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Verso sud

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di nedo

“Cambio direzione vado verso sud”. Scrivevo un tempo quando sognavo di mollare tutto e sperdermi “nei mari del sud”. Come se si potesse semplicemente cambiare vita cambiando luogo. Ma come diceva Lello Arena nel film Ricomincio da tre, “uno sa che cosa lascia, ma non sa! Che cosa trova!”.
Ne avevo le palle piene. Di tutto, anche di me stesso. Su un foglio sulla scrivania a lavoro avevo fatto un elenco di luoghi verso i quali andare per togliermi un po’ fuori dai coglioni da questo ginepraio di scazzi che la vita si diverte a mettere sul cammino di ognuno di noi.
In cima all’elenco la Normandia, subito sotto la Sicilia. L’occasione si presenta “uozappando” con il Califoggiano (Fabio) una sera, il quale ha in progetto di scendere in Sicilia lungo costa col nuovo falcone (!).
E così in una assolata mattina di tarda primavera dirigo le mie ossa a cavallo della mia amata in direzione ostinata e contraria: sud profondo dove non avevo mai osato scendere.

A dire il vero il viaggio in buona parte è motociclisticamente parlando, noioso. No, non per l’andatura che il Califoggiano va più forte di me anche col monocilindrico, ma per le strade abbastanza dritte, trafficate soprattutto intorno Roma. Comincio a godere sotto al promontorio del Circeo: da lì in poi mi appare un’Italia che non mi aspettavo, piena di luoghi dove mi garberebbe fermarmi per un po’: Terracina, Sperlonga, Gaeta…poi saltiamo Napoli prendendo l’autostrada e ci fermiamo a Paestum per la prima tappa. Il secondo giorno riprendiamo da Castellabbate, lungo costa passando da luoghi incantevoli che ci hanno stoppato una miriade di volte rallentando il cammino. Ma ogni sosta valeva la pena e giù attraverso Pisciotta, Marina di Camerota, Sapri, Maratea dove ci facciamo una pausa pranzo con bagno in una spiaggia di ghiaia esagerata. Sarei vicino al Nirvana se non fossero per un paio di tette ignude che mi turbano…
Califoggiano ha bisogno di stabilire un piano: dove arriviamo? Io no, non ho quel bisogno. Non me ne fotte un cacchio della meta; potrei decidere di andare ovunque o di fermarmi per sempre lì. Ma siccome sono in debito di riconoscenza verso Fabio, mi adeguo (o cerco di adeguarmi) alle sue scelte. E allora inizia una lunga rincorsa, complici le strade per lo più dritte e con poco traffico, lungo la Calabria per arrivare in Sicilia. Intravedo Praia a mare, Scalea, Diamante, Paola, Amantea. Poi addirittura Marina di Palmi per un errore di “navigazione”, quindi Scilla ed infine nel tardo pomeriggio Villa S. Giovanni dove ci imbarchiamo per la Sicilia.

Messina ci accoglie stracolma di traffico e gioventù. Guido cercando di non distrarmi, ma i troppi culi e la stanchezza mi portano ad accumulare l’ennesimo distacco dal Califoggiano. Stiamo puntando a sud verso Catania ma è tardi ed appena fuori Messina ci mettiamo alla ricerca di un luogo per la notte. A Capo Scaletta fermiamo un signore in una piazzetta. La buona sorte vuole che sua cognata abbia un agriturismo “nella campagna” a due chilometri salendo su da lì. Saliamo per una stradina piena di brecciolino che sembra un serpente raggomitolato ed arriviamo in un luogo magnifico con visuale sullo stretto di Messina. Sotto di noi adagiata lungo mare c’è Reggio Calabria.

Il giorno dopo l’obiettivo per me è salire all’Etna. Ma lungo la strada pioviscola e nel traffico di un paese perdo il mio “Caronte”. In compenso trovo le indicazioni per andare in vetta e mi diverto! O come mi diverto. Bello il tracciato e bello il fondo, curvo e piego e mi sento garoso. Su fa freddo parecchio. Dopo un po’ Fabio arriva e scendiamo perché la pioggia sta aumentando. Più sotto vaghiamo mézzi di strizzo alla ricerca di un luogo dove pranzare ed attendere che spiova un po’. Finiamo in un ristorante dove festeggiano un paio di comunioni. Ci piazzano in una saletta con tv e ci guardiamo la motogp. Mangio troppo. Non sto una sega bene. Ripartiamo direzione Ragusa per strade interne veloci e piacevoli. Voliamo. L’obiettivo è Kamarina dove Sweetly Brutal ha prenotato per noi una stanza per quella notte dentro uno dei residence utilizzati dalle Aquile dell’Etna. Il gruppo siciliano ha organizzato il raduno di area mediterranea del MGWC e noi cogliamo l’occasione per fare un saluto. E così giungiamo nel tardo pomeriggio al raduno. C’è una bella aria, tante belle Guzzi e rigorosamente Guzzi e facce conosciute. Assistiamo alla serata finale del raduno. Per me è un ambiente sostanzialmente nuovo del quale le dinamiche sono un mistero. C’è una bella aria familiare e pare strano che tutto questo possa esistere solo per la passione per una determinata marca di moto. Ma tant’è.

