Uinterparti e riflessioni
di Giuliano Arcinotti
Milano è alle spalle, e ancor di più Mandello, casa, eppure sto andando a casa, quella vera, la moto la strada la conosce ormai è abituata a questo percorso e dopo la breve sosta in autogrill ho 2 ore per fare un po’ di riflessioni.
Già perché questo cielo sotto cui viaggiamo non è bellissimo, è quel bel grigio topo che va bene sulle auto tedesche e che è di casa in val padana…. ma pazienza a fine febbraio non si può pretendere troppo, va già bene che non piova, e poi gli alberi secchi e scuri sfogliati di ogni orpello che si stagliano contro il grigio del cielo con i loro rami sempre più fini come le arterie che finiscono in capillari sono quasi belli da vedere e aiutano a riempire la testa di pensieri.
Già perché quando viaggi da solo soprattutto in strade belle dritte e monotone come la A1 tutto cambia e rallenta e ti ritrovi a pensare a riflettere e ti torna in mente tutto quello che hai appena vissuto, e stai bene, per forza stai bene, perché dopo una serata come quella di sabato in cui siamo riusciti grazie al mitico Mek1 e alle sue conoscenze ad avere un ospite così stellare come il grande Paolo Nespoli, si proprio quel Paolo Nespoli, dopo aver avuto ospiti d’onore come Vanni Bettega e consorte, Bruno Scola, l’ex presidente Alberto “Totogigi” Sala, Enrico “Guzzi Rock” Santacatterina, i grandiosi Sick Parvis, ma anche e soprattutto tutte le Anime Guzziste intervenute, beh dopo una serata così non puoi che stare bene.
Rivedere amici che non vedi da troppo tempo ti riempie il cuore anche se purtroppo si invecchia non si sta più bene come prima ma poterli abbracciare è un bel momento davvero e merita da solo tutte le ore di guida con freddo e pioggia che fai in moto.
E poi oh ma abbiamo potuto premiare l’astronauta che ha portato in orbita sulla ISS la toppa di Anima Guzzista, con quel 57 che racchiude in sé tutta Anima Guzzista e non solo noi se vogliamo, perché se ci pensi in quel 57 ci sono i sogni di tutti i Guzzisti che come noi sono legati a Moto Guzzi non solo dal possedere una moto, ma sono legati a Moto Guzzi dalla passione per lei, perché non c’è niente da fare è diversa, è una malattia e lo sappiamo bene qui dentro e guai a guarirne, guai a farsela passare questa insana malattia. E quindi grazie di nuovo e ancora una volta a Mek1 perchè se non era per te ringraziavamo l’aria, che comunque è pur sempre l’aria di Mandello eh 😊, e grazie a Vanni e signora e al Bruno Scola nazionale che sono venuti perché hanno saputo che c’era il Uinterparti è questa è una dichiarazione d’affetto per tutti noi che ha un peso enorme visto da chi viene, proprio come il premio preparato da quel sant’uomo di Ettore Gambioli che va anche lui ringraziato davvero di cuore.
Senza dimenticarsi della prestazione dei Sick Parvis che insieme a sua maestosità Guzzirock Enrico hanno riempito i nostri timpani di sano ROCK!!! ecco si è stato davvero spettacolare e in quei momenti mi è dispiaciuto non essere in grado di fare riprese fotografiche e video come si deve anche solo con un cellulare perché sarebbe stato bello farvi vedere cosa vi siete persi se non siete venuti, ma credetemi quando vi dico che questi sono i momenti che meritano, questi sono i momenti che vanno davvero vissuti.
E poi c’era Alberto che mi ha spronato a fare bene, ed è pesante per me il suo sprone, perché come Vladimiro e Fange prima di me si tratta di personaggi che sono la storia, le fondamenta di Anima Guzzista, perché senza di loro Anima Guzzista non sarebbe ancora oggi quella che è. Se Fange è stato il primo presidente di AG che ha dato il via insieme a Goffredo ed Alberto a tutto, Alberto è stato colui che l’ha portata alle dimensioni maggiori possibili, e Vladimiro è colui che ha saputo traghettarla ai giorni nostri nonostante i social, nonostante la pandemia, nonostante tutto. Come ebbi modo di dire in passato ha chiuso un mostro sacro come Motociclismo e noi siamo ancora qui e direi che siamo ancora belli vivi e arzilli.
E quindi lo sprone di uno come Alberto, che per me è un riferimento come dicevo, è un impegno morale enorme, perché non posso deludere chi stimo così tanto, giacché significherebbe deludere anche tutti voi, e questo non è tollerabile. Sarà necessario cambiare e adeguarsi, e devo essere io il primo a farlo e con me i ragazzi dello staff, oddio ragazzi …. magari fossimo ragazzi 😂
Quindi dobbiamo essere più presenti che mai, non per limitare o cazziare o essere più intransigenti ma perché dobbiamo essere semmai più inclusivi dobbiamo fare in modo che ci siano ancora più voci, ovunque non solo sul forum e sul sito che spero di portarvi rinnovato a breve, ma anche sui social, e quindi dobbiamo cambiare per adeguarci e essere presenti, che non significa aprire le porte del gabbione e far entrare la qualunque ma significa semmai essere più collaborativi con tutti.
Spero di riuscire a trovare la strada giusta, e spero che tutti voi siate sempre qui a dare il vostro aiuto proattivo allo staff, a me, ai moderatori, al direttivo di AG, perché dobbiamo continuare a fare bene, non solo con gli eventi, che sembrano aver iniziato nel migliore dei modi, ma anche con la vita comunitaria.
Diciamo che oggi dopo aver riflettuto sulle mie riflessioni ^_^ sono decisamente motivato a far bene, ma come già detto in passato Anima Guzzista non sono io eh, siamo tutti noi e quando vi verrebbe voglia di ringraziare qualcuno per il forum, o un evento o altro, ricordatevi che Anima Guzzista è fatta dai suoi utenti, da chi contribuisce, da chi si adopera come ha fatto l’altrettanto grande LucaF che ha pensato anche al buon Giancarlo GSZ per ricordarlo, insomma Anima Guzzista è fatta dalle persone, non è un luogo virtuale, non più di come sia virtuale la vostra anima, e non è virtuale quando ci incontriamo dal vivo e ci riabbracciamo dopo tanto tempo, quindi dateci una mano e insieme continuiamo a fare di questa associazione quello che è: una cosa bella.
Una cariolata di moto ?
Motor Bike Expo
Verona 2025
di Giuliano Arcinotti
È mattina, mattina presto, e ho tutto pronto per partire per andare al Motorbike Expo di Verona, due ore e mezza di strada, un po’ di freddo, poche curve tanti rettilinei e tante moto.
Iniziamo subito partendo da sano minchione con una mezz’oretta di ritardo, ma poco male non ho nessuno che mi corre dietro e tutto il tempo che mi serve per arrivare.
La Cisa scorre veloce, come sempre, anche con quel poco di nebbia e di umidiccio che c’è per terra il problema è quando finiscono le curve quando ed iniziano i rettilinei della bassa, quella bella pianura padana che regala splendide nebbie e climi che solo chi la ama li sopporta, io amo la Liguria ci sto proprio bene in Liguria, come fanno a vivere in pianura padana? Cioè davvero d’inverno come fate? Ma non è questo il momento per affrontare questi temi.
Finito di attraversare la nebbia e dopo aver navigato in un mare di umidità per circa un’ora e mezza, arrivo a Verona posteggio la moto pago il biglietto e sono dentro .
La fiera non è enorme, non è grossa come l’Eicma per intenderci, ma si difende bene e soprattutto è il posto ideale per chi ama il mondo custom che mi ha accolto nella mia adolescenza motociclistica.
Esibizioni di trial e motocross sono affiancate da aree prova per veicoli leggeri elettrici e per qualche moto della Yamaha e Harley Davidson. I padiglioni invece al solito ospitano sia le case madri che tutte le aziende che operano nel settore del motociclismo.
Buona parte della fiera è occupata da espositori che sono veri e propri rivendite di capi di abbigliamento materiale tecnico e chi più ne ha più ne metta.
Come prima cosa mi metto in contatto con i ragazzi della Hat e visto che sono disponibili li passo subito a trovare.
Faccio due chiacchere e cerco di capire come potremmo collaborare e ci sono diverse opportunità che potrebbero fare al caso nostro, ma queste le vedremo più avanti, cercando di farle coincidere anche con gli impegni che ci siamo già assunti per quest’anno motociclistico. Posso senz’altro dire che ho trovato un bell’ambiente di persone alla mano e che hanno obiettivi sicuramente interessanti anche per noi.
È ancora presto per il mio appuntamento con Fabio Colombo di Moto Air Bag quindi decido di visitare lo stand Guzzi e cercare qualche altro espositore interessante.
Non trovo tutti quelli che cerco ma c’era davvero un mare di produttori di accessori , forse pure troppi e per l’occasione decido di passare oltre dato che non avendo canali diretti con cui presentarmi non era forse l’occasione migliore, per quest’anno, mi dico, di carne al fuoco ne abbiamo ed è meglio fare poco e bene che fare tanti malamente.
Vi lascio quindi con qualche scatto a caso fatto alle moto che mi sono piaciute di più e vi dico che allo stand Moto Guzzi era difficile fotografare le moto da sole perché c’era parecchia gente. L’età media non era certo quella dei ragazzini ma anche i prodotti sono più da pubblico adulto anche se non mi sarebbe dispiaciuto vedere più gioventù, in ogni caso ho visto parecchio interesse e questo è cosa buona.
