreale composta da sei idioti e un telo. Per combattere il fumo abbandoniamo presto il piccolo ritrovo caldo, ritrovandoci o fuori dal telo o con il corpo sotto al telo e la testa che fa capolino dalla copertura, sei idioti, per l’appunto.

Gli amici dalla tenda estiva e diversamente compresso muniti mostrano le loro armi per aggredire la cena. Presto gli sforzi e l’attenzione si focalizzano sull’accensione del micidiale bbq portatile. Passano svariati minuti e innumerevoli tentativi di accensione. Il braciere è composto da una teglia di alluminio contenente un qualche materiale incognito ai più, inzuppato (credo) con un misterioso accelerante che però non vuole accendersi. Alla fine riescono ad accenderlo, almeno per una buona metà.

AgnelloTreffen 2016 026

I tre “fornelli” iniziano timidamente a scaldare la cena. Gulash o similare per lo sfizzero, Agnello (o abbacchietto) per Vito, due ottimi pezzi di pizza alla cipolla (?!) per i brianzoli e una zuppa di fagioli con salsicce alla griglia per i romani. L’agnello era un qualcosa di divino, cottura ottima, consistenza fantastica e sapore spettacolare. La pizza credo che, almeno la metà non abbrustolita, fosse decente. Al momento della partenza abbiamo trovato ancora sue tracce…ma credo che un buon 15-20% sia stata eroicamente mangiata.
I fagioli non erano male, peccato che il tempo di tirar via una cucchiaiata era sufficiente a raffreddare la brodaglia. Le salsicce invece hanno avuto un surplus di cottura passando dalla griglia…alla brace. Sicchè, tolto quel minimo residuo di cenere, erano assolutamente mangiabili. Magari con un po di pane.

La serata passa tranquilla. Tra i racconti di esseri che sbagliano tenda e il continuo rinforzo alla struttura il gruppetto inizia ad essere colpito da una raffica di cazzate che la metà sarebbe bastata per una settimana intera.

AgnelloTreffen 2016 027

Finita la cena cerchiamo un po di riparo nel bar in fondo al pratone. Il locale è affollato, caldo, caldissimo…passare istantaneamente dai -6 ventosi ai circa 20°C umidi del baretto fa esplodere le lenti degli occhiali, il sangue ribolle istantaneamente nel corpo. Non ho neanche il tempo di capire dove fosse il bancone che già sto sorseggiando un bicchiere di roba gialla e calda, detta così non fa una grand’impressione… lo so. Tra l’altro che fosse bollente te ne accorgi solamente quando senti puzza di bruciato che esce da sotto al naso. Apri la bocca per riprendere un po di fiato ma già che ci sei istintivamente ne bevi un altro sorso, nella vana speranza di recuperare. Bono, pare si chiami Bombardino, la gola è assolutamente inservibile ma piano piano il bruciore scivola giù lasciando addirittura il tempo per assaporare un retrogusto di Vov arricchito con qualcos’altro e ovviamente scaldato.
Da dietro al bancone si vede il barista armeggiare con qualcosa pochi attimi dopo, sincronizzato ed incoraggiato probabilmente, da un coro incitante sangue, zompa in aria il primo collo di bottiglia portato via da una netta sciabolata.

Usciamo dal bagno turco usando una buona dose di gentilezza e gomitate. Ci dirigiamo verso pontechianale alla ricerca di un posto meno affollato che possa accogliere una buona dose di vaccate.
Il bar Monviso fa al caso nostro. Anche questo è pieno zeppo, ma c’è un tavolo in fondo al locale disposto ad accoglierci. Un simpaticissimo bmwista non evita l’occasione per farsi riconoscere, ma si allontana in fretta lasciandoci un po di posto.
Prendiamo una birra, o due, e continuiamo con le chiacchiere. L’argomento si sposta leggermente ma le boiate sono abbondantemente sopra la media. Grandi risate alla faccia di una povera nonnina.