La mattina dopo, Califoggiano punta verso nord all’appuntamento coi suoi amici per i quali è sceso in Sicilia. Ed io proseguo da solo il mio viaggio.
Prima di partire mi ero documentato su quanto la Sicilia poteva offrirmi. E mi ero reso “finalmente” conto di quanta ricchezza quella terra ha. Veramente è come per un golosone entrare in una mega pasticceria e non sapere da dove cominciare. In quei casi lì o ti blocchi, o mangi alla rinfusa ciò che ti capita a tiro. Ben consapevole di non poter vedere che una piccolissima parte dell’isola, scelgo di girarla tutta alla zingara senza programmi, un po’ come se fossi in volo, un motonauta nello spazio. L’obiettivo è quindi farmi un’idea di massima, immaginando poi, magari in un’altra vita, di tornare per visitare meglio qualche determinata zona.
Per cominciare mi voglio guardare i luoghi di “Montalbano”. Ho amato prima i libro di Camilleri poi la fiction televisiva. E così Punta Secca, Donna Lucata, Ragusa, Plaja Grande…poi mi dirigo verso Agrigento sempre lungo costa. Zona di viticoltori e di produzione massiva di ortaggi. Trovo un gruppo di guzzisti ellenici e faccio un po’ di strada con loro. Attraverso l’abitato di Gela e sfioro Licata e proseguo su. Valle dei Templi, pausa pranzo, troppi turisti.
Riparto e seguo le indicazioni per la Scala dei Turchi. Ma non scendo dalla moto, sto ancora riflettendo su come impiegare il mio tempo in questo viaggio. Non ho ancora deciso che “strategia” adottare per fare strada e nel contempo godermela. Quindi torno indietro e salgo lungo costa e passo sotto Siculiana adagiata su un colle. Nell’interno tuona, c’è un temporale in corso. Il “nero” si sposta verso la mia direzione. Decido di spingere la mia moto ancora un po’ verso ovest sperando di schivare i nuvoloni. Sciacca, Menfi e Selinunte. Stop a Selinunte. Mi giro il sito archeologico. Intanto il temporale non è completamente schivato ma conto di avere almeno un’oretta di tempo prima che venga giù il mondo anche qui. Quindi riparto verso Mazara del Vallo e poi Marsala ed il rischio pioggia finisce del tutto. Devo decidere dove fermarmi ma ancora è presto. Vedo Marsala imbandierata per la festa della Repubblica. Garibaldi a Marsala e la barzelletta sui carabinieri che assaggiano la benzina sono le uniche cose che la mia cpu riesce a trovare nel mio ridotto hard disk. Esco dalla città e mi dirigo verso Trapani e devio per lo Stagnone dove c’è l’isola (credo sia privata) dove un tempo sorgeva Mozia antica città fenicia. Sullo sfondo l’Isola Grande che semichiude lo Stagnone ed i molini delle saline al cala sole. Spettacolo. Riprendo il mio cammino e salgo verso Trapani cercando di trovare un posto dove dormire. Seguo delle indicazioni e capito in un albergo dentro Trapani sotto Erice.
Il tempo di scaricare, fare una doccia e scendo in moto al porto per cenare e guardarmi la città. Questa falce di terra che si insinua nel mare ha una collocazione meravigliosa: al sud la zona delle saline; davanti ad ovest le Egadi, a nord le spiagge ed il litorale che va verso S.Vito lo Capo e a est il monte dove c’è Erice. Ed ha pure tanta storia alle spalle come tutta la Sicilia, dalla preistoria ai giorni nostri passando dai fenici, romani, normanni etcetc…meriterebbe almeno 3 giorni di sosta. E meriterebbero pure le Egadi e la tonnara di Favignana.
Non ho quel tempo a disposizione: sono un motonauta e devo muovermi.

Così la mattina dopo parto presto per salire ad Erice e godermi questo luogo straordinario ed il panorama circostante. Compresa una splendida colazione con un paio di “genovesi” al pistacchio e alla crema di limone…dopo Erice scendo lungo la litoranea e mi imbatto nella tonnara di Bonagia. Poi punto verso S.Vito lo Capo; c’è tanta gente. Si è fatta una certa e mi accatto un panino e mi dirigo verso una spiaggia che avevo visto arrivando. Moto a vista mi tuffo in un acqua gelida e splendida che mi ritempra e ricarica istantaneamente. Guardo la mia guzzi california poggiata sul cavalletto laterale e carica come un mulo e mi viene voglia di farci un giro. Rimonto e punto alla riserva dello zingaro. Mi godo il panorama straordinario che questo tratto di Sicilia offre. Come il giorno prima per la Scala dei Turchi, non posso fermarmi e farmi la camminata necessaria. Non me la sento di mollare la moto lì lontana dai miei occhi. Per cui riprendo la mia strada lentamente voltando il capo ovunque. Anche qua tornerò con l’obiettivo di andare al mare.
Punto a farmi la strada interna per Alcamo saltando Palermo. Ma incoccio le indicazioni per Scopello. E che non mi faccio un caffeino a Scopello? La baia coi faraglioni è purtroppo intasata di imbarcazioni da diporto, ma il panorama resta strepitoso. Sorvolo Castellammare del Golfo con la mega spiaggia e punto su Alcamo e Partinico. Salto purtroppo Monreale che meriterebbe invece una sosta almeno per il duomo. Mi ritrovo ai margini di Palermo e cerco di evitare l’autostrada per uscire ma all’altezza di Bagheria mi arrendo e mi butto sulla A19. Nella mia testa si materializza la meta di giornata: Cefalù. Ci arrivo e sono le sette di sera. Il passaggio a livello è giù da almeno mezz’ora e si è creata una coda luuunga di traffico in entrata. In paese c’è un casino che la metà basta. Varie peripezie per trovare una sistemazione; poi alla fine mi sistemo in un albergo in riva al mare. Dalla mia camera godo di uno spettacolo meraviglioso al cala sole e la mia moto parcheggiata sotto lì ci sta d’incanto.
E’ una tiepida sera di giugno. Sono sul terrazzino di camera davanti al mare seminudo dopo essermi goduto una doccia di mezz’ora. Sogno una cena di pesce e magari una donna. Bussano alla porta con discrezione. Apro e mi appare Alessia la simpatica ragazza della reception con un cannolo appena fatto in un piatto…vado a cena dove lei mi consiglia. Passeggio per il borgo e posso dire di essere felice. A mezzanotte sul terrazzino mi pappo il cannolo e tutto è così dolce come solo quando stavo dentro il ventre di mia madre.

It was an early morning yesterday, I was up before the dawn
And I’ve really enjoied my stay, but I must be moving on
Supertramp, Goodbye Stranger 1979