Molto bella devo dire la V7 Sport con le forcelle upside down con una doppia regolazione ma che non ho capito come agissero, ci voleva un certo Baloo qui, chissà come sta il perno ruota di queste V7….
Dal vivo poi ho trovato molto bella anche la Stelvio nella colorazione dedicata al passo da cui prende il nome che in video non apprezzavo più di tanto onestamente, davvero notevole e sicuramente più interessante dei colori base in cui è stata proposta fino ad ora.
Belle anche le nuove colorazioni della V100 sia la nuova S che la Wind Tunnel (peccato per l’occasione persa di usare l’italiano) che è la colorazione preferita del sottoscritto ovviamente e carini gli accessori Guzzi che mi riservo di approfondire meglio se riuscirò a metterci le mani prossimamente.
Bella la parte della fiera dedicata al mondo custom che era davvero importante come dimensioni e che permetteva di rifarsi gli occhi, non sempre eh, alcuni prodotti onestamente non li trovavo gradevoli, ma per chi apprezza il mondo custom diciamo che c’era di che guardare.
Molto bella anche la sezione dedicata al mondo accessori e viaggi, veramente ricco e con tante offerte.
Alle 13 mi sono incontrato con l’ottimo Fabio Colombo di Moto Air Bag e ho trovato una persona precisa, preparata e con belle idee che condivido in pieno e che spero di poter portare su Anima Guzzista in tutte le forme che abbiamo ipotizzato, ma che saranno oggetto di un articolo dedicato non appena partiremo.
Ragazzi gli airbag da moto sono forse l’unico vero strumento salva vita, insieme al casco, che possiamo usare per migliorare enormemente la nostra sicurezza, come dice Fabio, i motociclisti si dividono in due categorie, quelli che hanno un airbag e lo usano e quelli che devono ancora comprarlo. Non vi sto dicendo di comprare quello di MotoAirBag come non ve lo dirà mai Fabio di MAB, ma dotatevi di un airbag, fatelo per voi e per chi vi aspetta a casa ogni giorno.
E ora vi lascio, cerco di imbastire quelle che sono state le chiacchiere fatte con Fabio per farle diventare realtà insieme allo staff di Anima Guzzista e vi saluto.
Campagna tesseramento 2025
I fari sono accesi, i motori avviati. Un nuovo anno da visitare scoprendo strade e persone o rinnovando l’incontro con essi, cavalcando le moto che -noi diciamo – hanno un’anima, che non ci entrano solo in garage ma nei pensieri, nei progetti, nei discorsi da scambiare con quelli come noi, parlando o scrivendo fin nei dettagli, sul forum che ci fa da diario collettivo. A volte il viaggio, la gita, il percorso trova ispirazione proprio leggendo l’esperienza di un altro che, magari, ha anche la soluzione a qualche capriccio della moto, avendolo riscontrato risolto e poi scritto a beneficio di tutti. Anima Guzzista è nata e cresce per la passione di persone che non si accontentano di andare in moto ma si sentono parte di una collettività e di una storia; il tesseramento è un segno ed un contributo tangibile non solo al mantenimento del patrimonio di cultura Guzzista finora raccolto ma anche una spinta a costruire ancora, con il sorriso che si accende sotto la visiera e si dispiega come le ali di un’aquila.
Ci sono una serie di novità che dobbiamo sottoporvi e quindi andiamo con ordine, per motivi legati alla variazione delle cariche sociali è variata anche la banca dell’associazione e pertanto vi invito a prendere nota delle nuove coordinate bancarie che troverete in calce alla presente e nei moduli di adesione.
Un’altra novità è data dalla metodica di adesione, da quest’anno difatti adopereremo la piattaforma Yapla (troverete il sito più avanti) che ci permetterà di gestire la parte contabile delle adesioni, cosa di non poco conto per chi come noi deve arrangiarsi in modo “artigianale” con contabilità e bilancio, e che permette di pagare le adesioni in modo rapido e semplice tramite i seguenti canali:
- Bonifico bancario, quello da preferire per semplicità ed economicità
- Carte di credito/debito, Google wallet e Apple pay, che prevedono un piccolo costo per noi ma di enorme facilità d’uso per tutti
- Paypal e Satispay, tramite i QR code che troverete sempre sulla piattaforma, quest’ultimo con un piccolo obolo da versare ma davvero poca cosa
- Contanti durante gli eventi e i raduni, facile rapido solo in certe occasioni però
Sulla piattaforma dovrete registrarvi con un nuovo account, dedicato appunto alla piattaforma Yapla e seguendo le istruzioni che troverete sulla stessa, e precisando i seguenti dati:
- Nome e Cognome
- Nickname (lo stesso del forum)
- E-mail (anche questa sarebbe meglio fosse la stessa utilizzata sul forum)
- Una nuova password (a vostra scelta)
- Dati fiscali per la ricevuta che verrà emessa dal sistema automaticamente (nell’immediato per i pagamenti con carta di credito/debito o Google/Apple pay) e quindi:
- Nome e cognome
- Residenza
- Codice fiscale
Una volta registrati, e pagata la quota di adesione, che per inciso è ridotta a € 25,00 per i soci ordinari e € 40,00 per i soci sostenitori, riceverete una comunicazione e-mail che vi ringrazia per l’adesione e la ricevuta di cui sopra.
Qualora abbiate deciso di pagare con Bonifico, contanti o Paypal/Satispay dovrete darci il tempo di registrare l’incasso una volta ricevuto, quest’operazione purtroppo non può essere automatizzata ma deve ancora essere fatta da qualcuno a mano.
Nella causale del bonifico vi preghiamo di indicare il vostro nickname, cognome e nome per poter collegare il pagamento all’adesione e abbinare i dati tra i database.
Il nostro compito sarà poi quello di inviarvi al solito la tessera in formato digitale, mentre per quanto attiene le spille e le targhette con l’anno di iscrizione invece è stato deciso di fare la consegna delle stesse in occasione degli incontri e degli eventi. Laddove non sarà possibile si provvederà alla spedizione della spilla con il contributo spese opportuno, ma la cosa migliore è ovviamente farsi vivi ed essere presenti agli incontri.
È tutto non c’è altro, dovevo dirvi questo, vi invito quindi a aderire numerosi, un piccolo gesto come l’adesione ad Anima Guzzista è il modo migliore per aiutare ed essere concretamente presenti al nostro fianco. E non ultimo è anche il vostro modo di acquisire voce in capitolo perché, se è vero che cerchiamo sempre di accontentare tutti gli utenti del forum, certamente gli associati hanno la possibilità di decidere con più incisività sul destino dell’associazione stessa e perché no, diventare domani i futuri membri dello staff da cui dipenderà Anima Guzzista.
Grazie a tutti coloro che vorranno aderire e buona strada a tutti quanti.
Nuovo iban intestato a
Associazione Sportiva Anima Guzzista
Crédit Agricole Ag. Di La Spezia n° 00162
Iban IT 20 D 06230 10706 0000 4102 5349
STORIA DI CUSCINETTI STERZO, FORCELLE E DI UN POVERO PERNO RUOTA DA SALVARE
di Marco “Baloo”
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una “forcella” oscura, che la diritta (sempre forcella) era smarrita.
Bene, credo che queste parole siano tra le più citate da qualche secolo a questa parte. Spero che il grande Vate mi perdonerà se le adopero in modo così blasfemo per iniziare il racconto del lavoro che ho svolto sulla mia bellissima Moto Guzzi V100 Mandello e per giunta, ROSSA.
La cosa che mi ha messo più in difficoltà, molto più della parte tecnica nel trovare le soluzioni pratiche per fare le modifiche che avevo in mente, è stato il cercare di far capire quali erano le motivazioni che mi spingevano a fare questo lavoro. Ma andiamo per ordine.
Felice possessore di una moto che mi ha da subito trasmesso un fascino che nessun’ altra prima aveva fatto, ho dovuto affrontare alcuni episodi che hanno fortemente messo in crisi la mia fede e devozione assoluta.
La prima voce maligna a penetrarmi….. No, questa parola, non so perché, ma non mi piace. Mi correggo. A ferirmi, si meglio, a ferirmi come un pugnale affilato, è stata la notizia che nelle forcelle fosse presente una sola molla, ubicata nello stelo di destra.
CRISI! Com’è possibile!? Come può un canguro saltare se ha una molla sola?!?
Mi rivolgo ai concessionari MG per avere notizie o meglio smentite ad un’eresia di tale livello ma, al contrario, mi arrivano solamente conferme! Inizia repentino uno stato depressivo, mi cimento in prove tecnico/empiriche che mi portano a piegarmi su una sola gamba e provare a rialzarmi.
Alzo la moto sui cavalletti, la copro con un telo…. Non la adopererò mai più!!!
Sostegno dal mondo Guzzista:
”Ma che te ne frega di quante molle ha? C’ hai corso fino adesso? Va bene? E allora, “belin” (licenza poetica), vai e non rompere i…(licenza poetica libera a vostro piacimento).
Torna la ragione. Non può essere! Io smonto tutto e controllo.
Due! Due!! Sono due!!! Due belle molle che spingono gagliarde come nessun’altra moto ha avuto prima! Diavoli malefici che mettono in giro certe voci.
“Vabbè, ha due molle. Ora sarai contento! Ma l’idraulica? Quella no. E’ una e una soltanto. Puoi fare tutte le prove che vuoi”. Percepisco una sghignazzata goduriosa in questa affermazione.