Torniamo verso la tenda intorno all’una, ormai son circa meno sette gradi ed è l’ultima temperatura vista dalla brevona per il venerdì. Riaccendiamo un minimo la brace, inserendoci dentro il residuo del bbq portatile…si sa, l’alluminio è un buon conduttore di calore…sicuramente ora il fuoco farà più caldo (?!)
Il bidone fa sufficieniente luce, o comunque quel che basta per prendere la mira tra la bottiglia di grappa ed i bicchierini.
La rapida degustazione di ciambelline al vino, canestrelli congelati ed una giusta dose di vento ghiacciato ci porta a salutare Maul con tutto l’intento di andare a dormire, se non fosse che una strana coppia di motociclisti francesi decidono di venir da noi a fare quattro chiacchiere. Appurata la nostra totale ignoranza del loro idioma, iniziamo una piacevole (?!) chiacchierata con i due nuovi amici. Loro sono assolutamente più zuppi di noi, ciò nonostante in segno della più profonda amicizia motociclistica gli offriamo della grappa, riempiendogli il bricchetto. Credendo che, una volta spiegatagli la natura della bevanda, la usassero a piccole dosi.

E’ stata evidente la totale incompatibilità linguistica quando, dopo circa un quarto d’ora di dilungamenti sul processo di distillazione il più anziano dei due, bevuto di getto l’intero bricchetto, ha tentato di restituirci (non riuscendoci fortunatamente) l’intera dose di grappa, più qualche cos’altro.
Passate le due di notte e probabilmente i meno otto gradi, i due amici franzosi si sono allontanati barcollando nel buio dell’accampamento lasciandoci alle nostre tende.
Dal punto di vista del freddo la notte è passata ottimamente. Sono rimasto con il vestiario a pelle anti vento, preso alla lidl un paio di anni fa, Sacco a pelo ferrino invernale infilato nel sacco a pelo decathlon estivo. Chiuso tutte le zip che potevo chiudere, scalda collo in pile leggero e zuccotto di lana fino al naso. Fantastico. Mai dormito così caldo in inverno. La paglia sotto la tenda è stata di una comodità incredibile, sembrava di stare su un materasso.

Più avanti nella notte un garelli a marce ha fatto gioire qualche bipede, evidentemente era molto divertente guidarlo al gelo sul ghiaccio, tanto che ad un certo punto sono iniziati dei cori che lo inciatavano ad andare a prendere il gatto delle nevi che stava sulla montagna a badare ai cannoni sparaneve. Non l’ho più visto. Temo abbia vinto il gatto.

Verso le cinque parte dei teli di protezione ci ha abbandonato, ed ha continuato a fare casino con il vento. Fortuna che qualcuno è emerso dalla tenda ed ha sistemato la faccenda (applausi per Luca).

L’uscita dal saccapelo non è stata indolore, ma poteva andare peggio. Verso le otto e mezza, sotto un bel sole, il termometro della brevona segnava -1, non so se la temperatura fosse corretta, ma di sicuro si stava decisamente meglio rispetto alla notte prima, con una vaga sensazione di caldo.

Abbandonata l’idea di farci il caffè con moka e fornelletto, io e Luca ci siamo avviati in paese, scelto un bar isolato abbiamo fatto un abbondante colazione a suon di caffè, crostata, doppio caffè e piadina prosciutto e formaggio. Il tutto ovviamente sfruttando l’apprezzatissimo bagno per un minimo di conforto mattutino.

AgnelloTreffen 2016 001

Il residuo della mattinata è passata prima per un terzo caffè dal monviso e poi girellando per il paese, tra una visitina alle moto esposte nella piazza centrale e un girello per l’accampamento che nel frattempo ha iniziato a riempirsi di brutto.
Le moto continuavano ad arrivare, senza soluzione di continuità. Tornati in zona tenda e salutati gli amici brianzoli in fase di rientro, ci siamo accorti presto che la quantità di tende era già praticamente raddoppiata.

Con i nuovi arrivi abbiamo conosciuto il mitico LinoLino, arrivato all’Agnello con la sua Stelvio in tarda mattinata.
Prima di trasportare il braciere in zona parco giochi, debitamente protetta dal vento, abbiamo smontato il rimanente della copertura e ridimensionato un po i “nostri spazi”. Al nostro ritorno in zona, nel tardo pomeriggio, la dove c’era l’area cucina della sera precedente erano cresciute tre tende, e molte altre nelle immediate vicinanze. Una rapidità di crescita più alta dei funghi nel sottobosco umido.