Parto presto. Ho in mente il Parco delle Madonie. Al santuario della Gibilmanna sono completamente solo. L’aria è tiepida e splendente e c’è tanto sole e tanto silenzio. Mi fermo lì davanti con la moto e lascio svanire le mie velleità spirituali nel fumo della sigaretta. Riparto e salgo. Freschino. Tracciato bello. Asfalto pessimo. Ma mi diverto cmq col cali. Non è una moto da corsa e le buche le regge bene. Piano Battaglia, Petralia Soprana, Gangi, Sperlinga, Nicosia in provincia di Enna…posti incantati che non ti aspetti. In lontananza il versante nord dell’Etna, ancora innevato(?). C’è Bronte da raggiungere, ma ho un po’ freddo ed ho voglia di andare al mare. Quindi attraverso il parco dei Nebrodi e torno sulla costa. Non prima di aver incontrato un cerbiatto sul ciglio della strada ed un falco ad ali spiegate e coda aperta in posizione di stallo che osserva dall’alto una qualche preda. Lo colgo con lo smartphone in qualche foto purtroppo rivelatasi poi scadente e sgranata.
Attraverso un paese e mi faccio fare un panino in un negozietto di prodotti tipici dove c’è una ragazza strepitosa, credetemi stre-pi-to-sa (e simpatica), che mi consiglia. Sono di nuovo sulla Ss113 litoranea nord in direzione est e cerco un modo per passare oltre la ferrovia e tuffarmi nel mare blu. Spiaggia di ghiaia, non c’è nessuno. Mi spoglio e mi tuffo. Acqua più calda. Nuoto e mi perdo ad osservare il fondo con la maschera dietro una scogliera. Esco ed in spiaggia sono scese quattro o cinque persone dalle villette che stanno lì. Il panino con un salume tipico dei Nebrodi e la scamorza affumicata è strepitoso e “forte”. Sono di nuovo in paradiso con la moto lì sulla stradina sterrata a dieci metri da me. Poi il sole comincia a picchiare un po’ troppo. Mi rituffo veloce e mi rivesto semi bagnato e riprendo il mio viaggio.
Saranno le 4 del pomeriggio e non so bene cosa fare. Ho varie opzioni in mente, nessuna prevale sulle altre. Quindi proseguo lungo costa fino a Capo D’Orlando. Pausa e passeggiata. Il posto meriterebbe un altro bagno ma c’è vento e non è più così caldo. Devo decidere come tornare a casa, se prendere un traghetto a Messina o farmela come all’andata. L’incertezza svanirà al porto di Messina non trovando la biglietteria aperta per fare un conto di quanto mi costerebbe il traghetto notturno per Salerno. Così torno in Calabria e mi fermo per la notte nell’incantevole Scilla.
L’albergo stavolta è da battaglia. Ci sono 3 motociclisti inglesi attempati anziché no, che hanno spedito le loro (brutte) moto da Londra a Prato e poi sono scesi in Sicilia e ora sono di ritorno.
Il lungomare è straordinario. La cena no. Scarsa qualità e prezzi esosi. Non comprendo che politica turistica hanno scelto da queste parti. Dubito che sia la via giusta quella di fregare i turisti.

La mattina dopo i 3 inglesi sono in partenza come me. Hanno due Gs ed una triumph enduro (non so che modello, ma non la tiger). Vanno a Terracina dove hanno prenotato per la notte. Io invece sono atteso all’ostello di Salerno. Sono lì che carico la mia moto in garage quando i 3 mettono in moto. Che cacofonia! Due frigider ed una lavastoviglie. Credetemi soprattutto il motore Triumph emette un suono schifoso, con dei sibili e fischi che sembra ci sia uno stadio lì che disapprova! E io ho i conati di vomito ma per fortuna se ne vanno ed il suono rotondo e musicale del mio bicilindrico rimbomba nel garage e mi torna il buonumore. L’aria mattutina è fresca. Cerco di rifarmi la strada che ho fatto all’andata e più o meno ci riesco. A mezzogiorno ho fame e sono ad Amantea. Mi fermo ad un bar. Stanno uscendo dal forno degli arancini che rilasciano un profumo da lacrime e sbavo come un neonato. Me ne accatto un paio e riparto cercando una spiaggia. Non è difficile trovare una spiaggia in Calabria ovviamente. Deserta poi. Stessa scena del giorno prima: moto a dieci metri coi miei vestiti sopra. Maschera, boccaglio e nuotata. Mi gusto gli arancini bevendomi una birra fresca.
Il tempo di annoiarmi del luogo e del sole e riparto lungo costa verso nord.
Sosta a Praia a mare. Scendo proprio giù che all’andata sono passato veloce. Sono lì davanti all’Isola di Dino o come si chiama. C’è un bel paio di figliole stese al sole. Gelato e caffè al bar. Il barista dice che di estate è stracolma quasi sempre. E quasi tutti napoletani. Immagino sia il classico posto che d’estate eviterei come la peste, non per i napoletani sia chiaro, potrebbero essere pure marziani sarebbe lo stesso. Odio i posti affollati.
Ma adesso è splendido con la sua sabbia e gli scogli scuri e la ferrovia a ridosso.
Per strada ci sono molti banchetti che vendono maglie e bandiere della Juventus. A dire il vero tutta questa parte del sud compresa la Sicilia, pare essere popolata da tifosi juventini. Sul ciglio della strada una mega pubblicità mi invita a comprare la maglia commemorativa della Juventus campione d’Europa! Mi sono perso qualcosa…pochi giorni fuori dal mondo e la Juve ha vinto la Champions? Non mi torna tanto. Nuvole nere nella mia testa e nuvole nere sopra la mia testa. Così mi accoglie la Basilicata. Più su a Sapri pioggerella che mi accompagnerà lungo tutto il Cilento. Punto verso Paestum dove c’è di nuovo il sole. Quindi verso Salerno alla ricerca dell’ostello che è in pieno centro storico ed ammattisco per arrivarci.
Il centro di Salerno mi sorprende parecchio. La Salernitana ha vinto il campionato e tutto è imbandierato. L’ostello è felicemente abitato da ragazzi e ragazze più o meno giovani e più o meno stranieri. Cena dal “Duca”, pizzaiolo napoletano consigliato direttamente da mio fratello, che mi spiega l’arcano delle maglie commemorative juventine: vale la pena investire e provare. Se va male con le vendite di prima della partita più o meno ci vai in pari. Se va bene guadagni una decina di volte quanto hai investito. Ma mi rassicura che la Juve non ha vinto la Champions.
Due passi in centro poi nanna che sono sfatto.

Dormo come un sasso e parto presto. Ultimo giorno, in serata vorrei essere a casa. Ma fa caldo. Un caldo afoso terrificante. Salerno è avvolta nella foschia e l’aria è ferma. Prendo l’autostrada e volo verso Orte che è la mia uscita preferita quando torno su da questo lato. Due ore di autostrada belle pesanti per via del caldo. Fino al giorno prima viaggiavo con giubbotto estivo e felpa sotto. Oggi starei nudo. Da Orte punto Viterbo sulla superstrada e poi devio per la Cassia ed il lago di Bolsena. Da lì Pitigliano, Manciano, Scansano e mi diverto come un bambino in quelle strade deserte, perfette di asfalto e divertenti come tracciato. Alle due pausa pranzo a Scansano nel solito luogo dove mi fermo di solito. Sono rientrato a casa mia, sulle mie strade, quelle che conosco meglio.
Poi variante aurelia noiosissima fino a casa.
Quasi 3.500 km in otto giorni. Nessun problema di nessun tipo alla mia splendida stone del 2003 che alla partenza segnava 104 mila km e rotti e all’arrivo è sopra i 108mila. Goduria pura ancora una volta…io aspetto ancora che mi lasci a piedi almeno una volta. Temo che sarò io a lasciarla ferma prima o poi, quando smetterò questa mia carriera da motonauta.