Riflessione: Avendo iniziato questo racconto in modo così bizzarro, non ho la più pallida idea di come riuscirò a proseguire. Anzi, non ricordo neanche più bene cosa dovevo dire. Pausa.
Riprendiamo da:” Felice possessore di una moto che mi ha da subito trasmesso un fascino che nessun’ altra prima aveva fatto”, notavo però un comportamento anomalo dello sterzo che ha trovato conferma il giorno in cui ho deciso di sollevare la ruota anteriore per vedere che non ci fossero impuntamenti girando a destra e a sinistra. Effettivamente in posizione centrale lo sterzo aveva un leggerissimo, quasi inavvertibile, blocco che opponeva una certa resistenza muovendolo in ambo le direzioni, cosa talmente minima da non esigere alcun tipo d’intervento.
Macinando altre migliaia di chilometri, quella che era una leggera percezione era però diventata una vera e propria difficoltà che implicava un necessario controllo dello stato dei cuscinetti dello sterzo.
Seppur ritenendo di avere le capacità adeguate ad affrontare questo lavoro, prima consulto per bene il manuale officina della V100 Mandello onde evitare di incappare in errori grossolani. Da subito mi rendo conto che avrò bisogno di alcuni attrezzi che non possiedo ma che lavorando in un’azienda molto attrezzata, sono in grado di costruire.
Per prima cosa ho fatto una bussola per mollare le ghiere che fissano il perno forcella al telaio
Così sono riuscito a togliere il piantone dello sterzo fig1 per scoprire che effettivamente i cuscinetti erano parecchio nicchiati, soprattutto la pista esterna superiore fig 2 e 3.
Le spiegazioni che mi sono dato per giustificare un danno così evidente dopo appena 24 000 km, anzi, in realtà già da molto prima, sono state una quasi assenza di grasso, un assemblaggio avvenuto con poca cura e poi ho trovato un’escrescenza di saldatura sull’alloggiamento della pista superiore del telaio e per questo veniva a mancare la planarità fig 4.
Per togliere le piste esterne dal telaio è necessario procurarsi un estrattore per cuscinetti, io ne ho preso uno economico di scarsa qualità in Amazon ma che con qualche modifica ha fatto il suo lavoro. ESTRATTORE:
Per togliere la pista interna inferiore fig1, la pratica corretta sarebbe quella di scaldare per bene la piastra inferiore e con una pressa fare uscire per sotto il perno dello sterzo, che è posizionato per interferenza. Questa pratica, anche se corretta, penso che possa essere molto “stressante” per il materiale, così ho preferito tagliare la pista con una piccola fresa ad aria. PISTA TAGLIATA:
I cuscinetti originali sono FAG a sfera a contatto obliquo e credo siano una scelta di alta qualità anche se probabilmente sono più delicati rispetto a quelli conici a rulli che però, posso dire per esperienza, col tempo tendono ad accumulare gioco non dovuto all’usura ma per la deformazione della gabbia interna che contiene i rulli. Comunque quest’ultimi sono disponibili come opzione agli originali, personalmente ho scelto di rimontare quelli a sfera anche se costano quasi il triplo degli altri, circa 130€ scontati.
Rimontiamo tutto. Cosa serve? Per prima cosa inizio ad installare le piste esterne sul telaio (ovviamente ho rimosso il difetto nella sede che menzionavo prima). Poi il parapolvere e la pista interna sul perno del piantone. Questo è il lavoro che richiede più attenzione ed esperienza perché bisogna intervenire senza toccare minimamente le parti di scorrimento delle sfere e nemmeno le parti in prossimità di queste. Bisogna far avanzare le piste in modo assiale evitando che si intraversino o che si grippino perché ciò potrebbe portare del materiale tra il cuscinetto e la sede.
Per le piste esterne mi sono costruito due cilindri di alluminio uniti da una barra filettata da M12
Meglio installare una pista alla volta ingrassando le superfici di scorrimento
Per la pista interna ho lavorato un tubo di alluminio e adoperato la pressa.
A questo punto ho ingrassato e rimontato tutto
Il libro officina dice di fare un pre-serraggio per adattare i cuscinetti, ad una coppia di chiusura di 60nm e azionare ripetutamente lo sterzo in ambo i lati per poi rimollare e richiudere ad una coppia di 30nm. Sinceramente 60nm mi sembravano troppi e sono arrivato, in vari step, fino a 45nm, per poi richiudere definitivamente a 30nm. Il risultato mi è sembrato ottimo.
Bene, tutto è pronto per rimontare gli steli. Sono lì, in un angolo, dove li ho messi quando li ho smontati. Prendo in mano il primo, il destro, bello con i suoi foderi neri, le cromature e le anodizzazioni neutre. Che eleganza, con la sua forma quasi fallica e che funzionando ricorda simbolicamente un amplesso. Mi ci appassiono al punto che comincio a spingerlo giù e su, giù e su. Mi sembra di sentire l’olio che passa attraverso le lamelle dei freni idraulici, ammorbidendo il movimento dell’andare e venire come se volesse assecondare le mie mani senza violenza.
Riflessione: sto seriamente pensando di adoperare due inchiostri di colore diverso come nel libro “La storia infinita”. Uno per la parte razionale e l’altro per quella irrazionale. Mi rendo conto però, che tecnicamente non sono in grado di farlo e quindi continuo in monocolore. Fine riflessione.
Anche l’altro è lì, il sinistro, il gemello omozigote, una fotocopia, pronto a condividere ogni singolo metro d’asfalto, buca, asperità. Voglio pompare anche lui, hanno sempre fatto le cose assieme e non voglio essere io a dividerli. Eccoti……
Vacca miseria! È una furia indemoniata che mi scappa di mano reagendo al mio peso come fosse un Tagadà (ricordi di quando andavo al Luna Park). Mi torna in mente la vocina del diavoletto che mi aveva avvisato.
Sono fregato! Mi avvio verso il telo con il quale intendo coprire nuovamente e sigillare la moto facendo finta che non esista più e dedicarmi ai francobolli (che non ho, prima che qualcuno mi chieda di mostrargli la collezione).
NO! Io sono io!! Ce la posso fare!!! Posso correggere questa menomazione degenerativa, questa mancanza di una parte di cromosoma (sinceramente qui mi riferisco più agli ingegneri o agli affaristi che per risparmiare hanno concepito una schifezza simile) e riabilitare SX a diventare come DX. Ho tralasciato XX e XY ma secondo me il richiamo è palese.
Cerchiamo una spiegazione, entriamo nel mondo dell’irrazionale, in quel posto astratto, etereo, sfuggente, dove tutto e il contrario di tutto trovano una loro ratio con una logica certosina che appare inconfutabile ma solo per chi la sta concependo e assolutamente impenetrabile per chi ne ascolta la spiegazione.
Perché modificare le sospensioni di una moto?
“Facile, perché vuoi migliorarne l’assetto!” No. “La guidabilità!?” No. “sono rotte?” Assolutamente no. (tra virgolette riporto una vocina che potrebbe essere spiegata con la mia coscienza razionale ma che in realtà rappresenta i guzzisti del forum ma sempre nella mia testa).
“E allora perché fai tutto sto casino? La moto va bene?”
Benissimo. Il perno.
“Il perno?”
Lo so, non è facile. C’è chi va in moto guardando i paesaggi, chi è ansioso di raggiungere qualche posto meraviglioso, chi è inebriato dalle prestazioni e dagli ingaggi, c’è chi non vede l’ora di “spalancare” dopo una curva per poi arrivare ugualmente ultimo (ogni riferimento è puramente casuale).
Io mentre cavalco il mio destriero non faccio altro che interrogarmi su cosa stia facendo ogni singola parte meccanica che lo compone, un’analisi continua ed esasperante alla ricerca di possibili anomalie o carenze.
Buche, salti, rallentatori, frenate al limite. Gli steli vorrebbero essere liberi di muoversi ognuno a modo suo, secondo la loro indole, il loro carattere. Uno veloce e nervoso mentre l’altro è calmo e riflessivo, Malgrado siano così diversi sono costretti a sopportarsi perché uniti da un patto di tolleranza, uniti da un povero perno che cerca di farli andare d’accordo e che allo stesso tempo deve anche tenere attaccata la ruota anteriore cercando di non farla flettere così come gli steli vorrebbero facesse.
Dico, come si fa a raggiungere una meta serenamente quando c’è in corso una tragedia di tale entità? Non sono pronto a sopportare l’ansia e lo stress che ciò mi può provocare.
(Sono più incasinato di prima. Come faccio a continuare la parte tecnica? Cancello momentaneamente tutto e poi, forse, re-incollo.)
Si può fare! Ne sono convinto. Tutti quelli che ho consultato mi hanno detto di no. Officine specializzate dicono di montare cartucce after market che la moto migliora tantissimo (NON MI INTERESSA MIGLIORARE LA MOTO COME LO INTENDI TU!!!).
Avere tutti contro mi invoglia ancora di più a fare il lavoro. La mia moto sarà ancora più mia, sarà unica…. Oppure dovrà montare delle cartucce after market.