 

Mentre il fuoco riprendeva vita, Vito Maul e LinoLino, han ben deciso di andare a far visita allo sciabolatore, che anche questa volta li ha evidentemente omaggiati con il suo spettacolino tutto bottiglia e spadone. Vito è rimasto particolarmente colpito da quest’ultima performance live, tanto che è uscito dal bar con un meraviglioso sfregio, in pieno stile omo vissuto, sulla guancia destra. Segno evidente che è riuscito a prendere al volo tappo e collo di bottiglia lanciati via dal colpo di sciabola.

AgnelloTreffen 2016 007A pranzo la faccenda s’è fatta seria, antipastino di pecorino romano non stagionato mentre la griglia è stata riempita di salsicce spuntature e a più riprese da delle enormi bisteccone portate da LinoLino. Cetriolini e salse al contorno, tutto condito da un vinello rosso che ci stava proprio bene (la prossima volta abbandono l’idea di portarmi la birra). Come dolce un po di immancabili biscottini surgelati. Al posto delle scomode sedute della sera prima, eravamo infatti ospitati da tavolo e panche in legno, moooolto più comode.

 

Il pomeriggio passa via tra gironzolamenti vari fino ad approdare al calduccio del bar isolato per un “rapido” caffè pomeridiano e quattro cazzate in libertà, che fan sempre bene. Scopo primario non era di certo il caffè, ma la ricerca di un comodo e accogliente luogo dove poter liberare le più basilari funzioni del corpo umano. Peccato che la parte idraulica del piccolo paesino non fosse stata dimensionata per le umili necessità del branco di motociclisti che lo hanno occupato per quei tre giorni.

Non è mancata la fase rimorchio durante la pausa caffè. Il fascino da “omo vissuto” dello sciabbbolato non è passato di sicuro inosservato. O meglio, la barista non ce s’è filata de striscio… in compenso il diversamente giovinotto del tavolo accanto, ammaliato dalle parole di Mauldinamica e senz’altro attratto dall’omo vissuto, ci ha amorevolmente omaggiato del caffè. Queste si che son cose che fanno piacere.

AgnelloTreffen 2016 010

La preparazione della cena è partita dal riallestimento delle protezioni antivento nell’angolo giochi. Issati i centocinquanta e rotti metri lineari di telo cerato sulla struttura dello scivolo, siamo riusciti ad ottenere un buon angolo, pressoché privo di vento, dove installare il bidone fuocoso sormontato dal treppiedi reggigriglia di Maul, oltre al braciere di Vito.
Per la cena ci siamo andati leggeri. Pancetta alla griglia, un certo numero di salsicce e qualcosa di brodoso per l’anziano del villaggio. Oltre a delle ottime bistecchine di agnello marinate in non so bene cosa, lasciateci in Eredità da uno stelvista (credo) tornato a casa prematuramente…ovviamente non ricordo il nome ma lo saluto e lo ringrazio di cuore per il suo prezioso lascito, sappi che ne abbiamo fatto buon uso.
Vinello rosso in via di cristallizzazione e a completare l’esiguo pasto un certo numero di biscottini al ripieno congelato di mela. Per finire dell’ottima grappa re-distillata al leggero retrogusto di caffè bruciato, ottima per ravvivare il focolare, che nel frattempo era passato in versione piedo-deumidificatrice.

 

La serata è proseguita con un “ottima” birra calda nel più maleodorante bar che potessimo trovare, lo stesso che probabilmente detiene i due record mondiali del paese…vinti per – locale con il più alto tasso di umidità da fiatella da vino e locale con il maggior tempo tra un areazione e l’altra (record rotto da Maul che ha incautamente aperto una finestra di straforo. Era dal ‘56/57 che non veniva aperta).
Per liberarsi della calda bevanda credo proprio di aver notato un tale nel frettoloso, quantomeno dovuto, atto liberatorio di spisciacchiare in un cannone sparaneve. Preso dal lato giusto, ovvio.

