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Storia del Lario

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di Fenca

 

“Ciao a tutti, vorrei raccontarvi la mia storia guzzistica.
Ho 36 anni e possiedo la Breva da poco più di 2 anni con immensa soddisfazione.
Ancora adesso non riesco a capire perché mi sia innamorato della moto poiché da ragazzo non possedevo neppure il motorino, ma ormai ho rinunciato a trovare una spiegazione logica. Finalmente è uscito prepotentemente il mio lato istintivo ed emotivo, lasciando da parte la razionalità che mi ha sempre contraddistinto.

L’anno scorso di questi periodi al ritorno da un negozio di moto e abbigliamento scorgo con la coda dell’occhio qualcosa di rosso all’interno della vetrina di un concessionario auto.
Chiedo al mio amico (che tra parentesi è passato da anonimo scooterista a felice possessore di Nevada) di tornare indietro per vedere cosa fosse.
Mi avvicino alla vetrina quasi a toccarla con il naso e riconosco una Lario rossa.
Già venti anni fa mi piaceva la linea anche se era ancora ben lontana da me la passione.
Giro intorno alla moto solo con l’immaginazione e vedo che è sporca, polverosa e piena di ragnatele. Buon segno, penso.
Ritorno dopo qualche giorno e chiedo informazioni al concessionario facendogli capire che non sono un appassionato che la vorrebbe a qualunque prezzo, anche se appena salgo in sella e mi allungo ai semimanubri provo un leggero brivido.
Cerco di coinvolgere anche mio padre nell’eventuale acquisto anche perché di sicuro ci sarà da smontare la moto a pezzi per verificare che tutto funzioni.
Passano comunque i mesi invernali e primaverili senza alcuna decisione in merito, finché un giorno ci mettiamo d’accordo per andarla a prendere. Evidentemente ci siamo convinti a vicenda.
Affittiamo un furgoncino, lo riempiano di corde, cartoni e tavola come rampa e partiamo alla volta del concessionario. Il prezzo era già stato pattuito qualche giorno prima e i documenti erano in preparazione.
Entriamo nel salone subito in direzione della moto e la portiamo al furgone dove ci aspetta la mia ragazza pronta con le porte aperte e le funi. Prendiamo la rincorsa, siamo sulla rampa e ….traaacc. Ci guardiamo sorpresi per capire quale è al causa del rumore come di plastica che si spezza. Il puntale, noo! Cominciamo bene!
Già il puntale che non abbiamo considerato. Si è solo spezzato in due senza andare in mille pezzi. Poco male si riparerà in qualche modo.
Non vi nascondo la mia contentezza di bambino quando siamo ripartiti con la moto caricata nel furgone alla volta di casa.

La moto è stata smontata pezzo a pezzo durante i caldi giorni estivi.
Tutto sommato la moto era a posto: qualche cavo elettrico sostituito, i carburatori smontati e puliti, i componenti meccanici del motore e della trasmissione in buono stato, cambiati oli, filtri, candele, regolati i carburatori.
Insomma dopo due mesi di smontaggio, controlli, verifiche e rimontaggio la moto emette un bel suono di scarico e di aspirazione.

Spesso esco con la Lario, lasciando la Breva in garage da sola sperando che non si ingelogisca.

Già che ci sono vi racconto anche cosa mi è accaduto pochi mesi fa.
Una domenica, dopo un giretto da solo perché la donna aveva freddo, torno a casa e poco prima di parcheggiare vedo uno in macchina che, entrando nel cortile, rallenta, mi guarda e guarda la moto.
Lo guardo, rallento e mi fermo dove ha parcheggiato la macchina per chiedere il motivo della sua attenzione.
Il tipo riguarda la moto e mi chiede che modello sia. “Una Lario” gli rispondo.
“Lo sa che anche io avevo una Lario tempo fa, poi mio figlio mi ha convinto a venderla per comprare una Hornet che ogni tanto utilizzo. Ma lo sa che mi pare quella che avevo io”.
Gli propongo di guardarla meglio, di ricordarsi la targa, di osservare qualche particolare. Poi per dissipare i dubbi gli chiedo il nome.
Mi risponde, nel contempo ci presentiamo e gli confermo che il suo nome in effetti compare nel libretto di circolazione.
Gli ho visto gli occhi illuminarsi.
Mi racconta la sua storia e mi ringrazia di far circolare la Lario. Prima di andare a pranzare mi confida: “Questa domenica per me è cominciata male per questioni personali, ma dopo averla incontrata mi sento molto contento. Vedere la moto è come ritrovare il proprio cane dopo averlo smarrito. Se ha bisogno mi chiami”

Sono andato a casa pieno di felicità perché una cosa simile non credo che capiti spesso e perché ho constatato che la moto, in particolare le nostre moto, rappresentino un modo unico per conoscere gente, stringere amicizie e rendere partecipi di emozioni chiunque.