(cambio colore dell’inchiostro a vostro piacimento)
Analizziamo da un punto di vista tecnico quali sono le maggiori difficoltà e le differenze tra lo stelo destro (con idraulica) e quello sinistro (senza). Esternamente le differenze visibili sono i tappi superiori, il destro con regolazione del precarico molla e del freno dell’estensione mentre il sinistro non ha niente. Poi i piedini inferiori dove si attacca la ruota. Il destro ha il foro ruota di diametro inferiore, 25mm, e per sotto ha un foro che alloggia una vite per tenere il pompante interno. Il sinistro ha il foro per il perno ruota che è da 30mm mentre manca completamente il foro per fissare un nuovo pompante e diciamo che questa sarà la vera modifica da fare per ottenere il risultato tanto agognato e cioè di trasformare lo stelo di sinistra ad immagine e somiglianza di quello destro.
Inizio a smontare il tutto per vedere come affrontare le modifiche e mi metto in moto (nel senso che mi attivo) per trovare i pezzi presenti nello stelo di destra ma che mi mancano per modificare quello di sinistra. Fortunatamente Alex di AG, che ringrazio, ha una moto uguale alla mia che ha fatto modificare e molto gentilmente ha accettato di vendermi i pezzi avanzati che erano esattamente quelli che mi servivano.
Cosa positiva è che i foderi degli steli sono perfettamente uguali ed intercambiabili, quindi quello che era a sinistra rimarrà al suo posto senza dover fare modifiche. Le molle invece sono uguali ma posizionate in modo diverso. La destra è infilata nel pompante e rimane nella parte alta dello stelo, mentre a sinistra è dentro allo stelo nella parte bassa.
Pompante destro in tre foto
Per togliere la molla di sinistra bisogna svitare una ghiera avvitata nel bordo superiore dello stelo
Per farlo mi sono costruito l’attrezzo nella foto seguente. La ghiera poi non va rimontata, ho provato anche a modificarla ma la molla non scorre bene all’interno.
A questo punto anche gli steli erano perfettamente uguali e pronti, rimaneva da smontare i piedini per verificarne le differenze e capire se era possibile modificare quello di sinistra per alloggiare e fissare il pompante. Per togliere i piedini bisogna per prima cosa svitare il grano laterale che fa da fermo. Questo grano è fissato con la loctite e poi ribattuto, quindi bisogna assicurarsi che la chiave faccia una forte presa e soprattutto è necessario scaldare bene il pezzo. Dato che la sua chiave a brugola tendeva a scivolare, gli ho piantato dentro un inserto torx che lo ha fatto svitare senza problemi. Prima di passare a togliere i piedini, bisogna ripristinare le creste di filettatura dentro al foro filettato perché sicuramente sono state deformate dalla pressione del grano stesso, questo per evitare che svitando il piedino, si rovini l’intera filettatura. Per fare questo, io ho adoperato una piccola fresa ad aria a punta e una punta da segno.
Ora sopraggiunge il problema di tenere fermi gli steli, senza che si rovinino, per svitare i piedini e allora mi sono fatto questo supporto in alluminio per prenderli nel mandrino del tornio. Alla fine, scaldando bene, si sono svitati più facilmente di quello che mi aspettavo.
Mi accorgo da subito che il piedino sinistro da modificare ha delle differenze sostanziali e che non è possibile riprodurre una copia esatta di quello destro. Ha una profondità maggiore e quindi il pompante si posizionerebbe in un punto più basso rispetto all’altro, cosa facilmente risolvibile mettendo uno spessore. Soprattutto ha meno materiale in corrispondenza del perno ruota e se procedessi nel fare la sede della vite per tenere il pompante nello stesso modo dell’altro, si potrebbe indebolire troppo. Decido allora di passare ad una vite più piccola, da 8 invece che da 10 e con testa ribassata. Mi costruisco una maschera per fare il foro …
… e con un lamatore riproduco la sede della testa della vite
Ora rimane da affrontare il fatto che il pompante per essere fissato, ha un foro filettato da 10mm passo 1 ed io devo adoperare una vite M8. Risolvo la cosa costruendo una boccola con filettatura esterna da 10×1 e interna da 8×1,25
Ora torniamo a quanto detto precedentemente sulla differenza di profondità del piedino di sinistra e per correggere quella che sarà l’altezza del pompante, ho costruito uno spessore di alluminio da infilare nel piedino stesso.
Mannaggia! Un centesimo di differenza, non ci voleva. Vabbè, faro meglio la prossima volta.
A questo punto è tutto pronto per essere rimontato ed inizio col riassemblare i piedini.
La filettatura degli steli l’ho appena sporcata con della Loctite 243 mentre i grani li ho fissati con la più forte 270.
Proseguo con il mettere in sequenza le parti che compongono gli steli installando dei paraolio nuovi. Per inserire i paraolio sugli steli, oltre ad aver sporcato per bene di olio ogni parte, ho adoperato il trucco del sacchetto di nailon e cioè quello di avvolgere con un pezzo di nailon dove si deve far scorrere il paraolio nuovo, così gli fa da guida salvando la superficie di contatto. Invece, per inserire i paraolio nelle loro sedi nei foderi, non avendo un attrezzo specifico, per non rischiare di rovinarli, ho preso un paraolio vecchio e l’ho tagliato in modo da ricavarne 2 mezze lunette che ho adoperato per spingere dentro i paraolio nuovi.
Ed ecco il risultato finale
Riflessione finale:
Ora la mia moto ha due steli perfettamente uguali, entrambi con la regolazione del precarico della molla e dell’estensione dell’idraulica, la compressione invece era fissa e quindi allo stato attuale risulta essere raddoppiata. Questa cosa era in parte voluta perché la moto mi è sembrata da sempre troppo morbida nell’anteriore, soprattutto di idraulica. L’estensione abbiamo detto che è regolabile e quindi in caso si può ammorbidire. Comunque, per cercare di compensare e correggere questo possibile “indurimento”, ho pensato di adoperare un olio più fluido, sono passato dal 7,5 al 5.
Il risultato è ancora tutto da scoprire e non vedo l’ora di fare la prima uscita su strada, ma il proposito che ha dato inizio a tutto questo casino credo che abbia raggiunto il suo obiettivo.
Il povero perno ruota è salvo e giuro che mi è sembrato che mi strizzasse l’occhiolino l’altro giorno prima che lo montassi.
Grazie a tutti per il sostegno e la pazienza.
Visita al museo Piaggio
di Diego Ramponi
Complice un mio passaggio in Toscana, attorno alla metà di novembre, sono riuscito ad organizzare una di quelle cose che erano nella mia lista da tanto tempo ma, che per un motivo o per un altro veniva sempre rimandata, una visita al Museo Piaggio di Pontedera.
Il museo Piaggio si trova nella parte storica dello stabilimento Piaggio di Pontedera, in particolare in quella che era l’ex attrezzeria, e venne realizzato nella seconda metà degli anni 90 a partire da un’idea di Giovanni Alberto Agnelli, all’epoca Presidente della Piaggio. Inaugurato nel 2000 è intitolato allo stesso Agnelli, venuto a mancare tre anni prima.
Prima di organizzare la vostra visita vi consiglio sempre di controllare il sito ufficiale https://www.museopiaggio.it/ per assicurarvi che le informazioni che vi sto per dare siano ancora attuali.
L’ingresso avviene da Via Rinaldo Piaggio al n. 7, ovviamente a Pontedera, il parcheggio in zona non è comodissimo anche perché poco distante c’è l’ospedale cittadino, ma girando un po’ si trova senza troppi problemi.
La visita al museo è possibile esclusivamente su prenotazione online (accessibile direttamente dal sito del museo) ed è aperto da martedì a sabato, la seconda e la quarta domenica di ogni mese.
La visita libera è gratuita (volendo si può lasciare un contributo), mentre la visita guidata è possibile in due fasce orarie la mattina (9.30-10.30, 11.30-12.30) e due fasce al pomeriggio (14.00-15.00, 16.00-17.00) lasciando un contributo di 5,00€ a persona e viene organizzata quando ci sono almeno 5 persone prenotate. Per cui, nel caso foste interessati, muovetevi per tempo con la prenotazione.
Finito con queste informazioni logistiche parliamo del museo vero e proprio.
L’ingresso è molto scenografico perché è dominato da un’Automotrice Piaggio M2 serie 50 costruita ai tempi per le ferrovie Calabro-Lucane che avete visto nella foto precedente.
All’interno troviamo il classico shop con tutto il merchandising ufficiale del gruppo Piaggio, una sala dedicata ad esposizioni temporanee ed il museo vero e proprio.
Io sono andato, ovviamente, interessato a vedere cosa era esposto di Moto Guzzi, pur sapendo fin dall’inizio che, chiaramente, la gran parte della collezione (circa 350 pezzi esposti su più di 5’000 m2) era dedicata ai modelli Piaggio.
La visita guidata parte raccontando la storia del gruppo Piaggio e, dopo essere passati nella galleria che contiene l’Archivio storico Antonella Bechi Piaggio, si entra nel vivo della visita.
Prima che la Vespa si prenda tutta la scena, si parte con il Paperino, primo prototipo di scooter Piaggio, realizzato in tempo di guerra quando si stava già iniziando a pensare a come riconvertire la produzione dell’azienda, che all’epoca realizzava aerei e motori aeronautici.
L’evoluzione della Vespa è rappresentata da praticamente tutta la produzione, sono veramente decine i modelli esposti, dai modelli degli anni 40, alla produzione attuale, dalle utilitarie, ai modelli da record, dagli esemplari militari, alle installazioni artistiche.
Il museo mostra poi anche il resto della produzione Piaggio, tra cui il Ciao, gli altri ciclomotori.