Gerico Benedetti / nedo

Foto di Nedo e Califoggiano

93 e 15. Storie di Anni Paralleli

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Lo stupendo libro con le firme ideato da Paolo Gambarelli.

C’è una canzone molto bella. Si chiama Rette Parallele ed è cantata da Dente.

In occasione dell’ultimo Incontro di Primavera è stato consegnato a Roberto il Libro delle Firme.
E’ il libro che raccoglie tutte le sottoscrizioni alla nostra petizione affinché la Primo Moretti venisse riconosciuta dopo 93 anni di ininterrotta attività Concessionario Onorario. Pur essendo sempre l’ultima a morire la nostra speranza nei confronti del Gruppo Piaggio non è stata mai molto solida, ma non è questo il punto; sapevamo di fare una cosa giusta indipendentemente da come sarebbe finita e così è stato. Le 1650 firme sono state la nostra conferma e ciò che ora è per noi importante
è sapere che Roberto continuerà la sua storia insieme alle migliaia di storie parallele dei guzzisti di ogni parte del mondo che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e sostenerlo.

Storie di rette parallele.

Sono 15 anni che è nata Anima Guzzista. Si sa, i 15 anni sono anni sempre un po’ difficili, anche per noi giovani adolescenti guzzisti; soprattutto quando Rosella e il nostro Presidente Alberto decidono giustamente di riposarsi un poco. Non è e non sarà un periodo facile e Anima Guzzista per forza di cose cambierà o forse anche chiuderà.
Molti, in questi anni, sono stati gli obiettivi raggiunti, tutti a loro modo importanti, ma ciò che ora più ci rincuora ma anche inorgoglisce è sapere che qualunque cosa accadrà, grazie ad Anima Guzzista tutti i 400 soci e le migliaia di persone che hanno conosciuto questa Associazione potranno percorrere le loro storie come fossero rette di tanti rettilinei paralleli.

Scout

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Scout Moto Guzzi
di Alberto Sala

 

Arte del riciclo, nel vero senso della parola. Sono tempi duri, e i tempi duri ti costringono ad aguzzare l’ingegno. Una moto invenduta a volte può rinascere con vita nuova, soprattutto se sei bravo a darle una nuova personalità… e un bel nome.
Un vecchio protagonista di alcune delle prime pagine di Anima Guzzista ha preso per le mani una nuova V65 TT, nuova nel senso di invenduta, e in considerazione della bontà della base, si è posto la domanda e si è trovato la risposta, per dirla alla Marzullo. Ma la domanda non era solo il semplice “come posso rinfrescare questa moto e renderla attraente a un nuovo acquirente?”, punto di partenza che potrebbe aprire (quasi) infinite possibilità, ma come fanno gli artisti scegliendo la materia, si è dato un confine preciso. “la moto deve poter essere totalmente reversibile e a norma di circolazione”. Azz… ecco che le infinite possibilità si riducono drasticamente. Non posso più farne un dragster, per esempio. O una bagster. O una hipst… ehm ok.

Scout Moto Guzzi
Più la guardo e più penso alla parola “semplicità”. Credo che il risultato sia molto vicino all’estrema sintesi che quella parola evoca. Con pochi intelligenti interventi questa endurina tipicamente anni ’80 ha fatto un salto in avanti di 30 anni, diventando una freschissima scrambler, obiettivo scelto non tanto perché di moda adesso, ma perché semplicemente logico, partendo da un TT.

Il tutto, senza – ripeto – un solo punto di saldatura, o modifica ad alcun attacco o altro.

Si potrebbe dire anche che il grosso del lavoro in pratica non si vede, se non in alcune delle foto che riprendono alcuni dettagli dietro le quinte.

Quello che è servito è una sfilatina di forcella, per lenire l’effetto impennata e mettere in bolla la meccanica; un bel serbatoio dello Stornello 125 scelto appositamente, non solo perché – tanto per complicarsi ancora la vita – si era messo l’altro piccolo confine di usare il più possibile elementi originali Guzzi, ma anche per la sua leggerezza e il suo tocco anni ’70, rafforzato dal traliccio inferiore di raccordo; un paio di fiancate prese da una V7 riverniciate, alcuni dettagli come le frecce originali dell’epoca T3, piazzate sempre sotto al faro e non allineato ad esso (come facevano i giapponesi), un piccolo parafango preso da un cinquantino dell’epoca dei pantaloni a zampa, una sella Ducati Scrambler modificata e rivestita (unico trapianto selvaggio), più tutta una serie di piccoli dettagli, come la raffinata grata a proteggere il faro (faro di provenienza Nevada) ispirata a quello della Lodola Regolarità, fatta sul perimetro interno del faro per snellirlo.
Infine, il nome. Sarà che mi sta particolarmente simpatico, ma credo che raramente nome sia così appropriato come in questo caso. Scout la definisce perfettamente come moto da esplorazione, come moto leggera, solare, essenziale, pratica. Ma anche gran bella!!

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Nello

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Il mio Calincontro quest’anno comincia con un giorno di anticipo sul solito, parto di mercoledì e sperando nel bel tempo cercherò di visitare qualche museo e centro storico che ho messo in agenda.

Parto in ritardo, ma decido lo stesso di fare il passo di Forca d’Acero per poi scendere verso Villetta Barrea e Isernia. Quando arrivo sul posto mi rendo conto che il passo è in nube e piove, così tiro dritto per Atina. La strada la facevo abitualmente tanti anni fà, la ritrovo uguale, molto verde, poco traffico, e un sacco di autovelox fasulli …
Il valico per Isernia è bello, però la strada tortuosa e l’asfalto molto sporco lo rendono particolarmente lento.

Nel pomeriggio sono vicino Campobasso , panino al sacco e rotta verso il Gargano per la strada più veloce che finisce a Termoli, la SS647, con vista sul lago di Guardialfiera. Anche la strada che scende a Vieste costeggiando il laghi di Lèsina e Varano offre bei panorami. Mi affido a google maps per arrivare al campeggio San Pablo, però invece della direzione per Vieste, che credevo ovvia, mi fa andare dalla direzione opposta, poi altre strade, poi … una simpatica la stradina nella jungla, anche breve tutto sommato, però quando il pulman turistico mi ha fermato per sapere se andava bene per l’autostrada mi sono preoccupato.
Arrivo in campeggio, checkin, allestimento tenda, doccia e ripartenza per Vieste per il girello turistico

Giovedì, partenza per Manfredonia, destinazione Museo archelogico nazionale e relativo Castello. Chiuso per lavori.
Pausa caffè e maritozzo, poi partenza per Castel del Monte, passando per le saline di Zapponeta e Margherita di Savoia, con sosta d’obbligo per vedere i fenicotteri rosa. Infruttuosa, vedo solo gabbiani e sterne. Scorta d’acqua ad un alimentari, dove mi danno qualche informazione sulle strade da evitare e ripartenza.
La strada è lunga e veloce e la vista del Castello di Federico II molto appagante.