Sebbene LiniLino si fosse già prontamente buttato in un semi ballo scatenato, il passaggio nel tendone ufficiale dell’evento non ci ha soddisfatti ne per la fauna, livici residente, ne per la tipologia di ritmo musicale pseudo latinoamericano_ballodigruppo o simile.

Tornati in zona bar-sciabolante ho preferito salutare la truppa e proseguire la serata nelle mie stanza. Un po di malditesta e un lieve dolorino al ginocchio hanno avuto la meglio sul proseguimento della serata.

La mattina della domenica, il tempo di far colazione e la metà delle tende era già stendata. Siamo stati presi dallo smontaggio e dal caricamento delle bigommate che non abbiamo avuto modo di salutare Lino e Vito, sarà per la prossima :celebrate:

 

Viaggio di ritorno tutto entro i canoni. A parte i primi km con le gomme ghiacciate, il resto è stata un piacevole giro in moto, fino a LaSpezia.
Poi un meno piacevole giro in furgone

Esperienza sicuramente da rifare.
Quest’anno pare ci abbia detto bene tra “poco” freddo e niente neve sulle strade, in ogni caso una tre giorni da applausi.
Qualche cosina si poteva organizzare meglio (tra di noi) ma ci rifaremo l’anno prossimo.
Un Grazie agli amici incontrati al raduno: i due Brianzosi, Vito, Lino, Maul e ovviamente Luca.

Scusate la lungaggine

Doppi Lamp
Marco

Anima Guzzista 3.0

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Di Vladimiro Corbari
Anima Guzzista 3.0. Dopo il sito web, anche la nostra associazione continua nelle sue nuove versioni. Quindi eccomi, il terzo presidente di AG dall’assemblea del 17 ottobre scorso, a dare continuità alle nostre piccole grandi tradizioni, ai nostri incontri, al nostro modo di essere motociclisti un po’ come ci pare…

Eh si, il valore aggiunto che ci caratterizza è proprio il non credere a quello che la morale comune vorrebbe farci intendere: che l’impossibile è un limite invalicabile. Guidare moto “tecnologicamente arretrate” in pista, lasciarsi trasportare dall’Amore Cosmico della Guzzisti Liberi Blues Band (vedendo ballare, nei ritmi scatenati sia giovani che padri di famiglia), guidare a “cannone” per la salita di Norma o Bocca Serriola ed essere riusciti a creare un look inconfondibile che “se lo spiegassi non mi capirei”… fino all’apoteosi del nostro monumento a Carlo Guzzi a Mandello del Lario. Incredibile? Impossibile? …eppure l’abbiamo fatto e continuiamo imperterriti. Quindi direi inegualiabile e inarrivabile ma non per noi.

Questa è la cosa che mi è sempre piaciuta di AG, è la capacità di pensare con la propria testa, di imporre il proprio stile. Direi che ci siamo riusciti e continueremo a farlo.

Gli aggiornamenti, tuttavia, portano con se delle novità. Il nuovo avanza cari miei! Ed ogni tanto mi ritrovo a guardare con invidia dei bei ragazzotti (Honi soit qui mal y pense!) con le loro V7, con i California 1400, con gli ottovalvole…

Tutte, però, hanno qualcosa in comune, qualcosa che le collega con i LeMans, con la serie T, i California ll e con gli SP, con i Nevada e con i V35, con i V11 (l’elenco è ancora lungo e non li cito tutti solo per non perdere il filo del discorso… ma credetemi ci sono!) moto che hanno in comune una caratteristica unica: chi ll guida: i guzzisti. Cioè noi.

Ed ecco nascere gli Incontri di Primavera e gli Uinterparti ma anche Calincontri e Bivacchi Appeninici. Il legame umano, il rapporto sociale di una categoria di motociclisti che mostra, negli anni dei bimbi minchia, come sia possibile, vivere insieme delle esperienze indimenticabili che ci arricchiscono, senza trascurare le belle strade e le viste mozzafiato… guidando una Guzzi. vintage o nuova di zecca.