La visita poi prosegue in un altro ambiente dove sono esposti i modelli degli altri marchi del gruppo, Gilera tra cui la famosissima Rondine, qualche Saturno e alcune quattro cilindri 500,
Aprilia è rappresentata principalmente dalle moto che dal 1992 ad oggi hanno vinto 54 titoli mondiali.
L’angolo dedicato alla Guzzi sapevo non fosse ricchissimo, ma è comunque interessante, con, tra le altre, un Gambalunga, una 8 cilindri e una V7 sport.
In tutta onestà è un museo che merita la visita, ci si passano volentieri un paio di ore.
L’onere dell’onore
di Giuliano Arcinotti
Sono davanti al mio PC nella postazione di lavoro che tutti i giorni mi accompagna nell’affannosa ricerca del vil denaro, e mi domando cosa potrei scrivere, come giustificare l’onore che mi è stato affibbiato così, in una telefonata ricevuta a fine agosto dal visagista delle dive, e poi ratificata da una riunione di amici (perchè associati è poco).
Una telefonata che mi ha fatto sentire emozionato, strano, inappropriato, e tante altre sensazioni in un turbinio sincero di emozioni, ma soprattutto mi sono sentito piccolo, e chi mi conosce sa che per me è fisicamente difficile sentirsi piccoli. Mi sono sentito inadeguato ad un incarico così importante, così onorevole, ma onorevole non come lo intendono i nostri politici ma come, ad esempio, viene percepito nel paese del sol levante dove il termine “Onore” ha un peso enorme, dove il termine “Onorevole” ha una valenza particolare.
Sono stato davvero poco tempo dubbioso se accettare la proposta di essere candidato come Presidente di Anima Guzzista, oh Presidente eh….. dopo Fange, dopo Alberto “Totogigi” Sala, dopo lui, dopo Vladimiro Corbari, io …. un minkia qualunque Presidente…..cioè ma vi rendete conto della portata di questa cosa?
Io non sono una cima, non ho una grande cultura, i miei tre anni da ripetente alle superiori sono una prova certa di questo, mi mancano le conoscenze di molti degli utenti del forum che sfoggiano le loro nozioni e capacità con i loro interventi, meccanicamente sono una capra con la sola certezza di avere l’abilità del pollice opponibile e qualche rudimento ricevuto da quel sant’uomo di mio padre che mi ha lasciato in eredità sicuramente la passione per i motori e tutto quanto ruoti intorno a questi aggeggi rumorosi, ma vi assicuro che quella è davvero tanta, non manca mai, ancora oggi a 54 anni suonati mi ritrovo a sentirmi come un bambino nel paese dei balocchi quando entro in una qualunque concessionaria di moto, se poi è una concessionaria Moto Guzzi allora è come farlo a Natale.
Questa passione è quello che mi lega da tanti anni a questa comunità, la mia Anima Guzzista vive bene dentro il nostro forum, vive del confronto con le altre Anime, vive delle discussioni fatte in cima al passo dopo aver fatto curve cercando di star dietro al quel pazzo di Vladimiro che curva con furibondo abbandono ^_^, vive mentre cerca di capire perchè Mandello del Lario è come casa mia quando ci arrivo soprattutto in sella alla mia moto, vive mentre sono in sella qualunque sia la destinazione, perchè se me lo spiegassi tanto non mi capirei.
Oggi quindi ho l’onore di essere Presidente di questa associazione e mentre scrivo mi domando “ma poi alla fine, cosa significa?” Significa che devo firmare qualche foglio? Boh si certo ma poi? Sono una delle tante Anime Guzziste della nostra comunità ma non certo la più importante sono uno di tanti, con delle idee e dei pensieri che sono solo miei e a disposizione della comunità ma che ha bisogno di tutti, dell’aiuto di chiunque faccia parte di Anima Guzzista, che siano i soci fondatori, che siano i soci iscritti o anche solo i partecipanti al forum per poter cresce insieme e migliorare tutto il migliorabile e portare avanti questa fantastica famiglia ancora per tanto tanto tempo.
Siamo passati attraverso diversi periodi se ci pensate, la crisi Aprilia, l’arrivo di Piaggio che agli inizi non è certo stato dei migliori, il Moto di Protesta, poi il monumento al Carletto, poi la pandemia, le guerre che non sono mai finite e oggi vediamo scomparire realtà importanti e di valenza storica come Motociclismo. Noi siamo ancora qui invece, siamo ancora attivi, il forum checchè se ne dica è animato tutti i giorni, gli incontri ci sono, e persone, amici, come Vladimiro sono riusciti a traghettarci nonostante tutto questo fino ad oggi.
Ora dobbiamo ringraziarli nell’unico modo che mi viene in mente, rimboccandoci tutti le maniche, mettendoci tutti a disposizione della comunità e continuando a portare avanti questo bellissimo sogno che è Anima Guzzista che è di tutti noi e che ha solo bisogno di un po’ di forze nuove e ben carburate.
Già durante l’assemblea abbiamo trovato diverse strade da seguire per portare avanti queste idee, essere presenti fattivamente ad eventi e raduni a partire dalla presenza costante alle GMG a Mandello, ma non solo, migliorare la gestione della bacheca incontri rendendolo una strumento da sfruttare sempre anche per gli incontri più brevi, ridare nuova linfa vitale al sito snellendolo e migliorandone la gestione anche economica, distribuire gli incarichi al fine di non sovraccaricare nessuno e rendere facile questa gestione dei compiti, insomma di carne al fuoco ne abbiamo già da mettere e altre sono pronte per essere infornate a breve.
Stay tuned come dicono gli amerigani perchè inizieremo a breve a esser presenti su questi canali, e ricordatevi soprattutto che siete tutti Anima Guzzista, non io, nemmeno gli altri 4 consiglieri che si sono assunti l’onore di darmi una mano, ma siamo NOI, quindi sotto e diamoci da fare che arriva un anno nuovo e dobbiamo rendergli onore.
Se non ti vogliono a sud ovest vai a nord est: Friuli (e non solo) 2024
Se non ti vogliono a sud ovest vai a nord est:
Friuli (e non solo) 2024
di Riccardo TODD
Ma quanto è bello girare per la penisola iberica? Vero? Dopo il bellissimo viaggio del 23 le premesse per tornare da quelle parti ci sono tutte. Dopo un po’ di incertezza per la scelta della zona da visitare (rimando per l’ennesima volta l’Andalusia), scelgo l’extremadura, che sembra essere un attimo fuori dai soliti giri turistici e avere belle cose da visitare
Tutto pronto alla partenza? Neanche per idea! Già ci sono dei giorni di ritardo su quanto avrei voluto, e vabbè, poi ci si mette un piccolo inconveniente dietro l’altro. Niente di grave, ma sono diversi. Per esempio il voltmetro della moto segna un po’ meno del solito, visto che ci sono rimasti a piedi un paio di volte, non mi sento sicuro, vado dal meccanico sotto casa che però mi dice “no guarda, io della parte elettrica delle Guzzi non ne capisco niente, vai altrove”. Seguo il consiglio, e vado da un’officina seria, dove mi dicono che non ho niente da temere, la batteria è carica e l’alternatore funziona, è il voltmetro che segna un po’ quello che vuole lui.
Bene. Però sono passati alcuni giorni. Vabbè, ora prenoto un po’ all’ultimo ma fa niente…. internet non funziona, e ci si mette anche quello…ok, proviamo a fare con il telefono (non mi piace granchè, ma proviamo), cerco di fare il biglietto del traghetto da civitavecchia a barcellona, arrivo alla schermata finale….e non mi accetta il pagamento!!
ok basta, lo prendo come un segno del destino, non devo andare in spagna, non quest’anno. Niente panico, cerchiamoci un’altra destinazione, via terra. Alvernia? Bello….peccato che i prezzi siano alle stelle, non riesco a trovare niente, e cambiamo nuovamente idea. A est? Massì dai, li la vita costa meno, no? ….no? Forse pochi anni fa, non riesco a trovare un alloggio decente a Bratislava per girare da li la Slovacchia e magari fare un giro a Vienna. Altro piano abortito.
Quest’anno gira male, me ne sto accorgendo…allora proviamo a restare in italia, ma in zone che mi possano consentire lo stesso qualche sconfinamento. La direttrice nord-est non mi dispiace, avevo fatto un viaggio in slovenia anni fa, passando solo un po’ di transito dal Friuli. Parte l’ennesima ricerca di alloggi…ragazzi vi assicuro che non ho mai tribolato tanto a trovare posto come quest’anno, prezzi alti e poca disponibilità. Ok siamo a fine luglio, ma più o meno ho sempre viaggiato in questo periodo. Alla fine trovo un agriturismo alle porte di Cividale del Friuli, a 3km dal paese, non è proprio la mia sistemazione ideale perchè in genere quando ho girato tutto il giorno non mi piace prendere di nuovo la moto per andare a cena, ma davvero non c’è altro. Spunto comunque un ottimo prezzo, un totale di 200 euro per 5 notti. Ah, do un consiglio a chi fosse davvero tanto a digiuno di viaggi, se siete in italia, voi cercate pure gli alloggi su booking, però poi chiamate direttamente la struttura, senza l’intermediazione risparmiano loro e fanno risparmiare voi.