Molto Bello. Sinceramente pensavo di trovare il castello con allestimento interni in stile medievale, quantomeno dell’epoca, invece è vuoto, a parte qualche basso rilievo e residui del mosaico. Dalle legende scopro che la seconda e terza moglie di Federico sono sepolte nella cattedrale di Andria, che è di strada.

Attendendo l’apertura della cattedrale faccio una sosta defaticante con caffè e gelato a piazza Catuma e visito il centro storico di Andria. Molto bella la cattedrale e molto curato il soccorpo che ospita le tombe di Jolanda e Isabella.

Ripartenza per Vieste. Questa volta in prossimita di Manfredonia avvio il navigatore offline per raggiugere il campeggio con strade normali, ma già al distributore mi suggeriscono di allugare per la tangenziale ed evitare il traffico, che il navigatore non prevede … gira a destra, gira a sinistra, svolta quà, vai di là, poi una stradina, poi … una mulattiera ! Non riesco a fare inversione e continuo. Il panorama è bello, faccio una foto per i posteri e gli archeologi che mi ritroveranno mummificato insieme al California.

Calincontro Garganico 2015 Nello deviazione viesteInfine il Campeggio ! baci e abbracci con gli altri calincontristi. La zona tende si è popolata, faccio una doccia defaticante e poi concludo la bella giornata con la cena tra risate, genziana e cazzeggio vario.

Venerdì, primo giorno ufficiale del calincontro, destinazione San Giovanni Rotondo e il santuario di Padre Pio. Percorso, la jungla.
Fabio fa l’andatura, ma non scalda bene le gomme e si deve “fermare” a raccogliere serbatoio e sella lungo la strada. Applausi e perculamenti degli spettatori. Tutti interi raggiungiamo il Santuario. Al ristorante del hotel Sirios incontriamo l’altro gruppo di calincontristi, capitanati da Carmine. Pranzo ottimo, come al solito.

Ritorno sulla litoranea, passando per il vecchio idroscalo della Marina Militare, poi sosta defaticante alla foce di Varano, dove trovo il gruppeto laziale. Arriviamo al camping attraverso la bellissima foresta Umbra. Come di rito doccia, cena e cazzeggio etilico dove faccio la conoscenza dell’Amaro amaro di Skiantokescia e di altri liquori non commerciabili di cui non ricordo più il nome.

Sabato. Il giro passa sulla litoranea per Peschici con sosta birretta a Rodi Garganico, per proseguire verso San Giovanni Rotondo, dove pranziamo al sacco con tranci di pizza e affettato di Caciocavallo. La meta è Monte sant’angelo per la visita del santuario o del castello. Il santuario l’avevo già visto ad Aquile Garganiche.

Al ritorno trovo sulla strada un gruppetto fermo intorno alla moto di Zio Vittorio, ha la gomma bucata. Riusciamo a gonfiarla alla meno peggio con una bomboletta riparagomme e raggiungiamo un distributore di Mattinata, dove con l’aiuto di alcune persone del posto, molto gentili,  troviamo un gommista auto, che però non può aiutarci. Così ci affidiamo al soccorso stradale che ci promette di ripararla per il lunedì. Zio Vittorio diventa il mio passeggero fino alla fine del calincontro.
Cena deliziosa a base di pesce presso il campeggio. Complimenti alla signora Marilina. Tasso alcolico tenuto abbastanza alto con numerosi “brindisini” e continuato nel dopocena con il solito sturalavandini, mirto, amaroamaro (usato anche come punizione).

Domenica, giornata finale. Quasi. Dopo aver percorso la foresta umbra scendiamo verso San Giovanni Rotondo, ombellico del calincontro. La strada che sale a Borgo Celano passando per Rignano garganico e la più bella, motociclisticamente parlando, di tutto l’incontro. Proseguendo per l’agriturismo di Stignano dobbiamo fare una sosta all’omonimo Convento per una processione, e con GianPaolo ne approffitiamo per una visita e qualche foto.

Al ritorno foto di gruppo degli ultimi rimasti sul belvedere di Manfredonia e poi sosta per una birra sulla spiaggia di Mattina

Lunedì bagagli, Piero carica sulla moto di Tatiana la borsa di ZioVittorio, Gianni lo Zio e si parte. Non prima di ricevere in dono da Fabio una scorta di ciambelline e caciocavallo avanzato dal picnic del sabato. A Manfredonia Vittorio recupera la moto dal gommista, fiaccamo benza, saluti e l’ultimo gruppetto fa rotta per il lago di Bomba vicino alla Majella. Non mi faccio mancare una deviazione non voluta per Apricena.
La strada che porta al lago è un tormento, completamente franata. Alla sosta benza ci suggeriscono di scendere e prendere la superstrada perché più avanti è anche interrotta. Nel pomeriggio riusciamo a raggiungere il lago. Sosta, vorrei visitare il paese di Pietraferrazzana ma si è fatto tardi, anche per tornare a casa, e decido di fermarmi insieme a Piero, Maria e Gianni. Dopo un po di tentativi riusciamo a trovare un B&B aperto a S. Vito Chietino. Cenetta simpatica a base di fritto misto di pesce e visita al centro storico. Il martedì ci separiamo all’altezza di Chieti, Piero e Maria destinazione Rovigo, Gianni alle orobie, io Roma.
Visto che c’è tempo ne approfitto per visitare il centro storico di Popoli e la Rocca dei Borgia a Subiaco, dove faccio anche una sosta birretta e cerco di finire il caciocavallo. Un paio di sublacensi si siedono al mio tavolo per chiedermi come va la California, da dove vengo, dove vado …

Grazie a Fabio per l’organizzazione e un saluto alla Compagnia

Nello
p.s. Gianni delle orobie mi ha promesso di farmi avere le sue foto entro un paio d’anni

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015 – Galleria fotografica

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Foto di: Pandora, gpbertch, Nuradler, Carthago, Nello, Fabio

 

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Carthago

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da Carthago

 

Mercoledì, 29 Aprile.