Quindi prepariamoci per un 2016  più che mai ricco di incontri vissuti con “noscialàns”, di belle strade da fare insieme, di porchette e, perché no, di Sciupafemmine (e che ognuno ne prepari la sua versione!), divertiamoci in pista e godiamoci i panorami di questa bella e bistrattata Italia… sempre in sella alle nostre moto.

I Guzzisti hanno un’Anima, questo è certo, e si vede.

Ricambi compatibili

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Elenco dei ricambi “non ufficiali” Moto Guzzi che potete trovare presso i ricambisti generici
Questo è il topic di riferimento per vedere e comunicare gli ultimi aggiornamenti

Riepilogo:

Serie grossa carburatori

Per il v7: puntine, condensatore, ed isolanti vari fiat 500, calotta spinterogeno e spazzola rotante fiat 500 giardiniera, blocchetto accensione fiat 850

lo spillo del carburatore VHB30 dell’orto è quello della vespa 125XP punta rossa per benzina verde costo 1 euro cadauno.
PHF30 lo spillo è quello del vespone 200 con la identica testina molleggiata costo sempre un euro cadauno.
Lo spillo conico dei carburatori PHB 30 è quello della Vespa 125 PX codice PIA 247652

“Serie Grossa, Scola per le modifiche utilizza molle valvole della Fiat 124 e della Porsche”

Accensione a Puntine: Bobine singola Facet 9.6001D (Fiat 124 1200-1600cc ), Bobine Doppia Facet 9.6004 (Fiat 126, Panda 650)

Faro Le Mans III = Fiat 126
Filtro aria V7 special = Fiat 1300/1500
Puntine platinate V7 special = Fiat 850/1100
Motorino avviamento serie grossa = Fiat 1100

Io ho comprato il sensore pressione dell’olio del v7 special come ricambio della fiat 500(vecchia), lo stesso dicasi del blocchetto serratura del v7 sport.

Il regolatore di tensione per sp1000 prima serie, comprato da un rivenditore bosch, e il tutto a prezzi notevolmente inferiori rispetto all’originale

Puntine e condensatori 1000SP e simili:
Ricambio Facet : superiore 1.4939 Inferiore 1.4943
Ricambio Facet: condensatori 0.0626

Intermittenza frecce > vecchia Fiat 500
il bulbo sensore pressione olio del t5 è quello della 127 900cc , costo 3Euro
bulbo sensore pressione ricambio facet è 7.0033
le molle sono del 124 Sport, e i bicchierini delle cammes del 126 (ricambi originali Fiat)

Filtro olio 750 S, LeMans I e II, G5, 1000 LeMans, SPII, SPIII, Cali III, Daytona: Champion H302

Serie grossa iniezione

Dal Catalogo ricambi motoguzzi tabellina di compatibilità tra alcuni ricambi della serie 1000/1100 i.e. :
Filtro benzina (i.e.): California 1100, California EV, California III, Daytona 1000, Quota 1000.
Pompa benzina (esterna): California 1100, California EV, California III, Daytona 1000
Regolatore pressione: California 1100, California EV, California III (anche C.I.), Quota 1000
Potenziometro: California 1100, Daytona 1000
Filtro aria: California 1100, California EV, 1100 Sport e corsa, Daytona 1000, Quota 1000
Filtro Olio: California 1100, California EV, 1100 Sport e corsa, 850T5 (dal 1994)

Pompa esterna Cali stone/EV/Special/Special Sport/Jackal : BMW sigla:bosch 058464048 (€ 106,40), Meat&Doria codice: 76034 (75euro)
Pompa interna Cali stone/EV/Special/Special Sport/Jackal : Meat&doria 76034S ( può essere montata anche in sostituzione della pompa esterna, mentre il contrario ovviamente non è possibile), Meat & Doria codice 76416 (95€) Bosch 0580453408 – 0580453427 – 0580453465
Pompa benzina V11 prima serie, corrispondente PIERBURG di serie cod. 7.21287.53 (130 euro), EMS 1055070, BOSCH 0 580 464 070, FIAT 60546091, SIDAT 70070
Pompa benzina California III i.e: può essere sostituita con Bosch rif.70070 la stessa dell’Alfa 75 twin spark, (130euro)
Pompa Benzina esterna California, diversi codici compatibili: AUU1649, KM7506034/1, BOSCH 0580464038, PEX 130,002, Pierburg 7.21287.53.0, QUINTON HAZELL QFP603 (con il primo codice l’ho trovata a 41€ consegnata a casa dalla germania)