E insomma, la partenza è arrivata, fa caldo ma non troppo e non è prevista pioggia, 520km da fare, niente di che. In teoria. Tutto bene fino a firenze, entro in autostrada e mi dico “oh ma che strano, di solito c’è sempre un casino assurdo, stavolta non c’è quasi ness….” eccola la! Coda di 2 km verso bologna, restringimento della carreggiata e zero possibilità di svicolare. Fermo sotto 37 gradi, vestito ovviamente da moto, jeans e giacca mezza stagione (non parto mai con la traforata perchè potrebbe esserci qualche abbassamento di temperatura). Si riparte dopo un po’, l’appennino porta più fresco, e intanto arriva l’ora di pranzo dove mangiare i due tramezzini+banana portati da casa. Volete un altro consiglio? Se siete in zona, fate il vecchio tracciato (panoramica) e non la nuova variante di valico (direttissima), che stavolta davvero non c’è nessuno. Arriva Bologna, direzione padova e poi venezia. Anche qua qualche rallentamento capita, insomma, si procede più piano del previsto, ma ho calcolato la cosa e non è tardi. Esco a udine e poi da li a cividale è facile. Il telefono montato sul supporto/accrocco mi porta all’agriturismo, sono poco prima delle 7 di sera. Due parole sulla location, ho detto che preferisco non dormire in campagna, però il posto è bello, ha anche la piscina (un bagno non me lo toglie nessuno!) e i tavolini per fare colazione fuori. Oltre a una tettoia larga dove mettere la moto. In pochi minuti si arriva a cividale centro.
Non è la prima volta che ci vado, però l’ultima (e unica) ero più di fretta, stavolta avrò diverse serate per girarci con calma. E vi dico che come posto mi piace e ve lo consiglio, bello tranquillo, hai comunque diversi ristoranti tra cui scegliere, si fanno due passi in centro, un po’ di gente non manca, e poi sei in posizione abbastanza strategica, per girare la regione, e passare in slovenia, che è 15km circa. Austria un po’ più lontana ma neanche troppo.
Subito qualche considerazione culinaria, i piatti più tipici sono a base di formaggi, con i quali non ho un bel rapporto, quindi il giudizio resta un attimo sospeso. Posso dire di aver comunque mangiato bene ma niente di memorabile, prezzi non bassissimi, diciamo che un primo lo prendi sui 15 euro, ma porzioni fortunatamente accettabili.
Prima notte passata, e primo giorno di girare vere e proprie, la previsione è di fare così: due giorni di gite estere, una a trieste, un’altra per Udine e altri paesi in zona. Bene, faccio spesa al centro commerciale di cividale, e metto in moto direzione slovenia. Strada tranquilla, il confine arriva presto, subito mi raccomando vediamo di fare benzina ai loro prezzi, circa 30 centesimi (trenta!!) più bassi dei nostri. Se ci passate, mettetene un po’ anche in tasca e conservatela per i momenti più bui…
e insomma, sono in slovenia, dalle parti di Kobarid (che sarebbe Caporetto), strade belle, ma davvero tanto traffico, troppo, e la situazione prosegue costeggiando il fiume Isonzo (Soci). Bello comunque eh. Arriva poi il momento di svoltare verso il passo Vrsic (l’avrò scritto bene?), che mi deve portare in quota. Anche qua la strada e il panorama sarebbero belle entrambe, peccato per il traffico da ora di uscita delle scuole….me lo faccio quasi tutto in coda dietro prima a un carro attrezzi e poi un pullman di linea, che riesco a passare perchè si blocca in un tornante e si fermano anche quelli che vengono giù in discesa. Mi viene un attimo da sorridere pensando alle solite massime tipo “eh ma per salire su per i passi ti ci vuole il motore ricco di coppia eh….”, si come no, avrà fatto 50 orari quando andava bene. In cima il panorama comunque è bello, diverse moto ma ancora di più sono le biciclette, che ormai tra vecchia maniera e assistite sono le vere presenze fisse delle strade di montagna.
Qualche foto, discesa, anche qua parecchio in coda dietro a veicoli lenti, e poi la strada arriva dalle parti di Kraniska Gora. Non mi fermo, vado verso il confine austriaco, che in effetti è a pochi km, non c’è un passo di montagna ma una salitella. Entro in austria, strade ancora più belle e ben asfaltate, un po’ di discesone e poi fondovalle. È ora di mangiare qualcosa, visto che sono in zona mi fermo a Villach, voi però ne potete anche fare a meno, è un posto dove non mi sembra di aver visto niente di che che valga la pena.
Ripartenza, direzione est, voglio arrivare a Klagenfurt costeggiando il lago Faak )è quello dove ad esempio si tiene un importante raduno di harleysti). La strada però lo lambisce solo per poco, giusto il tempo di vedere un po’ di gente a riva tipo mare e allontanarsene un attimo. Comunque scorre bene nelle campagne, e per ora la giornata è bella, con temperature giuste.
Sosta a klagenfurt: non mi dispiace, non ha chissà cosa da vedere ma non è neanche un centro brutto, per fare una camminata, diversa gente in giro e solita atmosfera rilassata di quei posti.
Ora di ripartire, tutto verso sud, perchè devo passare il confine, e per fare ciò si passa dal Loisspass (come sempre scusate gli errori di lingua), bella strada, un misto veloce con qualche tornantone, in mezzo al bosco.
Di nuovo eccomi in slovenia, il tempo tiene anche se in giro trovo qualche chiazza di bagnato. Il problema ora, per tornare in italia, non è tanto la distanza, quanto la strada: devo evitare l’autostrada, dato che non ho la vignetta (non avrebbe senso per un giorno o due). L’operazione ha successo, ma il giro si complica leggermente, perchè vado a finire in una strada che pur non essendo segnata sulla mappa come “passo qualchecosa” si inerpica davvero tanto, asfaltata ma un po’ sconnessa, parecchia pendenza e anche un bel panorama in cima. Quale strada è? Boh, mi pare di aver passato il paesino di Kropa, e forse anche zali Log…ma non mi chiedete di pubblicare tracce gps perchè non ne sono capace.
In ogni modo, sempre su strade di mezza montagna, stavolta un po’ più di fondovalle, inizio a vedere le frecce per Tolmin, e tanto mi basta, seguo i cartelli, ignorando mappa e telefonino (che comunque mi conferma di essere sulla strada giusta) e da li è facile, perchè da Tolmin a Kobarid c’è un bello stradone quasi dritto con qualche curvone, e poi sono praticamente arrivato, ovviamente non prima di aver fatto di nuovo il maxi pieno di benzina slovena. Inizia a fare buio ma sono ancora in orario per non trovare chiuso a cena, in compenso inizio a vedere lampi sempre più vicini, e infatti dopo cena prendo un po’ di pioggia per tornare all’agriturismo. Ma niente di che, la giornata, è andata, e direi anche bene.
Nuovo giorno: purtroppo il poco maltempo della sera prima era solo un’avvisaglia di quello che sarebbe arrivato. Per piovere non piove, ma è molto nuvoloso e soprattutto in montagna sembra parecchio peggio. Oggi sarebbe previsto un giro in quota su una delle strade alpine della Carinzia (quelle a pagamento, che arrivano verso i 2000 e oltre. Tipo il grosslockner, anche se non era lei che avrei percorso), il meteo prevede una massima di 10 gradi a villach (nel fondovalle…), con temporali qua e là tutto il giorno. E dove vado? Di andare a cercare pioggia, freddo e zero visibilità in montagna non ne ho proprio intenzione. Allora ci vuole un’alternativa, se il giro naturalistico/paesaggistico è saltato, passiamo a qualcosa di più culturale, che tanto di cose da vedere ne ho. Tanto per cominciare proprio li a cividale c’è il tempietto Longobardo, che non ho ancora visto, essendo sempre in giro. Si trova all’interno di una specie di museo, che ti offre nel prezzo anche delle presentazioni video sulla storia, e sui longobardi in generale. Sicuramente è una cosa da vedere, se siete in zona.
Fatta questa visita, solito passaggio al centro commerciale a prendermi qualcosa per pranzo, e vado verso Aquileia. C’ero passato una volta, ma troppo di transito, stavolta ci vado apposta. La strada è tutta pianeggiante, passa tra campagne e frazioni varie, tutte con case basse, alcune un po’ malmesse, residuo immagino di quando erano più poveri, tante altre restaurate a villette. Comunque, poche decine di km e si arriva.
Il centro di per sé non è chissà cosa, molto piccolo, però il vero tesoro è all’interno, e sono i mosaici. Non sto a mettere tante foto, perchè se ne trovano di ben più professionali, però vi dico solo che fanno impressione per come sono conservati.
Tempo di ripartire, c’è anche qualche ora di luce, dove andare? Idea, non ho mai sentito troppo parlare di Gorizia, né nel bene né nel male, allora dico, ma facciamoci un salto, no? Senza aspettative. Ci si arriva anche qua in poche decine di km, c’è molto verde intorno, la città è piccoletta e dopo pochi incroci si trova il parcheggio vicino al centro. Come animazione non cè niente di che, però non la definirei brutta, il castello in cima sembra essere molto ben conservato…ma come da tradizione, arrivo un 10 minuti dopo l’ora di chiusura… nella parte bassa una bella piazza, e poco più. Però ripeto, non ne darei un giudizio negativo. Magari andarci apposta non so, ma se uno fosse di passaggio per la slovenia, come città in cui fare tappa la potrei anche consigliare.
Ora di tornare indietro, il cielo si chiude e a un 15km da cividale mi tocca aprire l’antipioggia per un discreto scroscio di pioggia, anche se per le pozzanghere che trovo, forse la parte più consistente l’ho evitata per poco.