Qui incomincia il mio Calincontro Garganico: Gianni delle Orobie suona in ditta alle 15,55 troppo preciso. Ore 16,05 partenza da Filago direzione Lodi.
Autostrada sino a Bologna, dove all’area di servizio Sillaro Ovest abbiamo appuntamento con i Tatiani.
Ho un pò di apprensione, è il primo viaggio con la Griso, prima ero abituato meglio
Tra gocce di pioggia, nuvoloni, e sole, arriviamo alle 18,50 all’area di servizio. Il tempo di togliere il casco, e sento gli scarichi Agostini della Nevada di Tatiana, e dietro Piero col V11. Saluti, baci, abbracci, ed un signore Toscano, ma che vive in Umbria che ci raggiunge e incomincia a dire che anche lui ha una California, dove andate, cosa fate, bla,bla,bla.
Già, che facciamo? Sono le 19.00, mancano circa 180km a Senigallia, l’hotel Palace ci aspetta. Sguardo di intesa, pieno e via. Tatiana fa l’andatura , e che andatura. Insomma alle 21.00 siamo già nelle nostre stanze. Io e i Tatiani decidiamo di andare a mangiare un boccone. Ma prima spostiamo le moto nel cortile dell’albergo, lontano da sguardi indiscreti. Proprio sotto l’hotel c’è una vecchio alimentari, adibito ad osteria, da Bruno. C’è posto per 3? Si li sulla botte. Benissimo. Arrivo subito. Mentre aspettiamo mi cresce la barba di mezzo centimetro . Ok, arriva, ma prima porta in vassoio al tavolo vicino. Scusi cosa è quello? E’ un po di tutto, se volete lo faccio anche a voi. Va bene. Cosa bevete? Io e Piero birra, credo un litro e mezzo, Maria acqua. Acqua? Parliamo di un po di tutto, vita privata, lavoro, figli, figlie. Debbo dire che è sempre un piacere la compagnia dei Tatiani, sono persone genuine, che fanno della loro semplicità un caposaldo incontrovertibile di come una coppia possa ancora andare d’accordo dopo tanti anni, con Piero sempre così premuroso nei confronti di Maria, ma anche lei lo è altrettanto con Piero. Non so se mi sono capito, o spiegato. Arriva il tagliere, mamma mia, che spettacolo. Non lo descrivo, vi faccio vedere le foto.


Nel frattempo arriva Gianni, che ha preferito cenare in camera sua, e si siede con noi. Peccato perché il posto è proprio davanti alla porta, dove un bimbino piccino continua ad andare avanti e indietro ad aspettare la sua mamma, ed è impaziente finchè non arriva. Altri invece fanno la spola avanti e indietro per uscire a fumare. Gianni sempre molto educato, si alza, sposta lo sgabello, si risiede, si alza, sposta lo sgabello, si siede … a me sarebbero già girate a mille. Anzi a 1100
Mentre degustiamo il cibo succulento, scriviamo a Pandora, con cui l’indomani ci saremmo incontrati per fare strada insieme, io con Nuradler, Luca46, dai vieni domani, quando parti, su dai, e così finisce la serata.
C’è tempo per un giretto nella piazza, davanti all’Hotel, la famosa ROTONDA SUL MARE. 4 amici chiedono a Gianni di fare una foto, i 2 ragazzi sono Italiani, le 2 ragazze inglesi. Siamo stanchi, abbiamo percorso 400km, almeno io e Gianni, ed un buon riposo è quello che ci vuole.
Ok, rientriamo, ci diamo appuntamento domattina alle 8.00 nella sala colazione, per proseguire la marcia di avvicinamento al CALINCONTRO GARGANICO. Anche se per noi, è già cominciato.

Continua …..

Luca

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Califoggiano

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di Califoggiano
Scusate l’assenza ragazzi, ma al rientro sono andato diretto in ufficio e da lì è ricominciato il solito tran tran , con poco tempo libero da dedicare alle considerazioni finali di questa MERAVIGLIOSA edizione
Il Garganico è in archivio, è difficile descrivere l’emozione che ho provato a guardare la mia terra coi vostri occhi, a sentire i vostri commenti entusiasti su percorsi, paesi e paesaggi attraversati!
Il meteo è stato dalla nostra parte anche stavolta e ci ha permesso di godere di un bel weekend (luuuuuuuungo per molti) all’insegna dell’allegria!
C’è un’immagine di cui son proprio contento e che ogni volta che tornerò a Vieste si farà strada tra i ricordi:

Eravamo tanti anche stavolta e non è stato semplice gestire tutto, ma siamo riusciti a venire a capo dei disguidi e far sì che tutto funzionasse al meglio!
Del resto che non avessimo gli astri dalla nostra parte si era capito già giovedì, quando dopo il viaggio da zavorrino di Edo (in colonna orobica allargata, con ansia da rifornimento ) nell’ordine:
-arrivato al box non trovo le chiavi della moto
-chiamata di Rotondo che mi fa fare cattivi pensieri
-trovate le chiavi, moto che va a 1 (risolto con cambio candela)
-arrivato in camping il casino delle lenzuola

Ma come sempre gli abbracci e le chiacchiere con gli amici, la conoscenza dei nuovi arrivati e lo spirito allegro e scanzonato sistemano tutto.
Poi solo per citare qualche altro episodio dei giorni successivi:
-scivolata venerdì mattina poco dopo la partenza da Vieste, causa olio? Gasolio? in una curva: non capisco bene cosa stia succedendo fino a che non vedo la ruota posteriore sorpassarmi aziono il sedile eiettabile ma qualcosa va storto e non mi riesce il lancio dalla moto per evitare la caduta, in compenso una volta a terra si staccano sella e serbatoio
-pizzaiolo del pranzo che richiamato sabato mattina da Rodi per confermare l’orario (e meno male!!), mi fa: ma non era domani?
-nel traffico di San Marco in Lamis sento squillare il telefono e riesco a rispondere: è luca46 che pensavo avesse problemi a trovare l’agriturismo visto che si era avviato col manipolo RAPIDO dal mattino.. ed invece era già lì ma il proprietario aveva perso la nostra prenotazione Me lo passa, lo minaccio di morte istantanea visto che eravamo quasi arrivati ed alla fine riusciamo a sistemare tutto.. fortuna (sua ovviamente) che avevo dietro il foglio della prenotazione e che l’avevo chiamato non più tardi di 4 giorni prima per confermare il numero

Nonostante si sia avvertita l’assenza di alcuni amici durante i dopocena etilici abbiamo passato delle belle serate ed istituito la giusta punizione per che commette delle mancanze: il temutissimo AMARO AMARO, portato da Scianktokescia direttamente dal Convento dei frati Sodomiti
Una goccia di quello ed anche lo Sturalavandini di ROtondo diventa una delizia
Vabbè, qualche altro episodio divertente lo racconto più avanti, intanto vi voglio ringraziare TUTTI