Filtro benzina V11: UFI 31.501.00, Meat & Doria 4108, Bosh 0 450 905 002, Knecht-Mahle KL 194, Mann + Hummel WK 413, Tecnocar B11, Fiat 7680997 e Marelli FI01/01.
Filtro benzina California i.e: Weber Marelli FI-02/2 (originale ) oppure KNECHT KL 94 (23euro) oppure BOSCH cod F5005 (15 euro) (Knecht e bosch leggermente più piccoli … e facile da montare)
Filtro benzina Breva1100 corrispondente mann-filter WK 42/2 (5euro)
Per V11 e California con il filtro carburante dentro il serbatoio: il filtro è anche sulle Ducati 998, M900, SS900 ecc. codice Ducati 42540041B. Costa 19E

Filtro Olio Breva e Griso 850, Daytona, Centauro, 1100 Sport, Breva 1100 e 1200, Cali 1100, EV, EV Touring, Griso 1100, Quota 1100, V11, 1200 Sport, Norge 1200: Champion C305
Filtro Olio Breva 1100 originale UFI 23.287.00 (14euro) sostituibile con UFI 23.435.00 (9euro)
Filtro olio breva 1100 corrispondente alla Punto Fire (1a serie senza climatizzatore)
Filtro Olio California i.e: UFI 23.287.00 oppure HIFLO cod. HF551
filtro olio V11: UFI 23.287.00
Equivalenza codici filtro olio 1100cc : HF 551,WIX WL7074, MANN W92026, KNECHT OC82, FRAM PH5713, PURFLUX LS285, FIAMM FT5339 , FILTRON OP629

Filtro aria California i.e. UFI 30.989.00 (10euro)
Filtro aria griso 1100 corrispondente aprilia tuono 1000 dal 2006 in poi
filtro aria V11: UFI 30.989.00

CENTAURO Filtro aria: è quello della Cinquecento, cod. UFI 3085800, cod. FIAAM PA7026, cod. FRAM CA 4263, cod. TECNOCAR A 398
Filtro benzina: Cinquecento 898 s.p.i, 903 s.p.i., Sporting 1.1 s.p.i., Dedra 1600 (–>04/93), cod. Tecnocar B11

Fascette inox per fissaggio tubi pompa benzina interna al serbatoio: Fiat cod. 13000190

Kit della valeo spazzole motorino avviamento Codice 594129 Prezzo 17€ + IVA

Silent bloc piastra porta strumentazione del 1100 Sport ricambio originale Husqvarna macchine agricole (codice ricambio 3800225 712309), € 11 cad

Coprispie cromato V11 e California corrispondente coprispie del BEVERLY mod. Cruiser 20 euro

Comando gas del Bellagio Griso Breva corrispondente aprilia tuono rsv1000, e si trova nel catalogo DOMINO codice 2804.03 a circa 30€

Accensione Elettronica : (Fiat Punto Fire/sx) Bobine Doppia, BOSCH F 000 ZS0 103, MARELLI 60780002, CHAMPION BAE 800 AK, FACET 96046

Bulbo olio breva/norge/griso corrisponde bulbo olio fiat 500/vecchia panda 0.3 bar
Bulbo olio Bellagio ricambio Fiat /Facet cod. 7.0001

Sensore temperatura motore, California e simili, montato sul cilindro di destra e con la presa di colore blu, è lo stesso della Punto 55/60/75 motore fire, pagato 8€ ricambio non originale

Sensore pressione assoluta Cali EV del ’98: MARELLI 215810001604 / 215810001900, PRT 03/02 / PRT 03/04 (http://www.expressauto24.net/MAP-215810001604/it)

le sonde lambda dei motori 8 V sono compatibili con quelle della fiat Punto,si trovano non originali a meno di 100 euri

Il manubrio conico del ballabio è quello della Tuono R

Cuscinetto combinato rulli + sfere che supporta il pignone della coppia conica del V11 corrispondente BMW serie R1150 (cod. BMW 33 12 23 10 925, costo 80 euro al pubblico)

Leve Freno e Frizione sono disponibili in diversi colori e in modelli differenti, per GT1000 (1987-1993) per V11 e per Centauro. si trovano tranquillamente su http://www.puntomoto.com ma anche su altri siti.