E vabbè, oggi è andata, come detto è stata un po’ un ripiego rispetto al giro previsto, ma pazienza, è andata così.
Sabato: oggi giornata dedicata a Trieste, è da tanto che volevo andarci e stavolta non mi sfuggirà.
La prima parte della strada passa nuovamente da gorizia, poi però la parte che porta verso la statale adriatica è divertente, un misto veloce, con poco traffico. In compenso vicino al mare c’è un bel casino, ma del resto è l’ultimo sabato di luglio, o qualcosa del genere, uno se lo aspetta. E poi in realtà dura pochi km, perchè trieste città è già meno trafficata del previsto. E poi è una città molto “moto friendly”, nel senso che si trovano diverse file di parcheggi sparsi qua e là per le vie. Io infatti trovo proprio vicino al molo, dove sono ormeggiate un paio di navi da crociera gigantesche (per me a livello estetico un attimo un pugno in un occhio, ma niente di grave).
La città è bella davvero, e non delude, la piazza principale (piazza unità d’italia), certi alberghi di lusso e anche palazzi storici, si vede molto che era una città asburgica, e fa davvero un figurone. Mi piace molto anche la parte lungo il canal grande, e poi si sale per la parte alta (è una discreta camminata, sotto il sole) con la cattedrale di san giusto. Tanta gente, tanti turisti, è un posto di confine e vedi molte targhe straniere, ma l’impressione è comunque di essere in una città italianissima.
In un attimo è già metà pomeriggio, prima di rientrare sono di strada per il castello di Miramare, e un salto ce lo faccio di sicuro. Un bel macello di gente, trovo posto per la moto ma a fatica, però ne vale la pena, lo scenario è bello davvero, così come il parco alle spalle del castello (che non ho visitato all’interno, quindi non so cosa mi sono perso).
Rientro dalla stessa strada, con poco traffico, e solita serata a cividale con cena più passeggiatina.
Nuovo giorno, l’ultimo da passare in zona per intero. Oggi vado a Udine, che si raggiunge in 15km, la città non è grande, e si parcheggia in zona quasi centrale (io non mi fido mai troppissimo ad avvicinarmi ai centri storici per non incappare in qualche ztl).
Udine mi piace molto, città in pianura con collinetta e castello annesso, subito sopra il centro. Penso sia un posto di provincia anche abbastanza vivo, sebbene non incasinato. Il centro è bello, e ci sono diversi angoli da scoprire.
Primissimo pomeriggio, ho ancora delle cose da vedere. Intanto le varie guide segnalano la frazione di Fagagna, a pochi km….mah… o ho sbagliato qualcosa io o forse il paesino è stato sopravvalutato. Non me ne vogliano quelli del posto, ma non c’è quasi nulla, resti medievali in alto, e un paio di viuzze più datate.
Non mi trattengo, nuova tappa, sempre non lontano, Spilimbergo. Questo invece già mi piace di più, gente in giro pochissima ma immagino che i 36 gradi alle 4 del pomeriggio non siano troppo di aiuto. Però qua se vi capita, fate pure una sosta, che non è male.
Rimane da tornare indietro, ma non faccio la stessa strada, passo più a nord, e appena più in quota, voglio andare a San Daniele, si, quello del prosciutto. Abbastanza una delusione, credevo di trovare tutta la fila delle botteghe che fanno pubblicità (vera o fasulla che sia) al famoso prodotto, tipo come è a Pienza per il pecorino, e invece non c’è quasi niente. Nemmeno una zona pedonale, si passa in macchina fino in cima, girando attorno alla piazza della chiesa.
I dintorni però non sono male, la strada sale un attimo con qualche curva proseguendo in direzione di tarvisio, poi passo da Tarcento, e da li già ricompaiono le indicazioni per Cividale. La strada non è brutta, rannuvola un po’ ma il tempo regge senza piovere, e anche questa giornata si è conclusa.
E quindi siamo alla fine, sveglia e partenza, con molta calma a dire il vero, autostrada senza deviazioni, e fortunatamente solo con qualche rallentamento ogni tanto ma niente di chè, un bel caldo verso bologna, sopra i 35, che mi fanno pensare a quanto avrei voluto avere un tempo simile quando invece mi ha tagliato il giro montano più impegnativo.
E un applauso alla moto, non glielo vogliamo fare? Mmmhh…. un po’ si un po’ no…. certo, oltre 215.000, si è sempre accesa al primo colpo e a casa mi ci ha riportato, però per larghi tratti ho sentito il motore girare non benissimo, ha mangiato ben più olio della sua media, e troppe vibrazioni. Tanto che per il viaggio di ritorno non mi sono fidato mai ad andare sopra i 110.
in generale, ok, è stato un viaggio un po’ di serie B rispetto alle intenzioni iniziali e anche rispetto al suo stesso programma, però quello che ho visto nel complesso mi è piaciuto, sono zone che vi consiglio di visitare, magari anche con altri mezzi, e mi piacerebbe tornare da quelle parti. Per il resto, non credo di avere molto altro da aggiungere, grazie a tutti per aver letto!
Raduno Internazionale Moto Guzzi 2024, Fabreeze
IL “MIO” MANDELLO 2024
Di Fabreeze
Come al solito arrivo di buon ora domenica mattina dribblando il casino e godendomi il parcheggio da solo davanti ai cancelli della sacra fabbrica. Appena scendo dalla moto arriva la doccia fredda…si avvicina il solito precisetti beninformato 30enne che con sorriso e simpatia mi apostrofa: “Bella questa, è quella che hanno tolto dal listino!”…no, ma come, cazzarola…simulo sicumera e a muso duro gli dico che no, mavà, è la V9 bobber…col cavolo che la toglieranno mai dal catalogo. Non ho neanche finito la frase che dagli sguardi imbarazzati capisco di aver preso un granchio. Vabbè, proseguo…mi consolo convincendomi: non sei dei miei e non mi meriti.
Arrivo in piazza mentre il popolo si sta svegliando dopo la notte di bagordi. Mi sparo cappuccio e brioche d’ordinanza scrutando da lontano il gazebo degli inavvicinabili vate di AG. Sono iscritto al forum da 17 anni anche se l’ho frequentato attivamente poco. Ho comunque visto server in fiamme al largo dei bastioni di Orione, raggi B balenare alle porte di facebook, e tutto questo non può finire come lacrime nella neve dopo un uinter parti andato in vacca. Prendo il coraggio a due mani e mi presento intimorito davanti a cotanto comitato…mi dicono i nomi ma non capisco niente (perdonatemi…chi eravate?) e più che altro penso a mettere insieme quattro frasi di senso compiuto…invano…neanche mi faccio un selfie. Devo tesserarmi da anni ma mai lo faccio…magari stavolta è quella buona. No, mi dice uno dei tre moschettieri, puoi farlo dal sito…vabbè dentone Non posso però andarmene a mani vuote, così almeno compro una maglietta, le patch sono finite e loro tentano (invano) di vendermi il sacro testo recuperato (dicono) nel sottoscala di un libraio trovato morto a chinatown, qulla vera ovviamente…alla fine sconsolati mi regalano uno sticker…olè.
Il giro prosegue come da copione secondo il solito schema, mi unisco ad un amico kappatiemmista (quello dietro in foto) che vorrebbe comprare la V85TT ma non si decide, bancarelle, fabbrica, varia umanità, ecc…, ecc…
Anche quest’anno vado via contento prima che arrivi il delirio della tarda mattinata, per qualche ora mi sono sentito parte di un movimento, di una passione, di una roba che è certamente mia ma oggi è di tutto il mondo, finalmente a mio agio in mezzo a uomini e donne che per un giorno all’anno mi assolvono da tutti i peccati, innamorati di cancelli che perdono olio, che ti lasciano a piedi, che per frenare devi usare gli stivali, brutte, vecchie, che c’hanno la frizione di un leoncino e che per trovare il folle devi farti il segno della croce. Tutta gente che come me: “strafotte se l’hanno tolta dal catalogo…la mia Guzzi rimarrà in eterno il ferro più bello del mondo”.
Stavolta però porto a casa qualcosa in più, i “ragazzi” (vabbè dai) di AG ci sono, ci ho parlato, esistono e resistono, sono orgoglioso di loro, sono orgoglioso di me che anche quest’anno non farò il tesseramento ma comunque gli rimarrò fedele, sapendo che loro mi vorranno bene lo stesso
Raduno Internazionale Moto Guzzi 2024, Giuliano
Report Mandello 2024
Di Giuliano Arcinotti
Allora premettiamo sapevo che non sarebbe stato il solito raduno dove partecipo e mi faccio allegramente i fatti miei girovagando per il lago, la fabbrica, il museo, le prove (devo ancora provare una V85 nuova mannaggia) ecc. ecc. sapevo che sarei stato in forze a tempo pieno allo stand di Anima Guzzista e quindi “animo” in pace e via di modalità commerciale o almeno ci ho provato come vedremo più avanti, quindi questo non sarà un racconto del raduno ma un racconto del gazibo e quindi via.
Allora, preparazione bagagli, sedia pieghevole compresa, il giorno prima come ogni buon mototurista che si rispetti, e partenza il giorno dopo programmata per le 06/06.30 circa per arrivare a Mandello in orario consono alla preparazione stand e altro, quindi direte voi ti svegli alle 05.30 e via… no alle 04 ero con gli occhi aperti a rigirarmi nel letto e quindi sveglia presto, colazione presto e partenza alla fine della fiera sempre alle 06 da casa, benzina e via alle 06.20 son per strada, belin che freddo a settembre alle 06 di mattina sulla Cisa …..