Un enorme GRAZIE a:
-Camping San Pablo e Marilina, Roberto e Francesco per accoglienza e bontà delle cene
-al Gargano col suo mare ed i suoi monti, che ci ha resi tutti più belli
-al comune di Vieste che ci ha permesso di parcheggiare a Marina Piccola, normalmente vietata ai veicoli

E soprattutto, in ordine sparso:
-al Console, per la tenacia e la forza d’animo, una lezione per tutti. 4 giorni assieme sono un dono, le scorregge notturne un po meno
-al Senatore, per la disponibilità e, soprattutto, per la PRESENZA dopo tanto tempo
-ai Tatiani, che riescono sempre a far sorridere e tirar su chiunque e a cui voglio un sacco di bene nonostante non abbiano portato il Capitan Pipa come promesso
-al Tenente, che mi ha scorazzato per 850km e che s’è sbattuto non poco a far da scopa durante i giri.. Una certezza!
-agli orobici (Luca, Giulio, Gianni) con cui si scorrazza spesso su strade di casa loro e che son davvero felice di aver portato “a casa mia”
-al MGWC Aquile Garganiche, ovvero Giovanni, Antonio, Vincenzo, Michele, Matteo etc etc, per la disponibilità e l’aiuto durante i giri
-al Calincontabile per i preziosi servigi resi ed a lui ad al suo gruppo di infedeli per l’allegria che han saputo portare La prossima volta più prestazionali nei dopocena però
-a Luca46, Panatta Nevada e DJ Crash per la ventata di gioventù e di gas sui percorsi
-a Goldrakerm per le risate etiliche e il divertimento su strada
-a Pandora, al suo Vraaaa ed al suo temperamento che nei dopocena tira fuori il meglio
-a Nello, uno spasso come sempre e per il servizio autista reso..
-a Zio Vittorio, una bella scoperta! Per rimanere una notte in più con noi non c’era bisogno di bucare: vabbè la timidezza però..
-a GPBertch, amico di tante avventure dai monti ai laghi fino alle piscine
-a Caligigi, una bella conferma
-a DottorSpock, Santus e Orso Bianco, felicissimo di avervi ospitato dopo tutte le volte che sono stato io da voi
-a LCocolao, mitico!
-al Duca, Fede, Dingo e Simone ed il Gruppo Vacanze Abruzzo, sezione dello Stormo Guzzista, Nando, Ivano, Marco e rispettive consorti: grandi sia in strada, che a tavola, sempre pronti a stappare, fare foto e video, a ridere e scherzare: vi adoro
-a Scianktokescia, partito in solitaria da Firenze con sosta al convento degli ormai famosi frati sodomiti (spero tu non abbia dormito con loro ). Ora che l’AMARO AMARO è un’istituzione non puoi più assentarti
-al Pensionato, che ritornava a casa anche lui con questa edizione! Ti ho un po perso nei dopocena.. sarà che non c’era Nedo??
-a Dooan straordinariamente in veste di partecipante , @ngelspike e Clabo: prestazionali da mattina a sera, bravi Per i primi 2 è una conferma, Clabo è stata una piacevole scoperta.. spero ci saranno altre occasioni
-a Beppe ed ai suoi brindisini, a sua moglie (santa donna) ed al cane: uno spettacolo il sidecar tra le curve ed il proprietario tra le bottiglie, la sera
-a Daniele e Alberto, partecipanti ideali per allegria e spirito di adattamento
-a Almerico, che purtroppo non ho salutato Domenica ma che mi ha fatto molto piacere rivedere
-a chi non è venuto, ma ci ha fatto sentire la sua presenza
-a tutti noi, che siamo una squadra fortissimi!!!

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Orso bianco

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di Orso bianco

Per me una cavalcata di 1800 Km, partendo da Alghero, attraversando la Sardegna e l’ imbarco a Cagliari. Insieme a Rotondo, Dott. Spock, Santus la strada a seguire. La Campania , con il suo Vesuvio, l’ Appennino, le Puglie, il Molise, l’ Abruzzo, il Lazio e ancora il traghetto e il nord Sardegna.
Una galloppata continua, nello stile del Guzzista in possesso di mitiche Moto e chiappe a Km. illimitati. Erano anni che non lo facevo, il mio guzzi v65 correva come un mustang nelle grandi praterie. Correva docile e sicuro nonostante il travaso di olio dal cambio al cardano e dal cardano sul pneumatico.
Ho ritrovato il gusto del pieno dopo il pieno e correre a velocità di crociera, che senso ha andare veloci, si corre quanto basta. Con lo sguardo camaleontico,
un occhio alla strada e alla strumentazione, l’altro ad ammirare i paesaggi che ti vengono incontro e si fissano nella memoria.
Il Vesuvio e poi l’ appenino e ancora le pianure Pugliesi con la vegetazione cosi simile a quella sarda, l’ Asfodelo e la Ferula i boschi di sugherelle, e la meraviglia della Foresta umbra.
E poi dopo la maestosa presenza della cima innevata della Maiella, quasi ci ho girato tutt’intorno, che splendore.
I partecipanti al calincontro, tante persone diverse fra loro, unite da una passione per la Moto Guzzi, un insieme di pezzi unici nel binomio moto/persona.
Il parlare Italiano con inflessioni di Pugliese, Toscano, Emiliano, Lombardo, Veneto, Sardo, Catalano, un autentico minestrone buono, saporito…interessante.
I partecipanti al calincontro un insieme di Persone con moto uniche dello stesso Marchio con la stessa passione in comune, quella che ti fà da calamita per il Ferro Italiano.
Unico la spettacolo sulla terrazza di Vieste con decine di Moto Guzzi posteggiate davanti al mare. Se fosse avvenuto in Francia ai Francesi sarebbe scoppiato il fegato per l’invidia, fosse avvenuto in Germania, i Tedeschi si sarebbero inchinati ammirando in rispettoso silenzio, fosse avvenuto in Spagna, gli Spagnoli le avrebbero coperte di baci!
Cose viste ecco perchè le scrivo.
Noi Italiani questi momenti eccezionali li viviamo con assoluta naturalezza, è nella nostra natura di gente che cavalca un mito e quasi non ci fà caso.
La partecipazione al calincontro Garganico è stato un breve ma intenso intervallo di vita che scorre come l’asfalto sotto le ruote. Orso bianco.