Leva frizione California Titanium, uguale leva del TT600R Yamaha (non è rivestita di plastica trasparente) 8 euro

Leva freno del Griso dovrebbe essere già all’origine una Accossato cod 3149.52L.
Costo 24 euro + IVA presa da un ricambista Accossato

Fanale posteriore del V11, ducati monster, buell, scooter malaguti (f12 se non ricordo male)

Vetro fanale posteriore V11: ricambio Ducati n° 52640031A (10 euro)

1100 sport ie del1997 faro anteriore corrispondente aprilia futura 125

Fanale anteriore del california e del v11 ricambio bosch 0303850103 (165e +iva)

Power commander per V11: codice E703-411.
Se aprite qui http://www.powercommander.it/pdf/e703-411i.pdf (manuale d’installazione), magiamagia vi si apre quello relativo al Monster 900 i.e. anno 2000-2001 (E703-411i). Questo dal sito italiano. In realtà sul sito americano per il V11 viene dichiarato il codice E706-411, ma state tranquilli che la centralina è la stessa.

Punterie idrauliche del california, sono le stesse che monta il 1300 multijet della fiat

Serie Piccola carburatori

Sensore della fase Nevada a carburatori, corrispondente Regata/Uno/Tempra/164, Magneti Marelli SEN8D 26€

V65, Le bronzine del piede di biella (quelle tra albero motore e biella, per intenderci) sono quelle della Uno 45

Faro rettangolare v65 monza e simoli corrispondente Fiat 126/127

Crociera del giunto cardanico (misura 20×44) Pitteri-Violini art. 40.576.000

Intermittenza frecce > vecchia Fiat 500

Florida 350 vanno bene gli specchietti della Honda Custom 50.

Nevada 750:
Fasce elastiche del Fiat 126 bis.
Rinvio contachilometri della vespa 125 px.
Spilli carburatore della vespa px
Giunto cardanico acquistato da un ricambista per trattori same,
Bobine del yamaha virago 535,(la mia e’ una accensione Motoplat),
Gemma posteriore di uno scooter Malaguti,ducati monster, buell.

filtro aria Nevada a carburatori del ’97 articolo n° 3081400 della UFI

Filtro olio V35 I e II, Imola I e II, V50 II e III, Custom, Monza, V65, C, GT, Florida, Lario, SP, TT, NTX: Champion X 318

Regolatore di tensione 6 pin (280W saprisa) Nevada (25euro)
viewtopic.php?f=1&t=23528&p=1357981#p1358150

Serie Piccola iniezione

Potenziometro iniezione della Nevada/Breva > Fiat 500 cat. con motore 900cc

Tps per Nevada/breva 750 ie: Magneti Marelli PF1C/00 1588ce (60e) oppure Facet 10.5083 (37 euro solo che cambiano le asole e si deve fare una modifica )

Crociera del giunto cardanico (misura 20×44) Pitteri-Violini art. 40.576.000

Filtro della benzina Breva 750 corrispondete BMW e Triunph ed è il MAHLE145 KL145 (19euro), oppure Tecnocar modello B94 in metallo, è un pò più lungo ma nessuna madifica da effettuare (12euro)

Altro
Connettori MOlex e simili: http://it.farnell.com:
Here are the Molex and Farnell’s numbers

Name Molex Part Nr Farnell
4 way receptacle housing 1490R 143-208
4 way plug housing 1490P 143-207
12 way receptacle housing 1360R 143-214
12 way plug housing 1360P1 143-213
15 way receptacle housing 1375R 143-216
15 way plug housing 1375P4 143-215