Per fortuna l’abbigliamento tattico tecnico fa la sua e i soli 9 gradi del passo Cisa in autostrada non li sento, meno bene l’asfalto che è bello umidiccio e non mi fa divertire ma pazienza.
Cruise control attivo e si arriva in meno di niente in zona Milano, figa però sempre più di 2 ore ci abbiam messo eh. Altro pieno e dopo poco arrivo al B&B dove mollo i bagagli, mi cambio stivali con scarpe e pantaloni tennici con pantaloni da turistas fai da te e mi fiondo su quel ramo del lago di Como che volge dove nascono le aquile.
E come ogni dannata volta mi sento a casa, passo Abbadia arrivo al cartello che sovrasta la strada poco prima della canottieri Moto Guzzi e quella scritta Mandello del Lario è come se fosse quella di casa, mi sembra di non essere mai partito, ma non c’è tempo via alla piazza dal Carletto che ho appuntamento con gli altri e son già le 10 …. bene sono il primo meglio …
Piazzo la moto a lato mi faccio un giro, saluto il Carletto, che se la potrebbe passare meglio, e aspetto qualche minuto, finché non arriva il visagista delle dive, il phon datore, colui che è e che sarà, colui che tutto puote e tutto potette, egli, illo, vabbè insomma arriva Goffredo via …. Dopo una rapida scappata dai ragazzi di MPC a cui faremo un monumento in altra occasione, torniamo alla piazza muniti di svariati scatoloni, un gazibo e tanta animosità che si trasforma in uno stand ricco di libri, magliette, bandane, portachiavi e cotillon…. no speta i cotillon son finiti …. azz ma li hai chiesti a Vladimiro so che ne aveva uno scatolone in macchina l’ultima volta…. mannaggia vabbè ci siamo arrangiati con i KeyRing made in Sicily by Peter Bikeyes anche detto Pietro Motisi da un ristrettissimo numero di amici.
Sorge spontaneo un piccolo ma potente problema, tira un vento che sembra che dobbiamo fare kyte surf con il gazibo, si dice gazibo se voi lo chiamate in altro modo problemi vostri il nostro è un gazibo, è stato deciso dallo staff tutto quindi Gazibo. Decidiamo infine di adottare una tecnica stupefacente che solo i politici più esperti conoscono e che è per loro l’unico strumento di utilizzo dei libri, prendiamo gli scatoloni dei libri e li piazziamo sopra i piedini del gazibo.
Dall’altro lato piazziamo un paio di Guzzi e vincoliamo lo stand a queste sapendo quindi che la leggiadria delle stesse dovrebbe essere sufficiente a trattenere il nostro nuoverrimo gazibo.
Dopo aver disposto con sapiente gusto e splendida genialità architettonica gli addobbi interni (leggasi a pene di segugio per i meno dotti) scopriamo che il buon Goffredo è in grado di ripetere perché il 57 è il logo di Anima Guzzista dalle 11 alle 12 volte in un minuto riuscendo però nel contempo a regalare agli astanti che lo stavano ascoltando momenti di magia e trascendenza che li portano ad epifanie spettacolari fino all’acquisto del sacro testo, scopriremo durante il raduno che avremmo dovuto e potuto chiedere cifre ben maggiori visto che su ebay e subito puntitti stanno a oltre 50/60 euro la copia, ma noi non siamo venali, a noi piace farci prendere per il culo dalla vita alle spalle come direbbe un noto storico e quindi il prezzo era sempre quello.
Mentre andiamo avanti ci rendiamo anche conto che le magliette da vendere a dei motociclisti, magari pure guzzisti, forse è meglio se sono soprattutto in taglia XL e anche qualche XXL, dato che abbiamo venduto forse una S …. o forse no. Ma pazienza, la stessa pazienza che abbiamo avuto per quei simpaticissimi e scherzosissimi vicini di stand che adoravano far sgasare le loro bellissime e silenziosissime motociclette chiaramente omologate pronto pista … un’esperienza invero appagante e veramente rilassante che mi ha regalato momenti di giuoia e tripudio devo dire.
Dopo un venerdì, durante il quale non dimentichiamo l’arrivo del supporto di Nello incommensurabile, incommensurabile sia il supporto che Nello eh, dicevo dopo un venerdì che sembrava che stessimo girando l’inizio del film Twister sui tornado, ci siamo trovati sabato con un clima decisamente migliore, un po’ più di gente e sempre i nostri simpaticissimi vicini sgasatori di moto che hanno ravvivato la giornata con liete note di scarichi roboanti e per nulla fastidiosi, durante la quale ho potuto notare come Goffredo fosse un venditore ben più abile di me, certo come ti racconta lui la storia del 57 unitamente al disegno al volo nessuno mai, soprattutto perché riusciva a farlo in francese e inglese laddove io al massimo arrivavo al de buk is on the teibol and de cat is ander de buk….
Ma la cosa peggiore è stato che mentre il buon Goffredo si godeva un momento di relax seduto nelle retrovie io provavo a tessere le lodi del sacro testo a delle turiste che dopo un lievissimo interessamento si allontanavano ringraziandomi per ritornare immediatamente non appena compariva alle mie spalle il sublime G. che con sguardo ammaliatore e suadente non solo gli spiegava la storia del 57 ma gli vendeva un libro, una maglietta, la bandana e in omaggio un set di pentole…… il mio animo da commerciale ne ha davvero risentito …. ogni volta che si allontanava rimanevo solo come uno cocker legato al guard rail in un oasi nel deserto dei Gobi, nessuno che nemmeno passasse dalla stand, ci mancava la rotolacampo spinta dal vento ed ero a posto…. fin quando non ritornava l’illuminato e ridava vita al gazibo…..
Quindi freddo, umiliato dal visagista delle dive nell’arte del vendere e con mia moglie che perentoria mi ribadisce che la nuova V85 no checcazzo che è identica a quella che hai è pure dello stesso colore no e ancora no, questa era la mia giornata tra venerdì e sabato…. vedete voi…..
Si ok son passati tante facce vecchie che ho rivisto con immenso, ma che dico immenso profondo, ma che dico profondo incommensurabile, ma che dico incommensurabile megaipergrandesuper piacere ma che dico megaipergrandesuper ottimo piacere, tanti abbracci tanti ragazzi che sono uomini e che hanno l’ardire di presentarsi con figli in braccio e altri più grandi che son talmente grandi che nemmeno ci sono…. per passare dal mitico Totogigi e signora che si presentano con un tale con la barba che asseriscono essere il loro figlio, io guardo la pertica barbuta lì di fianco che mi porge la mano e mi saluta, ricambio e perplimuto interrogo Goffredo, “mi stanno pigliando per il culo?” e Goffredo “io ho deciso che ha 12 anni va bene?!”…. me ne torno allo stand con una zavorra di 50 kg sulle spalle….. per fortuna ci sono gli amici mi ripeto triste e improvvisamente invecchiato di almeno 20 anni …..
Altre facce che si presentano allo stand, altri personaggi mitici e alcuni che rasentano la perfezione della minkitudo maxima, esseri che scavallano le alpi in sella a robette che non le vorresti nemmeno per andare al tabacchi a comprare i minerva con viaggi di ore e ore solo per esserci così …. perché loro Valgono eh io che mi vantavo di far moto turismo con una V85tt… me pezzente….
Altri che arrivano li abbracci e ti ricordi subito perché lo chiamavano Macio, cazzo sembrava di abbracciare la statua di Macio …. e gli anni passano ma solo per me di nuovo …. abbracci baci, personaggi, amici amici e amici con cui alla fine della giornata ho accumulato quel 120/130 anni di vecchiaia in più che però sono leggerissimi da portare grazie alla bellezza di questi momenti in cui ritrovare vecchi amici è una cosa che tonifica più di ogni altra.
E quindi è tutto bello, alla fine è stato un bel weekend, bellissimo, vedere Goffredo che spiega il 57 è impagabile e la gente, tanta gente, guzzisti compresi che non sapevano tutta la storia e che si stupiscono ogni volta come bambini che ascoltano una favola per fortuna a lieto fine è anche quello un bello spettacolo. La soddisfazione di esserci stati per i guzzisti, per la Moto Guzzi e soprattutto per Anima Guzzista è tanta davvero e mi riempie di un po’ di orgoglio perché se da un lato ha venduto di più il visagista di me dall’altro è stato comunque importante esserci per far vedere che ci siamo e non intendiamo andar via.
Domenica mattina mentre ritornavo a Mandello per l’ultima volta mi sono ritrovato con gli occhi lucidi sotto a quel cartello che venerdì mattina mi faceva sentire a casa, sapevo che sarebbe finito tutto e mi son ritrovato a sentire il peso della nostalgia; grande e grosso, ciullo e balosso avrebbe detto mia nonna, ed eccomi qui un quintale di guzzista che si trova a commuoversi per kg di ferro e gomma e plastica che ti smuovono l’anima come solo una Moto Guzzi sa fare e che non vede l’ora di tornare per poter dire anche solo di esserci stato perché quel dannato cancello rosso è quello di casa, perché lì nascono i sogni e perché ci sono sempre altri minkia come me che mi capiscono e che come me se se lo spiegassero non si capirebbero.
Ciao ragazzi ci vediamo per strada o dal Carletto