Calincontro Garganico, 1-3 maggio 2015, Goldrakerm

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di Ricky Goldrakerm

 

… che forti che siete !!! … emozioni, emozioni, emozioni …
L’ultima volta che ho scritto qualcosa, ero per così dire in preda alle convulsioni … ero tornato dalla Sardegna e qualche giorno dopo sotto di me cavalcavo la Cali 1400……

Cosa dire, emozioni diverse… ma bellissime, forse perché la Puglia è stata estremamente generosa, adottandomi fin da piccolo fino all’età di 28 anni.
Il colore del cielo le coste frastagliate, il profumo del mare, mi ricordano con tenera malinconia e non nascondo un fastidioso nodo in gola, una parte della mia vita che non potrò mai dimenticare …

poi ci siete voi… quelli del calincontro … che si apre nel modo più impietoso … poche curve e il Calicapitano perde il controllo del mezzo a causa di un asfalto ingeneroso e cade …

… NO il Califoggiano NO !!! … si alza, fortunatamente non si è fatto nulla a qualcuno è andata peggio ma ne parliamo dopo … bene magnifico …
ma stranamente impreca … “oh !!! e che cazz… !!! sto facendo la doccia con la benzina e non mi passate neanche il sapone…” “…state pure con calma a fare un cazzo !!! … mi date na mano o no !!! …ma vaff..lo e che … ma porca p…a..”

…Niente, chi osserva e con calma parcheggia , chi si accende la sigaretta vicino alla benzina appena caduta dal serbatoio approfittando della sosta, chi fa finta di gestire il traffico … non passava nessuno … qualcuno meno fortunato esclama “… Ajooo , e non è giusto , è caddutto e non si è fatto nulla …”
ma che cazzo che amici !!!

Fabio fantastico… dopo 3 – 4 porchi, prende su il serbatoio , ci attacca il tubicino , due innesti ben messi, prende la sella , inserisce il tutto accende la moto … parte tutto a posto !!! forza seguitemi amici (BASTARDI) come non fosse accaduto nulla… “numero 1” …
Sono dietro di lui nessuna esitazione come non fosse accaduto nulla , vrraaaaaaaaaaaa come direbbe Pandora ,unica curiosità si sentiva puzza di benzina (la sua scia…)

Poi tutto perfetto … curve contro curve foreste, mare, solo qualche inconveniente minore cadutina in curva foratura ma niente di grave.
E poi i momenti di ritrovo … che dire … il dopo cena spettacolo … guerra fra titani il mirto di Rotondo e Il mirto di Fabio … lo “STURA LANVANDINI” ottimo direi, non oso dire altro… per non essere punito … punito dall’inesorabile bicchierino di :
“AMARO AMARO” abominio spremuto direttamente dei corpi dei frati sodomiti putrefatti !!!

La pizza che non arriva … come mai ? era per il giorno dopo … e allora Fabio ancora imprecando più che mai, agguanta 5 o 6 cacio cavallo e li affetta come se per le mani avesse avuto le palle del pizzaiolo …

… e poi ancora … risate, battute , un telefono che suona instancabilmente DRIN … DRIN … DRIN e qualcuno furioso … rispondi !!! o lo faccio io !!! niente, smette e poi ancora DRIN … DRIN … DRIN … la furia si impadronisce di lui, l’incredibile Hulk sembra a confronto Ken il moroso di Barbie … respon Dio … “…oh se sei tu con il telefono guarda … te lo tiro su per il c…o”

Starei ore a raccontare e questi 3 giorni … per non dimenticare nessuno ma rischierei di scrivere troppo … vorrei raccontare di tutti voi un aneddoto … Parlare della meravigliosa Tatiana e del suo fido Principe azzurro che le porta il caffè e lei lo caga … di Luca e di suo cugino – fratello … di Edo di quello con il Sidecar col can di quello con la motona 2300 … di quello che … di quello che … della figlia adottiva dei Tatiani (Pandora …)
e infine di Rotondo mitico …

Qualcuno disse “ bisogna cadere per rialzarsi …” che cagata vero !!!
Sei il mio mito … cade rovinosamente si fa male … gli dicono niente più moto … arrivo in campeggio e chi trovo Lui con le stampelle dolorante e non poco … mi dicono che è caduto ancora appena arrivato in Puglia … come il Papa a baciato il suolo … penso fra me: beh domani non ci sarà purtroppo …
ma che bestemmia … il giorno dopo con una stampella attaccata con uno spago su di un mezzo a 2 ruote lui è li … solo per poter urlare a tutti e tutti “… fanculo io ci sono !!!” SEI FANTASTICO …

Ciao Ragazzi GRAZIE di tutto … alla prossima

Ricky (Goldrake)

PS La mia California 1400 Custom e pazzesca mi fa GODEREEEEEEE !!!

Calincontro Garganico 2015

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Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Nello

Il mio Calincontro quest’anno comincia con un giorno di anticipo sul solito, parto di mercoledì e sperando nel bel tempo cercherò di visitare qualche museo e centro storico che ho messo in agenda. Parto in ritardo, ma decido lo stesso di fare il passo di Forca d’Acero per poi scendere verso Villetta Barrea e Isernia. […]

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015 – Galleria fotografica

Foto di: Pandora, gpbertch, Nuradler, Carthago, Nello, Fabio  

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Carthago

da Carthago   Mercoledì, 29 Aprile. Qui incomincia il mio Calincontro Garganico: Gianni delle Orobie suona in ditta alle 15,55 troppo preciso. Ore 16,05 partenza da Filago direzione Lodi. Autostrada sino a Bologna, dove all’area di servizio Sillaro Ovest abbiamo appuntamento con i Tatiani. Ho un pò di apprensione, è il primo viaggio con la […]

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Califoggiano

di Califoggiano Scusate l’assenza ragazzi, ma al rientro sono andato diretto in ufficio e da lì è ricominciato il solito tran tran , con poco tempo libero da dedicare alle considerazioni finali di questa MERAVIGLIOSA edizione Il Garganico è in archivio, è difficile descrivere l’emozione che ho provato a guardare la mia terra coi vostri […]

Calincontro garganico, 1-3 maggio 2015, Orso bianco

di Orso bianco Per me una cavalcata di 1800 Km, partendo da Alghero, attraversando la Sardegna e l’ imbarco a Cagliari. Insieme a Rotondo, Dott. Spock, Santus la strada a seguire. La Campania , con il suo Vesuvio, l’ Appennino, le Puglie, il Molise, l’ Abruzzo, il Lazio e ancora il traghetto e il nord […]

Calincontro Garganico, 1-3 maggio 2015, Goldrakerm

di Ricky Goldrakerm   … che forti che siete !!! … emozioni, emozioni, emozioni … L’ultima volta che ho scritto qualcosa, ero per così dire in preda alle convulsioni … ero tornato dalla Sardegna e qualche giorno dopo sotto di me cavalcavo la Cali 1400…… Cosa dire, emozioni diverse… ma bellissime, forse perché la Puglia […]

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