Terminals

Plug pins
Wire size (mm2) Molex Farnell (100 pins)
0.33-0.93 02-09-2118 977-3800
0.59-1.68 02-09-2103 977-3827

Socket pins
0.33-0.93 02-09-1118 143-217
0.59-1.68 02-09-1103 977-3819

http://www.wildguzzi.com/Tips/tips_n_tr … ion%20Tips

(Ultimo msg letto 21/01/2014)

Ricambisti

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Ricambisti MotoGuzzi ufficiali e non. Pagina di riferimento del forum

DUILIO AGOSTINI
V. Statale, 60
22054 Mandello del Lario (LC)
Tel. 0341/735448

CREA VINCENZO
V. T. Gulli n. 8
Tel/Fax 0965.892822
Reggio Calabria
Sito web: http://www.guzzimoto.com
in particolare Moto anni 70

Stein-Dinse GmbH (convenzionato AG)
Waller See 11
D-38179 Schwülper
info@stein-dinse.com
http://www.stein-dinse.com
Telefon: 0049 531 123 300 -15 (Luca Maiolo)
Telefon: 0049 531 123 300 -16 (Stefano Caselli)

Motofornitura VALASSI
Via Parodi, 29
22054 MANDELLO DEL LARIO (LC)
Tlf. : 0341 731223
Fax: 0341 735394

STUCCHI LUIGI srl
Via per Maggiana, 24/B
22054 MANDELLO DEL LARIO (LC)
Tlf. : 0341 731344
Fax: 0341 733801
http://www.stucchiluigi.it

VALPOLINI snc
Via Francesco Petrarca, 20
23826 Mandello del Lario (LC) ITALY
Tel. 0341-732335Fax 0341-733625
Email: valpolini@valpolini.com
http://www.valpolini.com/home-it/

Gallinelli, La Guzzi Service
Via Savoia 60/62 (zona via nomentana via salaria)
Roma tel. 068541324

Ricambisti specializzati su moto d’epoca:

MARCO FERRARI snc
Corso della vittoria, 65
28100 Novara Italy
Tel. 0321/472995
Ricambi Motoguzzi & Benelli

Paolo Calestani
Ricambi nuovi e usati per moto d’epoca
Via E. Toti 1, Porzano di Leno (Bs)
Tel e Fax 030906504 Cell. 3386225366
http://www.calestanipaolo.com

MARINO SETTI
V. Cantone, 43 Reggiolo (RE)
Tel. 0522 973433 cell. 328 2169179
web: http://www.motostoricheitaliane.com
moto d’epoca

Gastone Tarquini “Ricambi e accessori per moto d’epoca”
via Montanara 14 – Terni.
tel. e fax. 0744-278781 e-mail ale@nonsolomotoguzzi.com
cell. 339-6894934 (anche per informazioni su dove trovarci alle mostre – scambio).

Ricambi elettricci, connettori e cavi

http://www.stein-dinse.biz/Moto-Guzzi/Impianto-elettrico-Accensione/Cablaggi-completi-e-accessori:::1_39_188.html?language=it
http://it.mouser.com/Interconnects/Automotive-Connectors/_/N-1ehb5/
http://www.kabelschuhe-shop.de/Connectors:::314.html?language=it
http://www.puntomoto.com/connettori-cavi.1.1.45.sp.uw.aspx
http://www.corsa-technic.com/category.php?category_id=51 (inglese)
http://copatconnectors.com/index.php

Internet (segnaliamo quelli presso i quali è stato fatto almeno un acquisto dai partecipanti al forum)

http://http://www.ebay.it/classico (generale)
http://www.subito.it/ (generale)

http://www.muccioli.com/it/pneumatici-moto-epoca_t7.htm (pneumatici)

Siti vendita pneumatici

Appuntamento con i Dipinti Guzzisti, di Ettore Gambioli

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Domenica 1 Novembre si inaugurerà a Cagli (PU) una mostra con tutti i “dipinti guzzisti”, di Ettore Gambioli. La mostra si svolgerà all’interno del Palazzo Pubblico durante una manifestazione sul tartufo.

Dipinti Guzzisti Ettore Gambioli_locandina

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